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Autore: E S S E    09/09/2015    2 recensioni
"-Perché… Perché te ne andrai? Perché non rimarrai con me? Dimmelo, Will. Dimmelo perché io non lo capisco…- urlò, la voce spezzata e delle calde lacrime a sgorgargli dagli occhi.
Il biondo avvicinò la sua fronte a quella di Nico, forse per l'ultima volta prima di poterlo rivedere.
-Io devo andarmene, non posso rimanere con te. Vorrei, ma lo sai anche tu. Sarà il mio lavoro, le mie responsabilità. Devo salvare quelle persone, Nico…- rispose lui, tirando su col naso sull'ultima parola.
-No, Will. Non lasciarmi, non di nuovo. Non ce la posso fare da solo, non voglio ripetere l'esperienza dell'ultimo anno trascorso- piangeva, piangeva stringendo le mani alla nuca del suo ragazzo."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo consiglio dell'autrice
Se volete farvi del male, leggetela ascoltando "Il tempo di un minuto" dei Finley.  *anche qui, ascoltate specialmente la musica e il suono della voce di Pedro*
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-No, no ti prego... Non farmici tornare. Ti prego, restiamo qui!- ansimò straziato il moro.
-Nico...-
-No, no! Per favore! Non voglio, è troppo faticoso, non voglio- ripeté, gli occhi già lucidi e la voce rotta.
-Perché non ti godi il tuo ultimo giorno qui, allora?- gli aveva chiesto il biondo davanti a lui.
Già, perché? Perché non poteva essere disinvolto come lui? Perché l'ansia lo aveva sovrastato facendogli pensare a quanta tristezza, rabbia, malinconia e ansia avrebbe dovuto patire ancora una volta? Perché, dopo tutto quel tempo in cui era riuscito a rilassarsi, era tornato quel peso sul petto che lo faceva respirare a fatica? Perché gli succedeva questo? Il suo stupido cervello unito alla sua stupida coscienza gli ricordava che tutto prima o poi sarebbe finito. Tuttavia, perché le cose belle duravano così poco e non riusciva a godersele fino alla fine?
La vacanza stava finendo, il giorno dopo sarebbe dovuto partire. Sarebbe ritornato in quel mondo caotico che gli dava la claustrofobia. Quei cieli grigi e carichi di umidità, il fumo delle automobili che gli impediva di respirare dell'aria sana, il paesaggio che per quanto fosse stato luminoso non poteva mai bello e rilassante, non abbastanza. Non era vero, non come quello che aveva provato in quelle poche settimane della sua vita.
Svegliarsi con calma, con una voce amica che lo chiamava, la colazione all'aperto con il sole già alto a scaldargli il viso, il dolce far niente tutto il giorno, vivere il tramonto dal gazebo della sua piccola, ma accogliente casetta, e le notti passate senza incubi, nel più completo relax.
Tutto questo sarebbe finito quel giorno, ma per lui, quella consapevolezza, era anche peggio. Gli faceva desiderare di non vivere mai quel giorno mentre lo vedeva scivolare via troppo velocemente, l'angoscia che prendeva possesso della sua mente e del suo corpo impedendogli di non pensare.
Tornare in quel mondo dove tutti lo squadravano da capo a piedi. Il mondo dove lui cercava di non far trapelare le emozioni con quell'aria dura e scazzata, senza però mai riuscirci sul serio. Quel mondo dove, ancora una volta, sarebbe stato da solo.
Niente gli dava conforto.
Tornare nella sua casa. Perché visto che era vuota?
Rivedere i suoi "amici". Perché se per farlo doveva tornare a scuola?
Tornare nel mondo che non voleva abbandonare prima della partenza. Perché se lui sapeva benissimo che non l'avrebbe abbandonato solo per non vivere quel determinato momento?
-Perché io non ci riesco- esordì, lo sguardo basso a fissare le sue infradito nere.
-Neanche io- gli prese il mento con due dita Will.
-Perché… Perché te ne andrai? Perché non rimarrai con me? Dimmelo, Will. Dimmelo perché io non lo capisco…- urlò, la voce spezzata e delle calde lacrime a sgorgargli dagli occhi.
Il biondo avvicinò la sua fronte a quella di Nico, forse per l'ultima volta prima di poterlo rivedere.
-Io devo andarmene, non posso rimanere con te. Vorrei, ma lo sai anche tu. Sarà il mio lavoro, le mie responsabilità. Devo salvare quelle persone, Nico…- rispose lui, tirando su col naso sull'ultima parola.
-No, Will. Non lasciarmi, non di nuovo. Non ce la posso fare da solo, non voglio ripetere l'esperienza dell'ultimo anno trascorso- piangeva, piangeva stringendo le mani alla nuca del suo ragazzo.
Solo lui poteva essere così sfortunato. Ultimo anno di liceo, nessuna famiglia ad aspettarlo. Solo la gente, la gente codarda che gli parlava alle spalle, la gente che lo faceva piangere ogni notte, da solo, soffocando tutto. Ma lui aveva trovato l'amore, aveva trovato Will. Tuttavia, anche qui il destino non voleva fargli vivere una situazione facile. Will aveva due anni in più di lui, faceva medicina all'università vicino al liceo di Nico. Ma poi? Cos'era successo poi? Gli avevano offerto un tirocinio in Nigeria, per salvare i feriti di guerra. Will era eccitatissimo e Nico era stato felice per lui.
E poi cos'era successo? Era successo che Will era partito e che lui era rimasto da solo. Era successo che si vedevano due volte all'anno. Era successo che, se riuscivano a mettersi in contatto, rimanevano solo pochi minuti per via della pessima ricezione. Era successo che Nico, ancora una volta, era rimasto solo.
Quelle poche settimane insieme a lui erano riuscite ad allontanarlo dalla crudele realtà che l'universo gli aveva propinato, mentre adesso tutto stava finendo.
-Shh, non fare così. Ti prego Mister Morte, non rendere le cose più difficili- gli disse sorridendo e accarezzandogli i capelli, trattenendo una lacrima. Will non era il tipo da lacrime, lui era il ragazzo con sorriso sulle labbra tutti i santi giorni. E doveva rimanere tale, per Nico.
-Non... Non chiamarmi così- gli aveva risposto con un filo di irritabilità nella voce. Ma poi aveva lasciato spazio ad un breve sorriso sulla sua bocca.
Will gli passò un pollice sotto l'occhio, sorridendo anche lui.
-Cosa c'è?- chiese tranquillo, beandosi di quell'espressione che appariva raramente sul volto del moro.
-Era tanto tempo che non mi chiamavi così...- disse un po' rosso in viso.
-Mi avevi detto di non farlo più, se ben ricordo- scherzò il biondo, mentre gli accarezzava una guancia.
-Quanto sei idiota, Solace- gli rispose guardandolo negli occhi col suo solito fare scocciato che a lui piaceva tanto.
-Un idiota che non vuoi lasciare, però...- concluse lui, il tono misto tra lo scherzoso e il malinconico.
Nico lo abbracciò forte, così forte che per un attimo Will credette di non poter più respirare, ma ricambiò l'abbraccio più che volentieri.
Nico affondò la faccia nel suo petto, artigliandogli le mani sulle scapole, e Will lo baciò sui capelli, inalando il profumo che emanavano.
Quando si staccarono successe una cosa che Nico non credeva di avere il coraggio di fare.
Lo guardò negli occhi, serissimo, e intrecciò la sua mano con quella del biondo. Fece un respiro profondo e dalla sua bocca uscì quella frase.
-Ti amo Will-
Si guardarono a lungo, senza imbarazzo, senza esitazione, solo con amore.
-Ti amo Nico- gli disse l'altro, prima che il diretto interessato gli si avvinghiasse al collo e iniziasse a baciarlo, liberando tutte le emozioni che stava provando in quel momento per condividerle con lui.
Quando si staccarono per respirare, il biondo gli prese il viso fra le mani.
-Credevo che non avresti mai unito un "ti amo" al mio nome- sorrideva.
Nico gli diede un veloce bacio al lato della bocca.
-Ti è dispiaciuto?-
-Vorrei che lo ripetessi-
Nico fece un sorrisetto.
-Ti amo Will. Ti amo- gli ripeté sorridendo appena, con le guance un poco rosee.
Will lo ribaciò, il bacio più vero della sua vita.
-Godiamoci queste ultime ore insieme- gli disse abbracciandolo nuovamente e accarezzandogli la schiena.
-Insieme- ripeté con un sussurro il moro, appoggiando la guancia sul suo petto, lo sguardo all'orizzonte.



