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Autore: emmahp7    07/02/2009    11 recensioni
Un momento che mi sarebbe piaciuto leggere ne "I doni della morte". Ron ed Hermione in balia di un sentimento che non possono più nascondere.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Missing moment – DH – Villa Conchiglia

Dedicato a Davide, senza il quale questa storia sarebbe ancora chiusa in un cassetto…

 

Lascio tutti i commenti alla fine… se ci arrivate! Buona lettura.

 

Io aspetto te

- Missing moment – DH –

 

 

 

Haja o que houver                                                                    Accada quel che accada

eu estou aqui                                                                             io sono qui

Haja o que houver                                                                    Accada quel che accada

espero por ti                                                                              io aspetto te

Volta no vento                                                                           Torna nel vento

o meu amor                                                                                amore mio

Volta depressa                                                                           Torna presto

por favor                                                                                    per favore

Ha quanto tempo                                                                       Da quanto tempo

esqueci                                                                                   ho dimenticato

porque fiquei                                                                              il motivo che mi ha

longe de ti                                                                                   allontanato da te

Cada momento                                                                           Ogni momento

è pior                                                                                          è peggiore

Volta no vento                                                                            Torna nel vento

por favor                                                                                     per favore

Eu sei, eu sei                                                                               Lo so, lo so

quem ès para mim                                                                       cosa sei per me

Haja o que houver                                                                      Accada quel che accada

espero por ti                                                                                io aspetto te

 

Haja o que houverMadredeus -

 

 

 

 

 

- Bill! Bill! –

Ron sentì la propria voce riecheggiare forte nell’oscurità della notte e riuscire a superare il rumore del mare poco distante.

- Bill! Bill, aiuto! –

Si accasciò a terra a pochi metri dalla porta della villa, continuando ad urlare il nome del fratello, con lei svenuta tra le sue braccia.

Non aveva mai fatto attenzione a quanto fosse effettivamente minuto il corpo di Hermione fino a quel momento. Il viso estremamente pallido e schizzato di sangue, la testa riversa all’indietro, schegge di cristallo tra i suoi capelli, le braccia che penzolavano ai lati apparentemente senza vita; gli sembrò così fragile che ebbe paura potesse rompersi se l’avesse stretta troppo a lungo.

Non riusciva a guardarla senza provare una rabbia irrefrenabile e insieme un’opprimente paura, chinò la testa sul petto di lei e si accorse di non riuscire a sentire niente.

Non essere morta, ti prego, non essere morta! Nella sua testa si faceva strada solo quel pensiero. Attorno a lui era il nulla. L’unica consapevolezza che gli restava era il corpo freddo di Hermione addosso al suo.

Poi, come se fosse una scena che avveniva lontano da lì, vide un porta spalancarsi e due braccia forti che lo tiravano su.

- Cosa è successo? – chiese Bill spaventato alla vista del fratello con in braccio Hermione priva di sensi.

- E’ ferita, aiutami, ti prego! –

Bill fissò un attimo gli occhi di Ron colmi di panico, guardò ancora Hemione. Doveva accertarsi che non fosse grave. Cercò di prenderla in braccio per controllarla, ma Ron la strinse a sé più forte.

- No! – gridò. Bill indietreggiò di un passo, quasi spaventato dalla reazione del fratello che scuoteva la testa e continuava ad ansimare impaurito.

Ron si accorse che attorno a lui stava arrivando qualcun’altro, distingueva delle sagome che si avvicinavano, anche se nel suo campo visivo continuava ad essere chiara solo la figura di Hermione tra le sue braccia, il resto erano solo ombre.

- Lasciamela guardare. – distinse la voce flebile di Luna e senza rendersene conto, allentò un poco la presa su Hermione. Vide la piccola mano dell’amica passare leggera sul corpo inerme e soffermarsi un momento di più sulla sua gola, accanto alla ferita ancora sanguinante lasciata dal pugnale di Bellatrix.

Luna emise un piccolo sospiro. – E’ viva, si rimetterà! –

A Ron parve di ricominciare a respirare solo in quel momento.

- Portala dontro. – riconobbe la voce ansante di Fleur e senza proferire parola, le obbedì.

Dopo aver superato la porta d’ingresso, udì un sonoro crack in lontananza, e mentre deponeva piano il corpo di Hermione sul divano nel piccolo salotto, constatò con sollievo che doveva essere arrivato anche Harry.

