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Autore: per sempre insieme    08/09/2015    4 recensioni
Il giorno della morte di Mirai Vegeta.
[tratto dal testo: "Non smettere mai di credere nei tuoi sogni, io vivrò attraverso i tuoi sogni e le tue speranze" disse una voce che Bulma non poté identificare come umana, era sicura che fosse stata la voce dello spirito di Vegeta.]
"Storia partecipante al contest i sogni non sono lontani indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirai!Bulma, Mirai!Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick su Efp: per sempre insieme
Nick sul forum: sonounsayan2000
Genere: drammatico, malinconico, introspettivo
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Introduzione: il giorno della morte di Mirai Vegeta.
[tratto dal testo: "Non smettere mai di credere nei tuoi sogni, io vivrò attraverso i tuoi sogni e le tue speranze." disse una voce che Bulma non potè identificare come umana, era sicura che fosse stata la voce dello spirito di Vegeta.]
"Storia partecipante al contest i sogni non sono lontani indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP."

IO VIVRÒ IN TE

L'ansia la faceva tremare come una foglia durante un temporale, le pulsazioni del cuore erano così forti e veloci da provocarle il fiatone, la paura e la snervante attesa la stavano divorando dentro cagionando in lei fitte all'addome che la facevano piegare in due per l'elevata intensità del dolore.
Sentì suo figlio di pochi mesi piangere disperatamente nella sua culla, segno che si era svegliato e pretendeva il suo latte.
Bulma non si alzò dalla poltrona dove era seduta, non aveva nè la voglia nè la forza di muoversi per far bere il latte al suo bambino; si raggomitolò su se stessa lasciando che un spiffero d'aria fredda entrasse nella finestra mezza aperta difronte a lei e le scompigliasse i capelli.
Prese la tazzina ricolma di camomilla e ne bevette un poco del contenuto ustionandosi la gola per non aver soffiato.
Ora, il pianto del bambino che reclamava il proprio pranzo si era fatto più acuto e penetrante, ma Bulma quasi non lo sentiva, era troppa impegnata a cercare di calmarsi e far tacere l'inquietudine che ad ogni secondo cresceva sempre di più.
Si alzò di scatto e andò a chiudere la finestra con l'intento di far tacere gli ululati del vento che provenivano da fuori; chiuse l'inflisso con un colpo deciso e sicuro e guardò il panorama che si ammirava attraverso il vetro sperando che la figura atletica di Vegeta apparisse nella nebbia che si era formata.
Sospirò cercando di regolare il respiro affanatto, si doveva calmare a tutti i costi.

"Vegeta ritornerà da vincitore." si disse consapevole del fatto che la potenza del marito fosse nettamente inferiore a quella dei combattenti con cui lui era andato a combattere.
Una lacrima le scese nel viso lentamente solleticandole la pelle tesa e lasciando che una parte del suo timore scivolasse via.

"E se non tornasse più?" si chiese mentre i suoi occhi cominciavano a diventare lucidi e le lacrime le pungevano per uscire sempre di più.

"No, non può essere, tornerá." pensò cercando di auto-convincersi e rammentando la conversazione che aveva avuto con il marito la mattina.

Inizio flashback*
Quella mattina l'aria era fredda, il cielo nero prometteva un temporale, le montagne in lontananza erano coperte di neve, i tetti delle case ospitavano dei lunghi ghiaccioli trasparenti e nessuno passegiava nella strada senza essere armato di ombrello e cappotto.
Vegeta, che per mesi si era allenato per riuscire a sconfiggere i cyborg, quella mattina non si trovava nel luogo dove sfiacava i suoi muscoli a una gravitá elevatissima, ma si trovava nel suo letto assieme a sua moglie.

"Perchè oggi non vai ad allenarti?" gli aveva chiesto Bulma trovando il corpo muscoloso e ben scolpito del marito disteso sul letto accanto a lei, e trovando ciò strano.

"Devo riposarmi, oggi affronterò i cyborg." aveva annunciato il sayan senza guardare la moglie negli occhi.

