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Autore: winchestersimpala    11/09/2015    8 recensioni
"Lisa era una ragazza normale; era magra, altra quasi un metro e settanta, capelli neri e dei bellissimi occhi marroni con qualche punto che tendeva al verde. Era la classica ragazza che preferiva starsene da sola ad ascoltare musica rock e metal e leggere un libro, piuttosto che andare in discoteca. La sua vita era un disastro, ma nonostante ciò riusciva ad andare avanti e vivere giorno per giorno."
La vita di Lisa si incrocerà con quella del detective Burkhardt in un modo o nell'altro, come andrà a finire? Sarà solo un incontro casuale o il detective potrebbe essere coinvolto maggiormente nella vita di questa ragazza di cui sa poco e nulla?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hank Griffin, Nick Burkhardt, Nuovo personaggio, Sean Renard, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beautiful tragedy.

 

La mattina seguente Nick si svegliò di soprassalto a causa di un incubo ricorrente che lo vedeva come protagonista; dopo pochi istanti anche Lisa si svegliò, poiché aveva sentito il detective sollevarsi velocemente dal cuscino e respirare velocemente. Gli mise un mano sulla spalla per poi dargli un bacio sul collo. Nick si girò verso di lei e Lisa gli rivolse un sorriso per cercare di calmarlo, quest’ultimo la strinse in un abbraccio e lei cominciò ad accarezzargli i capelli.

 

“Hey, Nick, tutto bene?” Chiese Lisa preoccupata. Forse non doveva preoccuparsi così tanto per lui, d’altro canto lo conosceva solo da un giorno e ci era già andata a letto insieme. C’era qualcosa di sbagliato in tutto ciò. La sua parte razionale le diceva che aveva commesso uno sbaglio a lasciarsi andare in quel modo, ad avere lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento, ma la sua parte istintiva non poteva farne a meno, ormai soffriva di una qualche dipendenza da quella sensazione di sicurezza e complicità che solo quel, all’apparenza semplice, ragazzo poteva offrirle.

“Si, tutto bene. Era solo un incubo.” Rispose il ragazzo, cercando di sembrare il più convincente possibile e stampò un bacio sulle labbra della ragazza, la quale non esitò a ricambiare.

Lisa accese la luce sul suo comodino, vide che erano solo le otto del mattino, e  dopo essersi rigirata fissò per qualche istante gli occhi color ghiaccio del detective Burkhardt.

“Senti, Nick, posso parlarti di una cosa?” Lisa voleva fare chiarezza sulla loro situazione, voleva dirgli che non sapeva perché si era lasciata andare così tanto con lui e che questa cosa la spaventava leggermente, ma allo stesso tempo aveva paura di ferire i sentimenti del ragazzo.

Nick al sentirsi porre quella domanda si sistemò sul letto e pensò che la ragazza molto probabilmente avrebbe voluto parlare del fatto che nonostante si conoscessero da davvero poco tempo, erano già finiti a letto insieme. C’era una sorta di connessione tra loro, ma nessuno riusciva a spiegarne il senso.

“In effetti anche io vorrei parlarti di una cosa…” Disse il detective.

“Nick, non credi che sia strano che fin dal primo momento che ci siamo visti, ci siamo attratti? Nel senso, non credi sia davvero strano che nonostante ci fossimo conosciuti solo ieri mattina, ieri sera fossimo già a letto insieme?” 

“Stavo per chiederti la stessa cosa, Lisa.” La ragazza non gli lasciò terminare la frase, aveva talmente tanti pensieri che le vagavano per la testa che iniziò a parlare velocemente, poiché aveva paura di potersi dimenticare qualcosa. “E non credi che sia strano anche il fatto che fin da subito ci siamo detti tutto sulle nostre famiglie e sulle nostre vite disastrate? Insomma, quelle cose le sa a malapena la mia migliore amica, e lei sa che faccio davvero fatica a parlarne, ma con te è stato molto più semplice. E’ come se ci conoscessimo da sempre, anche se concretamente non ci siamo mai incontrati.”

Tutto ciò che Lisa stava dicendo aveva senso per Nick, lui si era sentito allo stesso modo e aveva pensato esattamente le stesse cose dopo aver conosciuto Lisa, così la interruppe dicendo: “Ti sembra che tra di noi ci sia una sorta di connessione, giusto?” Lisa sgranò gli occhi perché Nick aveva afferrato appieno il concetto. 

“Si, esatto! E lasciamelo dire, è abbastanza inquietante come cosa.”

