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Autore: AnnabethJackson    11/09/2015    4 recensioni
Spin-off LOVE THE WAY YOU LIVE.
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Non vi siete mai chiesti cosa giri per la testa di Percy? Quali siano i suoi pensieri? Perché agisce in un certo modo? Cosa sia successo nei momenti in cui Annabeth non era presente?
Beh, potete trovare tutte le risposte in questa raccolta di Missing Moments dal punto di vista di Percy Jackson.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson, Percy/Annabeth, Poseidone
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love the way you live - La raccolta'
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– Disclaimer –
I personaggi di questa storia non mi appartengono (purtroppo).
Sono proprietà di Rick Riordan.
Sia benedetto quell'uomo. Amen. Ciao.
 
 

MISSING MOMENTS 1

{Dal capitolo 2 di Love the way you live}


 

 



«Tesoro mio, ne sei proprio sicuro?»
Sospirai profondamente nell'udire quella domanda e, con riluttanza, mi costrinsi a posare lo sguardo in quello di mia madre per farle capire che sì, ero intenzionato davvero a compiere quel viaggio.
Guardandola intensamente negli occhi, con l'espressione più seria di cui ero provvisto, annuii un paio di volte.
«Sì, mamma, ne sono proprio sicuro» dissi mentre, intorno a me, centinaia di persone cariche di bagagli percorrevano avanti e indietro quel corridoio, dirette alle rispettive destinazioni.
Qua e là scorgevo scene simili a quella che stavo vivendo io: la gente che partiva, riconoscibile dalle valigie al fianco, salutava con un cenno e un'abbraccio i propri conoscenti, prima di voltare la schiena e dirigersi verso i cancelli d'imbarco o ai gate di partenza.
Ah, l'aeroporto. Non c'era luogo pubblico che odiassi di più al mondo, ad esclusione degli ospedali. Il motivo di tanto astio era semplice: io e gli aerei non eravamo compatibili, punto. E non avevo bisogno di volare per saperlo.
Dopotutto, deve pur esserci una ragione se noi siamo nati con i piedi per terra, no? Semplicemente, volare non è nella nostra natura.
Se non fossi stato costretto da forze maggiori – l'arternativa era subire un lungo ed estuenuante viaggio in treno –, mai e poi mai sarei salito su quella trappola mortale di metallo che, apparentemente, era in grado di librarsi in cielo. Purtroppo, però, dovevo arrivare in Brasile entro breve tempo.
«Capisco il tuo bisogno di partire Percy, e lo rispetto, ma a quale scopo?» domandò per la millesima volta mia madre, aggrottando le sopracciglia in un'espressione perplessa come aveva fatto altrettante volte prima di allora.
Sospirai – di nuovo. Già in numerose occasioni ero stato sul punto di arrendermi a quella domanda, confessandole il vero motivo per cui avevo deciso di partire per il Brasile, ma sapevo già come avrebbe reagito lei a quella notizia: sicuramente non sarebbe stata d'accordo e poi avrebbe cercato in tutti i modi di farmi cambiare idea, finché, alla fine, non avrei davvero desistito nel conseguire il mio obiettivo.
Trovare mio padre.
«Mamma, te lo già detto, ne sento il bisogno. Voglio provare nuove esperienze finché sono ancora giovane e ne ho l'occasione...» mormorai, sviando al suo sguardo indagatore per evitare che comprendesse la verità: mi conosceva fin troppo bene.
Passarono parecchi secondi, ma poi, alla fine, anche mia madre trasse un lungo respiro, e io capii di averla convinta, perciò tornai a guardarla e, notando tutta l'apprensione nei suoi occhi, allargai istintivamente le mani e la strinsi in un'abbraccio.
Ormai la superavo in altezza da parecchi anni, ma mai una volta mi ero sotratto nello stringerla a me: volevo bene a mia madre e non mi vergognavo affatto di ammetterlo. Ero consapevole del fatto che, senza di lei, io non sarei stato il ragazzo che ero e, sicuramente, a quel punto sarei già stato dietro alle sbarre parecchie volte viste tutte le marachelle che ero solito combinare durante l'adolescenza.
Sarei sempre stato grato a mia madre per avermi cresciuto con amore.
«D'accordo Percy, se è questo quello che vuoi, allora per me va bene» mormorò lei, appoggiando una mano sulla mia guancia. Mi fece una carezza, scrutandomi intensamente negli occhi, per poi aprirsi in un sorriso leggero. «Ricordati che io ti sosterrò sempre, qualsiasi cosa tu decida di fare, okay? Malgrado tutto, sono incredibilmente fiera di te, Percy. Sei un bravo ragazzo, davvero, e ti voglio tano tanto bene, ricordalo sempre.»
Non ero mai stata un tipo troppo sentimentale, anche se, in segreto, avevo pianto non poco nel vedere “Titanic” la prima volta – e la seconda... e anche la terza –, ma lì, in quel momento, non riuscii a evitare di emozionarmi un po' nell'ascoltare le parole di mia madre.
Automaticamente, formulai una domanda istintiva: quale uomo poteva anche solo pensare di abbandonare una donna del genere, con un figlio a cui badare e senza mai più farsi sentire? Che razza di persona aveva potuto fare quello a mia madre?
L'empatia provata nei confronti di mia madre, tramutò repentinamente in un'emozione simile all'odio che cercai di mascherare serrando la mascella. Non avevo alcuna intenzione di mostrarmi turbato davanti a mia madre, già fin troppo in pensiero per il sottoscritto.
Grazie al cielo, lei parve non accorgersene, perciò, dopo un ultimo saluto voltai le spalle, diretto agli sportelli del check-in, con ancora l'immagine dell'uomo che avevo visto in TV davanti agli occhi. E della sua collana.
Quella maledetta collana.
Portai istintivamente la mano al collo, tirando la cordicella di cuoio per un capo, in modo da tirare fuori il ciondolo dallo scollo della maglietta che indossavo, poi strinsi il metallo nel palmo, abbastanza forte da imprimere il simbolo sulla pelle: il segno sarebbe scomparso nel giro di qualche secondo.
Provavo delle strane emozioni nei confronti di quella collana che portavo fin da quando ne avevo memoria: da una parte avrei voluto con tutto il cuore buttarla, farla sparire dalla faccia della terra – o, per lo meno, da New York – in modo da cancellare qualsiasi legame, di sangue o meno, io avessi con l'uomo che proprio non riuscivo a considerare mio padre. Dall'altra, invece, ero restio a togliermela anche quando facevo la doccia. Era l'unica cosa che avevo di lui, l'unica cosa che testimoniava il fatto che io avessi davvero un padre, un genitore, qualcuno che mi aveva donato la vita, seppur da sempre assente.
Ero così impegnato a seguire il filo di quei pensieri e a farmi largo tra la marea di gente che sostava in mezzo al corridoio, che rimasi stupido nel trovare lo sportello del check-in sgombro di persone, perciò appoggiai la mia valigia sul nastro trasportatore senza indugio, porgendo il documento di riconoscimento all'impiegato.
«Ehi! Potresti almeno chiedere scusa» disse qualcuno ad alta voce, poco dietro di me.
Voltai leggermente il capo, lanciandomi un'occhiata alle spalle e rimasi sorpreso nel vedere una ragazza bionda, con le braccia puntate sui fianchi e un'espressione accigliata in volto, fissarmi intesamente, le sopracciglia aggrottate.
«Parli con me?» chiesi perplesso.
Lei mi guardò con un'espressione di puro stupore, oserei dire quasi oltraggiata. «Certo che parlo con te! Mi hai spinto per passare avanti!» esclamò, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.
Ma che...? «Non so di cosa tu stia parlando» le risposi dopo qualche secondo di perplessità, tornando a prestare attenzione al signore dietro al bancone del check-in, che mi porgeva i documenti con insistenza, evidentemente ansioso di far scorrere la fila – inesistente.
«Ecco qua signor Jackson, le auguriamo un buon viaggio con la Delta Airlines» disse monotono, quasi stesse ripetendo una frase programmata in precedenza. Non avevo dubbi che fosse così.
Presi le carte e lo zaino, che misi in spalla, facendo un cenno di ringraziamento con la testa al tipo per poi andarmene in direzione dei gate.
E verso mio padre.


