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Autore: Luxanne A Blackheart    11/09/2015    1 recensioni
“Narcissa, guardami.”
“Non posso sposarmi, Lucius. Io…semplicemente non posso! Non lo amo. Non l’ho neanche mai visto!”- urlò la Serpeverde, colpendolo con forza sul petto.
“Lo so, cazzo, lo so! Ma nessun Purosangue si sposa per amore, lo sai meglio di me. La purezza del sangue è tutto per noi, anche se questo vuol dire sposare persone che non amiamo…”- sussurrò, prendendole il viso fra le mani. Argento fuso e nero si incontrarono realmente per la prima volta dopo giorni, quando i loro occhi crearono un contatto.-“Ma, ti giuro sul mio orgoglio da Malfoy, che non lascerò che quel vecchio rincoglionito metta le mani su di te. Mai. Troveremo una soluzione, insieme.”
“I-Insieme?”- balbettò la bionda, persa nei suoi occhi. Non aveva mai visto persona più bella. Sentiva il cuore batterle nelle orecchie, prepotentemente. –“E perché mai dovresti aiutarmi?”
“Perché nessuno sarà mai come te, Narcissa Black.”- Lucius abbassò il viso, unendo le labbra con quelle della ragazza. (…)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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                 I

 

“Tre fiammiferi di fila accessi nella notte:
il primo per vedere il tuo viso,
il secondo per vedere i tuoi occhi,
il terzo per vedere la tua bocca;
l’oscurità intera per ricordare tutto questo mentre ti
stringo tra le braccia”
(J. Prèvert)
 
 

