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Autore: _GymInTheHeart    10/09/2015    0 recensioni
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Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo intagliarono due spade di legno per insegnare a Louis come maneggiarne una reale. Entrambi non se la cavavano male con il coltello ma era pericoloso esercitarsi tra loro; gli avrebbero usati solo in caso di emergenza. Il bruto si dimostrò un vero esperto con l'arco. Riuscì a colpire un cervo in movimento al primo colpo. Harry invece era un disastro: perdeva il triplo del tempo per ritrovare le frecce che scagliava perché prendevano sempre una direzione diversa da quella che si aspettava. Due giorni dopo, l’ennesima freccia scoccata da Harry finì, come al solito, completamente fuori dalla traiettoria. Con l’unica differenza che questa volta passarono l’intero pomeriggio a cercarla. Si separarono per controllare un’area maggiore nello stesso tempo senza però riuscire a trovarla.

Al ritorno nella torre, la sera, quando ormai la luce non era abbastanza da permettere il proseguimento della ricerca, Louis sbottò:
“Sapevo che sarebbe finita così, era ovvio!”
“Louis, mi dispiace, l’arco proprio non fa per me…”
“Per forza dovrebbe dispiacerti, quell’arco è l’unico motivo per cui riusciamo a sopravvivere! Quanto ci metterai a perdere anche tutte le altre frecce? A quel punto cosa faremo? Ci affideremo alle tue trappole che non riescono a intrappolare neanche una lepre?”
Questo Harry non riuscì a sopportarlo.
“Beh, sappi che se adesso abbiamo quell’arco di certo non è grazie a te!”
“E se non ci fossi stato io, tu cosa te ne saresti fatto di un arco? Avrei più possibilità di colpire il bersaglio io ad occhi chiusi, che tu prendendo la mira per interi minuti.”
“E se non ci fossi stato io probabilmente il tuo corpo giacerebbe congelato affianco a quelli del resto del tuo gruppo.”
Ci fu un attimo di silenzio. Continuavano a guardarsi e a lanciarsi occhiate piene di astio e rabbia. Fu Louis a interrompere la situazione.
“Nessuno ti ha chiesto di salvarmi.” Poi riprese: “Sarebbe stata di certo una fine più dignitosa dell’essere rimproverato da un Guardiano della Notte.”
Detto questo, si accasciò sul pavimento di pietra, si coprì con la sua pelliccia e tentò di addormentarsi.

Harry restò per un po’ in piedi, immobile, ancora stordito dalle parole del bruto. Pensò di chiedergli scusa, ma non era stato lui ad iniziare. Probabilmente la mattina dopo sarebbe stato lo stesso bruto a chiedere il suo perdono.

Ma la mattina dopo Louis non sembrava avere nessuna intenzione di risolvere le cose.
Uscì con l’arco senza neanche salutarlo. Poco dopo Harry fece lo stesso. Andò dritto verso il fiume a sciacquarsi il viso. Resto seduto lì per qualche minuto fino a quando non gli passò per la mente un’idea che forse avrebbe potuto rimettere a posto tutto.

Passò l’intera mattinata a vagare nella foresta di fronte alla Torre. Di tanto in tanto intravedeva Louis e cercava di stargli il più lontano possibile. L’ultima cosa che avrebbe voluto era riprendere la discussione. Scrutò attentamente ogni centimetro quadrato del terreno sul quale passava, fino a quando, casualmente, alzò lo sguardo. Ed eccola lì, la freccia, conficcata in un tronco. Non erano riusciti a trovarla il giorno precedente perché non avevano mai tenuto in considerazione l’idea di guardare in alto e non in basso. Si arrampico di qualche centimetro su per il tronco e recuperò l’oggetto che aveva causato il litigio.

Tornò nella torre con un sorriso smagliante e rimase stupito quando vide che Louis era già rientrato ed era intento a cuocere della carne. Non si preoccupò neanche di voltarsi verso Harry che tentò di resistere e non scoraggiarsi.
“Hey Louis, indovina? Ho ritrovato la freccia!”
Gli era sempre stato detto che il suo entusiasmo era contagioso, ma evidentemente il bruto non lo pensava allo stesso modo.
“Bravo” Disse secco.
Il sorriso gli si spense, e le fossette scomparvero dal suo viso.
Aspettò immobile, incapace di muoversi fino a quando Louis smise di cuocere la carne e gliene porse un pezzo, tenendolo per l’osso.
Almeno non aveva intenzione di lasciarlo morire di fame.

