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Autore: CerseitheChaos    11/09/2015    4 recensioni
Euridice è la figlia maggiore di Cersei Lannister.
Ha combattuto fianco a fianco dello zio Tyrion durante la Battaglia della Acque Nere, andando contro tutti e tutto, e soprattutto, ottenendo un esito sorprendente.
Approdo del Re sembra essere caduta ai suoi piedi dopo averla guidata, inaspettatamente, alla vittoria.
E si sa, il fiore migliore viene sempre colto per primo.
Soprattutto se, quel fiore, serve ad un giovane Re, pronto a tutto per vendicare la morte del proprio padre e riavere le sorelle.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Sansa Stark, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccola (ma mica tanto) introduzione: Questa storia è una sorta di What If, come ho segnalato tra le note.
Il personaggio che ho deliberatamente deciso di creare ed inserire, lo 'covo' da anni, sin da quando ho iniziato a vedere la serie tv ( e poi a leggere i libri). 
Ho sempre sentito la 'mancanza' di un personaggio all' interno della saga, una delle pochissime cose che ho sempre rimproverato a Martin. 
Ho spesso desiderato che il nostro Zio George lo inserisse, ma purtroppo, non è stato così. Quindi tan daaan!
I tratti del personaggio li scoprirete voi man mano, non ha senso elencarveli. 


Cercherò un po' di seguire le linee 'Martiniane' (?), infatti userò i POV, questo per due motivi. 
Il primo è per una questione di ordine. Saranno segnalati da dei sigilli molto evidenti ed espliciti, con i quali potrete subito capire di chi stiamo parlando. 
Il secondo è per un altro 'rimprovero' a Martin: in mille libri che ha scritto, non ha mai dato un POV a Robb Stark, uno dei personaggi più importanti della saga, oltre che tra i miei preferiti.
Per cui questo è una sorta di 'riscatto' per il personaggio, cercherò di indagarlo, di scoprirlo di più. 
La mia storia, tuttavia, segue le linee del telefilm invece che dei libri , principalmente, per questioni pratiche ( e anche perchè ho amato il Robb del telefilm, diciamocelo, Richard Madden ha fatto miracoli eheh). 
Grazie in anticipo a chi leggerà questa storia e, annoiato, riuscirà ad andare avanti dopo questo lunghissimo prologo. 
Sto davvero parlando troppo! Basta ciance, vi lascio alla storia!
Buona Lettura. 


 
One.

 
 
Urla, urla, urla su urla. 
Era tutto ciò che Euridice riusciva a sentire nella sua testa. 
Sovente le era capitato di dover usare la propria spada, o arco e frecce, i suoi preferiti,in un allenamento con Jaime, ma mai in una Battaglia. 
Quella contro l' esercito di Stannis era stata la prima, e nessuno l' avrebbe voluta lì. 
Nemmeno il suo amato zio Tyrion, colui che credeva in Euridice più di quanto non lo facesse lei in se stessa. 
Clock, clock, clock
La scuola delle scarpe sbatteva contro la pietra
Il suono flaccido di una gola tagliata
decisamente pregiata che ricopre gran parte della Fortezza Rossa
Gli occhi pieni di morte e muto silenzio di chi ha una lama conficcata nel petto
e che minuziosamente calava venendo sostituita da una pietra surrogata decisamente meno regale e più rumorosa
Tutto quello ad Euridice non faceva paura, sapeva di averlo fatto per una giusta causa, ne era certa
La porticina, piccola e in legno, di Tyrion finalmente stava davanti a lei. 
Non perse tempo a trarre lunghi respiri nè a chiedersi, ancora una volta, che cosa dire. 
Sapeva esattamente quello che stava facendo. 
Come sempre.
Si sistemò lo scollato e leggero vestito lilla che la madre disapprovava tanto, forse perchè era più adatto ad una 'Poco di buono di Dorne' che ad una principessa dei Sette Regni. 
Ripensando ai commenti della madre, un sorriso pieno di collera comparve sulle sue labbra. 
Fece cenno alle guardie di fare un passo indietro, alzò la piccola la mano, e poco prima che si posasse sul legno malconcio,la porta si aprì. 
La tunica gialla e la testa a uovo di Varys erano decisamente inconfondibili, specie per gli occhi vigili di Euridice. 
-Oh, Principessa, non mi aspettavo di trovarti qui- la voce di Varys tremò. 
-Bene.. starai forse sprecando del fiato per ripetere a tuo zio ciò che già io gli ho detto?- le sue intenzioni erano chiare, come sempre. 
'Il maestro dei sussurri' era un soprannome che decisamente si era guadagnato. 
-Immagino che le parole che conferirò a mio zio debbano appartenermi- rispose pacatamente, afferrando la tunica di Varys.
Fece in modo di tirarlo vicino a sè per avere il suo orecchio proprio accanto alla bocca, così attaccato da poter sentire il suo alito scorrergli per tutto il padiglione auricolare.
-O devo forse ribadirti il discorso di qualche tempo fa? Ricordi? Sai, quella cosa sullo strapparti via le palle degli occhi, ovvero le uniche palle che ti rimangono- 
Euridice sorrise. 
Se Varys provò paura, lo nascose alla perfezione. 
-No, affatto. E' tutto molto chiaro.- La sua calma per un attimo innervosì Euridice, ma riuscì a domarla con prontezza.
-Ottimo. Non vorrei mai fare questo ad un amico.- 
Poi spalancò la porta ed entrò. 

