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Autore: Fata_Morgana 78    08/09/2015    0 recensioni
C'era una volta... Questa storia racconta del nostro desiderio di stare insieme... di formare una famiglia... di fare in modo che uno più uno facesse tre, non più due... Immaginate la gioia... la paura, quando abbiamo scoperto che il nostro desiderio stava per avverarsi... Questa favola è dedicata alla mia bambina, nata prematuramente a sei mesi e mezzo cinque anni fa... Ho inserito l'avvertimento "tematiche delicate", perché si parla di prematurità che è un argomento delicato...
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Quarto Capitolo:
Per mano verso il coronamento dei nostri sogni

 

Nel giro di pochi giorni, Re Joseph e Regina Claire, si prepararono per il viaggio.
Il Sommo Sacerdote, integrò la cura che i Reali dovevano seguire e li accompagnò fino alla nave, benedicendoli mentre salivano a bordo.
La Regina era un po’ preoccupata, lei non era mai stata per così tanto tempo per mare e sperava di avere la compagnia del Sommo Sacerdote a bordo.
Il Sacerdote, rendendosi conto del turbamento di Claire, chiese alla sua assistente una Sacerdotessa molto gentile, di potersi unire alla compagnia.

Il viaggio iniziò. Claire e Joseph lasciarono a terra i loro problemi e i loro pensieri negativi.
La vita di bordo era ricca di attività che non avevano mai sperimentato. C’erano tante cose da vedere, imparare, sperimentare che si dimenticarono della tristezza che opprimeva i loro cuori e ripresero a vivere in armonia e pace.
Joseph, affascinato dalla pesca, imparò dall’Elfo mastro pescatore a pescare sia usando semplici incantesimi Elfici sia secondo la tradizione umana.
Claire fece amicizia con Edwige, l’Elfa Falconiera, e con il suo meraviglioso Falco Pellegrino Marcus ed imparò l’arte della caccia e della cura dei rapaci imparando a tenerli sul braccio alla maniera Elfica, senza guanto di protezione.

Per i giovani reali, ogni scusa era buona per isolarsi nella loro cabina ed amarsi e coccolarsi come raramente riuscivano a fare al Castello, oberati com’erano dagli impegni di corte.
Durante il viaggio, Joseph e Claire impararono a conoscersi e rispettarsi in modo più completo. Era bello poter stare semplicemente seduti a parlare, senza doversi preoccupare dell’etichetta di Corte; oppure senza l’ansia di dover troncare un discorso perché c’erano impegni più urgenti.
Su quella grossa nave, non c’erano altri impegni. C’erano solamente loro due e l’equipaggio che, notando il bisogno degli sposi di stare soli, era diventato quasi invisibile.

Mentre la nave scorreva fluida sul fiume, toccarono alcune città limitrofe al loro Regno e, curiosi, chiesero e ottennero il permesso di attraccare in porto e visitarle.
La Regina comprò alcuni tessuti molto delicati e pezze di stoffa che pensò di usare come corredo per il, o la, futuro erede; alcuni gomitoli di lana morbidissima e colorata in maniera esemplare e alcuni rocchi di filo da ricamo che nel loro villaggio non erano mai arrivati.
Il Re, comprò una coppia di cavalli per migliorare il suo allevamento; un set di spade forgiate dai Nani dalla magnifica fattura e delle bisacce per i lunghi viaggi a cavallo.
Poi, su suggerimento di sua moglie, chiese ai signori del Villaggio se erano interessati a commerciare con il loro Regno e, avuta risposta affermativa, iniziarono a fare le trattative necessarie per iniziare il commercio.

Lasciato il Re a parlare con il Conte responsabile dell’amministrazione del Villaggio; la Regina chiese alla Contessa di accompagnarla a visitare il mercato per continuare a fare compere.
Durante la passeggiata tra le bancarelle zeppe di articoli di artigianato locale e d’importazione, Claire ebbe un capogiro e svenne.
Fu prontamente presa da Richard il capo della sua scorta personale che la sollevò e la portò dentro una locanda per farla riprendere.
La Contessa corse a chiamare il marito e Re Joseph, mentre Stephanie tornò velocemente sulla barca a convocare la Sacerdotessa che era rimasta a bordo.

