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Autore: PitonTake    08/09/2015    0 recensioni
Storia semi fantasy e con molti tratti epici riguardante una storia interpretata in un luogo fantasy con caratteristiche culturali, storiche, architettoniche Giapponesi. La storia si svolge prima nel nostro mondo e in seguito nell'ambientazione fantasy.
l'ambientazione viene divisa in due, una parte del mondo, conosciuta, giapponese e una parte del mongo non conosciuta mongola con tratti cinesi.
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Entrambi indossammo le nostre armature, esse erano molto diverse tra loro, io indossavo sotto il kimono da battaglia e sopra esso la O Yoroi, essa aveva varie parti, per primo il Kabuto, ciò che in occidente sarebbe stato chiamato elmo, esso era composto in lamine di ferro laccato nero unito da fettucce di seta blu, davanti avevo un maedate in acciaio cuoio nero che funge da frontiera, unita con lacci di seta era la Maschera, chiamata Somen, in cuoio laccato, esso aveva anche il Barbozzo, ovvero la protezione per il collo, era composto da grosse lamine in ferro con legature in seta verde, il Somen mi ricopriva totalmente la faccia, si dice che nei Somen si racchiudesse l’anima di demoni o di barbari guerrieri, questo per intimorire il nemico che si avesse di fronte, l’armatura era completa e c’erano anche delle particolari spalliere, chiamate Sode, esso non ricopriva solo la spalla ma anche tutto il braccio, agganciato al resto del busto ed era formato da larghe lamine che veniva legate con fettuccine di seta laccate che in fine formavano un grosso rettangolo, sotto i Sode si trovava la protezione per gli avambracci, ovvero i Kote, formati da una base in stoffa pesante e corazzate con lamine di cuoi nero e ferro, inoltre aveva una piccola parte che proteggeva la mano, essa era sempre fatto di metallo laccato, e il Kote è la prima parte che tradizionalmente si chiama Sangu, ora viene la “corazza” essa era la parte più difficile da produrre e ci lavoravano tre diverse professione, fabbri, laccatore e produttori di stoffa, essa perché è l’insieme di piccolissime scaglie e lamine in ferro che in seguito venivano legati con stoffa o seta e infine laccata, nero e verde qui si riunivano per creare la perfezione, questa parte viene chiamata Dou, inoltre tutto era “appoggiato” su un unico pezzo di cuoio laccato, al Dou veniva agganciata la parte che difende il ventre, il Kusazuri, esso era composto da vari rettangoli ovalizzati, ovviamente formati da lamine e seta, che venivano legati tra di loro e poi agganciati al Dou tramite seta o stoffa, la seconda parte del Sangu è formata dal Haidate, ovvero la parte protettiva della coscia, esso era come un grembiule diviso a metà formato da osso di balena e seta verde, l’ultima parte dell’armatura e del Sangu è la parte protettiva della gamba, composta da tre lamine di ferro rivettate tra loro, essi si chiamano Suneate, sono in fine messi su un supporto in cuoio laccato e sotto di esse dovetti indossare una specie di calza chiamata  Kiahan. Inoltre assieme a me legati alla cintura c’erano due foderi, uno per la Katana e l’altro per la Wakizashi.

Mentre il mongolo indossava un lungo e unico pezzo, che verso il ventre si divideva in due, ed esso era rinforzato con una armatura lamellata in ferro, mi sembrò, aveva infine degli stivali e dei pantaloni, mi incuriosì il suo elmo, era un pezzo unico che copriva anche le guance ed al di sopra di esso c’era una sorta di pennacchio, ma era moscio, era fatto sicuramente con le crine di cavallo, e portava con se un piccolo scudo rotondo in ferro e una scimitarra molto curva.
Per la prima volta vidi in tutti questi anni di vita in questo Nuovo Mondo che le nubi si addensarono sopra l’Isola e iniziò a piovere, questo era un brutto presagio, noi sfoderammo le lame, i musicisti e tutti si misero sotto delle impalcature per non venire travolti dalla pioggia e le Dodici Teste Nere fecero la loro apparizione.
I tamburi di ambo i clan iniziarono a risuonare nell’aria e la pioggia si accumulava sulle impalcature mentre scivolava sulle nostre armature, eravamo entrambi pronti, le Dodici Teste nere si sedettero su grandi sedie nero e argento, tranne uno che si sedette su un verde e rossa.

