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Autore: ehitsfrannie    10/09/2015    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI

 

«Alice, Alice!» si sentì chiamare la ragazza, che si girò di scatto verso colui che l'aveva chiamata a gran voce.
«Ciao, Will.» salutò il Fante con un sorriso, ma egli non sembrò in vena di chiacchiere.
William Scarlett, un Fante al servizio della Regina di Cuori, l'aveva aiutata a ristabilirsi dopo lo svenimento e ad orientarsi all'interno del castello; avevano fatto conoscenza ed Alice, seppur introversa e schiva, era felice di aver almeno un appoggio in quel che dicevano fosse Wonderland. Di lui, almeno, sembrava ci si potesse fidare.
Will interruppe la sua corsa, ansimando con gli occhi inquieti che saettavano da una parte all'altra per verificare che non ci fosse qualche presenza indiscreta nei dintorni. «Hai liberato il Cappellaio, vero?»
Il volto di Alice si tramutò, diventando serio e carico di rabbia repressa. «Si, ma non è servito a molto...»
«Cora lo sa.» dichiarò allora Will. «Lo sa, maledizione! E vuole giustiziarti oggi stesso.»


Jefferson sentì il suo corpo ingrandirsi ed allungarsi sempre di più, fino a quando non raggiunse la sua altezza normale. Stizzito e seccato, si domandò perché diamine l'effetto del fungo fosse finito così presto, ma ogni suo quesito ottenne una risposta quando sentì una voce glaciale alle sue spalle.
«A quanto vedo, ora sei libero.»
Rimase fermo sul posto, quasi pietrificato. Era la sua voce.
Si girò di scatto, procedendo con passo marcato verso colui che aveva parlato e se ne stava comodamente appoggiato al gambo di un fiore, guardandolo con le pupille tonde e penetranti.
«Tu!» gridò, puntandogli un dito contro e tremando di rabbia. «Come osi rivolgermi la parola dopo tutto ciò che mi hai fatto?»
Rumplestiltskin si mise ritto e, nonostante fosse mezza testa più basso di Jefferson, non esitò a scoccargli un'occhiata di sfida, portandosi una mano al petto. «Io ho solo rispettato il nostro accordo.»
«E come? Consegnandomi a Cora e facendomi rinchiudere per tutto questo tempo?» lo accusò il Cappellaio, con il viso rosso e gli occhi spalancati.
«Pensavo che questa esperienza ti avesse insegnato qualcosa...» Rumplestiltskin sorrise. «Per esempio che non bisogna abbandonare le persone che ti porgono un aiuto prezioso.»
Jefferson abbassò l'indice e fissò il folletto senza capire. «Di che cosa stai parlando?»
«Della povera fanciulla che hai abbandonato al suo malaugurato destino, ovviamente! La giustizieranno molto presto per averti aiutato.»
«Devo tornare da Grace, nulla ha più importanza di questo. Tu sai dove si trova, non è così?»
«Certamente.» rispose Rumplestiltskin. «Tuttavia, la Regina Cattiva ha lanciato un sortilegio e...»
«Lo so cos'è successo. Voglio solo sapere dov'è mia figlia, me lo devi.»
«E' nello stesso luogo da cui proviene Alice.»
Jefferson arretrò, come se fosse stato colpito da un pugno invisibile. Non si domandò perché Rumple sapesse il nome di quella ragazza, l'unica cosa che riusciva a pensare era che gli sarebbe bastato attraversare lo specchio che stava a pochi passi da lui per rimettere tutte le cose al loro posto.
«C'è qualcosa che non torna.» affermò il Cappellaio dubbioso. «Se tu sei riuscito a tornare indietro...perché nessun altro l'ha fatto?»
Rumplestiltskin rise, allargando le braccia con fare teatrale. «Io non sono mai tornato, Jefferson. Non sono realmente qui.»
Quest'ultimo strizzò gli occhi, confuso e disorientato sempre più. Il suo cervello non avrebbe retto a tutta quella follia ancora per molto: doveva capire al più presto cosa fosse successo, oppure avrebbe perso quel poco di lucidità che ancora possedeva.
«Non capisci? Le ho dato io il cappello, in modo che venisse a liberarti.»
«Ma...perché?» gli chiese aggrottando le sopracciglia.
«Io rispetto sempre i miei patti.»
Silenzio. Silenzio assoluto.
Sentì solamente il suo battito cardiaco aumentare sempre di più, mentre ricordi lontani creduti inafferrabili si facevano spazio nella sua mente.

