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Autore: Dorobestiola    11/09/2015    0 recensioni
« – e tu scapperesti dalla tua vita, Nice? »
Di base, la sua risposta ad una domanda simile sarebbe a prescindere negativa.
(...)
« Nice » riceve in risposta, in una specie di esalazione di respiro mescolato malamente con le sillabe del suo nome, « cosa è successo a quel tavolo? »
( NiceSkill ; au ; 2359 parole di un appuntamento fra due idioti. )
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Koneko, Nice, Skill
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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At the end of the world
 
« –  e tu scapperesti dalla tua vita, Nice? »
Di base, la sua risposta ad una domanda simile sarebbe a prescindere negativa.



Il suo sguardo annoiato scorre pesante da un lato all’altro della sala vuota, posandosi sui tavoli sgombri e indugiando un po’ troppo a lungo sulla porta.
« Non riesco a credere che Murasaki mi abbia davvero lasciato qui » uno sbuffo, tanto piccolo da risultare teatrale e melodrammatico; Nice stringe l’impacco di ghiaccio sul livido gonfio e pulsante spuntato sulla sua fronte « e non riesco a credere che voi l’abbiate lasciato fare! »
« Tu non saresti stato capace di svolgere un lavoro simile » anche Koneko sbuffa, decisamente seccata, alzando gli occhi dal suo portatile « e ringrazia che ti faccia restare qui dopo quello che hai fatto al mio tavolo! Anzi, dovrei cacciarti in questo momento. »
« E’ stato un incidente. Dovresti dare la colpa a Birthday, non a me! Sono quello che ne è uscito peggio. »
« Eri l’unico sul tavolo in quel momento. »
« Non è certo colpa mia se la gamba ha ceduto. »
Il mormorio di Koneko si perde nel rumore lieve che la porta fa aprendosi; non è tanto quello a catturare l’attenzione di Nice, ma la persona che fa capolino sull’uscio, meritevole del suo interesse in modo inversamente proporzionale alle precedente conversazione.
Non fa in tempo a finire di pronunciare un « … interrompo qualcosa? » flebile come un pigolio, osservando quietamente (forse un po’ perplesso) l’attuale situazione del bar a dir poco disastrosa, dato che Nice si è rifiutato di spostare il tavolo deceduto; Nice è già in piedi, improvvisamente dimentico del livido sulla fronte e il taglio poco sopra lo zigomo, gli occhi illuminati di una luce nuova.
« Skill! »
Il ragazzo con i capelli lilla sembra lasciare da parte la confusione provocata dalla vista del tavolo rotto, aprendosi in un sorriso che fa saltare un battito al cuore di Nice. Si inizia male, si dice fra sé e sé, Skill è carino oggi.
Non più del solito, in realtà. Non si è pettinato, dunque le ciocche viola sembrano essersi mosse senzientemente fino a raggiungere un tale stato di disordine, non indossa nulla di particolare, e le sue guance sono ancora arrossate da quella che presume essere stata una bella corsa per raggiungere in fretta il Nowhere. Ma abitudinariamente sfoggia quel ghigno che gli fa venire voglia di prenderlo a schiaffi; è raro che sorrida così. Beh, non da quando …
« Nice » riceve in risposta, in una specie di esalazione di respiro mescolato malamente con le sillabe del suo nome, « cosa è successo a quel tavolo? »
« Niente di importante » c’è una certa urgenza nelle sue parole, nel suo tono, che diventa tangibile quando fa passare un braccio intorno alle spalle di Skill e lo fa girare senza dargli il tempo anche solo di pensare di salutare Koneko ed il Master, « dunque noi andiamo! Dite a Murasaki che lo saluto! »
« Niice! Fermati! »
La voce di Koneko non li raggiunge, rimbalzando contro la porta ora chiusa come una pallina lanciata con troppa forza. La ragazza deve limitarsi a sospirare, spostando lo sguardo dal punto in cui i ragazzi sono spariti al tavolo dalla gamba rotta con un’espressione tutto sommato divertita.
« Saranno almeno altri quattromila yen da accreditare sul suo conto … »

