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Autore: teresartist    08/09/2015    2 recensioni
I principi e i servi non sono mai stati amici, ma Kurt e Blaine sono diversi.
Due bambini nati in un castello con due destini segnati e collegati in qualche modo.
Due amici inseparabili uniti per la vita da un amore destinato ad essere indissolubile.
"Kurt si lasciò sopraffare dagli occhi color miele di Blaine e Blaine a sua volta accettò di affondare negli occhi azzurri di Kurt"
Genere: Fluff, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And if you have a minute why don’t we go
Talk about it somewhere only we know?
This could be the end of everything
So why don’t we go
Somewhere only we know?


Ben presto la notizia dell’imminente matrimonio del principe si sparse per il castello e altrettanto in fretta cominciarono i preparativi. In quei giorni frenetici Kurt e Blaine non smisero di vedersi e ancora mille volte decisero di appartenersi, si baciarono ancora, fecero l’amore ancora, si dissero che si amavano ancora, si tennero stretti nelle notti fredde di quell’autunno e sperarono insieme che quei giorni di pioggia non passassero mai.
Nella notte che precedeva il giorno delle nozze i due non si videro, Kurt stette al castello e cenò con tutta la famiglia reale e appena poté si chiuse nelle sue stanze. Blaine capì quell’assenza, non si aspettava di incontrarlo e averlo per sé neppure il giorno seguente, uscì da solo quella notte e andò all’osteria, aveva conservato abbastanza monete di rame per poter bere abbastanza da far finta di non sapere cosa sarebbe successo il giorno seguente, si trascinò da solo nel prato dove aveva passato quella prima notte anni prima con Kurt, l’aria stavolta era più fredda e non c’era lui per scaldarla, mentre si addormentava contro una pietra con la bocca al sapore di birra non aveva idea che in quel momento un principe nel suo castello si stesse addormentando tra le lacrime.

