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Autore: Ginevra Gwen White    09/09/2015    5 recensioni
- Cosa vi fa pensare che non vi sparerei in questo esatto momento, uccellino?
- L'avreste già fatto, non credete?
(Jehan x Montparnasse)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jehan, Montparnasse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fellow feelings


 
Dedicata a Martina, il mio calzino adorato




Parigi, 1829

 
Essere bello era un conto; essere bello e scaltro, invece, non era da tanti - ciò era quanto pensava Montparnasse con un sorriso, avendo cura di far passare per bene la lama dentata nell'incavo fra il mogano della porta e la muratura, dritta nella serratura.
Non era un lavoro facile, quello del ladro. Tantomeno lo era arrangiarsi con utensili tanto modesti, quale era la lama a dentelli che si portava appresso. L'aveva trovata nei pressi di Rue Saint-Honoré, vicino a un palazzo in costruzione. Non era un granché, ma fino a quel momento aveva svolto il suo distinto lavoro senza lamentele.
Quel giorno, Montparnasse aveva adocchiato un bâtiment nient'affatto male in Rue de Clichy.
Sembrava viverci una famiglia abbastanza agiata e il giovane pensava che quella casa avrebbe potuto essere eletta come gallina dalle uova d'oro della settimana.
Finalmente la lama dentellata spezzò in due la serratura con un sonoro clangore. Montparnasse si lasciò sfuggire un gemito vittorioso e la spalancò.
Poco prima di entrare, si fissò un attimo indietro. La luna quella notte era inerte, piena solo per un quarto ed emetteva un baluginio pigro, che rischiarava a malapena il viale che conduceva l'abitazione e, ancora meno, la via antistante, di giorno assiepata da contadini e borghesi, e di notte deserta a sufficienza da consentire ai lupi cattivi come lui di uscire e fare baldoria.
Non appena entrò, il buio lo inghiottì completamente. Si socchiuse la porta alle spalle e fece un incerto passo in avanti.
Il leggero tocco del suo piede con il pavimento non provocò che un lieve rumore, ma che al ragazzo sembrò il fragore di un'onda, poiché acuito dal silenzio.
Rovistò fra le tasche e trovò un fiammifero, che, sfregato, sprigionò un fioco bagliore, abbastanza perché il ladro potesse guardarsi attorno.
Si trovava in un atrio ampio ed elegante. Accostato ad una parete decorata da una carta da parati rosa antico, si trovava una credenza dall'aria pesante. Di fronte a essa, stava un canterano di quercia con le maniglie in finto oro.
Montparnasse si diresse verso quest'ultimo e ne aprì con fatica il primo cassetto. Non aveva idea di cosa stesse cercando. Con un po' di fortuna qualche cimelio in argento da rivendere al mercato nero, ma si sarebbe accontentato anche di un paio di verdoni per comprarsi un gilet davvero sublime, che aveva visto un mese prima dal sarto.
Il mestiere del ladro era sempre una sorpresa. Non sapevi mai cosa avresti potuto trovare dentro i cassetti.
Estrasse un libretto dall'aspetto antiquato e lo sfogliò svogliatamente, per controllare se non ci fossero banconote all'interno.
Niente da fare - pensava deluso Montparnasse - solo stupide poesie da squattrinati.
- Posso esservi utile?
Il giovane ladro si voltò d'improvviso, mollando di botto il fiammifero, che si spense nella caduta. Ci fu qualche istante di silenzio, poi l'altra presenza si diresse tranquillamente verso una lampada a olio poggiata sulla credenza e la accese.
La debole luce illuminò un ragazzo sulla ventina, alto e magro, dalla pelle bianca, quasi trasparente. Aveva i capelli rosso acceso, ma non come Babet, no. Quelli di Babet erano di un arancione sporco e stantio e le ciocche sudicie ricadevano senza cura nel volto trascurato.