Insieme, raggiunsero la Locanda dove stava riposando la Regina. Chiesero all’oste una stanza dove stare da soli e la Sacerdotessa, usando i suoi poteri, visitò la giovane donna.
Claire si sentiva molto debole, non riusciva a stare bene in piedi e le girava vorticosamente la testa.
Con gratitudine, accettò che Richard la portasse in braccio e sospirò di sollievo quando la sdraiarono in un morbido giaciglio.

La Sacerdotessa tirò fuori dalla borsa un Quarzo Ialino, disse nell’antica lingua alcune formule rituali e poi appoggiò la pietra sul corpo della Regina.
La “visita” durò una manciata di minuti, durante i quali l’espressione della Sacerdotessa si illuminò in un gran sorriso.
- Vostra maestà, - parlò riponendo il cristallo nella borsa – ho l’immenso onore di comunicarvi che la cura ha avuto l’effetto sperato…
Claire guardò la giovane, capendo il significato delle sue parole con attimo di ritardo rispetto al marito che domandò:
- Ne siete certa, Priscilla?
- Ne sono certa, mio signore! – rispose la Sacerdotessa annuendo – Avevo notato che il ciclo lunare di vostra moglie era in ritardo. Ho chiesto alle sue cameriere personali di comunicarmi ogni cambiamento. Mi spiace non avervi avvisati, ma è il mio lavoro e non ho pensato di parlarne prima con voi.
- Pri… - balbettò Claire – Priscilla… Stai dicendoci che aspetto un bambino?!
- Sì, vostra illustre maestà. – le sorrise – Aspettate un bambino.
- Oh Santi Dei! – gemette la Regina chiudendo gli occhi – E hai visto se sta bene?
- È ancora troppo presto per dirlo, mia signora. E non ho né i poteri né l’esperienza del Sommo Sacerdote per rispondervi con certezza. Però ho avvertito distintamente la sua presenza. La presenza di una nuova vita che sta crescendo dentro di voi. – titubò un attimo, e poi, arrossendo, continuò – Anzi… forse le vite sono due…
- Due? – strabuzzò gli occhi Joseph – Gemelli, amore mio?
- Un doppio dono Divino! – rise Claire tendendo la mano – Se è un sogno, vi prego, non svegliatemi!

I loro discorsi furono interrotti da un lieve bussare alla porta, la Regina guardò il consorte e la Sacerdotessa negli occhi e li pregò di mantenere il segreto.
Notando la sua espressione spaventata e preoccupata che tutto potesse svanire come una bolla di sapone, entrambi accettarono.
Al che, la Sacerdotessa andò ad aprire e lasciò entrare una preoccupatissima Stephanie.
- State meglio, mia Regina? – domandò gettandosi in ginocchio.
- Molto meglio, Steph! – sorrise la donna – E’ stato solo un mancamento causato dalla mia stupidità… Non ho fatto una colazione adeguata questa mattina ed ecco il risultato.
A Claire spiaceva dover mentire alla sua migliore amica; ma non voleva diffondere la notizia della sua presunta gravidanza troppo in fretta. Prima di rendere ufficiale il suo stato al Popolo, voleva essere visitata dai Guaritori del Palazzo, da sua zia e dal Sommo Sacerdote.