Tutto quello che vide, oltre il degrado avanzato della stanza, fu il piccolo corpo di Tyrion che giaceva su un materasso sporco e malconcio. 
Una benda ricopriva metà della sua faccia. 
-Sapevo saresti venuta- 
-Siamo una squadra- rispose lei affabilmente.
Pulendo con il dorso della mano un appezzamento del materasso, si sedette accanto allo zio.
-Mi dispiace per la sporcizia di questa stanza, ma il tuo amabile fratello mi ha sbattuto qui non appena ha potuto e io non sono nelle condizioni giuste per fare le pulizie di primavera-
Tyrion si fermò per un istante. 
-O forse dovrei dire d' Estate- 
Euridice sorrise. 
-Credimi, so molto bene di quanto Joffrey sia stupido e faccia sempre la cosa sbagliata-
La sfumatura di un' antipatia che quasi rasentava l' odio era più che evidente. 
-Ma non sono qui per questo. La cerimonia del nuovo Cavaliere del Re si è tenuta. Joffrey è stato costretto dal Nonno e da.. mia madre a ringraziarmi apertamente per il mio intervento salvifico a favore di questa città.- 
Trascorse qualche secondo prima che Tyrion rompesse il silenzio. 
-Lo hai meritato. Sono sorpreso che quella serpe di tuo fratello abbia accettato di riconoscerti qualcosa- 
-Ah, odio sentirlo chiamare mio fratello. E' così..inutile.- Tyrion rise. 
-Ad ogni modo sotto le chiare insistenze di mia madre e i consigli di tuo padre ha dovuto farlo. E ha ceduto anche alle mie- 
Tyrion sbarrò l' occhio sano. 
-Ha pubblicamente ringraziato anche te-
Calò un profondo silenzio. 
Poi Tyrion rise. Rise, rise di gusto.
-Stai scherzando?- 
-No, lo giuro- alzando le mani, Euridice trattenne a stento una risata. 
-Gli ho detto che il piano era di entrambi, il discorso è stato fatto da noi, noi due. E che tu sei stato partecipe quanto me-
-Immagino che abbia fatto una battuta riguardo al fatto che con il mio piccolo braccio non avrei neanche potuto reggere una spada-
Euridice lo additò - Un' osservazione vera, ma diversi uomini in Sala hanno combattuto con noi, ed hanno dovuto dire la verità. Sei un eroe. Siamo degli eroi. La città lo sa. La città ci ama.- 
Tyrion scosse la testa divertito. 
-Ho salvato questa città e mi hanno lo stesso sbattuto in questo letamaio. A Joffrey, a mio padre e all' intera popolazione di Approdo del Re non interessa il fatto che abbia messo a repentaglio la mia vita per quella del loro flaccido culo. Per loro resterò sempre e solo un ricco e lussurioso nano-  Fece una breve pausa.
-Ma tu hai fatto un grande colpo. La città invece si è innamorata, di te. Una principessa che scende in campo di guerra di sua spontanea volontà, contro tutto e tutti. Dannazione, non accadeva dai tempi dei Targaryen!- una raffica di tosse si impadronì di lui. 
Alzò infine la testa colma di riccioli biondi e rivolse nuovamente lo sguardo ad Euridice.
-Hai salvato tu la città, Euridice, non io. Hai ideato in pochi minuti la strategia per tenerla in piedi il tempo necessario prima dell' arrivo di mio padre.- 
-Senza il Nonno la città non avrebbe retto, non è poi un grande merito, saremmo andati in frantumi-
-E' vero, ma saremmo andati a pezzi molto prima che arrivasse, senza di te. - rispose Tyrion, pacatamente.
-E poi la figura di una Principessa Guerriera, dopo anni e anni dall' ultima volta che se ne è sentito parlare, è affascinante-
Euridice non riusciva a capire se stesse volontariamente cercando complimenti per compiacersi o se semplicemente dubitasse di se stessa fino a quel punto. 
Assolta nei suoi pensieri, non si accorse del profondo e denso silenzio in cui i due si erano immersi.
-Ora partirai per Dorne, come avevi previsto?-
Euridice esitò qualche istante, prima di rispondere.
-Si.Si. penso lo farò. Voglio andare a trovare mia sorella.- 
-Dorne è pericolosa, Euridice-
La porta scricchiolò, e aprendosi portò con sè così tanta luce diurna che Tyrion dovette coprire con la mano l' unico occhio funzionante.
Shae emerse, circondata da un alone giallo come i capelli di Euridice.
-Hai visite.-
-N-n- non volevo interrompere, passerò più t..-
-Non è necessario- la interruppe Euridice, saltando in piedi. 
-Stavo andando via. Sono passata solo per salutare mio zio.- 
Si chinò, baciandolo su quel che restava della fronte. 
-Mi tratterrò poco e sarò estremamente prudente. Come sempre- 
Tyrion sorrise ed Euridice si allontanò, tornando all' agrodolce realtà di Approdo del Re. 

