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Autore: FlyingTrain    10/09/2015    0 recensioni
Non sei tu ad aver appreso la rotta.
E' il mare a prevedere ogni tua mossa e a conoscere anche la più innocua delle tue debolezze.
"Ho atteso da tutta la mia vita di intraprendere un viaggio all'insegna dell'avventura, e ora finalmente sta succedendo."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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...Alla Svolta.


 

Old Roger si sentì ardere di frustrazione. Anni e anni dediti ad una sequenza di imprese miracolate, ad una vita spericolata, gremita di sfide e nemici vinti a palate, gettati al vento per un'insulsa scaramuccia come un'altra, contro una bambina poi. Su questo non ci pioveva, era incontenibile la riluttanza al voler credere che la situazione in cui si erano cacciati fosse inconfondibilmente reale, e si stava consumando tutt'ora sotto i loro occhi.
Ma la resa dei conti non era ancora giunta al termine. Tra pochi minuti, anche quest'altro grattacapo non sarebbe più appartenuto alla banda dei suoi veri problemi, e per giunta decisamente più seri.

Un'idea geniale di colpo lo illuminò. Dopotutto era pur sempre la sopravvivenza la meta finale che ogni pirata sognava di ottenere alla chiusura di uno scontro, e un capitano era addestrato in particolar modo a quello .“Avrei da proportelo io adesso, un affare allettante, quanto certamente irresistibile per chiunque conservi anche solo un ultimo granello di materia grigia.”

“No,” Bella si compiacque alla convinzione con la quale aveva rifiutato di getto. “sono io a dettare le regole adesso.” lo freddò istantaneamente.

Si morse un labbro pensierosa: forse era maledettamente precipitosa alle volte, o magari era solo l'ebrezza di quel momento a farle credere di star calcando troppo la mano. Fatto sta che il coltello dalla parte del manico occupava il suo palmo adesso, e letteralmente parlando.

Old Roger le scostò una ciocca di capelli dal volto con le dita grossolane della mano libera. “Non posso fare altro che sciogliermi dinanzi a cotanta aggressività…” Ella tirò indietro la testa, piegandola di lato, irritata.

Era un'allusione perversa per caso? Forse aveva inteso male, ma Bella avvicinò al suo mento la lama di un altro centimetro contato lo stesso. Roger proseguì senza lasciarsi intimidire nemmeno per un secondo da quel gesto. “non faresti un torto a nessuno, prestando brevemente attenzione alle parole che ho da offrirti, eccetto che a te stessa. Sbaglio?”

Indecisa, ma non del tutto manipolabile, alla fine la ragazza allentò la stretta intorno all'impugnatura, fino a ritirare la presa.

D'altronde, come aveva chiaramente espresso quel babbeo, non aveva niente da perdere, se non un'occasione in più di uscirne vive entrambe le parti. E non poteva neanche augurarsi che il suo braccio reggesse ancora a lungo la minaccia. A proposito, cominciava già a percepire i primi accenni di dolenza. Annuì un tantino fiduciosa di sbrigare la faccenda al più presto con una soluzione equa. “…okay, parla in fretta.”

“La mia nave e il mio equipaggio, in cambio della mia libertà. E il giovanotto rimane con me. Mi farebbe comodo una spalla, per non parlare di un'assicurazione. Non vorrei svegliarmi domattina con la spiacevole sorpresa di una tua visita. Senza offesa tesoro, sei molto simpatica, ma credo che per il bene di tutti le nostre strade debbano restare divise.”

“Che cosa?!”

Il membro che prima del duello non si era staccato neanche per errore dal braccio del suo superiore, come un cagnolino che scodinzola intorno al proprio padrone, aggrinzò la pelle del viso in una smorfia contrariata, ma profondamente sconvolta. E come Bella aveva sospettato, dietro alla facciata da gradasso, si nascondeva evidentemente il turbamento di un figlio che teme di essere abbandonato sul ciglio della strada dalla codardia del padre stesso.