Appena la Regina si fu riposata abbastanza; il corteo continuò la visita della cittadina, poi ripresero la strada del porto e tornarono sulla nave.
- Priscilla, - la chiamò il Re – secondo te è sicuro continuare il nostro viaggio?
- Sì, mio signore. – annuì sorridendo – Ormai mancano due o tre tappe prima del porto del vostro Regno, sbaglio?
- No, hai ragione. – sorrise Joseph – Un viaggio in mare, soprattutto tranquillo come quello che abbiamo fatto noi, è meno “pericoloso” di un viaggio in carrozza con i sobbalzi delle strade.
- Ottimo ragionamento, mio signore! – approvò la Sacerdotessa – E poi ci sono io. i miei poteri sono molto più forti in mare. Sono un’Elfa dei fiumi, e l’acqua è il mio elemento naturale. Potrò stare vicino a vostra moglie come ho fatto finora e aiutarla a superare eventuali crisi.
- Sei molto gentile, Priscilla.
- Dovere, signore… - si inchinò la Sacerdotessa.
Claire sorrise, si sentiva a suo agio sulla barca. Ormai la considerava la sua seconda casa.
Come ogni giorno, chiacchierò a lungo con l’equipaggio dall’umile mozzo al capitano del vascello; poi si concesse un riposino su una poltrona imbottita e lesse alcuni capitoli di un nuovo libro.
Joseph, emozionato e felice, compose delle melodie per i suoi eredi; sbrigò alcune faccende urgenti e poi si rilassò pescando con l’equipaggio.

Il viaggio si concluse anche troppo rapidamente. Il mare fu sempre calmo e clemente con loro, forse anche per merito della presenza benevola di Priscilla.
Rientrarono al Castello dopo due mesi di assenza, e trovarono la Foresta Sacra finalmente ristabilita.
I giovani Reali, furono molto contenti ed organizzarono una festa per ringraziare tutti coloro che si erano occupati di loro con tanto amore e discrezione.
Durante la festa, la Regina chiese alla zia e al Sommo Sacerdote di essere visitata ed annunciò loro la lieta notizia della sua gravidanza.
Felici, i due potenti Sacerdoti, visitarono la Regina e si complimentarono con lei.
La felicità assoluta durò poco, perché entrambi le dissero che uno dei due bambini non ce l’aveva fatta. Non avvertivano la sua forza vitale e il cuoricino non batteva. Infatti, durante la visita, la Regina ebbe un crampo e una forte emorragia la lasciò quasi senza forze.
Preoccupati, il Sommo Sacerdote e la Somma Sacerdotessa, restarono al suo fianco per tutta la notte intonando lunghe litanie magiche nell’antica lingua per aiutarla a ristabilirsi presto.

Il mattino seguente, Claire stava molto meglio. Era felice perché aspettava il tanto sospirato erede; ma era anche triste perché uno dei principini non era più nel suo ventre.
Joseph la confortò e la coccolò per l’intera giornata. Anche lui era triste di aver perso un figlio; ma era felice perché sua moglie e l’altro bambino stavano bene.
La gravidanza della Regina andò avanti tra alti e bassi. A volte la giovane donna era in preda all’estasi e alla gioia; altre scoppiava a piangere per niente ma il suo ventre cresceva e la nuova vita dentro di lei germogliava forte e sana.
La notizia dell’arrivo dell’erede del Re e della Regina, fece ben presto il giro del Regno e si sparse a macchia d’olio nei territori circostanti.
Da molto lontano, e dai Regni che avevano visitato durante il loro viaggio, iniziarono ad arrivare doni e messaggi di auguri e benedizioni per la vita che stava per arrivare.