I corridoi erano sempre piaciuti particolarmente ad Euridice.
Le permettevano di pensare parecchio prima di arrivare a destinazione.
Ma, se concedevano tanto tempo ad Euridice per pensare, ne davano altrettanto agli altri per interromperla.
-Dovresti prendermi in considerazione quando decidi qualcosa.- Cersei Lannister, con passo rilassato  deciso, si avvicinò ad Euridice.
-Dopo tutto sono sempre tua madre, o te ne sei dimenticata?- 
Una spazzola divide i sottili fili d' oro che da sempre popolano il suo cranio
Euridice alzò gli occhi al cielo e proseguì, con la consapevolezza che Cersei era proprio dietro alle sue spalle. 
-Te lo avrei detto adesso. Solo comunicato, non avrei chiesto il permesso a nessuno.-
Una madre che pettina i capelli della figlia, un' immagine così normale 
-Immagino che tuo Nonno sarà entusiasta della faccenda, dopo averti vista mentre facevi a fette un soldato di Stannis- 
Euridice si bloccò di scatto.
-E che cosa farai, darai la colpa ad un innocente e lo farai ammazzare per coprire la bravata di qualche tuo parente anche questa volta?- inclinò la testa, e la guardò sfidandola.
Cersei fece un ghigno per cercare di nascondere la sua situazione di svantaggio davanti all' affermazione della figlia. 
Ma non è una famiglia convenzionale, quella dei Lannister
-Mi ha già rimproverato lui sul scendere in battaglia, non è necessario un tuo ulteriore intervento- continuò.
- E' stato pericoloso quello che hai fatto!- il tono di Cersei, da canzonatorio qual' era, si fece serio. 
-Sei una..ragazzina! Solo tuo zio poteva essere così folle da fartelo fare, dovevo immaginarlo- 
-Solo per chiarirci- disse Euridice, avvicinandosi alla madre. -Se sei ancora dentro quei bei vestitini rossi che tanto ti piacciono e il suo sedere siede su poltrone comode, è solo per merito mio, del tuo amato fratello e dell' esercito.- 
Cersei la squadrò, senza dire nulla.
-Il Nonno è favorevole alla mia partenza per Dorne. Purchè io abbia una scorta. E l' avrò. La città mi ama, mamma, non sei felice?- Euridice gesticolò enfatizzando la scena.
-Si che lo sono, Euridice.- le prese una mano. La accarezzò, osservandone il dorso.
-E cerco di proteggerti perchè sono tua madre e ti voglio bene. Ho già perso una figlia femmina, non voglio rischiare di perderne un' altra- 
Euridice si ammorbidì.
-Non accadrà. Te lo prometto- 
 



