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Autore: cristal_smeraldo48    10/09/2015    1 recensioni
Una ragazza dal passato ignoto e con un chakra fuori dal comune entrerà a far parte dell'Akatsuki. L'allieva di Pain dovrà affrontare prove con la squadra di criminali più famosa del mondo e scoprirà la natura dei suoi poteri. Tra le tante avversità troverà conforto nei suoi amici e, forse, in un nuovo amore che man mano sboccerà con il più misterioso dei membri.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Sasori/Deidara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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<< Avanti sbrigati è molto tardi e la riunione comincia tra una mezz'ora, se non ti muovi ti lascio qui e te la vedi da sola >> il mio maestro è sempre stato incredibilmente dolce e affettuoso << Arrivo arrivo quanta fretta che fa se arriviamo quando tutta la tua squadra già  è arrivata? >> dissi con il sorrisone che mi contraddistingueva, ottenendo in questo modo una bella occhiataccia. Lui si che è il ritratto della simpatia. << Smettila di dire scemenze e ricordati quello che ti ho detto >> inarcai un sopracciglio per la sorpresa. Beh, io non lo ascolto mai quindi non sapevo a cosa si riferisse e a quanto pare se ne era accorto visto che aveva assottigliato lo sguardo e vedevo una piccola vena pulsare pericolosamente sul collo. Mi feci piccola piccola sfoggiando un sorrisetto da bambina beccata a rubare la marmellata. Poche volte si incazzava sul serio, sempre stato un tipo calmo e paziente sin da quando l'ho conosciuto, alla tenera età di 10 anni. << Sto per ucciderti >> ma che amore... l'ho detto io che quest'uomo è il ritratto della gioia no? << Maestro come mai avete deciso di ammettermi nella squadra? Credo di non essere abbastanza capace... >> in realtà non lo pensavo affatto. Io ero la migliore, ma l'idea di unirmi con una banda di scalmanati mi allettava poco. << Invece hai tutte le carte in regola e la giusta età >> aggiunse di spalle continuando a camminare << Ti ho allenata io personalmente e conosco la tua forza... è tempo che entri in gioco >> sbuffai sonoramente ma non risposi, continuando a camminare cercavo di non cadere per via di tutta quella sabbia che si estendeva per chilometri e chilometri. Perchè una riunione di psicopatici si doveva tenere nel deserto? E non magari in una bella tenuta di montagna? << Ma non ho mai fatto esperienze >> protestai ma mi zittii al suo solo sguardo glaciale. Non se ne importava un fico secco... avrei acquisto maturità con il tempo.
" Certo come se fosse facile".
Ho vissuto per tutti questi anni in una torre d'avorio e intendevo restarci: mi piacevano gli allenamenti con il mio maestro, il quale mi metteva alla prova sapendo quanto fossi competitiva.Mi canzonava con le peggiori accuse di incompetenza per invogliarmi a dare il massimo, mi aveva insegnato tutto quello che sapevo, educandomi in vari ambiti per prepararmi a varie esigenze. Ma più di ogni altra cosa amavo la solitudine della mia casa quando lui era assente per fare ciò che mi piaceva oppure esplorare il villaggio dove ero nascosta. Non potevo andarci quando lui era in zona, me lo proibiva anche se non capivo pienamente il motivo. 
" Tu sei l'arma finale, nessuno deve conoscerti".
Il fatto di essere considerata uno strumento non mi piaceva per niente ma ero a conoscenza che se qualcuno avesse scoperto le mie abilità sarei finita nei guai. E poi con il maestro mi trovavo bene, sotto l'aspetto austero e severo, c'era un grande cuore. Io lo so. Lo conosco bene. Mi ha sempre trattato come una figlia, mi ha allevato e protetta. Non so quale segreto nasconda sotto quegli occhi sempre tristi ma deve essere qualcosa di tremendamente angosciante. Anche la sua amica è così. Ci veniva a trovare spesso e passavo molto tempo con lei quando stavo lì. Era l'unica persona con cui mi era permesso avere contatti, mentre gli altri della squadra non sapevo neanche che aspetto avessero. In realtà fino ad un mese fa non sapevo neanche l'esistenza dell'organizzazione, ma in questo modo adesso mi spiego le continue scomparse del maestro. Di certo però non me lo aspettavo.