Non c'era un briciolo di filo logico in tutto ciò, pertanto Bella ignorò John, e si apprestò a mettere in chiaro quello che tutti stavano pensando. “Non se ne parla. È una follia quella che avete avanzato.”

Ormai ognuno metteva bocca per conto proprio, e si sollevarono altre proteste perplesse.

“È uno scherzo? Ci mollate così? Non può essere, questo è decisamente uno dei vostri piani per tirarci tutti fuori dai guai…vero?”

“Ma quindi il primo ufficiale diventerà il nostro capitano? Sono confuso..”

“O il capitano è uscito fuori di senno, e ora è diventato pazzo da legare, oppure io ho qualche sardina rimasta incastrata nell'orecchio, e quindi non ci sento più tanto bene.”

Old Roger fece un gesto indecifrabile con le mani. “Rilassatevi tutti quanti adesso. Vi lascerei in buone mani, avete visto, no? Com'è riuscita facilmente a costringermi a desistere, a mettermi nel sacco in un baleno, e con un geniale trucchetto devo dire. Inoltre, presto o tardi sapevamo tutti che sarebbe arrivato anche il momento dei nostri saluti. Percepisco che vi mancherò, questo non lo metto in dubbio. Ma perdonatemi, l'occasione casca a fagiolo, ed io ne approfitto senza pensarci due volte.”

Il capo inquieto di Calico John si agitava sempre più allibito e confuso. “..A-anche se fosse, che scusa dovremmo cacciare con Davy Jones? È- quello è solo un vostro problema!” Cercava di non dare a vedere che fosse afflitto, cambiava discorso, gesticolava, balbettava frasi sconnesse, ma il primo ufficiale aveva sperimentato già in passato di essere perso senza una guida.

Un complesso di “già” sollevatosi a favore della tesi di Calico, fece allungare indietro un passo incerto di Roger, che alzò le mani per la resa. 
“Questo mi ferisce. Finché il vecchio Roger si spaccava la schiena, e sgobbava sulle cartine per condurvi al benessere, quello di Jones diventava un problema di tutti. E ora solo perché do le mie dimissioni pensate che me la debba cavare da solo? Ci penserà la signorina Bella a trarvi in salvo da lui, seguendo il lavoro che avevo già iniziato io, ma che sempre grazie a lei, è andato perduto.”

“Per vostra sfortuna, avete omesso che io non farò niente di tutto ciò.” tirò le somme lei.

Il lupo ruotò platealmente il capo ghignando, le mani sospese all'aria proprio come il tempo in quell'istante. Passò la lingua tra i denti scoperti. “Allora puoi iniziare a dire addio al ragazzo.”

In un batter d'occhio catturò Julian e se lo costrinse addosso puntandogli il filo della lama contro la giugulare.

Il ragazzo tentava forsennatamente di liberarsi, alla fine rinunciò serrando le palpebre sfinite.

Bella scattò prontamente in avanti. “No, vi prego!”
La paura le logorava il fegato.

Esattamente la reazione che lui desiderava scatenare per metterla in guardia sulla verità che in tutto questo tempo non era mai stata lei a tenere in mano le redini della situazione. Grazie al cielo, il filibustiere godeva di una marcia conoscenza sulla virtù e sull'altruismo umano. Il sopracciglio gli guizzò curvandosi come un pesce, quando, a tratti, lo si scorge saltare fuori dall'acqua, sulla cresta dell'onda. “Cominci a ragionare?”

Con un debole filo di voce, Julian la rassicurò. “Tranquilla, fa’ tutto ciò che ti chiede lui.”

Roger finse spudoratamente di rimanere a bocca aperta, sorpreso.“Vedi come è sveglio il ragazzo? Non avrei potuto scegliere di meglio, come sempre.”

Bella sorvolò adirata, e gli parlò di sopra, sul punto di piangere, guardando Julian dritto negli occhi. “Non me ne andrò via senza di te.”