Arrivò il grande giorno, Blaine come ogni mattina andò direttamente alle stalle, avrebbe preparato i cavalli e la carrozza per tutta la famiglia Hummel e persino quello della principessa che da quel giorno avrebbe vissuto al castello.
Volle fare tutto con cura ma il più in fretta possibile, non voleva stare troppo a pensare a Kurt, si era ormai deciso che il destino non poteva essere modificato, avrebbe solo preso atto di tutto ciò che la vita gli avrebbe riservato, sotto sotto sapeva che Kurt ne avrebbe fatto parte, non poteva non essere così.
Lavorava ormai da ore nella penombra delle stalle, strigliando e pettinando i cavalli, li aveva sellati oramai quasi tutti, mancava quello del principe, si era conservato del tempo per dedicargli tutta l’attenzione possibile, era perfino uscito a cercare dei Nontiscordardimé da intrecciargli nella criniera, come la prima volta, gli stava accarezzando il muso quando udì il portone della stalla aprirsi, non potava essere già ora.
All’improvviso, Kurt fece il suo ingresso in quel luogo buio e sporco, non si adattava a lui, era vestito in abiti preziosissimi, aveva una giacca blu cobalto con i bottoni e le spalline d’oro, i pantaloni color crema e le scarpe blu come la giacca, i capelli perfetti e gli occhi luccicanti, non lucenti, luccicanti, quasi umidi, sembravano riflettere la luce più del solito.
Blaine restò a bocca aperta nel vederlo, Kurt era sempre bello e a Blaine non servivano vestiti sfarzosi per trovarlo meraviglioso ma in quel momento, illuminato dalla luce soffusa di un mattino nuvoloso, con il suo portamento signorile, le gambe e le braccia forti e quel volto impassibile coronato dagli occhi più belli mai visti Blaine non poté fare a meno di pensare, di nuovo, che fosse perfetto, almeno perfetto per lui. Rimase comunque abbastanza sorpreso, Kurt non avrebbe dovuto essere lì, non in quel momento almeno, non che non lo volesse solo, non gli sembrava giusto ma non disse nulla, era comunque incredibilmente felice di vederlo, come sempre.
Kurt gli si avvicinò senza sorridere, senza parlare, lo guardava con gli occhi gonfi, pieni di mare in tempesta, uno sguardo triste, sfinito, come quello che hanno le persone stanche, che hanno passato la notte a piangere; gli mise le mani sulle spalle e senza grazia lo spinse contro il muro di legno della stalla mentre la porta si chiudeva dietro la sua schiena lasciando quel luogo in una penombra particolare, neppure spezzata dai raggi del sole che quel giorno non se la sentiva di brillare. Blaine colpì forte il muro mentre fissava Kurt negli occhi annegandoci dentro, non ebbe il tempo di pensare che Kurt gli prese il volto tra le mani e lo baciò, con dolcezza ma anche con rabbia, con forza ma anche con amore. Fu un bacio pieno, bisognoso, complesso ma anche terribilmente semplice, semplice nella sua complessità; Blaine reagì in fretta restituendo a Kurt quello che le sue labbra gli stavano dando, poi affondò le sue dita ruvide e forti nei capelli perfettamente pettinati di Kurt e non si sentì in colpa nel disordinarli, li strinse mentre si perdeva in quel bacio, in quel sapore, in quell’odore di lacrime e pioggia e l’odore di sempre di Kurt, quello che lo inebriava, lo faceva sentire vivo e a casa come non si era mai sentito.
Quando il principe staccò le labbra da quelle di Blaine abbassò la testa per appoggiarsi alla sua spalla e gli baciò il collo, lì dove Blaine profumava più forte di miele e di libertà perché Blaine era quello per lui, la dolcezza e la libertà, la protezione e l’infinito.
Gli baciò il collo una, due, tre, quattro, forse cinque volte, lasciandogli sempre un segno, un marchio, era suo; poi si limitò ad appoggiarsi di nuovo alla sua spalla, inspirando forte con il naso per trattenere quel profumo, fu un momento breve, poi il nodo alla gola si strappò e la tempesta irruppe, Kurt singhiozzò e poi una lacrima, due, gli scivolarono sulle guance rosee raggiungendo la pelle più scura di Blaine che lo circondò con un braccio e lo strinse forte a sé accarezzandogli con l’altra mano i capelli ormai scompigliati.
“Blaine – disse piano Kurt – non voglio farlo” un’altra lacrima gli rigò il volto
Blaine non smise di passargli le dita tra i capelli “Lo so Kurt, non vorrei neanche io” sospirò per spingere indietro quella brutta sensazione che gli stava assalendo la gola, quel sapore che precede il dolore “Ma è inevitabile” gli baciò piano la fronte e Kurt si aggrappò all’altra spalla di Blaine
“Perché? Perché sono nato principe Blaine? Se non fossi stato così ci saremmo amati più facilmente” Kurt parlava a bassa voce, con gli occhi gonfi e la voce interrotta dai singhiozzi
“Sei perfetto così Kurt” gli disse Blaine guardandolo “E io ti amo e non smetterò, sarò sempre qui”
Kurt si aggrappò a lui con più forza, non voleva cadere, non voleva distruggersi in mille pezzi e Blaine come sempre era la sua salvezza, gli baciò ancora il collo, stavolta solo sfiorandolo “Ti amo” sussurrò sulla sua pelle, quasi lo volesse scrivere con la voce sul corpo di Blaine, in modo che non se lo scordasse mai.
Blaine gli sollevò la testa e gli baciò le labbra dolcemente “Sei il mio destino, se non fossi un principe non potresti essere il mio re”
A Kurt scappò un sorriso, Blaine lo rendeva sempre felice anche in quei giorni in cui sorridere era davvero l’ultima cosa che voleva fare ed era stato così per tutta la sua vita e non sarebbe mai finito.
“Kurt pensa se tutti sapessero cosa succede – disse Blaine guardandolo negli occhi con uno sguardo molto serio – se tutti sapessero che noi, due uomini, ci amiamo e ci baciamo e dormiamo assieme, nello stesso letto, e siamo così intimi l’uno con l’altro tanto da uscire ogni notte per passare del tempo insieme. So che non vuoi sposarti e vorrei anche io che non fosse così ma è più facile, se ci scoprissero tu saresti cacciato dal regno e io probabilmente bruciato vivo in piazza la prossima domenica” gli carezzò le braccia rigide sopra quella giacca intarsiata “Non dobbiamo smettere di amarci Kurt, domani, dopodomani, tra un mese, tra un anno io sarò ancora qui ad aspettare che tu finisca la tua cena per uscire e andare a baciarti e fare l’amore sotto le stelle – gli occhi di Blaine si sciolsero in quelli di Kurt – Non ti dirò che non mi fa male che tu debba essere di qualcun altro, perché ogni volta che ci penso mi sento morire, ma poi ti guardo e so che se tu stai guardando me è perché ci apparteniamo e nulla, mai, ci separerà” dicendo ciò Blaine strinse la mano di Kurt, il principe tremava, sapeva che Blaine era bravo con le parole e a fare il romantico ma ciò che aveva detto gli aveva toccato il cuore e nulla che avesse mai fatto prima c’era riuscito, non in quel modo.
Kurt si sentì in dovere di rispondere ma era senza parole “Blaine…io – tu, non posso immaginarmi senza di te, nessuno, mai, potrà portarti via da me, sei parte di me, lo sei sempre stato. Io vorrei avere la forza ora di uscire adesso e affrontare il mio destino ma mi fa paura, lo sai che la vita da re non fa per me, non voglio nessun altro al mio fianco, voglio te”
“Sono qui, non me ne vado” sussurrò Blaine facendosi più vicino al suo viso, Kurt annuì.
Blaine sollevò la mano destra di Kurt che aveva stretto per tutto questo tempo e la baciò guardandolo negli occhi e ancora una volta non servirono parole per dirsi che si amavano.
Poi Blaine accompagnò Kurt fuori dalla stalla, finì di preparare i cavalli e li portò fuori, non si dissero più nulla, arrivarono tutti e i due non smisero di guardarsi e di perdersi l’uno negli occhi dell’altro, Blaine guardò il principe salire a cavallo e allontanarsi con il corteo.