Un giorno mentre mi stava allenando mi prese in disparte e mi guardò con la sua solita faccia inespressiva << Entrerai nell'Akatsuki, ragazzina >> ci aveva preso gusto a chiamarmi così dal nostro primo incontro << Farai parte della squadra che non riuscirai a sconfiggere >> lo fissai con espressione da ebete visto che non avevo capito di che accidenti stesse parlando e, a causa del fatto che odiava essere interrotto, conseguenza la morte, non mi era concesso fare domande; quindi continuai ad annuire meccanicamente. Quando concluse il suo discorso sull'atteggiamento da avere e di non far sfoggio delle mie tecniche segrete potei chiedere << Ehm... maestro... io non ho capito niente >> si accigliò non poco e sospirò<< Non avevo dubbi... cosa esattamente non ti è chiaro, ragazzina? >> lo odiavo quando faceva così, per lui si doveva sempre sapere tutto, era come scontato... mica si nasce imparati? Nooo ma lui è un dio...lui si. Mormorai piano per paura di ciò che stavo per domandare e della sua reazione << Cos'è l'Akatsuki? >> di certo non era un piatto prelibato, altrimenti avrei saputo subito cosa fosse. Al contrario di quello che mi aspettavo lui roteò solamente gli occhi e mi rispose con il tono più atono che sapeva fare << Devi solo sapere che siamo un'organizzazione con il solo scopo di fare soldi...per ora... >> le ultime due paroline suonarono flebili tanto che pensai di essermele immaginate. Successivamente venni spedita in camera mia per la doccia poichè dovevamo cenare.
<< Ehi maestro quanto ci vuole ancora??? Sono stufa di camminare >> scostai la frangetta che ostacolava la vista con uno sbuffo, l'avrei eliminata quella cosa prima o poi << Siamo arrivati e ricordati di non chiamarmi maestro... loro non devono sapere niente... per te sono il capo siamo intesi? >> annuii solamente, annoiata. Questa storia già mi stava sulle scatole.


La riunione dell'Akatsuki si teneva nel covo nelle vicinanze di Suna e io e il mio compagno ci stavamo dirigendo in quel luogo con passo spedito poichè non potevamo giungerci in ritardo. Pain odiava aspettare e di certo una sua ramanzina era l'ultima cosa che volevo,già odiavo essere comandato a bacchetta da lui. Sospirai animamente ottenendo l'attenzione di Kisame << Itachi-san si sente bene? >>si preoccupava come sempre molto per me e la mia salute che da pochi giorni peggiorava << Non preoccuparti, sto bene>> risposi con il mio solito tono continuando spedito il mio cammino << Io non capisco perchè c'è questo bisogno di un nuovo membro. Non ne siamo già abbastanza? >> interruppe il silenzio con questa frase enigmatica. Certo era strana la necessità improvvisa di una recluta ma la notizia non mi sbilanciava più di tanto. << Sono certo che ha le sue buone ragioni >> ma anche io non ne ero del tutto sicuro; dopotutto già eravamo una squadra molto forte ma uno in più di scorta non fa mai male. << Siamo arrivati >> aprii il nascondiglio con il sigillo appropriato e ci addentrammo nel buio.
 Nel salone già si trovava la buona parte dell'organizzazione. Diciamo che mancavano solo Pain e il nuovo alleato. Mi sedetti e attesi in silenzio ignorando le occhiatacce di Deidara e le varie parolacce di Hidan sul ritardo di, come lo definiva lui, "Pel di carota". Non capirò mai come quel ragazzo con solo quattro parole era capace di farmi drizzare i capelli per il disgusto. Ritenevo un'enorme seccatura le riunioni occasionali per non parlare di quelle che si dilungavano. Il capo era stato ben muto sul motivo dell'incontro di questa banda di imbecilli se non qualche indizio sfuggevole su un nuovo membro e di un esame di selezione. Ma di cosa? Voleva cacciare qualcuno per fare spazio alla nuova entrata? La cosa mi allettava non poco visto che così ci poteva essere un pò di pulizia qui dentro,ma non era detto che il nuovo arrivato fosse migliore. La noia mi assaliva a tal punto che decisi di ritirarmi nella mia stanza e godermi la beata solitudine in tutto il suo splendore. Camminai fino al mio rifugio con tranquillità e quasi meccanicamente, entrai e chiusi la porta alle mie spalle con un sospiro. Cominciavo a stancarmi di tutta quella marmaglia, l'unico un pò più simpatico e con un pò di intelletto era Kisame. Gli altri aspiravano solo a futili battaglie per divertimento e correvano dietro una causa che non li aspirava minimamente e di cui non conoscevano il reale significato. Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi. Ero troppo stanco e ogni tanto la tosse mi assaliva, bruciante, e causava dolori sulle tempie. Conoscevo bene quel sintomo: era l'effetto dello sharingan infinito e non potevo curarlo. O meglio non con le medicine.Ci volevano gli occhi di mio fratello per eliminare tutta quella sofferenza e fu in quel momento che riaffiorò nella mia mente il mio amato fratellino, solo a Konoha, deciso a farmi fuori, a vendicare un clan di cui egli stesso non sapeva i più oscuri segreti e mi morsi il labbro per scacciare via quel pensiero.