 

                               

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Eccomi qua con la sorpresa di cui vi ho parlato!
Ebbene sì, credete ai vostri occhi: inauguro ufficialmente questa raccolta di Missing Moments scritti dal punto di vista del nostro amato Persassy Percy Jackson u.u
Perché l'ho fatto? Beh, l'idea iniziale era solo quella di scrive una OS di un momento che avevo in mente, ma poi ho pensato "Però, Annie... le scene da spiegare sono più di una!" e così eccomi qua! Eravate curiosi di conoscere il punto di vista di Percy? Cosa succede nella sua testa, perché agisce in un certo modo?
Qua spiegherò tutto!
Ci saranno elementi nuovi e scene inedite u.u
Sottolineo che non so quando aggiornerò, visto che la raccolta è pensata come una cosa a sé. La priorità resta sempre LTWYL, sappiatelo. I Missing Moments non saranno tantissimi (al momento non so dirvi il numero preciso), ma spero comunque vi possano piacere ^^
In questo vediamo la partenza di Percy: avanti, non ditemi che non eravate rimasti curiosi di sapere per quale motivo Percy si comporta così male con Annabeth all'inizio! ahahahahaha
Spero che questa sorpresina vi sia piaciuta e, se volete, un commento è sempre gradito :D Ringrazio come sempre tuttiii <3
Un bacione immenso,
Annie

P.S. Se a qualcuno di voi interessasse, ho aperto un nuovo contest, questa volta affiancata dalla mia collega Kirame amvs, e potete trovarlo qui. Passate, se vi va, ci sono ancora posti liberi ^^
  
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