 
-E' tutto pronto, non si torna indietro- Robb Stark stava in piedi davanti alla madre, mentre si sforzava di apparire sicuro e indistruttibile. 
Catelyn lo guardò, con la bocca schiusa e la paura negli occhi. 
-E' una mossa abile quella che stai per compiere, figlio mio, ma è azzardata, si tratta di una Lannister e i...- 
-I Lannister non sono niente.- tuonò Robb. -Siamo già riusciti a catturare uno di loro, una volta, e a quest' ora lo terremmo ancora in pungo, se soltanto...- Robb non terminò la frase.
L' espressione di Catelyn era mutata in una smorfia di dispiacere e pentimento. 
-Quello che voglio dire- riprese il Giovane Lupo, più cautamente - è che se una volta siamo riusciti a catturarne uno, possiamo rifarlo- 
Un cupo silenzio. 
-E Jaime Lannister è un uomo, oltre che un ottimo spadaccino- Robb pronunciò le ultime parole con disprezzo. 
-Euridice Baratheon, Lannister.. o qualsiasi sia il suo cognome, non è nientemeno che una ragazzina- 
-Una ragazzina che ha sventato un assedio ad Approdo del Re!- Catelyn sembro quasi infuriarsi, e si spostò velocemente dall' altra parte della tenda, senza un apparente motivo. 
-Questo è quello che dicono, ma noi non abbiamo visto con i nostri occhi ciò che davvero ha fatto!-
-Robb, ti prego...-  
Dentro di sè Robb sentì la collera montare.  Sua madre non poteva e non doveva dubitare di lui.
Era perfettamente cosciente di quello che stava per fare. E anche delle ragioni che lo spingevano. 
-Euridice ha la tua età, ma è molto abile.  E' un ottimo arciere, e dicono proprio che la strategia che ha tenuto in piedi la città prima dell' arrivo di Tywin Lannister fosse sua. E' scesa anche in campo aperto, secondo alcuni, quando la situazione si è trasformata in una catastrofe e rimanevano ormai in pochi- 
-Dicono, dicono, dicono...- disse Robb, facendo un gesto con la mano come per indicare che le parole della madre non erano altro che fesserie. 
-Non mi importa chi sia. Questa notte sarà mia prigioniera. E lo sarà fino a quando non mi saranno restituite le mie sorelle.- Alzò lo sguardo, e si avvicinò alla madre. 
-Voglio che quella famiglia soffra almeno quanto lo vuoi tu, Robb- Il Re del Nord la fissò dritta negli occhi. -E odio ogni Lannister sulla faccia della terra, nessuno escluso. Non fartela scappare, allora- 
Robb schiuse le labbra in un sorriso fiducioso. 
Catelyn gli diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla tenda. 
Il Giovane Lupo rimase per qualche istante a pensare.
Alzò la mano destra, tenendola tesa.
Quel gesto gli ricordò quando, a Grande Inverno, Theon gli chiese se aveva paura della Guerra che stava per incombere.
Allora Robb aveva alzato la mano, ed essa aveva iniziato a tremare.
-Bene, significa che non sei stupido- aveva risposto Theon. 
Ora invece, nonostante l' ira che gli scorreva dentro come un fiume in piena, la mano era immobile.
Ferma. 
-Io non ho paura, Theon Greyjoy.- disse tra sè e sè. 
Portò nuovamente la mano lungo il fianco, e poi l' appoggiò sull' impugnatura della spada. 
Grande Inverno, la Neve, i fiocchi sul capelli ramati di Sansa, Jon che scivolava sul ghiaccio e poi rideva, seguito da lui. 
Strinse la mano intorno all' elsa con più forza.
-Per la mia famiglia.- sibilò. 
Trasse un lungo respiro e poi uscì dalla tenda. 




 
 
  
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