Per un istante, un mezzo sorriso stanco e complice si materializzò sulle labbra secche di Julian. “Non temere principessa, ci rincontreremo. Non finisce qui, non è tanto facile liberersi di me.”

Roger imitò una lacrima di compassione, e se la cacciò subito via tornando a ridersela. “Aaw, siete adorabili.” 
E volendo distrarsi dal momento tutto smancerie che condividevano i due barbosi e smielati fanciulli, prese a camminare nella direzione della faccia sconsolata del primo ufficiale. “Portatela alla mia nave, ma fate in modo che non vi scappi di mano, dopo di ché potrete anche allestire una festicciola in onore al nuovo capitano. Intesi?”

In che altro modo poteva ribattere, se non accennare un ultimo, e definitivo, fievole sì con la testa.

A Bella fu permesso di avvicinarsi a Julian per salutarlo.
Intrecciando le dita come per la prima volta vittima di un segno di timidezza, allungò qualche piccolo passo verso di lui, quando Roger li lasciò da soli per andare a recuperare i suoi unici, seppure essenziali, affetti personali, come una fiaschetta e una bussola.

“Anche se non sono trascorse nemmeno ventiquattro ore da ché ci conosciamo, avrei preferito di gran lunga continuare a litigare con te, piuttosto che lasciarti qui.” Serrò la mascella, difendendosi probabilmente dalla tentazione di scoppiare in lacrime. “E invece, a quanto pare, sembra impossibile ma dovrò proprio imbattermi in non ho ben capito quali peripezie, con un certo Jo-qualcosa, a zonzo per l'oceano, nella pessima compagnia di questi scarti umani..”

“Ti ho sentita.” esclamò Roger da lontano, ma come da copione, indifferente, e per niente toccato.

Julian contorse le labbra, mentre ammirava altrove schivo, con le braccia tirate, e le mani seppellite all'interno delle tasche. Ritornò con gli occhi vigili su di lei, e con una punta di maliziosa complicità, la stessa di poco prima. “Lo so, anche a me mancheranno i nostri battibecchi. Ma se stai facendo questo sacrificio per me, allora sappi che non devi proprio.”

Lei con l'indice lo zittì. Sorrise lievemente, ma forse sofferente. “Però devo.” disse soltanto.

Staccò la mano dal suo volto, e infine salì sulla punta dei piedi, si aggrappò al colletto della sua camicia, e lo abbracciò. “Addio Julian.”

Il ragazzo inizialmente sorpreso, sospirò profondamente, e la circondò a sua volta con le braccia muscolose in giusta misura. “Addio…credo.”

Ancora non si era separata da lui, e percependo alle sue spalle che i marinai avevano smesso di prestargli confidenza, ne approfittò. “Stammi bene a sentire. Adesso tu te ne andrai da bravo cagnolino che scodinzola allegramente quale sei. E seguirai il pirata senza fiatare, e soprattutto senza opporre resistenza, hai compreso bene l'ultima parte? Io tornerò a prenderti sul serio. Ma prima ho bisogno di un po’ di tempo, e ancor prima ovviamente dovrò lavorare sodo per guadagnarmi la loro fiducia, finché non mi renderò conto di averli totalmente schiavizzati al mio di servizio. E se le cose andranno come previsto, accontenteranno incondizionatamente i nostri interessi alla fine. Ah e, non lo faccio solo per te. Mi servi, dato che insieme scopriremo cos'è capitato ai nostri genitori. E io voglio assolutamente trovarli, a tutti i costi.”

Con la faccia affondata nel vestito dal tessuto morbido che ricopriva la spalla di Bella, ci mancò poco che Julian non finisse per sbellicarsi dal divertimento. Si limitò a ridere a bocca chiusa, e ad allentare la presa intorno ai fianchi della ragazza. “Bene, ma non ritardare troppo miss do sempre ordini a tutti, ora anche ai contrabbandieri, o per allora sarà tardi, ed io sarò già morto. Ma l'idea non mi alletta affatto.“ Passarono un po' di tempo in silenzio, poi lui le sussurrò: "Comunque i miei complimenti, davvero convincente la farsa che hai messo su poco fa’. Non ti lascerò Julian. A momenti ci avrei quasi creduto anche io.”