"No, ti prego, non farlo." aveva supplicato lei temendo della vita del suo partener.

"I due dannati gemelli si trovano qui vicini, mi sa che attacheranno questa città a breve e io non starò con le mani in mano.
Se ti fa piacere al mio fianco ci staranno anche gli altri." aveva spiegato lui con tono calmo lasciando vago il nome dei guerrieri che avrebbero partecipato alla battaglia.

"Io non ti voglio perdere."

"Non mi perderai, riuscirò a sconfiggere i cyborg, io sono il principe dei sayan." aveva esclamato lui con la determinazione tipica dei guerrieri sayan.

"E se non ce la farai? Promettimi che scapperai."

"No, non lo farò perchè io vincerò."

"Vegeta?" lo chiamò lei, titubante e prossima alle lacrime dalla disperazione.

"Uhmp?"

"Da quando, cinque mesi fa, i cyborg sono apparsi portando con loro distruzione e morte io ho avuto un unico sogno, che fino adesso non è cambiato: vivere in pace, senza aver paura di essere attaccati in ogni istante." lo informò mentre passava i suoi diti sull'addome scolpito del marito e coperto solo da una maglia di cotone.

"Il tuo sogno si reallizzerá." aveva detto l'uomo alzandosi di scatto per poi dirigersi verso la camera del letto dove stava dormendo il figlio.

"Se io non dovessi farcela tu dovrai vendicarmi, Trunks." gli aveva sussurrato per non farsi sentire dalla moglie.

Fine flashback*
La donna dei capelli color turchini si era seduta sul divano e si era coperta con il piumino che aveva posato lì la sera precedente.
Cercò di non pensare a nulla, anche se i boati e l'esplosoni che si sentivano erano segni di una battaglia non l'aiutavano molto.
Si ricordò di quando, cinque mesi prima, erano apparsi i cyborg sulla Terra, avevano cominciato fin da subito a cercare Goku, e quando erano venuti a sapere che era morto in seguito a una mallattia cardiaca, avevano cominciamo a compiere l'atto di distruzione che stavano ancora svolgendo.
I due gemelli avevano ucciso donne, bambini, vecchi e uomini senza fare distinzione tra sani e malati, sesso o etá; dal momento maledetto che il dottor Gelo gli aveva dato funzione Bulma non aveva mai smesso di sognare che tutto ritornasse come prima, con la pace e la tranquillità di sentirsi sicuri quando si esce di casa.
Ebbe un brivido di paura quando sentì che qualcuno aveva bussato alla porta e le lacrime cominciarono a cadere inesorabili, capendo che non era suo marito.
"Lui non avrebbe mai bussato." pensò alzandosi barcollando.

Aprì la porta lentamente e un Gohan insanguinato e prossimo allo svenimento gli cadde adesso macchiandola di sangue.

"Dov'è Vegeta?" chiese lei.

"Non ce l'ha fatta, mi dispiace." comunicò il ragazzo mentre un urlo di disperazione e di dolore si levò nella Capsule Corporation.

La donna si sedette sul freddo pavimento di marmo vinta da un capogiro, vide l'immagine di Vegeta stampata sulla sua mente e non poté fare a meno di rabbrividire.

"È morto, non c'è più." si disse per aiutarsi a credere a ciò che era successo.
"Tu te ne sei andato portando via metá del mio cuore ma il mio sogno di libertá e della morte dei cyborg che ho sono sempre qui, nel mio cuore." pensò sperando che il marito la sentisse.

"Non smettere di credere nei tuoi sogni, io vivrò attraverso i tuoi sogni e le tue speranze." disse una voce che Bulma non potè identificare come umana, era sicura che fosse la voce dello spirito di Vegeta.

La donna tirò sù con il naso e si pulì le lacrime che avevano bagnato il suo viso.

"Non smetterò mai di non avere sogni, non ti farò morire un'altra volta, eroe.
Sognerò finchè vivrò in questo mondo, e adesso ho un altro sogno: avere sempre dei sogni per farti vivere."
   
 
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