I capelli del ragazzo, invece, erano delle fiamme vive e roventi, ma non ribelli, poiché curvavano obbedienti dalla tempia dietro le orecchie, e scendevano con garbo lungo le spalle, tenuti fermi da un codino.
Gli occhi grigi lo scrutavano con sincera curiosità, senza malizia. Perché non aveva paura? Avrebbe dovuto. Era un assassino, lui.
Per ribadire il fatto, Montparnasse si tastò con una mano il coltello a serramanico che teneva sempre ben nascosto dentro la giacca.
Lo sguardo del giovane corse alla sua giacca, ma non fece un passo. La sua serenità cominciava a irritarlo.
- Pensavo solo di svaligiare la casa.- disse Montparnasse con un ghigno - Fareste meglio ad andarvene. - suggerì e con un cenno elegante, gli indicò la porta dietro di lui.
Il rosso non si mosse. - Avete intenzione di uccidermi? - domandò sorridendo pacatamente, come se avesse chiesto che tempo facesse fuori.
Montparnasse si accigliò. - Sì, ma non abbiate paura; è veloce e indolore, o così mi hanno detto. - lo tranquillizzò, con tono apertamente sardonico.
- Oh. - Il ragazzo passeggiò fino a lui e gli si avvicinò confidenzialmente ad un orecchio. - Non vorrei in alcun modo schernirvi, signore, ma sembrate troppo giovane per compiere un'azione del genere. - poi si allontanò con il solito sorriso timido.
- E voi sembrate fin troppo sicuro che non vi ucciderò, da non supplicarmi di aver salva la vita. Cosa vi fa pensare che non vi sparerei in questo esatto momento, uccellino?
- L'avreste già fatto, non credete?
Il ladro fece per dire qualcosa, ma tacque. Cosa voleva quella fragolina? Era fin troppo sicura di sé. Estrasse il coltello e glielo puntò contro.
- Mi sa che vi sbagliate. - mormorò con un sorriso di scherno.
- Quanti anni avete?
- Che importa?
- Rispondete.
- Vi sto puntando un coltello contro!
- Vi prego. - sussurrò il rosso, guardandolo dritto negli occhi.
Montparnasse abbassò il coltello, sconfitto. - Sedici. - disse piano. - Più o meno.
Il sorriso soddisfatto dell'altro bastò per far salire al ladro un moto di rabbia. Fu quasi tentato di puntargli il coltello nuovamente, ma non ne ebbe il coraggio.
- Io sono Jehan. E voi?
- Non posso dirvelo! - Un'occhiata da parte di quelle nuvole gonfie di pioggia che erano i suoi occhi, lo ammansì. - E va bene; Montparnasse. E il piacere di derubarvi è tutto mio. - concluse con un inchino ironico.
- Montparnasse...?
- Solo Montparnasse.
Jehan annuì. - Beh, sono tentato di dirvi che è un piacere anche per me, Montparnasse, ma non sarei del tutto sincero, poiché avete cercato di uccidermi e rapinarmi.
- Non ho ancora detto che non vi ucciderò.
- Povero me. - Il rosso si avvicinò un po' più alla lampada a olio e la prese in mano con delicatezza. Il bagliore soffuso illuminò la moltitudine di lentiggini che gli adornavano disordinatamente il viso, come stelle fuorilegge che sfuggivano al disegno delle costellazioni.
Montparnasse, da dandy qual'era, non poté fare a meno di notare il suo abbigliamento. Una giacca a code di un infelice verde scuro definiva la sua figura esile e smunta. Tra le pieghe della cravatta emergevano le punte della camicia color giallo pannocchia, che mal si abbinava col verde di prima. I pantaloni erano fin troppo semplici e diritti, privi di alcun orpello. Nel complesso, era evidente che il ragazzo non avesse alcun gusto in fatto di moda.
- Dal momento che questi sono i miei ultimi istanti di vita, potrei vedere esaudito un mio ultimo desiderio? Vorrei tanto una bella tazza di tè. Il mio futuro assassino gradisce unirsi a me?

