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Autore: uadjet    08/09/2015    1 recensioni
“Lauren?”
Cominciavo a sentire le dita delle mani muoversi di nuovo, e il mio cervello funzionare ancora, mentre lui cominciava ad avanzare lentamente verso di me, lento ed inesorabile.
Ma ora non era più lento, camminava più veloce, più agitato, più arrabbiato, furioso.
Mi riscossi improvvisamente dal mio torpore e mi scagliai verso le scale: avevo quasi raggiunto il sesto scalino quando mi sentii tirare nuovamente per i capelli e scagliare per terra.
Poveri capelli.
Cercai di rialzarmi, ma la mia testa venne battuta più e più volte sul corrimano della scala, senza alcuna pietà.
Uno, due, tre.
Mi accasciai per terra, incapace di reagire, mentre il mostro avvicinava il suo viso al mio e con quegli occhi bianchi mi disse tre semplici parole.
“Benvenuta all’inferno”
Un quarto colpo sul pavimento, e non sentii più nulla.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Oh, per favore …. Non vedo l’ora che la mamma di Jason ti ammazzi”
Era normale che io parlassi così, la scena in cui il personaggio di Kevin Bacon e la sua fidanzata venivano trucidati dalla madre di Jason in Venerdì 13 aveva un non so che di noioso; vuoi per il fatto che venissero uccisi dei personaggi che non mi avevano colpita fin dall’inizio del film (non me ne volesse Kevin, eh!), vuoi perché poco prima avevano fatto sesso, comunque solo a partire da quella scena cominciava quell’inquietudine che avverti all’inizio di un film horror, quando capisci che c’è qualcosa che non va.

Già, come se non bastasse leggere il titolo del film.

Io comunque stavo aspettando una sola cosa: la rivelazione del killer e il suo combattimento con la final girl di turno. Era proprio questo che mi piaceva dei film horror, a parte il terrore, e la fine ancora più terrificante: il fatto che fosse proprio il personaggio della brava ragazza, in cui io mi rispecchiavo molto, ad uccidere il maniaco, o il mostro del film.

Il problema era uno solo: il fatto che le final girl dei film horror avevano, sempre e comunque, una vita sociale.

Ritorniamo sempre lì, Lauren.

Che a me mancava, ovviamente.

E dopo ti domandi perchè non hai amici, con la roba che guardi ….

Certo, una buona componente della mia asocialità era dovuta ai miei interessi, strani, direi da tipica nerd: ma la mia condizione non poteva che essere dovuta al mio pessimo carattere.
Non ero certo una ragazza pronta alla facile amicizia: appena conoscevo una persona sentivo subito a pelle se mi sarebbe stata simpatica oppure no, e preferivo evitare un’inutile amicizia mantenendo con lui o lei solo i rapporti di cortesia; non sono ipocrita, perciò, se una persona non mi piace, non posso farmela piacere per forza, no?
Comunque, mentre io pensavo alla mia solitudine un po’ voluta e un po’ accaduta da sé, stavo continuando a guardare il film sul mio pc: certo, mi sarei dovuta occupare di stendere la mia tesi, ma in quella sera fredda e piovosa, in cui le mie coinquiline avevano deciso di stare dai fidanzati per la notte, avevo solo voglia di avvilupparmi nelle coperte e fare qualcosa che non comportasse l’uso eccessivo del mio cervello.

E poi diciamocelo: guardare un film horror senza stare in casa da soli a sera inoltrata, non è assolutamente guardare un film horror.

Era così quindi che passavo il mio tempo quella sera, almeno finchè non sentii vibrare il mio telefono; una delle tante insopportabili suonerie in dotazione nel mio cellulare da epoca preistorica cominciò a suonare, facendo stridere i miei timpani, e mi affrettai a rispondere, nonostante la chiamata arrivasse da un numero sconosciuto.
Ora, normalmente io non risponderei mai ad una chiamata con mittente sconosciuto, ma non si sa mai cosa pensare, soprattutto a quell’ora della notte.

“Pronto?”

Dall’altro lato della cornetta non parlò nessuno: all’inizio pensai che avessero sbagliato numero, e per questo aspettai un momento prima di parlare di nuovo, ma non c’erano rumori di sottofondo, quindi la persona dall’altro capo del telefono doveva avermi sentita.

Forse è uno scherzo. Di cattivo gusto, ovviamente.

“Pronto?”

Era strano che non sentissi nemmeno respirare, però.

Stavo per riattaccare, quando un fischio, probabilmente un’interferenza, si propagò dal telefono alle mie orecchie così improvvisamente che dovetti allontanarlo subito da me.

“Ahii!! Pronto? Chi è?!”

