Mentre il mongolo indossava un lungo e unico pezzo, che verso il ventre si divideva in due, ed esso era rinforzato con una armatura lamellata in ferro, mi sembrò, aveva infine degli stivali e dei pantaloni, mi incuriosì il suo elmo, era un pezzo unico che copriva anche le guance ed al di sopra di esso c’era una sorta di pennacchio, ma era moscio, era fatto sicuramente con le crine di cavallo, e portava con se un piccolo scudo rotondo in ferro e una scimitarra molto curva.
Per la prima volta vidi in tutti questi anni di vita in questo Nuovo Mondo che le nubi si addensarono sopra l’Isola e iniziò a piovere, questo era un brutto presagio, noi sfoderammo le lame, i musicisti e tutti si misero sotto delle impalcature per non venire travolti dalla pioggia e le Dodici Teste Nere fecero la loro apparizione.
I tamburi di ambo i clan iniziarono a risuonare nell’aria e la pioggia si accumulava sulle impalcature mentre scivolava sulle nostre armature, eravamo entrambi pronti, le Dodici Teste nere si sedettero su grandi sedie nero e argento, tranne uno che si sedette su un verde e rossa.
Il mongolo teneva alto lo scudo la scimitarra dietra di esso, era pronto a parare e contrattaccare, si avvicinava furtivo, la mia guarda era media, e invece di rimanere fermo andai verso destro, esso mi seguì, cambiando completamente traiettoria, feci uno scatto verso destra rapido, e lui seguì quel movimento con lo scudo e rapido si apprestava ad attaccare, mentre io con movimento felino e rapido andavo a sinistra, lui si sbilanciò troppo ed io con la parte ricurva della Katana lo colpì all’elmo, esso per la violenza volò e una lieve ferita avevo provocato al mongolo nella parte dietro della testa, tutti in quel momento si alzarono stupiti, compresi i Dodici, il mongolo vedendo quella scena venne di peso dalla mia di parte e a quel momento io capii che il duello ero realmente iniziato.
La pioggia continuò frenetica e abbondante, mi venne in contro con quello suo stupido scuso parato in avanti, la sua scimitarra era più corta della mia catana, e il suo braccio molto più corto del mio, avevo calcolato che avevo mezzo metro all’incirca di vantaggio, eravamo in giusta posizione, lui avanzava e capii che la distanza tra noi era circa di sessanta o settanta centimetri, quindi rapido, come prima, feci un passo comune e con forza andai a fare un colpo laterale contro il suo scudo, per sbilanciarlo, mentre stavo per arrivare veci un altro passo in avanti, tutto il mio peso e il suo cadde su se stesso e si sbilanciò molto, in fine, dato che la distanza era quella propizia, gettai un calcio veloce a spinta contro il suo scudo, esso cadde in dietro con la schiena sul verde prato, si alzo lentamente, mentre io andai indietro di mezza dozzina di metri era abbastanza infuriato, e usò il suo il suo scudo circolare come un frisbee d’acciaio, fui molto attento a come lo tirò, cercai di tenere lo sguardo verso quel basso uomo, il frisbee prese una parabola strana ed andrò in un'altra direzione colpendo l’impalcatura dove c’erano i musicisti mongoli, infatti per qualche istante i tamburi mongoli stesero in silenzio.
Dopo qualche istante vidi quell’esserino correre a tutta velocità verso di me e questo lo portava a essere vulnerabile ai miei attacchi, infatti appena are abbastanza vicino feci un affondo, che lui parò in ritardo, infatti sulla sua armatura si tranciarono alcune file di rinforzo d’acciaio dato che la katana gliela lascai trascinare, ma al giusto momento la innalzai al cielo e mi spostai sulla destra e in un colpo secco e deciso gli tranciai di netto il capo, mentre la testa cadde immobile all’istante il corpo stese qualche istante a riflettere se cadere o no, ma poi dato che senza cervello non poteva stare in piedi cadde come sasso cade, ma tanto rozzo e mal sbilanciato era il corpo che non cadde diritto e perpendicolare o in avanti, ma indietro, e questo per i Giapponesi era disonore per il clan nemico. Appena il Capo Clan mongolo e tutti videro i tamburi mongoli finirono di suonare, il cielo stava soffiando un buon vento e le nubi si diradarono rapide, le Dodici Teste Nere si alzarono e si avvicinavano e tutti i mongoli, compresi i musicisti si alzarono dalle sedie che avevano sotto l’impalcatura e così fecero anche chi stava nel Villaggio e infine i mongoli si inginocchiarono e si prostrarono, in quel momento non sapevo come avessi fatto a sopravvivere al quell’incontro, lui si chiamava forse, ma era realmente forte? Dopo che i mongoli si prostrarono i Neri si dileguarono.