Claire era molto orgogliosa di mostrare il suo ventre che coccolava e accarezzava ad ogni occasione.
Joseph, era felice al di là di ogni possibile immaginazione. Osservare la pancia di sua moglie muoversi e gonfiarsi era diventata la sua attività preferita.
La Regina, era seguita da un gruppo di Guaritori venuti da ogni parte del Regno.
Una mattina, durante una serie di visite di controllo, il Guaritore a capo del gruppo si allarmò e chiese alla giovane signora di fermarsi in Clinica quella notte.
La Regina, che non si era portata niente per fermarsi fuori la notte, chiese al capo Guaritore il motivo di tale richiesta, in fin dei conti era arrivata a 29 settimane e la fine della gravidanza (intorno alle 40 settimane) era ancora lontana.
- Vostra Maestà, - rispose il Capo Guaritore mettendosi seduto – alcune delle vostre analisi, hanno dato dei risultati preoccupanti. In questi ultimi giorni, vi siete gonfiata parecchio. – la guardò – Non offendetevi mia signora, l’aumento di peso in gravidanza è normale; ma… - sospirò – Il vostro, non sembra un aumento di peso “sano”, causato anche dall’aumento di peso della vostra creatura. Sembra che non riuscite a liberarvi dei liquidi. Questo potrebbe significare che qualcosa nel vostro organismo non funziona nel modo giusto. Temo per la vostra vita e per quella dell’erede al trono.

La Regina non replicò, sentì gli occhi velarsi di lacrime, strinse forte le pieghe dell’abito e annuì lentamente, non c’erano possibilità: la sua vita e quella della bambina che portava in grembo erano in serio pericolo.
Il Re, che era al suo fianco come a ogni visita, la strinse contro il suo petto e la baciò.
- Facciamo come dice il Guaritore, amore mio. Non voglio che vi succeda niente di male.
- Sono d’accordo con te, Joe. – annuì asciugandosi una lacrima – Spero di poter tornare presto a casa con te.
- Mia signora, vi ringrazio. – sospirò il Capo Guaritore – E’ un sollievo avere la vostra piena collaborazione.
- Farò tutto ciò che è in mio potere per collaborare ed aiutarvi, signore! – promise solenne la Regina – E’ in pericolo la vita di mia figlia e sarei una pessima madre se non avessi a cuore la sua salute prima di tutto!
- Ottimo, mia graziosa maestà.
- Però… - mormorò Joseph – Siete certo che questa struttura sia adatta a ospitare mia moglie? Avete tutto ciò che vi serve per prendervi cura della Regina e della Principessa?
- In effetti no, mio signore. – ammise arrossendo l’uomo – La Regina dovrebbe trasferirsi presso un’altra struttura. Quella che chiamiamo Ospedale, dove sono ricoverate le persone di tutte le etnie e classi sociali. Lì, siamo molto attrezzati. Sia a livello di struttura, sia di personale.
- La Clinica è per le visite di controllo… - concluse la frase Claire che aveva passato in Clinica molto tempo da ragazzina, quando il suo precettore le insegnava le basi della Medicina.
- Ottima osservazione, mia graziosa Regina. – annuì compiaciuto il Capo Guaritore – Come fate a saperlo?
- Da piccola, ho fatto volontariato in una Clinica in compagnia del mio precettore. – sorrise – Non era certamente questa, perché io sono cresciuta in un altro Regno; ma credo che le Cliniche funzionino quasi tutte allo stesso modo. Offrono un servizio di cure primarie; conforto e supporto. Dico bene?
- Non avrei saputo spiegarlo meglio mia signora! – sorrise con calore il Guaritore.
- Manderò Stephanie a preparare il tuo bagaglio.
- Il mio bagaglio e quello della bambina sono pronti. – ammise arrossendo la Regina – L’abbiamo preparato io e Steph alcune settimane fa. Volevo essere sicura di avere tutto pronto e che tutto fosse di nostro gradimento. E non scelto freddamente dai nostri camerieri.
- Hai fatto bene. – le accarezzò il viso di porcellana lui.