Per una settimana passarono così le loro giornate. Senza parlarsi se non per il minimo indispensabile. Louis si occupava del cibo ed Harry si allenava con la spada. Ogni tanto Louis accettava di allenarsi insieme a lui. Ma il loro rapporto non sembrava migliorare per niente.
Una notte Harry fu svegliato da alcuni voci provenienti dall'esterno. Sembravano vicine, pericolosamente vicine. Si voltò verso Louis che dormiva ancora. Doveva svegliarlo anche se non voleva. Quel ragazzo sembrava così sereno quando dormiva, sembrava se stesso e non il duro che tentava di apparire, ed Harry lo trovava dannatamente bello. Era successo più di una volta che restasse sveglio solo per guardare l'amico dormire al suo fianco. Era più grande di lui ma più basso, il che lo rendeva ancora più indifeso e spesso si era ritrovato a respingere l’impulso di abbracciarlo.
Ma era costretto a svegliarlo, le voci si facevano sempre più forti. Iniziò a percuoterlo delicatamente.
“Louis! Louis svegliati!” gli ordinava sussurrando per non farsi sentire dagli estranei che erano fuori. Il bruto aprì gli occhi e lentamente si girò verso Harry.
“Che succede? È ancora notte.” disse volgendo lo sguardo alla finestra da cui penetrava solo la soffusa luce della luna.
“Ascolta! C'è qualcuno fuori, e si sta avvicinando. Preparati, dobbiamo affrontarli.”
Il ragazzo sembrò accorgersi solo in quel momento delle voci sconosciute. Si alzò di scatto e prese l'arco. Harry osservava la situazione dalla finestrella.
“Ok, sono in 5. Sono proprio qui sotto, fin troppo vicini. Tu prendi l'arco e tira di qui. Appena avrai scagliato la prima freccia io partirò all'attacco con la spada, prima che possano capire da dove sia arrivata la freccia e si preparino al contrattacco. Abbiamo 8 frecce, possiamo farcela. Solo... Cerca di non colpire me” Sorrisero entrambi, poi tornarono di colpo seri.
“Fa' attenzione, Harry" Il riccio annuì.

Aspettò che scendesse, poi si posizionò davanti alla finestra, prese la mira ma era troppo spaventato, tremava e la freccia conficcò il ramo di un albero affianco a uno dei nemici. Fortunatamente questi non sembrarono accorgersene. Fece un respiro profondo e ci riprovò. La seconda freccia fece centro colpendo uno dei cinque dietro la nuca, uccidendolo sul colpo. Il resto del gruppo iniziò a guardarsi intorno senza capire bene cosa stesse realmente succedendo Incoccò subito la terza, nel frattempo Harry aveva già raggiunto gli altri quattro e ne aveva ferito uno alla gamba. Gli uomini portarono le mani ai loro coltelli e si prepararono allo scontro. La terza freccia ne sfiorò uno, ma non era un po' di sangue a fermare dei bruti. Perché si trattava sicuramente di bruti, nessun altro era così esperto con i coltelli. Non era facile combattere con una spada contro qualcuno armato di coltello ed Harry lo stava dimostrando. Lanciò velocemente la quarta freccia, troppo velocemente perché non prese bene la mira e perforò il terreno. Restavano quattro contro uno in campo ed Harry stava per cedere. Mirò all'uomo più vicino al suo amico. Scaglio la freccia che lo trapasso dalla schiena al petto. Si accasciò al suolo in una pozza di sangue. Con la sesta freccia per poco non colpì Harry. Non aveva mai sbagliato un tiro, ma era troppo ansioso per potersi concentrare. Nel frattempo l'amico era riuscito a ferire un altro dei tre bruti restanti che cadde urlando ma non morì. Gli avanzavano solo due frecce. Con una centrò il collo di un nemico, l'ultima venne deviata da un bruto ma colpì quello che era già a terra ferito, senza però ucciderlo.
C'erano ancora due bruti, un solo Harry e nessuna freccia.
Non lo avrebbe lasciato morire.
Toccava a lui salvarlo stavolta.
Strinse il suo coltello e raggiunse il compagno all'esterno.


ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno gente, 
anche per questa settimana c'è un nuovo capitolo.
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Grazie a chi continua a leggere questa fan fiction e a chi l'ha aggiunta alle storie seguite
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