Si chinò su di lei ancora priva di conoscenza e le scostò i capelli dal viso accarezzandola leggermente e pensò che era la prima volta che lo faceva… Quante volte, in quella stessa casa, lontano dal pericolo, aveva immaginato di poterla accarezzare, di poter sfiorare con le dita le sue guance ormai scavate dai mesi passati alla ricerca di un pasto troppo misero, di poterla stringere e sussurrarle che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero sopravvissuti.

In quel periodo, i pensieri erano divenuti una sorta di punizione: si sentiva indegno di poter raggiungere i suoi amici con la mente dopo che era riuscito ad abbandonarli in balia di un destino che aveva scelto anche lui, dopo che aveva mancato alle sue promesse, dopo che li aveva delusi di nuovo. Indegno di essere in grado di sognarla tutte le notti, di riuscire a dirle quello che non era ancora capace di ammettere, indegno di voler ardentemente tornare indietro, dopo che l’aveva sentita supplicarlo, nella pioggia, di non lasciarla. Traditore.

Si era torturato così a lungo tra quelle mura, ossessionato dal pensiero che potevano essere stati catturati o uccisi, ma ancora di più dal fatto che da lì non poteva proteggerli… non poteva proteggerla, che non c’era lui al suo fianco.

Accanto a lei c’era Harry. E magari era giusto così. Scegli lui.

Harry non l’avrebbe mai abbandonata, Harry era l’eroe che tutti si aspettavano, avrebbe portato a termine la sua missione e le sarebbe rimasto vicino fino alla fine. Scegli lui.

Ed anche adesso, dopo il chiarimento non riusciva a non provare una punta di gelosia. Si vergognò.

Le prese una mano tra le sue, come aveva fatto la prima sera che avevano dormito a Grimmauld Place dopo il matrimonio alla Tana, sembravano passati anni. Osservò quelle piccole dita bianche sporche di sangue e terra, avvicinò il dorso della mano alle labbra e vi posò un bacio leggero, tornando a guardare il viso che popolava i suoi sogni, ora segnato dai graffi. Di nuovo un misto di paura e rabbia lo invase, chiuse gli occhi e inspirò profondamente per calmarsi.

Andrà tutto bene. Starai bene. Ce la faremo.

Il ritorno di Fleur e Luna , qualche attimo dopo, lo riscossero dai suoi pensieri.

- Portiamola sopra, comsì  posso medicorla. –

Ron riprese Hermione in braccio e seguì Fleur sulle scale, dietro di lui si affrettava Luna che sembrava scioccata, gli occhi più larghi del solito.

Al primo piano, Fleur, attraversò  lo stretto corridoio ed andò ad aprire l’ultima porta a destra, Dean uscì in quel momento da un’altra porta sulla sinistra, che Ron riconobbe come la stanza che Bill divideva con la moglie. Entrarono nella piccola camera per gli ospiti, tranne Dean che rimase sull’uscio ad osservare la scena da fuori. Ron depose il corpo sul letto e le sistemò la testa sul cuscino, si rimise dritto solo dopo aver lasciato un’altra breve carezza sul volto di Hermione.

- Bien, ora spostati Ron, fascio io! -

- No! – rispose Ron per la seconda volta quella sera e lanciò uno sguardo di sfida a Fleur che si era avvicinata. Lei lo fissò interrogativa e seccata allo stesso momento.

- Se non ti sposti, non potrò fare nionte! –

- No! – Ron fece un passo verso di lei minaccioso e Fleur arretrò spaventata.

Nessuno aveva mai visto Ron in quelle condizioni, stringeva i pugni con forza e tremava, i suoi occhi erano divenuti inspiegabilmente scuri e i tratti del suo viso si erano induriti, faceva paura. Per qualche secondo, tutto divenne silenzio, la tensione si percepiva come una presenza quasi tangibile, un fantasma che si muoveva tra di loro. Poi, come se fosse stato il fantasma stesso a spingerla, Luna si avvicinò decisa e mise una mano sul braccio di Ron che continuava a fronteggiare Fleur ostinato.

