Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: loveisjustanillusion    10/09/2015    0 recensioni
La loro è sempre stata una vita dettata dal destino. Una storia comandata da amore, disperazione, dolore e morte. Johanna, colei che aveva il dono di prevedere la morte delle persone, ma non è mai riuscita ad impedirla e Thomas, un normale ragazzo, condizionato dal suo amore per Johanna non potrà fare a meno di aiutarla nel suo viaggio. Una mappa. Una semplice mappa cambierà la vita di questi due ragazzi e non solo. Ma attenti, niente è mai come sembra.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fu una notte abbastanza movimentata, Johanna dormì a fatica, così alle prime luci dell'alba si era ritrovata in piedi a girovagare per la stanza.
Dopo aver urlato contro le infermiere, rotto il vaso con i fiori sul comodino e aver evitato i sedativi si era chiusa in bagno  e addormentata con la testa china sulla tavoletta del water.
Quando si svegliò decise che sarebbe stato meglio tornare a riposare sul materasso. Ancora intontita trascinò lei e il suo mal di testa fino a letto. Minuti che scorrevano tanto lentamente quanto l'avanzare delle lancette  parevano interminabili a parere di Johanna. Continuava  a domandarsi il motivo dell'assenza di Thomas.
Il giorno prima avevano avuto una litigata abbastanza brusca e lei era anche svenuta, ma Thomas non l'avrebbe mai abbandonata dopo averla vista inerme sul pavimento di quell'orrenda casa in cui si erano imbattuti cercando un posto lontano da occhi indiscreti.
Da mesi le persone li additavano e borbottavano pettegolezzi sulla loro relazione e sulla pazzia che poco a poco si stava impadronendo di Johanna.
Johanna si avvicinò al comodino e esattamente sotto i suoi piedi trovò la risposta ai suoi continui punti interrogativi.
C'era una lettera, era umida, si doveva essere bagnata quando poche ore prima aveva lanciato il vaso con rose scarlatte e l'acqua aveva formato varie pozze di dimensioni diverse fra loro.
Le aveva messe un'infermiera che aveva sentito la storia di questa giovane ragazza: impazzita col compimento dei diciott'anni e abbandonata dalle persone a lei più care - come fosse una novità - e per rendere più piacevole quella stanza così monotona le aveva regalato quel grazioso mazzo di fiori che non avevano intenerito minimamente il cuore di Johanna.
Non voleva essere compatita, però le lascio ugualmente sul comodino, come "segno di rispetto" diceva lei.
In ogni caso era uno dei pochi regali che riceveva da una persona vagamente simile alla figura materna prima del diverbio avuto mesi prima.
Si abbassò, la prese tra le mani e si mise a leggere.

Cara Johanna,
Innanzitutto vorrei chiederti di leggere fino in fondo e di non strappare questa lettera prima di averla terminata. 
Vorrei che tu capissi che sono veramente esausto. La mia sopportazione è arrivata all'apice e non posso rimanere un giorno di più circondato dalla tua follia, mi sta divorando vivo, proprio come sta succedendo a te.
La notte non riesco più a dormire, rimango sveglio e immagino di vederti piangere, come tuo solito fare ogni giorno.
Non sorridi più, neanche un accenno e sono stufo di tutta questa amarezza.
Ho provato a confortarti, ma più andiamo avanti e più il nostro rapporto si indebolisce.
Qualche settimana fa sono andato nel parco dove ci siamo conosciuti e mi è venuto in mente il modo in cui mi abbracciavi quand'ero triste, adesso non ti fai più toccare. 
Ho bisogno di amore e lo voglio da te, ma sono stanco di dover aspettare per toccare la tua pelle. 
Vorrei riavere la ragazza che amavo,
ma ho bisogno di tempo da dedicare a me stesso.
Mi dispiace Johanna.
Infinitamente tuo,
                                                Thomas.
Le gambe di Johanna iniziarono a tremare e pochi istanti dopo cedettero.
In quel preciso istante sperò che nessuno aprisse la porta della sua stanza perché l'esatta immagine riflessa negli occhi dello spettatore sarebbe stata quella di un ragazza con le mani nei capelli, la testa sulla lettera che aveva tenuto in mano poco prima, gli occhi gonfi nascosti da suoi lunghi capelli neri, vetri rotti coperti parzialmente da rose scarlatte e tutto questo completato da un profondo senso di agonia regnante in quella stanza.