Il mio riposo durò qualche minuto poichè Kisame venne a bussarmi per avvertirmi dell'arrivo del capo. Mi tirai su debole avviandomi verso il salone accompagnato dal mio compagno << La tosse non vuole andarsene, eh Itachi-san? Le conviene prendersi qualcosa >> sempre premuroso ma la mia malattia è degenerativa, non c'era niente da fare.  << Hn si stai tranquillo...piuttosto lo hai visto? Allora sembra forte? >> chiesi per sviare la conversazione cosa che non poté non notare ma mi assecondò << Beh...in realtà la cosa è più buffa del previsto >>  sghignazzò lui. Io lo guardai di sottecchi non capendo cosa volesse dire ma le mie domande vennero bloccate quando arrivammo nella sala. Tutti i membri si trovavano spiazzati ad osservare il nuovo componente. 
O meglio La nuova componente.
Dinanzi a me c'era una ragazza.
All'incirca di 16-17 anni.
Capelli lunghi rossi raccolti in due code basse laterali.
Due grandi occhi azzurri.
Un corpo formoso (e non poco) racchiuso in una salopette con sotto una maglia arancione.
Alla caviglia destra la retina solita dei ninja.
Sull'altra caviglia le bende bianche.
Scrutava tutti accigliata e sembrava già infastidita nel trovarsi con così tanti maschi. E come se non bastasse teneva un accesa discussione, a quanto pare, con Hidan. Infatti tra i due sfidanti c'era Konan che tentava di tranquillizzare gli animi con la calma che le apparteneva e Pain che manteneva il braccio della ragazza.
Il dibattito si interruppe al mio arrivo, gli occhi celesti mi scrutavano dall'alto verso il basso.
"Cominciamo bene, una snob."



Non potevano scegliersi un posto più schifoso come punto di incontro. Sin da quando il maestro aveva eliminato il sigillo per farci accedere avevo la netta sensazione che mi sarei ritrovata in un porcile. A quanto pare ero positiva. Sarei stata più a mio agio in una pozzanghera di fango. I corridoi di quello che si definiva "luogo dove ci abitavano delle persone periodicamente" erano praticamente invisibili, sotto strati di una polvere e roba appiccicosa. Cominciai a starnutire dopo il primo passo << Mae...ehm capo... una donna delle pulizie la vogliamo trovare? >> ironizzai per non scoppiare a piangere. Ero una maniaca dell'ordine e del controllo che per me era tutto; il controllo è sinonimo di potenza. Ma in quello spazio non solo non c'era il minimo interesse per l'igiene che, poverina, era scappata urlando, ma anche per la salute degli abitanti!! Si sa che vivere in un luogo sporco facilita il proliferarsi delle malattie e, per quanto sia stata addestrata alle arti mediche, non avevo intenzione di fare la crocerossina. Ero portata per le lotte, non pe fare la mammina di una banda di criminali. << Vedi di eliminare questa tua simpatia e di essere impassibile a tutto... ti ho insegnato che le emozioni, così come la tua vivace voglia di scherzare, non ti portano da nessuna parte >> e mentre lui mi faceva la solita ramanzina sull'autocontrollo io roteavo gli occhi: era vero che mi lasciavo trasportare dagli impulsi e dall'emotività ma non mi avevano mai portato verso la sconfitta, mi davano forza e perspicacia, nonchè una buona dose di coraggio e caparbietà. Se poi si mette il fatto che è grazie a queste due varianti che i miei poteri si manifestano, il tutto è un mix esplosivo di puro godimento . E lui lo sapeva. Il problema sta proprio in quest'ultimo aspetto: possono prendere il sopravvento ed essere dolorosi. << Eccoci, mi raccomando ragazzina >>disse alla fine di quella lunga rete di corridoi tutti uguali che non riuscirò mai a memorizzare., se ero arrivata fin lì lo devo solo all'inseguimento del maestro. 