- Va tutto bene, Ronald. Ora è salva, nessuno te la porterà più via! -

La voce di Luna giunse alle sue orecchie come da un luogo lontano e non poté fare in modo di ignorarla, spostò lentamente lo sguardo negli occhi chiari dell’amica, ma gli sembrò di non riuscire a vederla realmente, indugiò ancora un attimo sull’espressione intimorita di lei, poi si rilassò improvvisamente liberando un sonoro sospiro, abbassò la testa e si lasciò portare fuori dalla stanza senza protestare. Quando si accorse di essere sul pianerottolo si voltò velocemente di nuovo verso Luna che ora gli sorrideva incoraggiante sull’uscio.

- Lasciaci lavorare. Ti faccio rientrare tra pochissimo. -

Ron annuì e guardò un ultima volta dentro la stanza prima che la porta si chiudesse.

Rimase a fissare il punto in cui Luna era sparita per qualche istante, e appoggiò stremato la fronte sulla porta prendendosi il viso tra le mani. Constatò solo allora di avere le guance bagnate, aveva pianto. Si asciugò il residuo di lacrime con i palmi e tirò su col naso.

Sentì una mano stringergli la spalla e ricordò di non essere da solo.

Si voltò verso Dean che lo guardava apprensivo. – Non preoccuparti, Fleur si prenderà cura di lei. – Ron abbassò di nuovo la testa ed annuì al pavimento.

– Harry? – Gli domandò senza cambiare posizione.

- Lui sta bene… –

C’era qualcosa che non andava nella risposta di Dean, sembrava non fosse terminata.

- Ma? – provò ad incalzarlo Ron allarmato, alzando il viso di scatto.

- Dobby è morto, ucciso da un pugnale, Harry sembrava sconvolto. –

Quella frase rimase sospesa nel silenzio creatisi tra di loro e Ron si sentì cogliere da un’ondata di tristezza. Ripensò al suo migliore amico, a quanti affetti aveva dovuto dire Addio a causa della guerra. Aveva perso i genitori, aveva visto morire il suo padrino, persino Silente non ce l’aveva fatta ed ora anche Dobby, che era stato un compagno sincero. Harry era costretto a pagare un duro pegno per un destino che gli era stato imposto. Percepì le lacrime che spingevano ai lati degli occhi per uscire, deglutì e le ricacciò indietro, imponendosi di non crollare.

La verità lo colse di sorpresa come uno schiaffo improvviso. Era stato uno stupido. Si odiò per le volte che era stato invidioso, per ogni volta che aveva pensato a quanto Harry doveva essere fortunato ad avere tutta quella fama. Niente valeva quel prezzo. Non è giusto! Non c’è niente di giusto in questa guerra!

Provò di nuovo quel senso d’inferiorità che sentiva nei riguardi di Harry, ma per la prima volta scoprì che non gli pesava, che non avrebbe scambiato la propria vita con quella dell’amico se ne avesse avuto l’opportunità.

Di nuovo una voce lo riscosse, - Grazie! Senza il vostro aiuto, credo che saremmo tutti morti… o peggio. Siete degli eroi! –

Ron spostò l’attenzione su Dean, che aveva parlato guardandosi intorno incredibilmente imbarazzato.

- Harry è un eroe. – rispose Ron in un soffio.

- No, voi tre lo siete. – Dean ora si concentrò sulle sue scarpe. – Ci avete regalato la speranza. In qualsiasi modo finirà questo scontro, ci avete ridato la voglia di lottare per quello in cui crediamo! Non arrendetevi. –

Ron ebbe l’impulso di abbracciare l’amico, quelle parole erano state come un balsamo lenitivo per le ferite che sentiva bruciare nel suo animo.

Sorrise leggermente. – Non lo faremo. –

Seguì un breve silenzio interrotto solo da sporadici sbuffi di entrambi che si ostinavano a lanciare sguardi ovunque, fuorché nella direzione dell’altro. Dean aveva il viso arrossato, così come la punta delle orecchie di Ron.

Finalmente la porta della camera degli ospiti venne aperta e Luna oltrepassò la soglia con un fagotto di stracci sporchi che dovevano essere gli abiti di Hermione.

- Sta meglio, Ronald, si è svegliata. – e si allontanò con un atteggiamento rilassato.

Ron fece un passo verso l’interno della stanza, ma fu fermato da Fleur che stava uscendo. Lo squadrò con un’aria severa. – Puoi stare con lei per qualche minuto, poi mi lascerai entrore e finirò di medicorla. – disse con un tono che non ammetteva repliche. Lo superò scoccandogli un’ulteriore occhiata di gelo.