“Allora, abbiamo terminato con queste smancerie, laggiù?” gufò a distanza John, spazientito, mentre le sue dita intrecciavano fili di erba in veste di antistress.

 

La lunga e sfiancante camminata finalmente era giunta quasi a destinazione.

Per fortuna, con Bella avevano chiuso un occhio, e le era stato concesso il privilegio speciale di potersi spostare autonomamente, purché non si separasse, o si allontanasse eccessivamente. Le conveniva non opporsi alla rigida supervisione del cosiddetto primo ufficiale. Con la coda dell'occhio infatti, John vigilava ogni tanto anche i suoi movimenti.

Purtroppo però per lei, non era affatto facile rimanere al passo con le ampie falcate di quella ciurma addestrata alle sveltezza. Non per questo il loro lavoro implicava quotidianamente rapine, malefatte, e per ultime, ma non di meno importanti, c'erano le evasioni.

Non dovette tirare ad indovinare infine, per capire perfettamente che quello che galleggiava liberamente sull'acqua davanti ai loro occhi, era il battello di cui avevano discusso molto, o meglio, di cui Roger aveva dettato istruzioni in codice, ancor prima che si avviassero in marcia verso il porto.

Bella lo osservò come in una specie di trance, con gli occhi spalancati difronte all'impressionante ed ingente grandezza, che occupava la selvaggia costruzione di legno.

Da vicino spiccava anche una spaventosa bandiera nera, garrire al vento. E ora come ora se ne riconosceva chiaramente il classico teschio collegato al concetto di morte violenta, con le tibie incrociate, e un cranio a sovrastarle sullo sfondo nero come la pece.

Dunque era quello il famoso mezzo che traghettava quei ladruncoli verso esotiche spedizioni, saccheggi, scorrerie, e razzie varie, senza mai essere colti nel sacco a quanto pare, grazie alle loro scaltre abilità. Buono a sapersi: doveva tenerselo ben a mente, perché in qualche modo avrebbe fatto di tutto per sopravvivere. Sopravvivere era la chiave a tutto, se aspirava davvero a rintracciare suo padre. Gli avrebbe scortato personalmente il resoconto degli eventi trascorsi, così che il governatore avrebbe acciuffato, con l'aiuto delle alleanze stipulate ultimamente, i tanto ambiti pirati. E non solo, immaginava già il successo che avrebbe riscosso il suo paese da tutto ciò.

Li avrebbe guardati con orgoglio, venire sbattuti in cella, mandati alla forca, e il nome di sua madre sarebbe stato finalmente rivendicato, e onorato, come meritava di essere. E tutte queste meravigliose aspettative le erano state servite inconsciamente da Roger su di un piatto d'argento, nel momento stesso in cui si era fatto da parte, e tolto dai piedi.

Chi ha la vittoria in pugno, adesso?

Per via dello stupore, e della positiva fiducia riposta nel futuro, non si era minimamente accorta dei corpi giacenti a terra e sanguinanti, che con ogni probabilità appartenevano alle guardie reali. Uomini d'onore delle forze armate, difensori degli innocenti, uccisi soltanto per permettere alle nullità, agli sprechi umani, di compiere ulteriori atti vandalici. Erano passati a miglior vita troppo presto, magari con una famiglia a carico, che quella sera avrebbe atteso invano un loro rientro a casa.
Possibile che non esistesse una parte di loro, una chiazza pura, del bene, che patisse dolore, o pietà, per i loro peccati, soprattutto quando arrivavano a strappare delle giovani vite?

Una volta radunati tutti difronte le scale, si voltarono verso di lei.