«Dunque devo tornare a Wonderland, intrufolarmi nel castello di Cora e pugnalare il suo cuore. Ci proverò, ma in cambio voglio...»
«Incontrare di nuovo il tuo vero amore, non è così?» concluse Rumple, esibendo un sorrisetto malandrino e per nulla affidabile.
Jefferson sospirò a fondo, ma Rumplestiltskin non poté ignorare i suoi occhi diventare lucidi al chiarore della luna. «Dimmi cosa devo fare.»”


 

Alice rimase immobile. «Ma questo è un sogno, non mi può accadere nulla di male.»
Will la prese per le spalle, costringendola a guardarlo in faccia. «Questo non è un sogno! Devi scappare e allontanarti da qui!»
La ragazza non poté far a meno di venir contagiata dall'angoscia palpabile mostrata dal Fante.
E' un sogno piuttosto reale, non credi?
«La Regina è malvagia, strappa i cuori dai corpi delle persone e pratica la magia nera; non ti puoi fidare di lei.»
Alice sospirò, grattandosi il capo con perplessità. «Se credi che scappare sia la cosa giusta da fare...»
«Maledizione Alice, certo che lo è!» esclamò Will spazientito. «Attraversa lo specchio e tornatene a casa.»
«Temo non sia più possibile.»
Ma dov'è casa?


 

*"«Basta così, Belle. Mi hai convinto.»
Con un ultimo, fluido gesto del braccio, Belle ritornò alla posizione di guardia, ed un lieve sorriso trionfante prese ad incresparle le labbra vermiglie.
Impudente
.
Irresistibile.
«Chi ti ha insegnato tutto questo, dearie?»
Rumplestiltskin avrebbe parlato di qualsiasi cosa, anche dei capricci improvvisi del tempo, pur di distogliere l'attenzione dai riccioli ribelli che ricadevano sul collo sinuoso di Belle, e che correvano a solleticarle lievemente le scapole nude e perfettamente modellate – lembi di pelle nivea ed invitante, che facevano capolino attraverso l'audace scollatura della camicia, e che lo tentavano al limite di ogni sopportazione.
Ammaliandolo.
Torturandolo.
«Garet Jax, Signore, il Capitano delle Guardie Reali di mio padre.»
«Garet Jax...sì, ne ho sentito parlare, ma è morto parecchi anni fa, proprio nella vostra Guerra contro gli Orchi, mi sembra. Non ho avuto la possibilità di incontrarlo di persona, poiché mai si è rivolto a me per stipulare un contratto. Il che in effetti fa presupporre che la sua intelligenza non fosse solo il frutto delle leggende che circolano su di lui.»
«Sono molte le leggende che circolano su di lui, Signore, ma la sua intelligenza non è mai stata solo una diceria, era un dato di fatto.» lo sguardo di Belle si illuminò di sentimento mentre si lasciava sommergere dalla marea dei ricordi, e Rumplestilskin, sensibile ad ogni più piccola sfumatura d'emozione che attraversava il volto della fanciulla, percepì chiaramente una parte di sé spezzarsi con un colpo secco e sordo proprio lì, all'altezza del cuore. E cominciò a sanguinare dentro, lentamente, senza rimedio.
«Lo ammiravi molto.»
Non una domanda. Una constatazione.
«Sì, certo, come tutti, credo. Ne ammiravo l'integrità, e l'incomparabile coraggio. Non sono molti gli uomini a questo mondo che ne dispongono in egual misura.»
Ce ne sono addirittura meno di quanto credi, sweetheart, e la bestia che sta accanto a te ne è una prova lampante. Integrità. Coraggio. Parole che mi sono del tutto estranee. Nemmeno con tutto il mondo ai miei piedi sono riuscito a liberarmi dalla certezza di essere sempre un vigliacco, inevitabilmente incapace di prendere una decisione che non ponga me stesso al di sopra di tutti gli altri e al sicuro da ogni pericolo. No, io non sono come lui, io non sono come te, perché la verità, sweetheart, è che c'è più coraggio nell'unghia di un tuo dito che in tutta la mia onnipotenza. E non guardarmi così, maledizione, come se cercassi di farmi capire che quello che scorgevi nel tuo Maestro sia presente anche un po' in me, nascosto da qualche parte, perché non è così, te lo posso assicurare. Non intestardirti a voler scovare qualcosa che in realtà non c'è, non c'è mai stato, né mai ci sarà. Io sono un codardo, Belle, un codardo ed un inetto e tu... tu non hai niente a che fare con me. E adesso...adesso capisco da dove arriva tutta la straordinaria forza che hai dimostrato quando ti ho portata qui con me. Chissà se avevi lui davanti agli occhi mentre ti strappavo via dalla tua famiglia. Chissà se è a lui che hai rivolto il cuore mentre mettevi il tuo popolo davanti alla tua stessa vita. Sarebbe fiero di te, di questo puoi esserne certa. E, d'altra parte, solo uno come lui potrebbe essere degno di te. 
E quel qualcuno, Belle, non sono io.
«Dubito che la cena si prepari da sola, dearie.» Le parole uscirono come serpi sibilanti dalle labbra di Rumplestilskin. «Adesso vuoi cortesemente lasciar perdere le spade e filare in cucina, se non ti dispiace
Delusione – dolore – nei suoi occhi di rugiada.
«Ai vostri ordini, Signore
Belle lasciò la sala d'armi sbattendo la porta, e i pensieri dell'Oscuro si tinsero di tenebra, mentre la bocca si contorceva in un ghigno inumano e spaventoso – la smorfia ferina e crudele di un demonio.
Un giorno – neanche troppo lontano – mi ringrazierai, Belle.
Credeva che almeno questo gli sarebbe stato di qualche conforto. Si sbagliava.
Non c'era alcuna luce nel suo oceano di oscurità.
Era stata solo un'illusione.''*