In teoria alla servitù non era permesso di assistere alle cerimonie dei reali ma nel caos generale Blaine si sentì in dovere di esserci, non sapeva perché, forse per Kurt, forse per se stesso. Si avviò da solo verso la chiesa del castello, arrivò che la cerimonia era già iniziata, entrò e si posizionò in un angolino, poteva scorgere Kurt quasi di profilo. Vedere tutte quelle persone gli fece male, erano tutti così felici mentre lui sperava che tutto quello fosse solo un incubo; si era mostrato forte di fronte a Kurt, l’aveva visto quasi distrutto nelle sue mani, non poteva lasciarlo cadere ma dentro si stava distruggendo lui, voleva urlare, urlare al mondo che non era giusto, se avesse potuto avrebbe preso Kurt per la mano e lo avrebbe trascinato nel centro della piazza principale e lo avrebbe baciato fino a notte fonda in modo che tutti vedessero e capissero che lo amava, che amava perdersi nei suoi occhi immensi, che amava lasciarsi andare ai suoi gesti, alle sue parole sussurrate nelle orecchie a tarda notte, cose che solo loro sapevano e invece se ne stava lì, stringeva i pugni e gli occhi guardando l’amore della sua vita sull’altare di una chiesa con tutto il popolo felice attorno, non c’era neanche un briciolo di felicità in tutto quello, c’era solo amarezza e c’era il sapore delle lacrime di Kurt sulla sua bocca asciutta, c’era il ricordo vivo dei suoi occhi di mare in tempesta, del sapore delle sue labbra rosse come le ciliegie mature, c’era la morbidezza della sua pelle chiara sotto le dita ruvide, c’era la sensazione del suo corpo mentre si incastrava perfettamente a quello di Blaine, come se fosse il suo pezzo mancante, ultimo per sentirsi completo, c’era il dolce suono di tutti quei ti amo che non erano mai troppi. Blaine pensò che se avesse trattenuto ancora le lacrime la testa, piena di quei pensieri, avrebbe potuto scoppiargli, si morse il labbro inferiore a lasciò che le lacrime gli scorressero sul viso, sperava solo che Kurt non lo vedesse piangere come un bambino, non voleva sembrare ferito, distrutto e invece si sentiva proprio così e in quel momento Kurt non era lì a ricomporlo.
La cerimonia stava raggiungendo il termine, Blaine non poteva rischiare di essere scoperto quindi uscì poco prima della fine, corse fuori dalla chiesa asciugandosi le guance ancora umide, vide un albero di mele, stava perdendo tutte le foglie ormai, era abbastanza lontano per non essere scoperto ma abbastanza vicino per vedere, ci salì senza problemi e aspettò che tutti uscissero, si formò un grosso gruppo di persone fuori dalla chiesa, alla fine i due novelli sposi uscirono. Blaine ebbe un fremito e si sentì il sangue gelare, vide la mano di Kurt stringere quella di una giovane ragazza, alta bionda, gli occhi da lontano non si scorgevano bene ma parevano verdi, Kurt era rigido, impassibile, stringeva il pugno nell’altra mano, guardò in alto verso l’albero e vide Blaine, lo fissò a lungo e Blaine restituì lo sguardo, non sorridevano, non piangevano, volevano solo essere lì, l’uno per l’altro.
Il corteo sparì in fretta, per tutta la giornata Blaine stette nella stalla da solo, seduto sul fieno a guardare il cielo, le nuvole si erano diradate e ora vedeva solo dei grandi occhi dello stesso colore di quelli di Kurt.