Intanto nell'Erebo...
*piange a dirotto perché è sensibile e il giorno dopo deve tornare a scuola* Oops, scusate, ora la smetto.
Come va cari miei lettori? Anche voi domani o tra poco tornete in quell'orrendo postaccio chiamato "scuola"? (spero di no per voi)
Passiamo alla fic. Inanzitutto questa me l'ha ispirata mio padre, che lavora fuori casa e lo vedo poco (e visto che gli voglio un mondo di bene, l'ultimo giorno di vacanza con lui ho voluto scrivere qualcosa per, possiamo dire, alleggerirmi un po' e per evitare di piangere ogni due secondi.) E quindi, quale miglior modo di riversare la mia tristezza, se non in una Solangelo? 
Ora, ammetto che la canzone forse poteva durare di più rispetto al tempo che uno ci metterebbe a leggere questa fic, e che le parole non centrassero poi tanto *a parere di alcuni, magari*. Però l'ho consigliata perché è stata per molto tempo nella top5 delle mie canzoni lacrimose (?) e perché, più o meno, esprime quello che Nico vorrebbe dire a Will, ovvero 'Come fa a non piangere'  visto che si lasceranno presto. (Sì, sono consapevole che la canzone non dice proprio così, ma va be.) Insomma, tutto questo papiro per dirvi che, come al solito, dovevate focalizzarvi sulla musica e sul suono della voce di Pedro.
Ok, dunque...  L'ho scritta tempo fa, quindi non so quanto potrà piacervi, però fatemi sapere cosa ne pensate, magari con una piccola recensione, eh?
Alla prossima, miei prodi.
Un enorme bacio a tutti,
S.

ps: a chi di voi piace la Jasper? (o Jasiper? Mamma mia, non ho ancora capito come si dice)
   
 
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