«Ci sono tre pietre: ametista, rubino e smeraldo. Si trovano in mondi diversi e se stretti insieme tra le dita possono avverare il desiderio che più agogniamo, uno e uno solo, ma solo la mano di una persona che possiede la magia può prenderle senza recare danni a sé stessa»
Il Cappellaio fissò il suo compagno con perplessità. «E Alice ne dispone?»
Inaspettatamente, le labbra sottili di Rumplestiltskin esalarono un sospiro, un sospiro ricco di frustrazione e ripensamenti.
Un sospiro di dolore.
Un sospiro che lasciava intendere ogni cosa e che perfino il Cappellaio colse al volo.
Arretrò precipitosamente, mentre i suoi occhi tornavano folli più di prima. «Lei è tua figlia!»
«Proteggila. Portala con te e trovate le pietre, ma attento, le pietre mettono alla prova. Tornerete entrambi a casa.» concluse il folletto che, con uno schiocco delle dita, si dissolse in una nuvola viola.
Jefferson rivolse un ultimo sguardo allo specchio dietro di sé. Avrebbe potuto attraversarlo una volta per tutte e
lasciarsi alla spalle tutta quella storia.

Ma quando avrai Grace, ritroverai anche Adele. Perché lui mantiene sempre i suoi patti."



*”In the Morning You Always Come Back”; padme83 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2809978&i=1





Here I Am!
Salve di nuovo :D Allora, arriviamo subito al dunque. Intanto ringrazio moltissimo - e di nuovo lol - padme83 per avermi gentilmente dato la possibilità di pubblicare parte della sua raccolta nella mia storia.
Ma ora arriviamo al capitolo. Succedono un sacco di cose: per cominciare, un William Scarlett al servizio della Regina di Cuori sembra voler aiutare Alice avvertendola che Cora vuole liberarsi di lei per aver lasciat scappare il Cappellaio.
Jefferson, invece, incontra una persona speciale e si viene così a sapere che Alice è la figlia di Rumplestiltskin. Interessante, eh?
In un primo momento sembrerà cedere al suo egoismo ma, ripensando al patto di Rumple e a ciò che ne guadagnerebbe, decide di restare. Ora spetta a lui andare a liberare Alice e trovare le Tre Pietre che daranno ad entrambi l'opportunità di tornare a casa.
Oppure no?
Al prossimo capitolo! c:
Frannie.

   
 
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