Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Fogli    09/09/2015    9 recensioni
Sono passati 10 anni e Conan non può tornare più adulto: perciò ha inscenato la morte di Shinichi. Ma l'organizzazione è ancora a piede libero, nonostante non si sia fatta viva per anni.
Ma tutto ad un tratto questa si farà risentire, e con lei molti problemi torneranno a tempestare il detective.
Dopo dieci anni Conan riuscirà a fermare una volta per tutte l'organizzazione ?
Riuscirà a mantenere il legame con il suo vero io -Shinichi Kudo- che sente pian piano affievolirsi?
Riuscirà Conan a vincere una delle battaglie più difficili di tutta la sua vita?
Tratto dal capitolo 13:
(...)
Devi smetterla di comportarti in questo modo: è uno strazio per tutti, stai semplicemente giocando con i suoi sentimenti senza neanche rendertene conto. Basta»
(...)
«Sai… non ti riconosco più. Come puoi essere lo stesso ragazzo che faceva di tutto per aiutare gli altri e che mi ripeteva fino allo sfinimento valori che ho finito per imparare a memoria? Cosa è successo a quel ragazzo che non si arrendeva mai? Cosa è successo a quel liceale intrappolato in un corpo da bambino che conobbi anni fa!? »
Cosa è successo a quel ragazzo di cui mi sono innamorata?
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dichiararsi?

Ayumi tastò con un dito l’hamburger che aveva appena ordinato.

Non aveva proprio fame, anzi solo al vedere del cibo il suo stomaco si rivoltava.

In realtà non capiva neanche il motivo, visto che non aveva ancora mangiato niente, ma forse la sua fame veniva placata da quella sensazione di ansia che stava provando per Conan.

Era scappato via senza dare spiegazioni.

Neanche Ai sapeva dove fosse andato, e solitamente Ai sapeva tutto di lui.

Lei aveva semplicemente fatto spallucce e dichiarato, senza dare altre spiegazioni, che avrebbero solamente perso tempo ad aspettarlo.

Poi era andata via anche lei.

Per un attimo aveva pensato che quei due avessero un appuntamento segreto.

Ma poi si era ricreduta: in fondo Ai non aveva mai mostrato affetto nei confronti di Conan, e lui idem.

Però, se non si fosse dichiarata al più presto quei due avrebbero potuto riscoprirsi a vicenda, e la sua ipotesi diventare un eventualità.

Doveva stare attenta, c’era troppa complicità tra i due.

Era proprio quello il motivo per cui non era più sicura di donare a Conan quella cravatta che stringeva in mano.

Ma, in fondo, non era neanche detto che solo Ai fosse interessata al suo amore.

 

E se ci fosse un'altra Ayumi? Magari una bella, alta, snella e seducente?

Una sirena che ha già incantato il tuo Conan?

 

No, quel giorno doveva dichiararsi apertamente e togliersi ogni dubbio.

 O, almeno, doveva provarci.

In fondo, era quasi sicura che Conan fosse già a conoscenza dei suoi sentimenti. Ma doveva rendere la cosa ufficiale.

Lui era il ragazzo di cui si era innamorata all’istante, dieci anni prima, e ora i suoi sentimenti erano rimasti invariati, anzi erano cresciuti.

Se prima era solo una cottarella, ora poteva giurare che quello era amore.

Non riusciva a immaginarsi senza il suo Conan.

Si portò le mani al petto, stringendo forte la cravatta, e con aria sognante guardò il soffitto del fast food: Il suo detective preferito, sempre acuto e ingegnoso, il suo genio ammirato da tutte le sue coetanee e amiche, il suo amico d’infanzia.

Lui era per lei il suo tutto.

Poi tutto ad un tratto s’incupì.

E te cosa sei per lui?

 

Era proprio questo il punto. Non lo sapeva.

Certo, alcune volte lui le faceva qualche regalino, ma mai nulla per il White Day.

