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Erano
sui gradini della Tredicesima Casa, il sole brillava
intenso come il giorno in cui erano partiti.
Sotto di loro si stendeva tutto il Santuario, a partire dalla
superba scalinata delle Dodici Case.
“E adesso?”, chiese Manigoldo, guardando annoiato verso la sua
Casa, “si torna alla vita di tutti i giorni?”
Sisifo sorrise: “Prima ti offro una birra.”
Cancer fece un sorriso tutto denti, il suo viso era
abbronzato e i capelli ondeggiavano superbi al vento, “Ecco, questo mi
piace di
più!”.
L’altro gli passò un braccio sulle spalle e lo guardò con
occhi complici.
“Se non ci sono più
prostitute di mezzo, se ne può parlare”, e finalmente Sisifo rise forte
– una
risata forte come il fuoco, da vita che divampa.
Sisifo guardò il fondo
del bicchiere e sorrise al doppio malto, senza pensare a nulla. Era
troppo
stanco.
“Alla vita, Manigoldo. Che mi concedesse un’altra birra di
queste.”
“Risposta esatta.”
“Ho imparato dal migliore.”
I boccali cozzarono, più leggeri dell’ultima volta.
***
Una stretta brusca, qualche pacca sulla spalla, qualche
complimento.
Puzzavano di alcool e sudore, e malgrado tutto era qualcosa
di piacevole, perché sapeva di vita vera.
Manigoldo trattenne Sisifo stretto a sé per un tempo un poco
più lungo del normale: “La prossima volta probabilmente la guerra sarà
scoppiata
e saremo già sul campo di battaglia”.
“Oppure non ne usciremo, ma va bene uguale. Tanto nessuno
esce vivo dalla vita!” sdrammatizzò il moro. I ciuffi paglierini di
Sisifo gli
solleticavano le guance e lo facevano sentire stupido.
Sisifo sciolse l’abbraccio in fretta e si volse subito verso
le Dodici Case.
“Ci vediamo in guerra, Manigoldo.”
“Ci vediamo all’inferno, mi sa.”
Sagittarius si girò nuovamente verso Manigoldo:
“All’inferno.”, ripeté.
Esitò per un istante, fissando intensamente il suo
interlocutore.
“Allora devo darti questo”, sussurrò. Manigoldo lo udì
appena.
Letteralmente, Sisifo gli diede una testata.
Con il senno di dopo, Cancer pensò che fosse stato per
tramortirlo e renderlo meno cosciente.
Tempo
non ce n’era.
Le
labbra di Sisifo si poggiarono su quelle del compagno
d’improvviso, quasi con violenza e disperazione.
Erano
alle soglie di una guerra.
Manigoldo
non attese ulteriormente ad aprire la bocca e
cercare la lingua della controparte.
Ci
vediamo all’inferno.
Sisifo, mentre baciava, era completamente diverso dalla
rigidezza che mostrava in altre occasioni: sapeva assecondare e
prendere
l’iniziativa al contempo. A Manigoldo piaceva da impazzire.
E
mi sa anche prima.
“Grazie di tutto”, sussurrò.
Manigoldò annuì lentamente con un bel sorriso sul viso.
***
Quando fu presso il proprio tempio, Sisifo guardò nuovamente
verso il mare.
Il banco di nubi all’orizzonte si era fatto cupo, tirava aria
di tempesta. Lo guardò con apprensione per un istante, poi si costrinse
a
stornare lo sguardo.
Più sotto, la Quarta Casa restava ancora vuota: Manigoldo aveva
voglia di vagabondare e se n’era andato al Pireo.
“Semplicemente non sto a guardare una guerra che ci viene
incontro con le mani in mano.
Le vado incontro anche io.”, la piega della bocca di Cancer
era una smorfia tesa, ma lui aveva ancora voglia di scherzare.
Quando era nervoso, aveva sempre voglia di scherzare.
“Conosci il mito di Sisifo, Sisifo? Lui ha fregato la morte:
l’ha fatta ubriacare e l’ha incatenata.
Si è incazzato tutto l’Olimpo, scacco matto al Gran Re!”
“Oh, io a quello non penso. E poi sono sicuro che il nostro
eroe trascini il suo masso con gran piacere al gran pensiero delle sue
gesta.”
“Cosa hai intenzione di fare?”, l’armatura non gli era mai
sembrata così pesante.
“Vivere, Sisifo. Vivere anche in guerra.
Non
mi convinceranno a mangiare il pasticcio putrefatto di
carne umana che ci offrono*.”
Nessun
futuro, solo il presente.
La guerra non è nemmeno domani, pensò,
e
anche
domani
è ancora lontano.
Sisifo sarebbe stato schiavo dei suoi demoni e Manigoldo
avrebbe sigillato Thanatos.
Ironia
della sorte, avrebbe
pensato Manigoldo.
*Hugo
Ball,
dadaista, sulla Prima Guerra Mondiale
---
E, per me, è
stata un’avventura meravigliosa, che mi ha costretto a riflettere e
conoscere
questi due personaggi – e, aggiungo, me stessa.
Ringrazio in
particolare mughetto nella neve, la
mia salvezza, e LOL_chan con le loro
bellissime e gentilissime recensioni.
Ora, mi
permetto di chiedere, a storia finita, delle recensioni, anche brevi
per dirmi
il vostro sincero parere e capire cosa migliorare e cosa va bene.
Perché, detta
sinceramente, a me questa storia piace davvero molto, è un piccolo
motivo di
orgoglio, ma mi sembra che non sia stata ricevuta con entusiasmo,
eccezione
fatta per quello, graditissimo, di questi due fantastici recensori.
Non dico ciò
come captatio benevolentiae, vorrei
davvero capire.
Un po’ come
Ofiuco, che si butta allo sbaraglio per amore di scienza.
Ad ogni modo
vi ringrazio anche solo per la lettura. Vedo che le visualizzazioni
rimangono
costanti nel corso dei capitoli, e mi fa piacere di non perdere lettori
(anche
se questi magari arrivassero alla fine solo per lo schifo, mi piace
pensarla
differentemente).
Grazie di
tutto.