« Tu sei pazzo! »
Ma Skill non è serio; l’ultima frase è quasi soffocata fra le sue risate, che lasciano le sue labbra e cadono sul marciapiede che stanno percorrendo di corsa, la mano stretta in quella di Nice mentre schivano al meglio i passanti.
« Non meno di te » è la risposta urlata controvento da Nice, senza neanche girarsi.
« Sei completamente fuori – »
Si fermano di colpo, senza prestare la minima attenzione a dove siano arrivati. Skill posa le mani sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato; il respiro di Nice è appena affannato.
« Dici che non ci stanno inseguendo? »
« Ci avrebbero persi di vista alla prima curva, per quanto corri veloce. Non è solo il tuo Minimum, eh? » aggiunge in uno sbuffo, tirandosi su e osservando più attentamente il ragazzo davanti a sé, « … cosa hai fatto al viso? »
Alza una mano, sfiora il taglio con il polpastrello, attento a non fare pressione. Ora che si è avvicinato, Nice riesce a vederlo meglio a sua volta – le sue guance sono paonazze, ma non sa se attribuirlo alla corsa o al fatto che siano ad un respiro di distanza. Decide che è meglio non pensarci.
« Il tavolo » bisbiglia, sentendo e non fermando il sorrisetto colpevole che affiora sul suo viso, « diciamo solo che ha ceduto al momento sbagliato. »
« Mh-mhn » la mano scivola sulla sua guancia, cercando di evitare la ferita; gli occhi ametista ora luccicano, tanto da far passare in secondo piano il piccolo sorriso che incurva le labbra del loro proprietario, « e dimmi, il fatto che Koneko volesse presumibilmente ucciderti per aver rotto questo tavolo era tanto importante da non farti salutare adeguatamente il tuo fidanzato? »
Ora vorrebbe davvero colpirlo. Skill sa quanto odi quella parola, quanto lo metta a disagio – quanto odi quel sorrisetto irritante. Non è carino per niente.
Ma oggi, solo per oggi, Nice decide che può lasciarlo passare. Perciò si rilassa sotto il suo tocco, stringendo Skill a sé, simulando un sospiro scocciato senza abbandonare il sorriso.
« Lo era per me. Meglio vivere con un ragazzo arrabbiato, piuttosto che morire dopo un bacio. »
« In molti non la pensano così, lo sai? Troverebbero onorevole morire sulle labbra dell’amato. »
« Non mi piace essere catalogato. Se loro la pensano così, ben venga, io voglio vivere. »
Skill ridacchia, scuotendo lievemente la testa in segno di disappunto. I suoi capelli violetti scivolano in mezzo a loro, solleticando il viso di Nice; l’altro li soffia via, bisbigliando loro qualche parola non propriamente carina. Sono davvero vivi? Nice non finirà mai di sorprendersi.
« Ma il peggio è passato » i fili della conversazione vengono ripresi, e Skill ha di nuovo fissato lo sguardo in quello di Nice, sebbene il suo tono sia un po’ più alto di quello precedente « dunque potresti anche baciarmi, se non vuoi morire proprio per mano del ragazzo arrabbiato. »
Primadonna, è il primo pensiero di Nice, e decide che è meglio tacere, di nuovo. Invece di beccarsi un probabile pugno in un posto improbabile, annulla finalmente la distanza fra le loro labbra, e Skill è ben felice che non ci sia più bisogno di parlare.
Non sono ancora abituati a tutto questo. Il bacio è quasi uno sfioramento fra labbra, appena più approfondito; Nice è il primo a staccarsi, e constata che è durato forse qualche secondo. Skill riapre gli occhi, che ha chiuso in un momento indefinito di questa lunghissima brevità, e soffia di nuovo via le ciocche che sono ricadute sul suo viso.
« Niente da dire? » anche le sue parole sono soffiate, un respiro esalato direttamente sulle labbra di Nice, sulle quali posa un altro piccolo bacio prima di sciogliere la stretta e allontanarsi, con l’immensa delusione del compagno (si risparmia il broncio. Skill lo prenderebbe in giro per il resto della settimana.)
Cerca la sua mano, e la stringe nella propria non appena riesce a trovarla. Il ragazzo con i capelli violetti si ferma un attimo ad osservare le loro dita intrecciate, lasciandosi sfuggire una risatina soffocata, e Nice già teme il peggio quando la stretta viene ricambiata.
« Andiamo? »
« Non che avessi intenzione di restare qui per molto. Ci stanno fissando, sai …  »
L’ultima parte è appena un borbottio, ma è accompagnata da un altro velo di rossore che va a coprire le guance del maggiore. Nice trattiene il respiro.
« Allora andiamo » ripete, lasciando vagare lo sguardo sui passanti. In effetti, un paio sono girati nella loro direzione, ma tornano a fissare il marciapiede non appena incontrano gli occhi di Nice. Sa di non avere propriamente un’espressione amichevole, ma non può farne a meno. Gli basta essere fissato in quanto Minimum Holder, che lo lasciassero in pace almeno quando è con Skill. « Hai voglia di andare in qualche posto particolare? » Qualche posto particolare che posso permettermi? è sottointeso, non sarebbe carino chiedere soldi ad Art anche per pagare un appuntamento con suo fratello.
Ma Skill ha le idee molto chiare, e le quattro parole che pronuncia faticano ad essere metabolizzate da Nice, così come quel sorriso così soffice, tanto da non ammettere repliche. Deglutendo, si chiede come sia finito in questa situazione.
… non che gli dispiaccia davvero.