 

Eppure te glielo hai sempre dato il tuo cioccolato, vero Ayumi?

 

Ma non sapeva neanche se lo avesse mai mangiato.

Come poteva ricordarsi quale era il suo pacchetto, tra le dozzine che si materializzavano nel giorno di San Valentino sul suo banco?

Forse non gliene importava neanche, forse per lui te sei solo una rompiscatole che gli sta sempre tra i piedi…

Improvvisamente si sentì un vuota dentro, una triste sensazione la pervase:

 

E se per il tuo tutto tu non sei niente?

 

Come se potesse seppellire il dolore, incominciò a trangugiare l’hamburger a velocità supersonica.

Lo finì in un battibaleno, e aspirò la Cola rimanente, quando questa finì, incominciò a mordicchiare istericamente la cannuccia fino a spappolarla con i denti.

Poi tutto ad un tratto si ridestò: no, non poteva abbattersi così facilmente.

Doveva capire. E per capire sarebbe dovuta andare da Conan.

Si alzò dal tavolo e, senza neanche buttare i rifiuti, si fiondò verso l’uscita.

^*^*^*^*^*^*^*^*

 Nel frattempo, villa Suzuki

«Che strano, solitamente Ran si fa sempre sentire il sabato, cos’avrà oggi di tanto importante da fare per trascurare così un’amica?» Una voce leggermente stufa proveniva dalla sala da pranzo.

«E’ questa l’accoglienza che mi dai? Sono appena tornato e domani ripartirò per lavoro: proprio nelle poche giornate che posso stare con te devi pensare alla tua amica?»  La predica proveniva da una voce maschile leggermente arrabbiata.

«Scusami, Makoto… allora questa giornata sarò tutta per te…» scandì la ragazza avvicinandosi con fare sensuale al ragazzo.

«Sonoko?» Il karateka era arrossito pesantemente, e ormai, inconsapevole di quello che frullava per la testa della ragazza, si godette il massaggio sulle spalle che la fidanzata aveva incominciato a praticare.

Era sempre stata una particolare, Sonoko. Si ricordava quando tre anni prima era convinto che lo stesse tradendo.

In fondo, lui stava spesso via per lavoro, e la sua fidanzata era così bella e attraente… insomma quale uomo avrebbe resistito!?

Non poteva accettare di vivere con il dubbio: così ingaggiò un detective privato con il compito di pedinarla e scoprire cosa facesse durante le sue lunghe assenze.

Ma non poteva essere più sorpreso degli esiti: Sonoko ne aveva incontrati di uomini, quando lui non c’era.

Ma con tutti si fermava solo e soltanto al flirt. Come se si divertisse.

La cosa lo aveva immediatamente sollevato: Sonoko era una donna con degli ideali, in fondo.

Non era da lei tradire qualcuno, lei era sincera, aperta, spontanea. Non era una persona falsa.

Si girò di scatto e coinvolse la fidanzata in un lungo e intenso bacio passionale.

Sì, quella giornata con Sonoko si prospettava magnifica.

 

^*^*^*^*^*^*^*^*^*

«Sorellona!? Cosa fai!?» una bambina sui nove anni si era precipitata dentro la camera della maggiore, che la guardava in cagnesco non riuscendo a capacitarsi del motivo per cui, da piccola, desiderava tanto avere un fratellino/sorellina.

«Non sono affari tuoi Kozue, potresti andare via, ora??» chiese scocciata cercando di ridurre al minimo i tempi di sfrattamento della sorella.

«Ma Ayumi!!??» borbottò questa incominciando a piangere.

La maggiore si portò una mano al capo: ma a chi poteva assomigliare quella frignona lì, era sicura che lei alla sua età fosse molto meno piagnucolona…

«Calmati, stai tranquilla» scandì con tono rassicurante sorridendo lievemente cercando di trasmettere la sua calma alla bambina.

«Mi lasci stare con te?» chiese questa guardando la maggiore con sguardo terribilmente cuccioloso.

