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Autore: LuciferWings    11/09/2015    3 recensioni
Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Titolo: Baby in a trenchcoat      
Titolo capitolo: Il mostro nell’armadio
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Avvertenze: Nessuna
Trama: Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Note: Si ringrazia vaneae per il betaggio, tutti coloro che seguono e antote, sereh, phoenix84, Ciuffettina e Heavensent per le recensioni (un buffetto affettuoso a tutt* <3)
P.S.: ho aperto una pagina autrice su Facebook: LuciferWings. Posterò gli aggiornamenti delle fanfic e anche delle future che scriverò (troppe idee!) e nulla, se volete passarci mi farebbe piacere, altrimenti ciccia hahaha. Vi lascio al capitolo, ciau!



 
 
Erano le dieci di sera, Cas stava dormendo sul mio petto e io gli accarezzavo piano la schiena immerso nella nuova puntata di Dottor Sexy M.D. Ad un tratto sentii un rumore provenire dal corridoio. Mi bloccai e strinsi Cas protettivo contro il mio petto, ascoltavo in allerta tutti i suoni che provenivano dal bunker. Silenzio, tranne che per uno strascicare di piedi. Presi il primo oggetto contundente che trovai, cioè la bottiglia di birra vuota vicino al divano e aspettai. Sentivo i passi avvicinarsi sempre di più e per poco non mi venne un infarto a vedere quel gigante di mio fratello comparire all’improvviso.
 
“Mi hai fatto prendere un colpo!” Sussurrai mettendo giù la bottiglia e rilassandomi un poco.
 
“Scusa.” Sbuffò e si sedette sulla poltrona. “Dean, devo dirti una cosa.”
 
Lo osservai confuso e mi tirai un po’ su cercando di non svegliare la pulce. “Che succede?” Chiesi leggermente allarmato dal suo tono.

“Ho appena controllato il telefono di scorta. Ho trovato un messaggio in segreteria da Ben.” Rispose pratico non distogliendo lo sguardo da me.

“Cosa?!” Alzai un poco la voce ma mi zittii subito sentendo Cas muoversi piano. “Lo metto a letto e poi vengo da te.” Dissi risoluto alzandomi e portando il moro in camera. Lo adagiai sul suo letto e gli accarezzai piano la testa. “Dormi bene piccoletto.” Bisbigliai e tornai subito da Sam il quale era tornato nella propria stanza.
 
“Allora?” Domandai curioso e preoccupato.

“Da quanto dice hanno un fantasma in casa. Ben l’ha visto ma Lisa non vuole credergli.” Risponde pratico prendendo il telefono e cercando il messaggio.

“Non vuole credergli? Dopo tutto quello che le ho raccontato non crede a suo figlio quando le dice che hanno un fantasma in casa?” Chiesi scioccato mentre mio fratello faceva partire il messaggio in segreteria.
 
“Hei Sam, sono Ben... Braeden. Il figlio di Lisa. Ho provato a contattare Dean ma non ci sono riuscito. Ho-abbiamo bisogno di voi, mamma non voleva che chiamassi ma sono quasi certo che ci sia un fantasma in casa. Ci sono continuamente oggetti che si spostano da soli e rumori strani. L’altro giorno ho visto una figura bianca girare per il corridoio. Trovo sempre punti freddi nella casa e... mamma dice che probabilmente mi sto ammalando ma non è vero. Vi prego, venite qui appena possibile. Ho paura che...”


Il messaggio si conclude così, il tempo a disposizione era finito. Guardai Sam con un cipiglio serio.

“Dobbiamo andare.” Dissi in tono autoritario. Sam annuì e mise via il telefono.
 
“Ci servirà tanto sale e della benzina.” Rispose mentre prendeva il laptop e controllava la posizione dei cimiteri e delle stazioni di servizio. Annuii tranquillamente e controllai la mia segreteria: nulla.

“Partiamo domani mattina dopo aver avvisato Bobby.” Guardai Sam che continuava a fare ricerche sulle persone decedute di recente. “Sam, le ricerche le facciamo domani, ora andiamo a dormire. Ci aspetta un lungo viaggio.” Affermai non staccando gli occhi da lui.

“Tranquillo Dean, non ho più cinque anni.” Mi sorrise e riprese a digitare. “E poi quello più vecchio qui sei tu. Devo iniziare a comprare i pannolini anche per te?” Domandò ridendo sotto i baffi.
 
“Fesso.”

“Puttana.”

“Notte Sammy.” Sorrisi e me ne andai in camera. Mi spogliai e misi una maglia vecchia dei Motörhead prima di sistemarmi sotto le coperte a pancia in giù. Sospirai e in una manciata di secondi mi addormentai.
 
***
 
Mi svegliai dopo un po’ per colpa di qualcuno che era salito sul mio letto. Mi girai e vidi Castiel impaurito e con gli occhi lucidi che mi guardava.

“Che c’è pulce?” Chiesi con la voce impastata mentre il moro si infilava sotto le coperte e si rannicchiava contro il mio petto.
 
“C’è un mostro nell’armadio.” Bisbigliò tremando. Lo strinsi forte a me e digrignai i denti. Quale mostro osava terrorizzare Cas?! L’avrebbe pagata cara.
 