Puntualmente qualche anima gentile- si fa per dire- un uomo sgualcito in volto, le occhiaie, un tipo gracile, provvisto di gobba alla schiena, difficile da associare alla malavita, si apprestò con arroganza- si, era decisamente uno di loro- a darle spiegazioni. “Siete voi a guidare la Tenebra adesso, quindi prego, inaugurate pure il vostro vascello.”

“Ah.” si ammutolì, intenta solo un attimo prima a fare tutto il possibile, giudicandola affrettatamente un'impresa non poi così difficile. Indugiò inarcando le sopracciglia, in attesa di altre risposte più efficienti. “Ergo, cosa mi tocca fare adesso?”

Calico John roteò gli occhi e sbuffò rumorosamente. Abituato a prendere quasi spesso posizione, almeno in assenza del superiore, si prese la briga di alzare la voce. “Ergo, come dite voi, cessate di blaterare! Pertanto armatevi di buona pazienza, e salite a bordo senza fare storie, o di questo passo faremo notte!” Con le mani poggiate ai fianchi, oltrepassò il silenzio fatto di incertezze di Bella, senza guardare in faccia nessuno, l'espressione indurita. In cima alle scalette si voltò. “Allora? Vi sbrigate, o gradite di più dormire sul molo?”

Neanche il tempo di finire di parlare, che l'intero equipaggio scattò, e in men che non si dica la ragazza si ritrovò ad essere l'unica rimasta a terra.

“Avanti tutta.” berciò John, più a suo agio del nuovo capitano.
 


La piatta routine non aveva regalato a Bella molte occasioni di contemplare orizzonti, apprezzare le sfumature dei tramonti, o viaggiare. La sua vita non l'aveva mai portata a chiedersi cosa si provasse veramente, morendo dalla voglia di fondersi in un tutt'uno con le spettacolari bellezze della natura, addentrarcisi, scoprirle a fondo per poterne raccontare dettagliatamente in giro a chi non aveva goduto della sua stessa fortuna.

Mancava la cornice scalfita in legno, e il panorama avrebbe sostituito la copia originale del ritratto appeso sulla parete del corridoio, a palazzo.

Pur abitandoci, non aveva mai notato quanto Percy Halt somigliasse in ogni singolo tratto ad un ideale approssimativo di paradiso. E doveva essere così anche per qualsiasi altro luogo nel mondo, che fosse ammirato dall'esterno, e con una precisa prospettiva.

La distesa del mare era calma, ma alcune onde instancabili si infrangevano ancora lungo lo scafo, e qualche meccanismo nella sua testa aveva deciso di iniziare a deliziarsene. Chi l'avrebbe mai detto, che il mare si poteva percepire come un luogo di piacevole quiete. In particolare da quando avevano preso il largo, e ognuno si impegnava, zitto, con la testa chinata sul proprio lavoro.

“È affascinante, vero?”

Bella indirizzò gli occhi per riconoscere la fonte di tali parole. Le prime premurose che le venivano rivolte da ormai quasi un giorno.

Poteva per lo meno dire di conoscerli tutti quei marinai, ma solo di vista o di sfuggita.
L'uomo corpulento sulla cinquantina circa, con i boccoli dei lunghi capelli scuri che gli sfioravano le spalle, aveva uno sguardo vissuto, stanco e quasi malinconico.

Spiazzata, Bella gli sorrise sinceramente, un gesto spontaneo, e per un secondo corrotto dalla compassione.

Il pirata, con un gesto pacato, sistemò i gomiti sulla sporgenza, e lei poté notare con triste stupore che aveva perso una mano. “Qui sono tutti scorbutici, e intenti a sputare continuamente ordini.” assunse un'aria comprensiva che intendeva metterla a suo agio. “Ritengo che sia oltremodo preferibile isolarsi e passare il tempo in compagnia dei propri pensieri, non trovate anche voi?”