“Ah… quando mi fa quella faccia non riesco proprio a resisterle, accidenti! Uff…questa ne sa una più del diavolo…”

«Va bene… ma stai buona e calma sul letto intesi?» Ordinò con tono quasi materno.

«Va bene! » squittì la piccola, accomodandosi sul piumone rosa.

Ayumi restò interdetta per qualche secondo: la sua era una sorellina dolce, carina e forse, fin troppo infantile per avere nove anni.

Ma aveva un carattere magnetico, a cui nessuno poteva resistere, e la sorella maggiore era pronta a scommettere che Kozue avesse già qualche corteggiatore.

Le voleva un bene dell’anima, quella bambina dai capelli a caschetto color nocciola e occhi verdi le ricordava troppo se stessa a quell’età.

Molti avevano detto che era la sua copia sputata, ma Ayumi era certa che la sua sorellina fosse ben più timida di lei: quando in casa arrivava un estraneo, lei si nascondeva in camera sua e stava ferma, anzi immobile, ad osservare.

C’era voluto un po’ di tempo per far conoscere i suoi amici alla sorellina, ma tra tutti si era affezionata maggiormente ad Ai.

Del resto doveva aspettarselo, Kozue era fin troppo introversa per fare amicizia con la sua banda di amici quasi esclusivamente maschi, e a tre anni, spesso si cerca un modello da seguire, possibilmente dello stesso sesso.

Così ora, a sei anni di distanza, considerava Ai come “la sua seconda sorellona”.

Lanciò uno sguardo affettuoso alla minore notando che questa aveva una strana macchia sul vestitino rosa.

«Cosa hai fatto, eh Kozue?» chiese indicando lo sporco con finta rabbia.

«Ho mangiato la cioccolata che mi ha dato il dottor Amasa…» borbottò lei unendo gli indici aspettando un rimprovero.

«Agasa, Kozue, non Amasa!» spiegò la maggiore trattenendo una risata. «E ora vai a cambiarti»

«Vado!» disse mostrando un sorriso smagliante.

Quando Ayumi sentì la porta sbattere si riconcentrò su quello che stava facendo: doveva scegliere un abito con cui andare da Conan.

Doveva essere raffinata, non banale e carina.

Doveva essere perfetta.

Prese un vestitino celeste chiaro: lo aveva comprato la settimana prima, si trattava di un corpetto semplice, ma carino, che finiva in un’ampia gonna a pieghe.

Se lo allacciò, poi prese delle ballerine dello stesso colore e un cerchietto per mettere in ordine i capelli.

Per finire si mise un filo di trucco e, soddisfatta, si guardò allo specchio.

Ora doveva solamente andare da Conan e dichiararsi… sempre se avesse avuto il coraggio di farlo.

Salutò i famigliari e Kozue; con il cuore in gola, si avviò verso l’uscita.

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^+

«Ne vuoi un po’?» un ragazzo più grande della media stava offrendo un gelato ad un altro suo coetaneo decisamente più proporzionato.

«Dovrei mangiare quel coso totalmente sbavato da te, Genta? » chiese quello non nascondendo il disgusto provato.

«Uff, Mitsuhiko, come sei pignolo! Per una volta ti offro del cibo e ti comporti così?» chiese l’altro iracondo.

«Mi dispiace, ma non ci tengo ad ASSAGGIARE LA TUA SALIVA!» proclamò scandendo le parole dette e guardando l’amico truce.

«NON SI TRATTANO COSI’ GLI AMICI!!!» sentenziò urlando Kojima, prendendo per le spalle l’amico sballottandolo per tutto il marciapiede.

«Genta! Bastaaaa» farfugliò questo investendo per sbaglio una signora sulla quarantina, in preda all’attacco furibondo dell’amico.

«Eh? Ma quella è Ayumi?» chiese indicando, per quanto gli fosse possibile, l’altro lato della strada.

