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Autore: theethee_    09/09/2015    2 recensioni
L'amore tra carriera e sogni. Chiara, una scrittrice diciannovenne alle prese con il suo primo successo e un segreto ormai troppo ingombrante.
Alice, giovane giornalista famosa per la sua acidità e per la capacità di mettere chiunque in difficoltà. Un cuore di ghiaccio che deve fare i conti con molti aspetti della sua vita che sono ormai un peso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Dove ho messo le chiavi? Perché  si devono nascondere sempre? Eppure sono sicura fossero sul tavolo della cucina, le metto sempre lì. 
Cerco in modo disperato il mazzo facendo volare parecchi fogli a terra. Una volta tornata a casa li raccoglierò. Okay, è vero, dico semepre così ma non lo faccio mai, per questo forse la mia casa è un casino... forse eh. 
Mi guardo un attimo in torno: okay, senza il forse. 
Intanto scopro di avere le chiavi in mano da mezz'ora e di averle cercate inutilmente. Bene, ho già sintomi da cinquantenne in menopausa a diciannove anni. 
Mi scaravento fuori dal mio appartamento, chiudo la porta e corro. Letteralmente. 
Sono in ritardo, come al solito. Ormai le persone che mi conoscono ci sono abituate, ma oggi è uno di quei giorni in cui non si può essere in ritardo, ma questo non è bastato a spronarmi per evitare l'inevitabile. 
Salgo in macchina e sfreccio verso il luogo d'incontro, una volta arrivata ad accogliermi trovo Andrea, il mio editore nonché padre acquisito. Ormai sono più in casa sua che nella mia, e sento più volte lui che mio padre vero e proprio. 
-Pensavo di dover inventare una scusa improbabile per coprire il tuo ritardo, invece te la sei cavata con un ritardo di cinque minuti, wow!- dice sarcastico. 
-Ma con qualche multa per eccesso di velocità- rispondo. 
-Tieni, questa è una traccia per le risposte alle domande che ti farà, dacci una lettura veloce- mi porge il foglio. 
-No grazie, ho tutto in testa, non devo copiare da nessuna parte le mie risposte- rispondo dirigendomi verso l'ingresso laterale della libreria. 
C'è poco da dire: sono emozionata. È la prima grande catena di librerie che mi ospita per un'intervista sul mio libro. 
Ho già rilasciato interviste, ma questa è decisamente diversa. Le altre erano semplici interviste alla radio o sui giornali specializzati, questa è un botta e risposta con tanto di pubblico attento e interessato, venuto qua solo per me e per sentirmi. Ecco, il pubblico mi mette agitazione, non sono mai stata una persona da discorsi pubblici o da comizi, e anche solo rispondere a delle semplici domande davanti a qualche persona mi mette ansia. 
Non ci devo pensare, questa è una grande occasione e devo rimanere concentrata sull'intervista. Devo essere rilassata, far sentire il pubblico a proprio agio, ma senza perdere di vista l'obbiettivo: far conoscere e apprezzare il libro e la mia persona, per quanto sia impossibile l'ultima cosa. 
Andrea sbuffa sonoramente alle mie spalle -Sei davvero testarda. Almeno cerca di non dire cose inappropriate! Ti ricordo che se questa intervista avrà un po' di risonanza, riuscirò a farti girare tutta l'Italia e non solo! Ma deve andare bene- continua a camminare al mio fianco. -Hai capito?- 
-Si lo avevo capito anche senza che tu me lo dicessi- rispondo.
Nello stesso istante mi trovo davanti una bionda stangona, vestita tutta in tiro con un cartellino attaccato alla camicia. Spero vivamente non sia lei a farmi l'intervista, ci sarebbe un confronto tra me e lei, e io perderei. Lei bellissima, truccata, capelli perfetti, neanche una cosa fuori posto, tacchi vertiginosi e una manicure perfetta. Io bassa, struccata, con addosso una semplice camicia e dei pantaloni che per fortuna si intonano con la camicia, e delle semplici vans. Okay che la mia età mi da il diritto di non essere troppo elegante, ma io sono troppo esagerata, me ne rendo conto. Ma che ci posso fare? Mi sento a mio agio solo così, quindi eccomi. 