Johanna si chiedeva se era veramente com'era stata descritta in quel pezzo di carta, se l'aveva realmente trascurato così come lui diceva, ma soprattutto, aveva veramente perso quel luccichio negli occhi per cui tutti le facevano i complimenti fin dalla sua giovane età?
Afferrò i vestiti sporchi di sangue di quando era arrivata in ospedale e iniziò a correre verso l'uscita stritolando la lettera che aveva appena finito di leggere. Non appena fuori dall'ospedale iniziò a correre ancora più velocemente verso una meta ignota. Non importava la destinazione, voleva solo andarsene da quel lurido posto.


Thomas era ormai nel bosco da ore e ancora ripensava alla parole incise nel manoscritto che aveva lasciato nella stanza della sua amata.
La verità era che Thomas non era completamente dispiaciuto, erano mesi che pensava di cambiare vita.
Era lei quel puntino nero su un foglio bianco. Lei era il problema per cui non ci riusciva. L'aveva amata per gran parte della sua vita e nonostante tutto era ancora innamorato di lei, ma da poche ore aveva deciso di allontanarsene e trovare la sua di pace. Decisione che può sembrare estremamente corretta, ma certe scelte, per quanto giuste siano, non rendono la felicità; possono appagare l'orgoglio, ma niente di più.
Era ormai immerso nel bosco da ore, non si era mai avventurato così a fondo e immerso nei suoi pensieri non faceva caso alla bellezza della natura.
Il tramonto risaltava gli alberi dal colorito rossiccio, segno che l'autunno era ormai vicino, ma significava anche che si era fatto tardi e che Thomas sarebbe dovuto tornare a casa entro il calar definitivo del sole.
Iniziò a tornare sui suoi passi, ma si rese conto che non conosceva bene quella zona del bosco e il buio incombeva ormai sulla foresta, così continuò a girovagare in quella fitta vegetazione senza sapere dove stesse mettendo i piedi.
Improvvisamente, evitò per un soffio un enorme tronco e il suo interesse fu catturato da una canzone, si ricordò di quando l'aveva sentita per la prima volta.
Era ancora un bambino e aveva sceso le scale per guardare la televisione quando vide i suoi genitori ballare, e occasionalmente darsi baci furtivi sulle labbra, accompagnati da quella dolce melodia.
Rimase immobile fino al termine di quella meravigliosa visione. 
Si avvicinò sempre più fin quando non vide una vecchia casa che sembrava fosse lì da anni. 
Ne aveva sentito parlare una sera che si era fermato al bar del paese con Johanna. Ripensandoci gli venne un tuffo al cuore. 
Un anziano signore stava raccontando la storia di questa casa che era appartenuta a una famiglia borghese durante la seconda guerra mondiale, ma stanco com'era aveva fatto caso solo a parole come "morte"e "povera donna".
Non aveva mai creduto alle leggende metropolitane, le considerava sciocche e prive di fondamenta, così si disse che quella vecchia casa sarebbe stata più che sufficiente per una notte.
Avanzò deciso e aprì la porta, che emise uno stridio che lo irritò parecchio.
La sua prima impressione fu di sentirsi soffocare, infatti la stanza risultava molto stretta.
Era ricoperta interamente di legno e al centro c'era una vecchia poltrona ricoperta di polvere, affiancata da una sedia con una spaccatura sulla gamba posteriore sinistra.
Dopo essersi guardato in torno decise di salire al piano superiore e lì notò la causa della sua improvvisa apparizione in quella casa.
Trovò un radio spenta e gli parve strano considerando che aveva trasmesso quella canzone, che aveva risvegliato il lui ricordi felici della sua famiglia, pochi minuti prima, ma data la stanchezza si rese conto che avrebbe potuto essersi immaginato tutto.
La radio era preceduta da un letto matrimoniale dove immaginò dormissero moglie e marito e vide che era imbottito di paglia che fuoriusciva da un buco al centro del letto.
A lato della stanza c'era un grosso armadio con ancora tutti i vestiti della coppia e notando vesti di misure ridotte immaginò avessero un figlio.
Vide una coperta, l'afferrò e scese in salotto, si posizionò sul divano malandato che aveva visto inizialmente e, circondato dal forte fruscio provocato dagli alberi, si addormentò.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: loveisjustanillusion