Sospirai e varcai la porta. Sgranai prima gli occhi poi li chiusi in due piccole fessure.
"Questo è un incubo"
Pensai osservando un branco di uomini che mi guardavano a loro volta come cani famelici.
 Da quanto tempo non vedevano una donna? Okay che sono un bel pezzo di ragazza ma chiudere le bocche?
<< Salve, sono felice di rivederti... come sai io sono Konan >> si presentò questa.
"Una FEMMINA!!! Una della mia razza...che gioia immensa"
<< Molto piacere io sono... >> ma qualcuno con toni gentili e amorevoli mi interruppe << UNA DONNA??? MA MI STATE PRENDENDO PER IL CULO?? >> a parlare fu un ragazzo dai capelli platinati, tirati all'indietro, occhi ametista e una meravigliosa falce in spalle << Volete dirmi che il nuovo membro è questa qui?? Ma state scherzando? >> i miei nervi suonavano come campanelli di allarme << Non vedo dov'è il problema, pagliaccio. Si sono una donna ma fidati, sono trenta volte più forte di te >> se questo era il modo per fare amicizia devo dire che mi meritavo un premio, ma quel tipo aveva il cervello meno sviluppato di uno scoiattolo. Era rimasto all'epoca della Preistoria dove il sesso femminile stava in casa e quello maschile a cacciare? 
<< Hidan non farti riconoscere...porta rispetto >> si intromise Konan supportandomi. Ovviamente per lei altro non è che un bene avere una ragazza in squadra visto che fino ad adesso era l'unica. A quel punto girai lo sguardo per vedere che idioti c'erano: uno con i capelli rossi stava tranquillamente seduto sul tavolo e curava una specie di bambolina, una sottospecie di pianta, che alla vista mi ghiacciò il sangue nelle vene, mi fissava,e parlava tra sè e sè indecisa se mangiarmi o meno( più precisamente la parte bianca lo era), un uomo dalla pelle scura che borbottava qualcosa sui conti e nuova bocca da sfamare e, infine, un ragazzo biondo, più o meno della mia età, che mi osservava in silenzio. Contando mi accorsi della mancanza di due teste e borbottai tra me e me: il maestro si era lamentato tanto del ritardo e qui non c'erano ancora dei soggetti. 
<< Col cazzo... mi ha chiamato pagliaccio!! >> si lamentava questo Ivan, Haden o come cavolo si chiamava, con i nomi ero una frana << Beh uno che si innervosisce solo per l'arrivo di una donna deve avere dei problemi con il gentil sesso e ha paura di fare una figuraccia >> lo schernii aumentando la sua rabbia. Amavo litigare con le persone irascibili perchè erano le più facili da annientare. << Ma come ti permetti... adesso ti sacrifico a Jashin-sama e vediamo come diverti >> e prese la sua falce. Sinceramente non  avevo capito una parola. Sacrificare? A chi poi? Quel tipo era un matto oltre che rozzo ma non conoscendo le sue abilità mi preparavo allo scontro. 
" Grandioso...il tuo primo grande amico...complimenti..."
<< Smettetela subito >> interloquì la voce del maestro, avvicinandosi << Ti avevo detto di essere impassibile e di non accendere emozioni >> mi sussurrò quando mi prese un braccio e poi si rivolse a quell'altro << Non voglio scontri tra colleghi se non per necessità, Hidan, le conosci le regole >> l'autorità della sua voce era diversa da quella che usava con me. Sembrerà strano ma a differenza del tono con cui aveva parlato con il ragazzo, le ramanzine verso di me erano più dolci. << Ma capo questa mocciosa...>> ma si interruppe allo spalancare della porta.
Tutti gli occhi si rivolsero verso i nuovi arrivati. 
C'era un tipo stranissimo con la pelle azzurrina, alto quanto un palazzo, sembrava un parente lontano di un pesce o la sua versione evoluta. Quello che lo affiancava era un ragazzo dai capelli neri raccolti in un codino e occhi neri.
Mi stava scrutando come se fossi la reincarnazione di un fantasma.
" Uno meglio dell'altro devo ammetterlo".


SSSSSAAAAALVEEE,
non so come mi è venunta in testa questa cosa ma vabbene....ho pensato ehi adesso scrivo una storia complicata sull'aka che taaaaaaanto amo così come Itachino ed eccomi qua.... spero che il primo capitolo vi sia piaciuto fatemi sapere come la pensateeeee
Alla prossima,
Cristal_smeraldo48
  
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