- Grazie! – Ron sembrava dispiaciuto e sentì la ragazza fermarsi dietro di lui, - Grazie davvero. -  

Fleur rimase un attimo in silenzio, poi con la voce un poco addolcita, replicò, - Non farla aspettore! – prima di seguire Luna al piano inferiore.

Ron entrò e richiuse la porta; nella stanza c’era un  forte profumo di essenza di dittamo e un altro odore che gli riportò alla memoria l’infermeria di Hogwarts. Si avvicinò piano al letto.

Pareva che Hermione stesse ancora dormendo, le avevano messo un altro cuscino dietro la schiena, così che potesse stare seduta; rimaneva ad occhi chiusi, i tagli sul viso erano spariti, ad eccezione di quello sul collo, probabilmente il pugnale di Bellatrix doveva essere magico; la sua pelle ed i capelli erano puliti e non c’era più traccia dei frammenti del lampadario che Dobby aveva fatto cadere per salvarli. Indossava una maglietta chiara che le lasciava scoperte le braccia, ma il resto del corpo era celato sotto il lenzuolo.

Ron si sedette sul letto accanto a lei cercando di fare meno rumore possibile, il materasso cedette impercettibilmente sotto il suo peso ed in quel momento Hermione aprì gli occhi.

Ron avrebbe potuto piangere dalla gioia. -Hey! – le accarezzò una mano con un ampio sorriso. – Come ti senti? –

Hermione fece una piccola smorfia. – Mi fa male dappertutto, ma sono viva! –

Ron non sapeva cosa dire, mille parole si affollavano nella sua mente, ma nessuna arrivava alle labbra, si limitò a sorriderle e a sfiorarle le dita; così vulnerabile, avvolta in tessuti candidi, gli ricordò un angelo, e quando parlò, anche la sua voce gli sembrò ultraterrena.  

- Ho avuto paura, Ron, non ho mai avuto così tanta paura di morire come stasera. – disse con un’espressione tuttavia serena.

Ron divenne serio, le strinse forte la mano e puntò deciso i propri occhi nei suoi. – Non l’avrei mai permesso, li avrei uccisi tutti con le mie mani, prima! –

Lei sospirò e appoggiò la mano libera sulla guancia calda di lui. – Tu non sei un assassino! –

Ron premette forte il viso contro il piccolo palmo tremante. – Potrei esserlo, se tu ne avessi bisogno. –

Hermione fece scivolare la mano sul collo del ragazzo e la lasciò scendere finché non incontrò il dorso di quella di lui che le stringeva l’altra, – Io ho bisogno di un amico. –

Ron abbassò la testa, - Allora sarò il tuo amico. –

Hermione tentò di cambiare discorso per smorzare il disagio che leggeva in quelle parole, - Luna ha detto che siamo salvi grazie a Dobby, ma come… -

- Non me lo chiedere, non lo so! – fece spallucce e puntò di nuovo gli occhi nei suoi, - Eravamo nel sotterraneo che cercavamo un modo per uscire, e all’improvviso si è materializzato, se non fosse stato per lui saremmo ancora nei guai. –

Hermione spostò lo sguardo in giro per la stanza. – Dov’è adesso? Voglio ringraziarlo personalmente. –

Ron strinse un poco le labbra, - E’ morto, l’ha ucciso Bellatrix! –

Lei inspirò rumorosamente e si portò la mano alla bocca, le palpebre sbarrate dall’orrore. – No! – esclamò scuotendo la testa mentre gli occhi le si inumidivano.

Rimasero entrambi in silenzio senza guardarsi per pochi istanti, poi Hermione si sforzò di parlare ancora, - Dov’è Harry? –

Ron trasferì l’attenzione verso la finestra, dove il cielo si stava rischiarando, - E’ fuori, è rimasto con lui. –

Anche Hermione osservò, per alcuni secondi, la notte che calava per lasciare spazio al sole del mattino, di sottecchi notò che l’amico aveva l’aria triste, gli prese il mento tra le mani e  riportò  il viso nella sua direzione. – Non lasciarlo solo, Ron! Ha bisogno di noi adesso. Va’ da lui! –

Negli occhi di Hermione ora non c’erano più lacrime, lui vi trovò solo urgenza e inquietudine, per Harry. Ron percepì, di nuovo, la gelosia farsi spazio nel suo cuore, si obbligò a pensare razionalmente. E’ preoccupata per lui, quanto lo sono io. Si sforzò di non dare a quelle parole un significato che in realtà non avevano.