« E’ altissimo qui! »
Skill ha già le mani sulla ringhiera, il viso illuminato di un bimbo al quale hanno presentato un sacchetto di caramelle. Stringe le dita sul metallo, che Nice indovina gelido, troppo occupato a guardare giù per preoccuparsi dei capelli che probabilmente gli stanno occludendo buona parte della visuale; è la prima volta nel corso di questa breve mattinata che ha l’occasione di guardarlo bene, di posare lo sguardo sulle tasche dei jeans rivoltate, la maglietta stropicciata – conoscendo Skill, si sarà infilato la maglietta di ieri non appena ha letto il suo messaggio – e altre cose che prima ha completamente ignorato, come le scarpe spaiate (una bianca ed una verde, ottima scelta stilistica) ed i calzini arancioni inguardabili che occhieggiano sotto la fibbia leggermente mossa. Sembra si sia vestito al buio, e forse è così; in fondo, oggi è il giorno della settimana in cui non deve aiutare Art in centrale, e Nice si sente vagamente colpevole ad averlo svegliato durante il suo più che meritato – forse non del tutto meritato – riposo. Più o meno la stessa sensazione che prova quando sveglia Art, durante le sue rare dormite, spesso su una sedia di plastica in una qualche sala d’aspetto che sa di disinfettante, metallo e scelte di vita sbagliate.
Art non sembra star dormendo quando dorme, è colpa sua se lo sveglio. Potrebbe lasciare un biglietto fuori dalla porta!
Nice scrolla le spalle, riportando l’attenzione su Skill. Non è un gesto reciproco; lui sta ancora guardando giù, correndo da un lato all’altro del tetto, e di tanto in tanto si gira a gridargli di fare attenzione a qualcosa in particolare un barboncino rosa! un uomo inseguito dalla polizia! dici che quello è mio fratello? e non può fare a meno di sorridere.
« Questo mi ricorda – » inizia il Minimum Holder, fermando sul nascere un’interessante parentesi su un uomo che trasporta un bouquet enorme di fiori rosa e bianchi, « … lo sai anche tu, è un dejà-vu. Ma c’era anche Art, quel giorno. »
Skill sorride, e sebbene sia l’ennesimo sorriso della mattinata Nice sente qualcosa premere piano contro le pareti del suo stomaco, pregando di uscire. Le farfalle. Le dannatissime farfalle.
« Lo so » un passo verso di lui, poi un altro, « ecco perché ho scelto un altro palazzo. Quel posto è per noi tre, e questo – » una pausa; Nice lo osserva mordersi le labbra, e resiste alla tentazione di mordere le proprie a sua volta, « questo è per noi due. L’ho detto davvero? » e l’ultimo è un sussurro, tanto che finge di non averlo sentito, soffocando male una piccola risata. Skill è troppo per lui, una continua sorpresa. Dopo anni l’uno accanto all’altro, e due mesi in cui camminano mano nella mano, ancora non sa bene cosa provare quando parlano. E’ semplicemente troppo, e Nice (sebbene non riuscirebbe mai a dirlo ad alta voce) ama questo suo aspetto.
… oh, dovrebbe rispondergli.
« Oh » dà voce ai suoi pensieri, che a quanto pare sono costituiti da un attacco di tosse scenico mentre cerca le parole adatte, « è – bello. Grazie. »
« Sai, » incalza Skill, appoggiandosi nuovamente alla ringhiera, « mi è capitato spesso di pensare a come sarebbe la mia vita se scappassi da qui. Se mi lasciassi tutti alle spalle e ricominciassi da zero da qualche parte, anche un altro quartiere di Tokyo. Forse Akiba » si ferma ad osservare un passante che ha attirato la sua attenzione, ma non per molto « solo che – sarei solo senza di te. Senza mio fratello, senza l’Hamatora. Non credo che riuscirei a ricominciare senza almeno te ed Art accanto. »
Si è voltato verso Nice, un Nice senza parole che sta bevendo quel discorso, chiedendo di più con occhi silenziosi. Skill sorride ancora una volta, ma stavolta anche le farfalle collassano morte in fondo al suo stomaco, mentre la polverina colorata si attacca alle pareti.
« Non fare quella faccia! Sai anche tu che è così, non fare finta che non ti abbia mai detto nulla del genere » il suo tono è almeno un’ottava più alto di quello precedente, un imbarazzato graffiare che riesce a collocarsi più o meno da nessuna parte nel discorso di poco fa. Skill è così. Una contraddizione sicura; nonostante l’abbia vista crescere, resta sempre un mistero, almeno per metà. E’ divertente. Nice respira di nuovo, « – e tu scapperesti dalla tua vita, Nice?  »
Di base, la sua risposta ad una domanda simile sarebbe a prescindere negativa. La vita di Nice – non è perfetta, anzi, è ben lontana dall’esserlo. Ma è formata da tante persone (Art, Skill, Murasaki, Birthday, Ratio, Hajime-chan, Koneko, tutti gli altri i quali passi si sono incrociati almeno una volta) e non potrebbe abbandonarla così. E’ fuori discussione.
Ma la luce degli occhi ametista, molto più splendente di quella di mezzogiorno, non ammette alcuna replica. Forse Nice è un po’ troppo impegnato a innamorarsi per rendersi conto che quella luce non esiste veramente.
« Se ci sei tu, e ci sono gli altri, potrei anche pensare di lasciare Yokohama. Potremmo vedere il mondo, anche se da qui ho potuto ammirarne un’ingente porzione. »
« Il thailandese sotto casa tua non vale. »
« … ed il cinese da asporto? »
Skill ride ancora, e la fine del mondo si ferma ad ascoltarlo.
 