 
Narcissa, la primo genita della famiglia Black.
La figlia più seria e sobria, quella che all’apparenza avrebbe obbedito senza ribattere la volontà dei genitori. Veniva soprannominata ‘Agnellino Black’, poiché sempre china sui suoi amati libri di scuola a studiare e leggere diligentemente. La più brava tra le file dei Serpeverde, la più brava del settimo anno ad Hogwarts.
Era una strega intelligente e soprattutto ambiziosa, molto. Qualità comune tra gli studenti della Casa verde-argento.
Studiava per cercare di distaccarsi per sempre dalla famiglia purosangue, la quale la incatenava ad una vita che non sentiva più sua; a dei pregiudizi che, crescendo, aveva imparato a mettere in discussione.
Intendeva intraprendere una carriera importante, magari da Auror o perché no, da Ministro della Magia. Avrebbe rivoluzionato tutti i pregiudizi sui Mezzosangue e Nati Babbani.
Sperava di creare un mondo senza più discriminazioni raziali.
Per questi motivi voleva dare il meglio di sé nei M.A.G.O. In questo modo il suo futuro e i suoi sogni segreti, sarebbero stati ad un passo dalla realizzazione.  
Ma non sapeva, Narcissa, cosa sarebbe avvenuto. Non poteva immaginare che cosa i suoi genitori avessero scritto in quella ruvida e giallastra lettera di pergamena.
Come poteva immaginare che a diciassette anni le sarebbe capitato un simile destino? Promessa sposa ad un’età fatta per svagarsi e vivere spensierati.
Poche misere parole imbrattavano quel piccolo foglio. Parole che l’avevano costretta a rinchiudersi in camera  per due giorni.
Lacrime di rabbia, disperazione e impotenza le rigavano il volto. Gli occhi scuri, rossi e gonfi per il continuo pianto e il mascara che le imbrattava le guance. I capelli di un biondo candido erano per la prima volta fuori posto. Arruffati come un nido di uccelli. Le unghia ridotte al minimo sulle sue mani eleganti, segno indistinguibile del suo nervosismo.
“Narcissa, sposerai il signor Lestrange quest’estate.
                                                                                I tuoi genitori.”
Sempre freddi e trattenuti, questi Purosangue. Non potevano permettersi di fare un passo falso. Dovevano essere sempre perfetti in tutto quello che facevano.
Ma a cosa serviva, quando la loro mente era incontaminata da falsi pregiudizi? .
Avrebbe realmente permesso ai suoi famigliari di venderla così a Lestrange? Avrebbe davvero permesso alla sua famiglia di distruggere il futuro per cui stava lavorando da tempo immemore? Avrebbe davvero sposato quell’uomo che a stento conosceva?
Certo che non l’avrebbe fatto. Anche se questo, voleva dire andare contro la volontà dei suoi genitori. Contro la volontà di suo padre.
Non si sarebbe seduta in un angolo a guardare i sogni e il futuro che aveva faticato ad ottenere, le cadessero davanti agli occhi come castelli fatti di carta.
Avrebbe trovato un modo per rifiutare quel matrimonio, per ribellarsi da tutto quello. Che diavolo, era una Black!
Mai nella sua vita avrebbe mai pensato di mettersi contro suo padre, ma nessuno l’ avrebbe mai comandata. Nessuno doveva permettersi di decidere per lei.
In due giorni di completa autocommiserazione e pianto interminabili, Narcissa Black, ottima Caposcuola Serpeverde, era venuta meno ai suoi doveri.
Doveva alzarsi da quel comodo letto a baldacchino verde-argento e cercare di ricominciare da capo. Piangere, urlare e lanciare incantesimi contro i vasi costosi di sua madre non sarebbe servito a niente. Nessuno l’avrebbe salvata da quella situazione, avrebbe fatto da sé.
Doveva prendere in mano le redini della sua vita e cavalcare decisa, verso il futuro che intendeva intraprendere.
L’ambizione era il segreto. Tutta la sua forza si basava sull’ambizione. La speranza o il credere nella bontà dei suoi famigliari sarebbero state solo futili sprechi di energia.
Rilesse un’ultima volta quelle poche frasi che imbrattavano quel foglio e con un veloce gesto di bacchetta, lo buttò nel fuoco ardente del camino. Narcissa guardò le fiamme mangiarsi lentamente e pigramente i bordi della lettera, finché anche il più piccolo granello di pergamena si disintegrò nella legna.
Solo polvere grigia.
Ecco cosa sarebbe diventata lei, se avesse accettato di diventare la moglie di Lestrange. Le fiamme l’avrebbero mangiata lentamente e della Narcissa Black che voleva diventare, sarebbe rimasto solo un vano ricordo. Un ricordo impolverato nei più profondi meandri della sua mente.
La Serpeverde si guardò allo specchio per la prima volta dopo giorni e rimase disgustata dal suo aspetto. Se sua madre l’avesse vista in quel momento, le sarebbe preso un colpo.
Be’, in sua discolpa, poteva dire che niente l’aveva mai sconvolta o resa così disordinata in vita sua.
Con un veloce incantesimo di bellezza, ritornò come prima. I capelli biondi e lisci fino al seno, l’uniforme in perfetto ordine senza una piega di troppo e gli occhi truccati con del leggero mascara per dare intensità allo sguardo.
Erano le nove di sera quando Narcissa uscì dalla camera e la ronda aspettava solo lei.
Sperava solo che Merlino l’aiutasse e che tutti gli studenti fossero nei loro letti a dormire. Non era proprio dell’umore di affrontare combina guai quella sera, né di portarli da Lumacorno.