Il mongolo teneva alto lo scudo la scimitarra dietra di esso, era pronto a parare e contrattaccare, si avvicinava furtivo, la mia guarda era media, e invece di rimanere fermo andai verso destro, esso mi seguì, cambiando completamente traiettoria, feci uno scatto verso destra rapido, e lui seguì quel movimento con lo scudo e rapido si apprestava ad attaccare, mentre io con movimento felino e rapido andavo a sinistra, lui si sbilanciò troppo ed io con la parte ricurva della Katana lo colpì all’elmo, esso per la violenza volò e una lieve ferita avevo provocato al mongolo nella parte dietro della testa, tutti in quel momento si alzarono stupiti, compresi i Dodici, il mongolo vedendo quella scena venne di peso dalla mia di parte e a quel momento io capii che il duello ero realmente iniziato.

La pioggia continuò frenetica e abbondante, mi venne in contro con quello suo stupido scuso parato in avanti, la sua scimitarra era più corta della mia catana, e il suo braccio molto più corto del mio, avevo calcolato che avevo mezzo metro all’incirca di vantaggio, eravamo in giusta posizione, lui avanzava e capii che la distanza tra noi era circa di sessanta o settanta centimetri, quindi rapido, come prima, feci un passo comune e con forza andai a fare un colpo laterale contro il suo scudo, per sbilanciarlo, mentre stavo per arrivare veci un altro passo in avanti, tutto il mio peso e il suo cadde su se stesso e si sbilanciò molto, in fine, dato che la distanza era quella propizia, gettai un calcio veloce a spinta contro il suo scudo, esso cadde in dietro con la schiena sul verde prato, si alzo lentamente, mentre io andai indietro di mezza dozzina di metri era abbastanza infuriato, e usò il suo il suo scudo circolare come un frisbee d’acciaio, fui molto attento a come lo tirò, cercai di tenere lo sguardo verso quel basso uomo, il frisbee prese una parabola strana ed andrò in un'altra direzione colpendo l’impalcatura dove c’erano i musicisti mongoli, infatti per qualche istante i tamburi mongoli stesero in silenzio.

Dopo qualche istante vidi quell’esserino correre a tutta velocità verso di me e questo lo portava a essere vulnerabile ai miei attacchi, infatti appena are abbastanza vicino feci un affondo, che lui parò in ritardo, infatti sulla sua armatura si tranciarono alcune file di rinforzo d’acciaio dato che la katana gliela lascai trascinare, ma al giusto momento la innalzai al cielo e mi spostai sulla destra e in un colpo secco e deciso gli tranciai di netto il capo, mentre la testa cadde immobile all’istante il corpo stese qualche istante a riflettere se cadere o no, ma poi dato che senza cervello non poteva stare in piedi cadde come sasso cade, ma tanto rozzo e mal sbilanciato era il corpo  che non cadde diritto e perpendicolare o in avanti, ma indietro, e questo per i Giapponesi era disonore per il clan nemico. Appena il Capo Clan mongolo e tutti videro i tamburi mongoli finirono di suonare, il cielo stava soffiando un buon vento e le nubi si diradarono rapide, le Dodici Teste Nere si alzarono e si avvicinavano e tutti i mongoli, compresi i musicisti si alzarono dalle sedie che avevano sotto l’impalcatura e così fecero anche chi stava nel Villaggio e infine i mongoli si inginocchiarono e si prostrarono, in quel momento non sapevo come avessi fatto a sopravvivere  al quell’incontro, lui si chiamava forse, ma era realmente forte? Dopo che i mongoli si prostrarono i Neri si dileguarono.
 
 
 
   
 
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