Il Capo Guaritore si alzò dallo sgabello. Si lavò accuratamente le mani e disse con aria greve:
- Purtroppo in Ospedale non potremmo fornirvi gli agi e la riservatezza che meritate, vostra grazia.
- Cosa significa, dottore? – domandò il Re aiutando la moglie ad alzarsi.
- Che la Regina, almeno finché sarà ricoverata in Ospedale, dovrà fingere di essere una donna comune. Senza scorta né dame di compagnia.
- Nessuno a farmi compagnia? Completamente sola tutto il giorno? – chiese la giovane donna sgranando gli occhi.
- No, mia signora… Saranno concesse visite… e potrete avere una persona con voi durante il giorno a tenervi compagnia. Ma questa persona, possibilmente una donna, dovrà rispettare le regole dell’Ospedale ed uscire non appena sarà necessario.
- Va bene… - annuì Claire – Sarò semplicemente Claire, senza titolo e corona. – concesse – E chiederò a Stephanie e Beatrix di tenermi compagnia alternativamente. Così da non stancare troppo nessuno.
- Non vuoi dirlo alle nostre famiglie?
- Comunicheremo alle nostre famiglie del mio ricovero presso l’Ospedale e diremo loro che sarò ricoverata in incognito, per mia sicurezza e per permettere ai Guaritori di curare tutte le altre persone allo stesso modo, senza favoritismi. – sospirò toccandosi il ventre – Non voglio certo che si presentino con tutta la scorta! Siamo tutte mamme, non ci sono Regine... o Contesse o chissà cos’altro…
- Hai ragione, Claire!

Il Re e la Regina lasciarono l’ambulatorio, tornarono al castello e si prepararono per andare in Ospedale.
Brevemente Claire raccontò alle sue amiche e fidate dame di compagnia cosa stava accadendo e le pregò di mantenere il riserbo su tutto ciò che stava dicendo loro.
Le due dame giurarono nell’antica lingua degli Elfi di mantenere il segreto sulla faccenda ed aiutarono la giovane donna a cambiarsi d’abito.

Il Re, d’altro canto, raccontò l’accaduto a Richard e Andrew e fece giurare anche loro nell’antica lingua perché mantenessero l’assoluto silenzio.
In fretta, caricarono il bagaglio su una carrozza senza simboli ed accompagnarono Claire e Joseph in Ospedale.
Il Re e la Regina entrarono nella grande struttura grigio cenere, chiesero alla guardia alla porta dove potevano trovare il Reparto di Patologia Ostetrica e salirono al Quarto Piano della struttura.
Il cuore di Claire batteva forte, forte nel suo petto. Toccava con amore la sua pancia e annuiva distrattamente al marito che chiacchierando cercava di distrarla e di alleggerire la tensione che irrigidiva i suoi muscoli.
Presero posto nella sala d’aspetto fuori dal Reparto, aspettarono qualche minuto e poi furono condotti da un’infermiera in una stanza.
L’infermiera, una donna di mezza età dal viso dolce e materno, prese la cartella da un carrello ed iniziò a compilarla con alcuni dati.
- Vedo che ti chiami come la nostra Regina. – sorrise la donna.
- Sì… - mormorò Claire temendo di essere scoperta.
- Siamo fortunati ad avere una regina umana. – annuì ancora l’infermiera continuando a scrivere – Da quando lei è salita al trono, sono cambiate molte cose in meglio. Dovresti essere orgogliosa di portare il suo nome.
- Lo sono! – rise a quel punto la Regina, felice che il popolo avesse una buona opinione di lei.
- Bene! – annuì vigorosamente la donna – Ho trascritto la terapia che i Guaritori ti hanno segnato, Claire.
- Sì. Va bene. – mormorò lamentosamente lei – Farò tutto quello che devo per la mia bimba.
- Mi fa piacere sentirtelo dire. – parlò una voce maschile entrando. Era un Elfo infermiere – Perché devo farti una puntura abbastanza dolorosa…

La Regina, stupendo prima gli altri e poi se stessa, fu coraggiosa e collaborativa. Fece tutto ciò che i Guaritori e gli infermieri le chiedevano di fare, senza mai ribellarsi; consapevole che ogni gesto, ogni terapia erano effettuati per la salute sua e della sua bambina.
Ogni giorno era sottoposta a tutta una serie di esami e analisi, alcune dolorose, ma lei accettava ogni cosa con un sorriso sperando di poter conquistare un altro giorno e di far crescere sua figlia un altro po’ dentro la sua pancia.

  
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