“…”

“C’è nessuno?”

“…”

“Adesso riatt-“

Io. Ti. Vedo.

“Come, ehi-?!”

“BIP-BIP-BIP….”

Fu improvviso come era cominciato. Chi diamine era al telefono? Quelle tre parole erano state pronunciate come da una voce registrata, quasi metallica. Doveva essere uno scherzo, ma da chi?
Io di certo non lo sapevo, ma sta di fatto che mi era istantaneamente passata la voglia di vedere quel film, e così spensi il computer.

Ok, direi che è ora di fare uno spuntino.

Mentre riponevo il computer nella sua custodia di tessuto violetta, decisi di accendere la tv e fare un po’ di zapping. Mi alzai quindi dal letto, e, sporgendomi in avanti, raccattai il telecomando.
Mentre premevo il pulsante di accensione, mi recai nella cucina dell’appartamento: una tisana rilassante accompagnata con qualche biscotto unita ad un programma divertente o ad una serie tv mi avrebbe calmata sicuramente.
Mi recai verso il bancone conscia che qualcosa non andava. Sapete quando vi capita che stiate camminando e fuori dal campo visivo ci sia una presenza che vi tenga compagnia? Come se non foste soli?

Mi bloccai all’istante.

Ma io ero sola.

Alzai il viso lentamente, gli occhi sbarrati dalla comprensione improvvisa, la porticina della mensola del tè ancora aperta, e mi voltai molto lentamente, prendendo un bel respiro.
Quello che vidi mi raggelò.
C’era qualcuno seduto sul mio divano. Sul mio divano! Da dove mi trovavo sembrava la figura di una donna seduta dandomi la schiena, con i capelli scuri raccolti in una crocchia, e che molto probabilmente indossava un vestito antico panna, in stile vittoriano, con le maniche a buffetto.

Io continuavo ad osservare la sua schiena, lei a rimanere seduta.

Se dovessimo rimanere qui per sempre non mi dispiacerebbe, basta che non ti giri ….

Ma, come se l’essere mi avesse letto nel pensiero, si alzò dal sofà molto lentamente (No, ti prego, risparmiami questo, non ti girare, non ti girare) e, girandosi verso destra, si avviò lentamente alla porta.

Mentre lo faceva però mi guardò in faccia, e sorridendo si portò un dito alle labbra, come se il suo passaggio nella mia cucina dovesse essere un segreto tra noi due: notai che non era una donna, bensì una ragazza, e che era bellissima, ma che la sua bellezza, e soprattutto i suoi occhi (Oddio, i suoi occhi) celavano un’oscurità senza fine.
Solo quando fu uscita mi decisi a smuovermi dall’agghiacciante immobilità in cui mi trovano: insomma, non mi era mai capitato di vedere un’entità paranormale, e se qualcuno mi avesse raccontato il contrario l’avrei guardato con uno sguardo di scetticismo misto a pietà.
Mi avvicinai allora lentamente alla porta da cui era uscito il fantasma, persa in tutto ciò che avrebbe comportato questo avvenimento sulle mie credenze …

BUBUSETTETE!!!!!!”

Mi girai di scatto, il cuore a mille.

“CHI E’??!!”

Continuavo a girare in tondo come un’ossessa: ma che stava succedendo? Non c’era nessuno in cucina, oltre a me. Stavo diventando pazza? Erano allucinazioni?

Tiptoe, through the window, by the window, that is where I’ll be, come tiptoe through the tulips with me …

E ora che succedeva? Chi aveva acceso la radio?

Più il tempo passava quella notte e più mi sembrava di trovarmi in un gioco indie horror, quelli in cui non puoi fare altro se non scappare, perché non hai una pistola, o …

Il sale.

Il sale! Ma certo, forse poteva andare (Ma che mi veniva in mente?), ma dovevo anche andarmene dal mio appartamento, non sarei rimasta lì un minuto di più.

E dove andrai?

Io non avevo amici, ma forse potevo chiedere alle ragazze che si trovavano negli altri tre appartamenti del condominio, è vero, non ci avevo mai parlato (io dopotutto abitavo al primo piano), ma esiste sempre una prima volta, no?
La radio continuava a trasmettere quella canzone, decisi allora di prendere il piccolo contenitore di sale nuovo comprato una settimana prima e uscii chiudendo la porta a chiave.


Ciao a tutti! XD Beh, riprovo a scrivere una storia horror, breve questa volta, solo qualche capitolo, eh XD spero che vi piaccia e che recensiate, insomma, che mi facciate sapere che ne pensate :-) questo è solo di introduzione diciamo, nei prossimi capitoli avremo un po' più di suspence XD
A presto
Uadjet
  
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