Si limitò ad annuire, trovandosi pienamente d'accordo con quel ragionamento, ma anche non sapendo che altro dire, che potesse essere formulato come una risposta soddisfacente al punto di dare il via ad un discorso di senso compiuto. Per di più si chiedeva dove fosse nascosto il trucco, perché quell'uomo non poteva comportarsi semplicemente come una persona gentile. Mai abbassare la guardia in situazioni del genere.

Lo vide sospirare in silenzio. Gli occhi fissavano l'ormai distante isola, come alla ricerca di uno spillo mancante e disperso chissà in quale punto introvabile. “Io sono Isaac comunque.”

“Piacere.” Rispose e basta, volendosi vietare di essere indiscreta. Ma fallì. “Se posso chiedervelo, perché siete gentile con me?”

Si accigliò. “Certo che potete chiedermelo!” incalzò subito. “Ascoltate, voglio essere schietto e sincero, le mie intenzioni non erano malvagie. Anche perché, cosa pensate che me ne possa venire in tasca prendendovi in giro? Io a bordo di questa nave non sono nulla più che un cuoco. Tuttavia credevo che vi avrebbe tirato su il morale un po’ di buona e sana compagnia. Soprattuto dato che entrambi abbiamo alle spalle un passato analogo, più o meno.”

Immediatamente Bella ne volle sapere di più, intrigata ora come mai. “Cioè?”

Una scintilla brillò nell'occhio di Isaac, che strinse la mascella, senza investire troppa fatica all'interno del gesto. “Quel giorno non sarei nemmeno dovuto uscire di casa.” sulle sue labbra scappò un sorriso trasparente quanto amaro. “Mia moglie me lo disse, fuori era troppo pericoloso. Avevano previsto l'arrivo di un'imbarcazione sospetta. Ma io non volevo crederci, era da mezzo secolo che ormai Percy Halt non veniva saccheggiata. Credevo ci avessero rinunciato. E invece, mi sbagliai di grosso.”

A Bella le si raggelò il sangue. Deglutì pesantemente, notando che lo sguardo di Isaac si era perso a ritroso nei ricordi, stava viaggiando con loro, riviveva quella storia, e con ella tutta la sofferenza patita. “Poi cosa accadde?”

Isaac spostò soltanto per qualche istante l'attenzione su di lei, sorpreso di sentirla davvero interessata. Avrebbe voluto prender fiato ma non ci riusciva, così infine decise di proseguire concentrandosi sulle onde che danzavano in pace sotto di loro. “Si erano prefissati uno scopo preciso: giungere indisturbati a palazzo. Quindi tra il popolo si sparse questa voce, ma io non feci in tempo a tornare a casa. Volevano far fuori prima noi.”

La ragazza prese contezza, e anche la sua memoria si risvegliò, sciolta come neve alla luce del sole, e la convinse a fermare nuovamente quel racconto. “Aspettate: a palazzo? Di quanto tempo fa’ stiamo parlando esattamente?”

“Ora non ricordo bene, credo siano passati qualcosa come… sette...oppure otto anni.. Suppongo di si.”

Esattamente il giorno in cui sua madre…

Isaac non si accorse che qualcosa non andava, troppo assorto. Dunque recuperò la storia dal punto in cui era stato interrotto. “Come dicevo, non feci in tempo. Acquistai un'arma alla bottega con i pochi soldi che mi restavano. E quando arrivarono, tentai di difendermi in tutti i modi possibili. Loro però non si fecero scoraggiare, anzi, videro quanto io fossi abile, e decisero di approfittarsene come sono soliti operare. Quindi mi fecero prigioniero, e mi inserirono, senza chiedere un'opinione da parte mia, nella flotta. Rimasi in gattabuia per alcuni giorni, il resto lo puoi immaginare.”

Bella rilassò le spalle, tentando di mantenere un contegno, o lo stress si sarebbe convertito in un inarrestabile piagnisteo. Si irrigidì. Fece del proprio meglio per non tradire la tensione. Ma era difficile, perché era come riflettersi allo specchio, e guardare il volto dei proprio demoni. “Mi dispiace che voi non abbiate più ritrovato vostra moglie. Anche io ho perso qualcuno di importante quella notte. Per questo non permetterò che capiti ancora lo stesso a Julian e a mio padre.”