Genta mollò l’amico: «Hai ragione! Su che aspetti? Andiamo a salutarla! »

Mitsuhiko si massaggiò la testa e, cercando di seguire l’amico che aveva già imboccato le strisce pedonali, incominciò a correre.

 

 

 

^*^*^*^*^*^*^*^

 

 

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

 

Ayumi camminava per le strade totalmente assorta dai suoi pensieri.

Ma la sua mente continuava a ripetere, fosse per auto-motivarsi o chissà cosa, quelle due parole.

 

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

 

 

Attraversò la strada.

 

 

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

 

«Ayumi!! »

 

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

 

«Ayumiiiiii»

 

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

Devo dichiararmi.

 

«Ayumi?» Stavolta il messaggio venne accompagnato da una pacca sulla spalla.

«Eh?»

«Finalmente, sembravi ipnotizzata, possibile che non ci sentivi? »

La ragazza riconobbe delle voci famigliari: si girò.

Erano Genta e Mitsuhiko.

Che cosa volevano quei due, possibile che li incontrasse sempre al momento sbagliato?

«Che volete?» rispose fredda lei, aspettando impaziente che andassero via.

«Beh, in realtà nulla, stavamo facendo un giro e ti abbiamo vista, tutto qui!» spiegò Genta portandosi una mano alla nuca.

«Potremmo andare tutti insieme per Beika, che cosa ne dite ragazzi?» propose Mitsuhiko sorridendo.

«Sì, è un ottima idea! » constatò l’amico.

«Ehm…scusate ma io ho da fare…» spiegò timidamente Ayumi.

«Ah, peccato…» borbottò Genta abbassando il capo.

«Allora cosa dovresti fare?» chiese Mitsuhiko inarcando il sopracciglio. Forse lui non aveva tutto l’intuito di Conan, ma capiva quando la sua amica d’infanzia era tesa.

Ayumi rimase interdetta. Mitsuhiko diventava ogni giorno meno facile da abbindolare.

E ora… cosa avrebbe dovuto rispondergli?

Certo, se Genta e Mitsuhiko fossero state ragazze non avrebbe avuto problemi a confessargli il suo intento.

Ma non sapeva se loro due, essendo entrambi maschi, l’avrebbero capita.

Era meglio tenere tutto nascosto.

«Ehm… devo andare a fare la spesa alla bottega qui all’angolo!» proclamò nervosamente.

Tutt’ad un tratto si accorse che Mitsuhiko la stava squadrando.

Quello sguardo le ricordò immediatamente Conan: proprio per questo, arrossì vistosamente nell’immediato.

«Ayumi?» chiese questo mantenendo la solita espressione.

«Si? »

«La bottega di cui parli è chiusa oggi. Potresti dirmi la verità? »

Fantastico, ora non era neanche più capace neanche d’inventare una bugia decente.

Non c’era modo di nascondere qualcosa a quel ragazzo con le lentiggini, a quanto pareva.

 Conan lo doveva aver contagiato.

«Devo andare a casa di Conan.» borbottò sperando che la discussione fosse finita.

Mitsuhiko la fissava in modo strano. Dalla sua espressione sembrava quasi che avesse capito tutto.

«Perfetto, allora ti dispiace se veniamo anche noi allora?» Chiese questo assottigliando gli occhi e sorridendo compiaciuto.

«Sì, dai Ayumi sarà divertente stare un po’ con Conan!» esclamò entusiasta Genta.

La ragazza alla scena si domandò se fosse Mitsuhiko troppo sveglio o Genta troppo stupido. Probabilmente ambedue le cose.

In ogni caso,se alcune persone erano legate da un filo rosso lei e Conan erano distanziati da un catenaccio. Almeno così le pareva.

«Sì… va bene…» borbottò avvilita.

«Forza andiamo!» incitò raggiante Genta seguito a ruota da Mitsuhiko.

 Ayumi li seguì mogia.