-Benvenuta Signorina Cerati, il relatore la sta aspettando vicino alla sala congressi. Intanto vuole dell'acqua? Del caffè? Oppure se deve darsi una sistemata il bagno è in fondo a destra..- interrompo quella vocina stridula. Dio, già non la sopporto. 
-Vorrei solo iniziare la mia intervista- rispondo secca. 
Mi guarda di storto -Mi segua- 
Seguo la bionda e finalmente incontro chi mi farà l'intervista, un uomo sulla quarantina, ben vestito. Ha in mano un microfono, il mio libro e dei fogli, é intento a sistemarsi la camicia. 
-Non è il caso di mettersi in tiro, non penso ci sia molta gente- dico scherzosamente porgendo una mano. Voglio sempre essere simpatica o perlomeno non odiata da chi mi fa le interviste, potrebbe non andare a mio vantaggio. 
Ride sonoramente -In realtà la sala è piena signorina! Ha poca fiducia nelle sue capacità, direi- sorride e mi stringe la mano. -Sono Francesco, è un piacere conoscerla e intervistarla, andiamo?- 
-Andiamo!- rispondo sorridendo. 
lo seguo attraverso una porta, saliamo tre scalini ed ecco l'agitazione che si fa sentire appena vedo la sala gremita, con neanche un posto vuoto. Mi manca il respiro. 
Vedo Francesco sedersi sulla sedia a destra, mi dirigo verso quella al fianco dove noto esserci un microfono. lo prendo in mano e mi siedo. 
Forse dovevo salutare il pubblico mentre entravo, o forse no. Non so bene come funzionino questi meccanismi, in ogni caso ormai è tardi, sorrido e mi guardo intorno. Tanti giovani, penso della mia età, e altrettanti più grandi. Non potevo neanche lontanamente immaginare che un giorno molto vicino sarebbe accaduto tutto questo. 
-Buongiorno a tutti, io sono Francesco e ho a che fare con i libri da quando sono nato, ma li recensisco solo da quando ho imparato a scrivere, tranquilli- dice scherzando -a parte gli scherzi, recensisco libri sì, ma mai mi era capitato di intervistare una scrittrice giovanissima e talentuosa. Abbiamo il piacere di avere con noi Chiara Cerati, che a soli diciannove anni ha pubblicato il suo primo libro, un primato che pochi hanno. Oggi parleremo con lei di questo libro, che ogni ora diventa sempre più conosciuto e apprezzato, "Ciò che non si vede"-  
Scatta un applauso. Mi batte il cuore all'impazzata e ora tutti gli occhi sono su di me. 
-Grazie Francesco, ma ti dimentichi che un D'Annunzio sedicenne mi ha battuto per quanto riguarda "primo libro pubblicato"- dico al microfono ridendo. Il pubblico ride. Bisogna smorzare un po' la situazione, no? Non so mai come rispondere ai complimenti. 
-Hai ragione, mi ero dimenticato della biografia di tanti autori del passato- dice ridendo. -Non cambiamo argomento però... Non ti senti fortunatissima per quello che sta accadendo? Insomma, diciannovenne, una casa editrice decide di pubblicare il tuo libro e vende moltissime copie. Sei fortunatissima, non negarlo!- sorride e mi guarda.
-Sì lo ammetto sono fortunatissima. Ammetto anche che salendo qua, e vedendo tutti voi- indico il pubblico, -qua seduti pronti ad ascoltarmi, mi ha dato la prova che sono fortunata. Però ora Francesco, non farmi sembrare un mucchio di fortune e coincidenze, un po' di sudore c'è!- dico ridendo. 
-Vero vero. Infatti volevo chiederti come è nata l'idea del libro, pochi alla tua età decidono che il loro sogno è quello di diventare scrittori, direi!- 
-Non farò il solito discorso  del tipo che i miei coetanei devono leggere libri, appassionarsi alla letteratura, o trovare il piacere della scrittura. No, assolutamente. Io sono felice che i libri e la scrittura siano una cosa per pochi. Quindi incito la loro maggioranza a continuare a sballarsi in questo anno di libertà dopo il liceo, ma amo la minoranza che è anche ben rappresentata qui oggi. Io ho deciso di scrivere prima di tutto perché amo la scrittura e perché pensavo fosse la cosa giusta ed adatta a me, tutto qua. Il resto è venuto da se, io ci ho messo solo me stessa e tanta volontà, era il mio sogno e ci sono riuscita.- 
-E la trama? È insolita per una persona della tua età- chiede. 