Il pirata abbandonò il posto vicino al suo, con uno sguardo sconsolato. “Un consiglio spassionato da un vecchio che ci è già passato. Se fossi in voi lascerei perdere, prima che il dolore vi logori fino a divorarvi più di quanto non sembri dall'esterno.”

Aveva ragione lui?
“No.” Respinse secca. “Sono tutti lì.” Non gli diede il tempo di replicare in alcun modo, indicando l'isola e aggrottando la fronte, pensando a quanto fossero pessimisti i suoi progetti. Ingoiò il nodo alla gola, e accennò un sorriso che non era affatto un miraggio, o un sogno, ma era concreto. “Aspettano che io ritorni da loro.”

Il tono del pirata fu piatto, mentre glielo rivelò:“È già tutta carne morta.”

Per qualche motivo, sentirglielo dire ad alta voce le svuotò la mente. L'accenno di speranza che la figlia del governatore aveva messo su, si disintegrò, quando osservò la schiena di Isaac svanire infondo alle scale per raggiungere la cambusa, come un punto fissato alla fine di una frase che non ha altro da aggiungere.


“Hai conosciuto Isaac?” irruppe una voce alle sue spalle. John.

Si dirigeva a grandi passi verso di lei. Da quando questi se ne era andato aveva smesso di ragionare lucidamente, le sue parole avevano già combinato troppi guai nella testa di Bella.

In quel momento lei voltò di poco la testa per osservarlo di sottecchi. “Si, sembrava simpatico, finché..”

John non perse tempo, alzò un sopracciglio, in attesa. “Finché?”

Non importava che sembrassero tutti gentili e disponibii adesso: come si era già promessa, mai abbassare la guardia. “Niente.”

John si chinò sulla corda raggomitolata a terra per raccoglierla. “Rifila sempre la stessa, noiosa, vecchia storia a ogni nostro ospite. Non dargli troppa importanza. È così che passa il suo tempo, sparlando della nostra razza per guadagnarsi qualche attenzione immeritata in più.”

Quando si lavava di dosso la maschera da sbruffone, era quasi visibile sotto una nuova luce. Sembrava un normale ragazzo, di quelli che lavoravano duramente tutto il giorno, e onestamente.

“Quindi non è vero che lo avete sequestrato come recluta durante la vostra penultima sosta a Percy Halt?”

“Oh: intendevi quello.” fu la risposta vagamente inattesa del primo ufficiale, quando alzò la testa e un ciuffo ribelle gli cascò sopra l'occhio sinistro.

Il cuore di Bella le risalì fino alla gola, già intimorita dal domandare. “Perché? Tu a che cosa ti riferivi?”

“Nulla di che” soffiò, annodando con destrezza la corda che teneva in mano. “solo uno spiacevole incidente con il patibolo e un gruppo di squali dell'atlantico. Non so se hai notato, ma gli manca la mano sinistra.” Percependo di spalle l'inquietudine sulla faccia di Bella, John la rassicurò a modo suo:“Sorridi, infondo gli è andata piuttosto bene.” buttò lì, come fosse una cosa da niente.

Quando Bella credeva che stesse per andarsene, e tornare in cabina dove si era rinchiuso in solitudine per l'ultima ora, lei lo sorprese a voltarsi, e fece scivolare lo sguardo sulla sua figura, mentre sudato, e con la maglia ben aderente alla muscolatura del petto, le propose:“Senti un po’ novellina, che ne diresti se ti accompagnassi a fare un giro di esplorazione?”

Ella strizzò gli occhi rinvenendo come da un sogno ad occhi aperti. Cessò di fissargli i pettorali, risalendo agli occhi. Le ci volle un istante prima di rispondere, ma tutto sommato scrollò le spalle dicendo:“Va bene, tanto non avrei avuto nient'altro da fare qui.”




 

   
 
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