Dandosi mentalmente dello stupido, scrollò la testa per scacciare quei pensieri e si concentrò su di lei che appariva spossata dalla conversazione, - Ma io… tu… -

- Io sto bene. Starò bene. Fleur ha detto che appena la pozione farà affetto, avrò anche la forza di alzarmi. Va’ da lui. – ripeté ancora, - Io vi raggiungo subito! –

Ron indugiò ancora sul letto guardando alternativamente verso la porta e di nuovo verso di lei, come a prendere una decisione. Alla fine fissò un’ultima volta l’uscita e si alzò dando le spalle ad Hermione. Cercando di alleviare la frustrazione che provava, strinse un secondo i pugni e sperò che lei non se ne accorgesse.

-Va bene, vado da Harry. -  e la guardò rassegnato.

Hermione gli sorrise e Ron, dopo una breve incertezza, ricambiò quel sorriso, incapace di fare altrimenti.

- Scendo appena mi sento meglio. – gli disse tentando di mettersi a sedere più dritta e non riuscendo a trattenere una nuova smorfia di dolore.

Lui tornò serio e si chinò su di lei preoccupato, - Non sforzarti, non c’è bisogno che vieni anche tu, mi occupo io di lui! Tu pensa solo a riprenderti. –

- No. – rispose Hermione rilassando il viso, - Voglio esserci, voglio essere accanto a te, mentre Harry saluta Dobby per l’ultima volta, gli siamo debitori! –

Ron la esaminò a lungo e quando capì che qualsiasi cosa le avesse detto, non l’avrebbe fatta desistere dal suo proposito, si limitò a spostarle un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, cogliendo l’occasione per accarezzarle ancora lo zigomo. Lei inclinò appena la testa verso la mano che la sfiorava e socchiuse gli occhi. Un senso di tenerezza si fece largo nel  petto di Ron e spazzò lontano la gelosia che l’aveva raggiunto poco prima. Avvicinò il proprio viso a quello di Hermione e, dopo essersi perso un attimo negli occhi di lei, le lasciò un lungo bacio sulla fronte. Gli sembrò che lei trattenesse il respiro.

Trovò estremamente difficile staccarsi, rompere quel contatto se pur fragile, ma doveva andare, Hermione  aveva ragione, Harry aveva bisogno di loro ora.

Si ritrasse rimanendo a pochi centimetri dalla sua testa e sussurrò ai suoi capelli, - Ti aspetto! –

Raddrizzò la schiena e diresse i propri passi verso l’uscita. Prese la maniglia, la girò e spinse la porta in avanti, - Davvero, Ron? Mi aspetterai? - la voce di Hermione era così flebile che lui pensò di averla solo immaginata.

Si fermò ed ascoltò il silenzio carico di aspettativa che si era creato a quelle parole. Non si voltò, ma sorrise alla maniglia, – Ti aspetterei tutta una vita! – spalancò la porta e la oltrepassò richiudendola dietro di sé.

Hermione rimase immobile per un tempo che le parve infinito chiedendosi se tutto quello fosse accaduto davvero o se era frutto della sua mente sconvolta dagli eventi di quella sera. Si toccò le guance che erano diventate calde come se avesse la febbre, si mordicchiò le labbra e sprofondò un po’ dentro al cuscino. E’ vero, è tutto vero! Pensò sognante. Ron l’avrebbe aspettata per una vita intera, ma lei non l’avrebbe più fatto attendere a lungo!

 

 

 

 

Sarà banale, ma spero che vi sia piaciuta la metà di quanto è piaciuta a me scriverla!

Questo è uno dei “momenti” che più mi sono “mancati” in DH. Per me, è l’attimo esatto in cui Hermione si rende conto di aver perdonato veramente Ron ed è pronta a riaccettarlo nella sua vita. Ci sono altri missing moment che ho intenzione di descrivere, ma per adesso accontentatevi di questo!

Se ne avete l’opportunità, ascoltate la canzone citata all’inizio, perché davvero merita!

Naturalmente ogni commento è ben accetto.

Alla prossima!

Emmahp7

 

 

   
 
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