-È strano perché questo lo pensano in molti, ma per me è del tutto normale. Penso sia la cosa più giusta quella di far raccontare un problema attuale come l'omofobia, ai giovani. Gli adulti di solito sono più rigorosi e poco aperti, ma soprattutto sono ben rappresentati. Mi spiego meglio: i parlamentari e politici rappresentano più i quarantenni e cinquantenni che i ventenni. Io per esempio non mi sento rappresentata dalla classe politica attuale. Quindi le idee degli adulti vengono già sbraitate in TV dai politici per quanto riguarda il mondo dell'omosessualità, in pochi ascoltano le idee differenti dei giovani. Per questo ho deciso di farlo tramite le parole e la loro forza, anche perché trovo che sia un problema molto più complesso di quanto appaia. Ma nel libro non c'è solo questo, ma anche le difficoltà, l'amore e gli intrighi politici, poiché la protagonista è una parlamentare- scatta un applauso. 
Le domande continuano ad incentrarsi sul libro, fino a quando non si da il via libera alle domande  libere tra cui, ovviamente, mi viene chiesto quale sia il mio orientamento sessuale, se io sia fidanzata o no, e se scriverò qualcosa di nuovo. Le prime due domande le ho prontamente evitate con delle battute, sono cose private e non voglio parlarne. 
Si da il via al firma copie, che dura davvero un eternità, perché ci sono moltissime persone, ma questa è la parte che ho sempre sognato fin quando ero piccolina.
Una volta finito saluto tutti, compreso lo staff e mi reco da Andrea. 
-Ottimo, non ho nulla da rimproverarti tranne che parli troppo poco di te, sei la persona più seguita e cliccata sui social da un mese, non puoi far la misteriosa per sempre- mi dice ridendo. 
 
Tornata a casa ad aspettarmi c'è il mucchio di fogli che ho fatto cadere oggi pomeriggio e altre cose sparse ovunque. Un miagolio si sente in lontananza, Paride ha fame. Lui è il mio compagno di scrittura: un gatto peloso e ciccione tutto nero con degli spruzzi oro, che si sdraia sempre sui miei fogli quando decido che l'ispirazione va tradotta in qualcosa di concreto. 
Lo coccolo e poi riempio la sua ciotola.
Intanto squilla il mio cellulare: mia madre. 
-Ciao mamma! Come stai?- 
-Ciao piccola! Allora com'è andata? C'era tanta gente? Ti hanno fatto brutte domande o scomode? Lo sai che non devi rispondere a tu-
-Calma respira!- la interrompo -C'era molta gente ed è andato tutto bene. Mi dici come stai? Il babbo?- 
-Io bene, il babbo bene, ma sai come la pensa sul tuo libro..- 
Già, mio babbo non ha accettato che la sua bambina diciannovenne facesse un libro che racconta di una giovane parlamentare omosessuale. L'omosessualità non è una cosa da raccontare. Abbiamo litigato moltissimo per questo, ma non mi sono fermata, e non mi farò rovinare la giornata perfetta da lui. 
-Lo so e non mi importa, mamma. Ora vado che sono molto stanca, un bacio- mi risponde e attacco il telefono. 
Sospiro. 
Ricordare certi momenti è brutto, ti crea un dolore e delle fitte allo stomaco che nessuna parola può descrivere. 
Ma quello che fa più male è dover tener tutto dentro, costantemente. 
 
Mi sdraio comodamente sul divano e decido di cercare se, su Twitter, ci sono dei pareri sulla presentazione del libro. 
Scorrendo noto che ci sono parecchie foto di libri autografati, qualche commento positivo e poi ne noto uno particolare. A scriverlo è una famosa giornalista di una testata nazionale importantissima: Alice Fortini. 
"Ciò che non si vede, è un bel libro. Il problema sta nella persona che l'ha scritto: una bambina che si crede grande perché conosce la letteratura e la politica, ma che alle domande private non ha il coraggio di rispondere. Beh, cara, ci vediamo domani faccia a faccia in TV." 
Domani ho la mia prima intervista TV della mia vita e ci sarà lei ad intervistarmi. 
Lascio cadere il telefono sul divano, sbuffo e guardo il soffitto. 
Questo è un bel problema. 
  
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