Un Tempo Erano Risate, Ora Solo Urla

È sera e tu sei abbandonato in un'angolo sperduto di quell'attrazione Horror. Sei lì, seduto sul pavimento, la testa inclinata verso un lato. Sei fermo, non puoi muoverti, non finchè l'attrazione non chiude e non giunge mezzanotte, prima di quell'ora fai solo parte di una comune attrazione horror. La gente ti passa davanti e spesso, colti un po' di sorpresa e un po' dal terrore, gridano, spaventati.
Bhe, come biasimarli, hai un aspetto spaventoso, sei sporco di sangue - quel sangue che tutti danno per finto - e l'odore che sprigioni é ripugnante. Contieni un cadavere in putrefazione ma nessuno se n'è mai accorto.
Il presente é così sporco che preferisci ricordare il passato. A quando eri comunque un'attrazione, ma non facevi paura. Salivi su un palco, prendevi la chitarra e cantavi le canzoni che i tuoi Fan, quei piccoli bambini che ti si ammucchiavano tutti davanti, amavano e che avrebbero riascoltato fino alla nausea. Le luci colorate, gli applausi, gli urletti euforici di quei bambini che allungavano le braccia verso di te, desiderosi di fare una foto con quello che, al tempo, era un'idolo. Ed era fantastico, poi, quando memorizzavano i testi e si creava un piccolo coro.
Vedevi quegli occhietti allegri.
Ed eri felice, perchè eri tu che portavi quell'allegria. Un urlo, - l'ennesimo - di una ragazza, ti riporta nel tuo angolo buio, nel tuo presente, sporco di sangue e arrugginito.
Rivuoi quelle risate. Rivuoi i cori. Rivuoi i tuoi Fan. Ma sai che nulla di tutto ciò tornerà.
Le luci - non più di mille colori diversi, no, ora sono più cupe, a dir la verità l'illuminazione lascia a desiderare, forse per rendere tutto più lugubre - si spengono, e si accendono solo quelle al neon. Ecco. La giornata é finita. La guardia notturna sarà arrivata? Muovi appena le dita delle mani, il rumore che produci ferirebbe le orecchie di chiunque ascolti quel suono stridulo. É ora.
Ti alzi, facendo una serie di rumori striduli e fastidiosi, ma ora sei in piedi. E pensare che una volta l'unico suono che producevi era quello della chitarra che ti portavi dietro.
Guardi la telecamera e sai che la guardia notturna ti stà osservando e appena incrocia il tuo sguardo un brivido di terrore gli percorre la schiena.
Cammini, una camminata quasi zoppicante, lenta, incredibilmente raccapricciante.

«Golden Bonnieeeeee! Possiamo fare una foto con te? Eh? Possiamo?»
«Una foto di gruppo?»
«Si! Gli altri non hanno il coraggio di chiedertelo. Hanno mandato avanti me... Allora? Possimo fare una foto?»

Sei giunto davanti alla guardia notturna. Ti vede e sbianca, urla, é così preso dal panico che si alza dalla sedia e indietreggia, per poi cadere per terra.
«STAMMI LONTANO!» ti urla contro.
Vedi quegli occhi spalancati dal puro terrore. E la tristezza ti coglie. Perché ora, l'unica cosa che porti con te é la morte.
Non allegria. Non felicità.
«NO! Ti prego, fermati!» non risate...
«FERMATI!» solo urla. Oh, ma finirà presto, di urlare.
E mentre quelle urla si spengono, divenendo rantoli, singhiozzi, e grida soffocate, tra i vecchi pezzi degli animatronici, abbandonata, una foto di uno Springtrap con almeno una trentina di bambini attorno. Bambini che, nel passato, adoravano la sua voce, che adesso aveva perso. Quella voce, nel presente, era diventata un verso acuto, spaventoso. Ora non poteva più cantare.
Ma a quel tempo, si, era davvero felice.