Era molto stanca sia fisicamente che mentalmente e i silenziosi corridoi semibui del vecchio castello non le permettevano di concentrarsi a dovere. Perciò quando svoltò l’angolo, non immaginò di trovarsi una scena simile.
Lucius Malfoy, ovviamente era lì, avvinghiato fra le braccia di sua sorella, Bellatrix. Si baciavano in modo molto appassionato in quello stretto corridoio, addossati alla parete con l’uniforme sgualcita e parti di pelle scoperte.
Non poteva vedere il volto di Malfoy, ma sapeva che fosse lui. I suoi capelli biondo candido erano inconfondibili.  E lei, quei capelli, li aveva strinti fra le sue mani. Seppur per una breve e folle notte di lussuria.
“Scusate se interrompo le vostre effusioni pubbliche!”- esclamò la Serpeverde, interrompendo i due ragazzi.
Malfoy ghignò, facendo scintillare i suoi bellissimi occhi azzurri; mentre Bella, con movimenti goffi e impacciati, si riabbottonava i primi bottoni della camicetta bianca. I capelli ricci e scuri, arruffati.
“Cosa c’è, Black? Vorresti unirti a noi?”- ridacchiò il Serpeverde, abbottonandosi pigramente la camicia bianca. I muscoli dell’addome leggermente definiti, fisico degno da Cercatore di Quidditch, il suo.
“Oh, Lucius, come sei divertente!”- strillò Bellatrix, portando una mano sull’avambraccio del biondastro. Aveva una risata stridula sua sorella, una delle più fastidiose.-“Sai che mia sorella è troppo puritana per uno come te. E poi, anche se volesse, sposerà Lestrange quest’estate.”
“Lestrange?”- Lucius sembrò realmente confuso e stupito da quella affermazione.-“Ma non è troppo vecchio per te, Black? Potrebbe essere tuo padre.”
“Non sono cose che ti riguardano, Malfoy. E tu!”- esclamò la Caposcuola, puntando il dito verso la sorella minore.-“Dovresti imparare a stare zitta e non divulgare certi argomenti al primo biondo purosangue che capita.”
“Oh, andiamo, è solo Lucius, Cissy. E’ innocuo!”- Bellatrix si sporse verso il ragazzo, lasciandogli un bacio sulla guancia.-“Ci vediamo più tardi in Sala Comune. La vecchia megera mi vuole dare ripetizioni di Trasfigurazione.”
Narcissa osservò i capelli voluminosi di sua sorella scomparire dietro l’angolo e quando spostò lo sguardo davanti a sé, notò che Lucius la stesse osservando intensamente. La ragazza si schiarì la voce, evidentemente in imbarazzo.
Lucius Malfoy e Narcissa Black non erano esattamente buoni amici. I due ragazzi non andavano molto d’accordo e la maggior parte delle volte in cui si incontravano per caso nella Sala Comune Serpeverde, litigavano o si insultavano a vicenda.
Ogni volta era una gara a chi sapesse colpire più in basso.
Erano troppo diversi caratterialmente. C’erano tanti punti che li dividevano, ma se c’era una cosa che li accumunava, quella era l’ambizione.
“Malfoy, non te ne vai?”- domandò Narcissa, guardandolo storto.
Non sapeva cosa ci trovasse sua sorella in quel pomposo Don Giovanni dei suoi stivali. Certo, era molto bello. In realtà, la Serpeverde dubitava che ci fosse mai stato un Malfoy brutto.
Alto, fisico snello ed elegante, viso angelico dai meravigliosi occhi azzurri e capelli di un biondo candido, più lunghi della norma.
Ma cosa se ne faceva di un bel viso quando era un vero idiota dall’ego smisurato?
“Vengo con te, Black.”- ghignò il biondastro. I Malfoy e i loro stupidi ghigni. Credeva fermamente che fosse una cosa ereditaria, ghignare a quel modo.
“Non ho bisogno di un accompagnatore.”
La bionda Caposcuola lo superò a testa alta, ma non andò molto lontano, poiché la forte mano di Malfoy catturò il suo esile polso, tirandola verso il suo petto. Narcissa dovette aggrapparsi alla camicia dell’ uniforme del ragazzo per non perdere l’equilibrio.
“Sei buffa, Narcissa.”- il ragazzo rise, lasciandola andare. Le piaceva sentire la sua risata, non l’avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma era contagiosa e allegra.-“Sei già stata con me, a differenza di quanto la gente pensi. Ma non sei impazzita d’amore come le altre. Anzi, da allora il tuo odio nei miei confronti sembra essere aumentato.”
“E’ per questo che sarei buffa?!”- esclamò Cissy, spalancando gli occhi, sbalordita.-“Lucius, dovresti rivedere le tue priorità. Sembra quasi che tu voglia un’altra notte con me.”
Malfoy rise, seriamente divertito dalla sua espressione contrariata.
Non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura, ma sapeva che la Black aveva ragione.
Una notte.
Una dannata notte ed era completamente impazzito per lei. Il desiderio che provava in quel momento era qualcosa di incontrollabile, una cosa mai provata prima. Voleva solo caricarsela su una spalle e portarla in camera da letto. Baciarla e accarezzarla come nessuno avrebbe mai fatto.
Voleva sentirla sua.
Voleva che Narcissa Black fosse sua ed era confuso dai suoi stessi sentimenti. Lui era quello che giocava con le ragazze, non poteva essersi preso una…qualunque-cosa-fosse per lei.
Narcissa Black era diventata un’ ossessione. Non passava giorno od ora che non pensasse a lei.
“Pff, neanche se tu fossi l’unica purosangue della scuola.”- borbottò, massaggiandosi una tempia.-“Ora che le mie intenzioni sono del tutto nobili, vogliamo andare?”
“Le tue intenzioni non sono mai nobili, Lucius.”- sorrise la Serpeverde, camminando al fianco del suo compagno di casa.-“Sei un serpente, uno dei più letali, direi.”