 
***

Il quadretto era senza dubbio tragicomico. Da una parte del tavolo, Jehan tragugiava pacato il suo tè. Con il mignolo alzato, notò Montparnasse, pari a un autentico Lord inglese.
Dall'altra parte, il ladro sedeva scompostamente a gambe aperte, giocando distrattamente con il coltello a serramanico. Il suo tè era posto, non toccato, al centro del tavolo.
- Non bevete? - chiese Jehan, abbassando la tazza e guardandolo interrogativo. Il nastro del codino era scivolato un po', permettendo ad alcune lingue di fuoco di sfuggire alla presa, finalmente libere. Montparnasse continuava a non capacitarsi di quel rosso sfrigolante.
Scivolò appena più giù dalla sua sedia e lo fissò corrucciato. - Non sembrate impaurito.
L'altro inarcò le sopracciglia. - Dovrei?
- Probabilmente. Siete disarmato.
Jehan alzò le spalle e continuò a sorseggiare, con gli occhi grigi socchiusi e le lunghe ciglia quasi bianche abbassate.
Il ladro lo immaginò d'un tratto con un giglio bianco candido fra i suoi capelli. Gli avrebbe conferito un'aria vagamente angelica.
- È un ottimo tè, davvero. Viene da Ceylon, una colonia britannica. Mio padre l'ha ricevuto in dono da un suo amico londinese.
Che idiota, aveva veramente pensato a come sarebbe stato un fiore tra i capelli di quel ragazzo? Chi pensava di essere, un cicisbeo in vena di liriche per la sua dama?
- Pensate che me ne importi qualcosa? - lo interruppe borbottando Montparnasse, improvvisamente scurrile.
- Sono desolato, non volevo offendervi. - disse Jehan con tono sinceramente dispiaciuto. - Cercavo solo di fare conversazione.
- Non è necessario. Tutti questi 'perdonatemi, vi prego, gradite una tazza di te?'... non sono necessari, d'accordo? Non sono il Re di Francia. Sono solo un... - Stava per dire 'straccione', ma si bloccò in tempo. I suoi vestiti erano tutto, tranne che stracci. - ... una canaglia.
- Quindi non dovrei usare gentilezza con voi?
- No.
- E perché... - Jehan boccheggiò in cerca di parole - ...di grazia?
Arrossì in maniera davvero deliziosa. Montparnasse sogghignò e scosse la testa. - È più forte di voi, vero?
Jehan protestò debolmente sottovoce, ma non replicò.
Il ladro si domandò se non l'avesse offeso. Era un uccellino talmente fragile, che una soffiata di vento l'avrebbe fatto volare via.
Lo osservò, mentre riprendeva a sorseggiare. Un figlio di papà che non ne sapeva niente di guerra e disperazione. Un fiorellino nato in un prato verde e assolato, nonostante tutt'intorno ci fosse la palude.
- Cosa fate nel vostro tempo, suonate l'arpa? Dipingete paesaggi? - gli chiese Montparnasse, frantumando il silenzio che si era creato. Aveva provato a mascherare il suo tono sarcastico, ma non era molto sicuro di esserci riuscito.
Il rosso deglutì e si prese del tempo prima di rispondere. - Scrivo poesie.
Il ladro si dette a una risata sguaiata, buttando la testa all'indietro. - Ma certo, scrivete poesie.
Doveva pur immaginarlo. L'immagine sfocata del libretto di poesie si manifestò all'istante nella sua mente.
Jehan arrossì nuovamente, risentito. - E sono un rivoluzionario. - aggiunse con nonchalance, rimestando il tè con il cucchiaino e voltandosi verso di lui per osservare la sua reazione.
A Montparnasse quasi sfuggì un gemito di incredulità.
- Un rivoluzionario?
- Proprio così, cospiriamo contro il re e vogliamo rovesciare il suo potere. - disse con indifferenza, guardandolo di sottecchi. - Ad ogni modo... volete che vi legga una poesia? - aggiunse angelico, con un sorriso soddisfatto.
Il ladro alzò le spalle, ancora sbalordito dall'affermazione precedente. Jehan aveva tutto, tranne l'aspetto di un rivoluzionario. Cercò di immaginarselo confabulare con un gruppo di altri repubblicani, con lo sguardo acceso dalla passione per la sua causa. Poi se lo immaginò con quello stesso sguardo, ma bollente e ansimante sotto di lui, mentre si sfilava dal dorso quella stupida camicia gialla e se la gettava alle spalle. Quell'immagine gli suscitò un calore ardente e improvviso nel basso ventre.
Il rosso ritornò. Montparnasse non si era nemmeno reso conto che fosse uscito dalla stanza. Teneva in mano quel libretto un po' vecchio e strappato in alcuni punti, e lo aveva aperto in corrispondenza di un segnalibro. Si schiarì la voce e cominciò a leggere:

 
Se il rio della fontana
si schiara siccome far suole
e rosa nel bosco é regina
e già l'usignolo sul ramo
canzon variata fa e piana
e leviga il canto e l'affina
è giusto se il mio l'accompagna.

Amore di terra lontana
per voi tutto il cuore mi duole,
nè posso trovar medicina
se non vado al suo richiamo:
amor calda e soffice lana,
tra i fiori oppur sotto cortina
insieme all'ambita compagnia.
 
Non posso mai averla vicina
per questo nel fuoco son gramo;
gentile al par d'essa cristiana
mai visse, perchè Dio non vuole,
nè visse giudea o saracina;
si nutre di manna sovrana
chi un po' del suo amore guadagna.

All'inizio, Montparnasse non si era curato troppo di Jehan che recitava la poesia, poiché era immerso nel limarsi le unghia con il suo fidato coltello a serramanico.
Ma la voce acuta e piena di ardore del poeta, ben presto, lo trascinò, e il ladro si voltò incuriosito verso le sue labbra, guardandole elogiare lo scorrere di una fontana, il canto di un usignolo e un amore tormentanto che pace non trovava.
Jehan leggeva assorto, le pupille dilatate nella poca luce. Assaggiava ogni parola delicatamente; se la faceva scivolare tra le labbra come una fragola tonda e matura che non si vuole addentare subito e la lambiva piano per conservarne il gusto.
Il ladro lo guardava tessere parole come un ragno costruiva la propria ragnatela. Si era proteso verso di lui simile a una peonia che cercava il sole.
Jehan sollevò lo sguardo in direzione di Montparnasse, per chiedergli se dovesse proseguire.
- Continua. - lo incalzò con voce roca.

Anelo di sera e mattina
a ciò che amore più chiamo;
la voglia la mente fa insana,
la brama mi ruba quel sole,
più acuta puntura che spina
è il duolo che gioia risana:
nè lacrima voglio compagna.
*

Jehan terminò quasi sussurrando e chiuse il libretto.
Diamine, Montparnasse avrebbe fatto di tutto per fargli riaprire quella maledetta bocca e risentire la sua voce di angelo. Era tentato di chiedergli di leggere un'altra poesia, ma non riuscì a parlare.
Il poeta si schiarì un po' la voce.
- Posso chiedervi una cosa? - domandò delicato.
Montparnasse annuì, ancora in preda all'incantesimo della sua voce.
- Qual è la cosa più bella che avete mai rubato? - sussurrò ingenuo. Per un attimo, quegli occhi grandi e grigi sembrarono al ladro quelli di un bambino.
Senza pensare, Montparnasse gli prese la mano e la baciò dolcemente sul dorso e sul palmo. Jehan arrossì, preso alla sprovvista e ritrasse pudico il braccio.
- Comincio a credere di non averla ancora rubata.



*Jaufré Rudel "Se il rio della fontana"



Chiappa a tutti,
questa fanfiction mi è stata ispirata dal film 'Storia d'inverno', da cui ho tratto un paio di citazioni ed è dedicata alla mia divina musa ispiratrice, Martina.
Spero che vi sia piaciuta! :3
Grazie di cuore per aver letto e non esitate a farmi notare eventuali errori e inesattezze storiche!
Baci,
Ginevra


 
   
 
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