 

^*^*^*^*^*^*^*^*

La karateka incominciò a raccogliere piatti e stoviglie.

Quel pranzo le era sembrato lungo un’eternità.

Inizialmente suo padre non faceva altro che guardare male Okita.

Poi Hajime aveva raccontato il suo passato, e tutti erano stati con gli occhi fuori dalle orbite per cinque minuti buoni.

E ora c’era Hattori che verso la fine aveva incominciato a prendere gli occhiali di Conan ogni tre per due.

Sì girò: Anche ora ce li aveva addosso.

Ridacchiò fra se e se: Hattori con gli occhiali sembrava quasi uno studioso. Sì, magari un professore o un esperto in qualcosa.

Ma Conan? Come faceva a vedere bene ugualmente? E poi perché ad Heiji non davano noia quelle lenti spesse?

Rivolse il suo sguardo al fratellino: era lì, seduto vicino ad Hattori, le braccia incrociate e un’espressione seccata.

Ma…

Le cadde un bicchiere di mano.

Accanto ad Heiji non c’era il suo fratellino occhialuto, ma bensì un giovane, dallo sguardo magnetico che non vedeva da parecchio tempo.

 

NO, non è possibile…

 

«Shinichi!» La ragazza incominciò a singhiozzare. Cadde a terra e finì ai suoi piedi. Senza indugi li afferrò e continuò, senza darsi il tempo di respirare, a piangere.

«Sei ritornato, Shinichi?» chiese quasi più a se stessa che ad altri.

 

No, Ran non può essere…

 

Conan aveva assunto un’espressione amareggiata e triste. Cercò di avvicinarsi per tranquillizzarla, ma venne bloccato dal detective dell’Ovest.

«Si stanno muovendo, Conan.» spiegò indicando gli occhiali «Non ti preoccupare ci penserà Kazuha a Mouri. Noi due dobbiamo andare»

Conan rimase interdetto per qualche secondo, poi annuì.

Era incredibile quanto spesso le cose succedevano nel momento meno opportuno, ma doveva rassegnarsi.

Hattori aveva ragione, ora doveva seguire l’auto di Gin e Vodka.

Indossò il giubbotto e sconsolato, uscì.

 

 

^*^*^*^*^*^*^*^*

Buondì! :)

Ecco il nono capitolo di questa storia! ^_^

In questo capitolo assistiamo alla ricomparsa di Ayumi: da quanto è che non si vedeva?

Dal capitolo quattro?

A quanto pare vuole dichiararsi… ma Genta e Mitsuhiko si mettono in mezzo! XD

Poi si fa conoscenza con la sorella minore di Ayumi: Kozue.

Ma quanto è pucciosa!? Io mentre scrivevo avevo gli occhi a cuoricino! xD

Ah, e gioite e gioite in questo capitolo mister simpatia viene solo nominato!

E’ un evento da festeggiare, non credete?

Vi lascio con la premessa che l’inizio della scuola è alle porte, e io non avrò il tempo di pubblicare un capitolo a settimana… T.T

Abbiate pietà, quest’anno ho gli esami >.<

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ma in ogni caso fatemelo sapere nelle recensioni!

Approposito, grazie di cuore! <3 dovrei farvi un monumento per tutto il supporto che mi date! =)

Ora, passiamo ai ringraziamenti! ( Sì, con la mia tanto amata tabellina xD)

 

grazie a chi ha recensito: WinnerFrozen shinichi e ran amore Shinichi00 B Beky Julie05_ShinRan
Ai_Ran ShinRan4862 _fantasie_ martini02 virginiella4869 Zanexd22
grazie a chi ha messo la mia storia tra le seguite: MajoBibi Zanexd22 virginiella4869
grazie a chi a messo la storia tra le preferite: Zanexd22 Kanamila Ai_Ran bessielizzie

 

 

Grazie anche a chi legge soltanto!

Siete unici, davvero.

Saluti

Fogli

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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