“E tu sei una vipera. Siamo abbastanza letali entrambi, Cissy.”- Lucius mosse la sopracciglia, stuzzicandola. Sapeva che l’unica che poteva chiamarla a quel modo era la sorella, ma gli piaceva guardarla arrabbiarsi.
Diventava più carina di quanto già non fosse.
“Sei un idiota.”- la ragazza scosse il capo, annoiata dal suo comportamento infantile.
I due Serpeverde imboccarono la strada verso il dormitorio, nei sotterranei. Le scale erano spesso molto umide, scivolose e soprattutto buie.
“Quindi…E’ vero?”
“Cosa, Lucius?”
“La storia di te e Lestrange. Insomma, lui è molto più grande di te. Non saprebbe centrare un buco neanche se avesse due paia di occhiali e…”
“Lucius Malfoy!”- sbottò Narcissa, indignata, ma segretamente divertita. Lo si poteva notare dai suoi occhi. C’era qualcosa di allegro che alleggiava in essi quando Lucius era nei paraggi, la divertiva sentirlo parlare.-“Ti sembra il modo di esprimerti?”
“Oh, andiamo, stavo scherzando!”- il biondastro sorrise, abbassando gli occhi al suolo. Lo faceva sempre, si ritrovò a pensare, quando sorrideva realmente. Quando qualcosa lo divertiva a tal punto da fargli abbassare quella maschera di strafottenza e idiozia che si ostinava a mostrare.
“Comunque sì…I miei genitori mi hanno mandato una lettera questa mattina. Dovrei sposarmi quest’estate e…”- Narcissa abbassò lo sguardo, scuotendo la testa. Non poteva farcela. Il solo pensare a se stessa con un abito bianco fra pochi mesi, la mandava fuori di testa.
E le lacrime ricominciarono a rigarle di nuovo il viso. Non le importava di star piangendo proprio davanti a lui, l’unica cosa che voleva fare in quel momento era cacciare via tutto quel dolore che le opprimeva il cuore.
Sentì Malfoy imprecare, quando due forti e confortevoli braccia la tirarono ad un petto altrettanto massiccio. La Black si lasciò abbracciare da lui, piangendo contro il suo petto e aggrappandosi dolorosamente al tessuto della sua camicia bianca. I singhiozzi la scuotevano tutta, mentre le delicate e grandi mani di Lucius le accarezzavano i capelli con lenti e pazienti movimenti. Si lasciò cullare da lui, dal suo odore di gelsomino, dalla sua voce che le sussurrava parole di conforto. Lasciò che lui guardasse la parte più debole di sé, ma non se ne pentì.
Sentiva, in quel momento e fra le sue braccia, che lui non l’avrebbe giudicata. Sentiva che quello era il suo posto. Se era fra le sue braccia, con lui, il mondo poteva finire e lei non se ne sarebbe accorta.
Aveva provato questo, quella notte lussuriosa passate a rotolarsi fra le coperte. Aveva provato questo, quando le sue labbra avevano incontrato le sue miliardi di volte e quel sentimento l’aveva spaventata. Ecco perché aveva passato i mesi ad odiarlo…Perché sapeva che Lucius Malfoy sarebbe stata la sua rovinata.
Ma adesso si rendeva conto di essersi sbagliata.
“Narcissa, guardami.”
“Non posso sposarmi, Lucius. Io…semplicemente non posso! Non lo amo. Non l’ho neanche mai visto!”- urlò la Serpeverde, colpendolo con forza sul petto.
“Lo so, cazzo, lo so! Ma nessun Purosangue si sposa per amore, lo sai meglio di me. La purezza del sangue è tutto per noi, anche se questo vuol dire sposare persone che non amiamo…”- sussurrò, prendendole il viso fra le mani. Argento fuso e nero si incontrarono realmente per la prima volta dopo giorni, quando i loro occhi crearono un contatto.-“Ma, ti giuro sul mio orgoglio da Malfoy, che non lascerò che quel vecchio rincoglionito metta le mani su di te. Mai. Troveremo una soluzione, insieme.”
“I-Insieme?”- balbettò la bionda, persa nei suoi occhi. Non aveva mai visto persona più bella. Sentiva il cuore batterle nelle orecchie, prepotentemente. –“E perché mai dovresti aiutarmi?”
“Perché nessuno sarà mai come te, Narcissa Black.”- Lucius abbassò il viso, unendo le labbra con quelle della ragazza. Quanto aveva aspettato per un semplice contatto simile? Labbra contro labbra, saliva contro saliva, fiato contro fiato e lingue contro lingue. Mani che vagavano sul corpo dell’altro per toccare e accarezzare pelle e stoffa. Corpi così vicini da con capire dove iniziasse l’uno e finisse l’altra.
Avevano trovato qualcosa di unico. Qualcosa che andava oltre l’immaginazione umana dell’amore.
Ma nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso per primo.
Nonostante tutto quei due erano fatti per stare insieme e quel bacio nella più totale oscurità del corridoio ne era una prova lampante.
 
A.N//
Prima che voi Potterhead mi diate dell’eretica (?) o iniziaste ad insultarmi pesantemente, vi voglio dire che so perfettamente di aver incasinato le cose. So che Bellatrix è più grande di Narcissa e che era lei quella destinata a Lestrange, suo coetaneo. E che Narcissa e Lucius sono sempre stati fatti per stare insieme e che le due Black hanno anche un’altra sorella di nome Andromeda.
Sono a conoscenza di tutti questi particolari, ma per la trama e questo spin-off o short story, mi sono permessa di ingarbugliare un po’ i fatti.
Detto questo, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e vi invito a votare e commentare, facendomi sapere cosa ne pensate.
Come ho già detto sopra, è uno piccolo spin-off della Dramione che io e una mia amica stiamo scrivendo (per chi fosse interessato, la trova nel  mio profilo). Non ci saranno più di tre/quattro capitoli.
Spero di non avervi fatto venire le palpitazioni,
alla prossima xx
 
   
 
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