Doronote autorevoli.

Grazie di essere arrivati fin quaggiù! Sono Dorothy. Forse mi ricordate per poisoned, forse no, forse vi faccio schifo e siete meravigliati dal fatto che abbia scritto qualcosa di fluff 
su un crackpair, e con Skill  oltretutto. La vita è piena di sorpese.
(Perché Skill?)
Skill è il mio bambino, e da quando ho visto Hamatora passo il tempo a dargli caratterizzazioni nuove per le mie headcanon. Qui ho giocato con una di esse, ed anche se i caratteri dei pg sono un po' evanescenti, spero di aver fatto un buon lavoro! ;////;
(Cosa doveva fare Murasaki?)
Murasaki ha dovuto posare per un'ora e mezza seminudo per due scultori dalla dubbia eterosessualità (...) tralasciando i particolari, riuscite a immaginare Nice 
fermo per un'ora e mezza? Follia pura. Meglio che non sia andato.
(Perché NiceSkill?)
La NiceSkill è la mia otp di Hamatora, crackotp per la precisione; è nata ruolando con la mia Naisu, emmeline (alla quale dedico questa fic, che ho praticamente scritto per lei- spero ti abbia tirata un po' su! ;w;) ed è rimasta tale. Sono NiceSkill trash. Mom forgive me I'm a sinner

per chi fosse, interessato, il link tumblr è questo! http://skillnices.tumblr.com/post/128806492672/at-the-end-of-the-world-a-niceskill-fanfiction perché l'autospam non è mai male.

e-- basta! 

spero che questo delirio vi sia piaciuto, e se sì, fatemelo sapere in una recensione! 
a presto  e ancora grazie per aver letto!  
 
   
 
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