“Vado a vedere. Tu rimani qui, okay? I mostri in questa stanza non ci sono.” Cercai di rassicurarlo. Cas annuì e si nascose sotto le coperte. Presi il coltello di Ruby dalla scrivani e mi avviai furtivo verso la camera di Castiel. Entrai e mi fermai davanti all’armadio, esitante. Presi un grosso respiro e aprii le ante pronto ad accoltellare chiunque ci fosse, ma quello che ci trovai dentro non era un mostro, bensì Gabriel che mi urlò in faccia ‘bu!’. Mi portai la mano al cuore per colpa dello spavento e digrignai i denti.

“Gabriel?! Che cazzo ci fai qui?” Gli ringhiai contro guardandolo male. Una voglia improvvisa di piantargli una lama angelica nel cuore si fece strada in me ma la tenni a freno, magari poteva aiutarci con Castiel.
 
“Solo una visita.” Uscì dall’armadio scrollando le spalle. “Sono passato a trovare il mio fratellino.” Rispose con un sorrisetto mentre si faceva comparire in mano una caramella.
 
“Mi stai prendendo per il culo?” Chiesi seriamente. “Non ti fai vedere per mesi e poi compari all’improvviso solo per vedere Cas?”
 
“Ho sentito dire che è stato trasformato in un bambino di tre anni.” Afferma masticando insopportabilmente il dolce. “Volevo vederlo con i miei occhi.”

Presi un grosso respiro per calmarmi e lo rilasciai dopo qualche secondo. “L’hai spaventato. È corso da me per colpa ‘del mostro nell’armadio’, idiota.” Lo ripresi seriamente frustrato e arrabbiato con lui.

“Quante storie. So già che quando mi vedrà mi chiederà di portarlo via da voi scimmie senza pelo.” Uscì dalla stanza e si incamminò verso la mia. Lo seguii non fidandomi del tutto. Okay, è Gabriel ma non voglio che spaventi ulteriormente Castiel.
Entrai prima di lui e mi sedetti sul bordo del letto accarezzando la schiena al moro, il quale si rannicchiò contro il mio petto.

“L’hai mandato via il mostro?” Chiese bisbigliando. Sorrisi dolcemente e lo strinsi più forte.
 
“Pulce, in realtà non era un mostro cattivo. È solo Gabriel, tuo fratello maggiore.” Gli spiegai pratico accarezzandogli la schiena. Il piccoletto tolse il viso dal mio petto per guardarmi confuso ed inclinò la testa.
 
“Perché è qui?”
 
“Sono qui per vedere come stai.” Rispose prontamente l’arcangelo porgendogli una caramella. Castiel la studiò e poi passò ad osservare Gabriel. Alla fine si decise a prenderla e si mise a scartarla o, almeno, a provarci.

“Che ne dici di venire con me in Paradiso? Ci divertiremo, te lo prometto.” Sorrise tranquillamente il biondo sedendosi ai piedi del letto. Il moro alzò lo sguardo verso di me e mi porse la caramella.
 
“Dean, apri...” Disse con gli occhioni dolci. Sbuffai piano, presi la caramella e l’aprii prima di ridargliela. Se la infilò subito in bocca gustandola con piacere.
 
“Castiel, rispondi a tuo fratello.” Dissi vedendo che Gabriel si stava spazientendo. Il piccolo guardo Gabe e scosse la testa.
 
“Voglio rimanere con Dean e Sam e zio Bobby.” Affermò con la bocca piena.
 
“Perché?” Chiese solo Gabriel.
 
“Perché gli voglio bene.” Disse semplicemente accoccolandosi a me. Non riuscii a fermare il sorriso enorme che mi si propagò in faccia e lo strinsi forte.
 
“Ma non è questo il tuo posto, lo sai vero?” Cercò di dissuaderlo ancora Gabriel.
 
“Voglio stare qui!” Urlò Cas arrabbiato. “Voglio stare con Dean!” Disse iniziando a piangere e stringendomi forte la maglietta. Lo presi in braccio e lo strinsi a me cercando di calmarlo.

“Ci rimani con me, Castiel. E con Sam e zio Bobby. Ricordi che te l’ho promesso?” dissi piano accarezzandogli la schiena. La pulce annuì e si strinse di più a me continuando a singhiozzare. Lanciai uno sguardo cattivo a Gabriel che sparì in meno di un battito di ciglia. Sbuffai piano e mi sdraiai a letto con ancora il piccolo e piangente Cas fra le braccia. Continuai a cullarlo piano e a fargli soffiare il naso ogni tanto per non fargli sporcare il cuscino di muco e poi mi ricordai di cosa usava fare Mary per farmi calmare: cantava. Mi umettai le labbra incerto e iniziai a cantare sotto voce ‘Hey Jude’. Ricacciai indietro il nodo alla gola e le lacrime e continuai finché non sentii Cas calmarsi e addormentarsi piano. Smisi solo a canzone finita stringendo il piccoletto a me, quasi aggrappandomi a lui per non piangere. Dovevo essere forte, lo sono sempre stato. Mi addormentai poco dopo cullato dai ricordi di quando ero piccolo e mia madre mi stringeva forte a sé ogni volta che stavo male.
 
   
 
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