Per tutta la giornata Kurt stette con lo sguardo fisso nel vuoto, non mangiò molto, aspettava solo la sera e quando lui e la sua novella sposa furono accompagnati nelle loro stanze lui si chiuse in una stanza da solo per un po’ e stette alla finestra, guardava le rondini. Poi pensò alla ragazza che stava nella stanza accanto, non poteva capire, volle scusarsi, dirle qualcosa, la raggiunse e le sorrise, era una bella ragazza davvero, aveva due grandi occhi verdi come il bosco e lunghissimi capelli biondi raccolti in una treccia, veniva dalle terre del nord, uno di quei luoghi dove la neve era perenne, era in viaggio dalla mattina precedente e non sapeva nulla del regno, Kurt sapeva ben poco di lei, sapeva però che si chiamava Elisabeth e che aveva uno sguardo gentile
“Elisabeth – la chiamò il principe – immagino lei sia molto stanca, vada pure a dormire, è stata una lunga giornata per tutti. Non mi attenda e non si preoccupi per me, si metta comoda e per qualsiasi cosa chieda ai paggi, sono sempre stati molto disponibili con e sono certo che lo saranno altrettanto con lei” disse avviandosi verso la porta.
La principessa lo guardò un po’ confusa ma grata della sua disponibilità e gentilezza, si aspettava di sposare un uomo autoritario e quasi cattivo e di passare la prima notte di nozze a soddisfare i suoi comodi ma presto si rese conto che Kurt non era così, poteva essere un amico per lei.

Kurt uscì dal castello a notte fonda dopo essersi assicurato che la principessa fosse servita e riverita da tutti i suoi paggi, si aspettava di trovare Blaine seduto sullo steccato e infatti era lì, gli prese la mano e non disse molto, andarono in un prato dove non erano mai stati prima, Kurt si era portato dietro una coperta, non parlarono di quel giorno, non parlarono molto, si sdraiarono sotto le stelle e cominciarono a baciarsi, non avevano voglia di sprecare fiato per le parole, Kurt poi spogliò Blaine con calma e si accertò che fosse comodo, sdraiato su quella ruvida coperta, Blaine gli rispose che con lui anche un letto di chiodi sarebbe stato bene e poi si lasciò andare, come sempre, alle cure amorevoli e ai gesti di Kurt. Si amarono per tutta la notte e non risparmiarono energie per il giorno seguente che li raggiunse in fretta dopo poco che si erano addormentati, da poco Blaine aveva rivestito Kurt con i suoi abiti da cerimonia e che Kurt aveva aiutato Blaine a rientrare nei suoi freddi panni ma non importava.
Quella mattina una principessa vagava sola per il castello e dei cavalli saltarono il pasto, un principe e un servo mancavano secondo tutti e invece erano proprio lì al loro posto, l’uno tra le braccia dell’altro come se nulla fosse cambiato e non lo era, si appartenevano ancora e non avrebbero smesso.

Buonasera bellezze,
spero che questo capitolo vi sia piaciuto, il prossimo è l'ultimo :(
T. <3
  
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