Quella frase fece scattare qualcosa nella testa di Nick. Si ricordò di aver letto qualcosa sui libri di sua zia Marie riguardo a questa forte connessione provata nei confronti di un’altra persona e quella sensazione era accompagnata dal desiderio di confidarsi il più possibile con l’altro. In quello stesso istante si ricordò che sul vecchio libro c’era anche scritto che quel tipo di sensazione si provava solo quando un Grimm entrava in contatto con un altro Grimm, ed era molto più forte se i due erano di sesso opposto.

Quindi l’unica spiegazione plausibile secondo il ragazzo era che Lisa fosse un Grimm. Non sapeva se esserne felice o triste. Insomma, finalmente aveva trovato qualcuno con le sue stesse abilità, ma allo stesso tempo sapeva quanto doveva essere diventata difficile la sua vita nel momento in cui aveva scoperto di averle.

Ovviamente non poteva chiedere direttamente a Lisa se fosse un Grimm, lo avrebbe preso per pazzo. Così cominciò a farle qualche domanda per tastare il terreno.

“Ascolta Lisa, in questi giorni ti è sembrato di vedere qualcosa di strano?” Chiese il detective. Forse non era il modo migliore per iniziare, ma lui aveva davvero bisogno di risposte.

Lisa era confusa, ma rispose lo stesso alla domanda: “Ehm, ogni tanto mi capita di avere delle allucinazioni…”

La faccenda si stava facendo davvero interessante, Nick iniziava davvero a pensare che Lisa fosse un Grimm, ma c’era ancora una cosa che non riusciva a spiegarsi: com’era possibile che Lisa non sapesse di essere un Grimm; così il detective continuò interessato a farle le domande.

“Che tipo di allucinazioni?”

Lisa era davvero confusa da quelle domande. Cosa potevano avere a che fare con il fatto che nel giro di 24 ore avevano già fatto quello che una coppia normale farebbe in tre mesi? Pensò che comunque era meglio rispondere, così lo fece. “In queste allucinazioni vedevo il volto delle persone cambiare. Non so come spiegarlo, il loro volto diventava spaventoso, sembravano quasi dei mostri, ma era questione di qualche istante e poi il loro volto ritornava normale. Quello che mi fece capire che erano solamente allucinazioni era il fatto che nessuno vedeva quei cambiati oltre a me.”

Nick rimase colpito, Lisa aveva appena descritto quello che era successo a lui quando stava diventando un Grimm a causa della morte di sua zia, che a sua volta era un Grimm.

“Oh mio Dio…” Disse il ragazzo, era l’unica cosa che riusciva a pensare in quel momento. Quello e chiamare Monroe per avvertirlo di aver trovato un altro Grimm.

“Lo so, adesso penserai che sono pazza e che sono da rinchiudere in un manicomio, ma io vedevo davvero quelle cose.” Tentò di spiegare Lisa.

“Saresti davvero da rinchiudere, a meno che tu non sia…” Nick lasciò la frase a metà perché non sapeva se era davvero opportuno metterla al corrente dell’esistenza dei Grimm e dei Wesen.

“A meno che io non sia cosa?” Lisa voleva davvero sapere ciò a cui il detective pensava e stava diventando davvero impaziente.

Nick prese una decisione e disse tutto d’un fiato: “A meno che tu non sia un Grimm, Lisa.” 

Lisa sgranò gli occhi e stava per rispondergli, quando lui disse: “Sai, il fatto che tu sia un Grimm spiegherebbe quello che è successo tra noi. I Grimm si attraggono come calamite. Ovviamente questo non accade tra tutti i Grimm, altrimenti sarebbe un casino, accade quando due Grimm sono già attratti  fisicamente l’uno dall’altra.”

Lisa sbottò e disse: “Un Grimm?! Non dirmi che credi anche tu a questa leggenda metropolitana, ti prego.” 

“Cosa? No, Lisa, non è una leggenda metropolitana, è tutto vero.”

Lisa non riusciva a capire se la stesse prendendo in giro o se fosse serio, stava impazzendo.

“Tu cosa sai dei Grimm?” Continuò lui, incoraggiandola.

Lisa strinse il lenzuolo attorno al suo corpo e disse: “Mia nonna, quando ero piccola, continuava a parlarmi di questi esseri con una grande oscurità dentro di loro, credo li chiamasse Wasen o qualcosa di simile…”

Nick la interruppe sorridendo e la corresse dicendole che il nome esatto era Wesen, poi la invitò a continuare.

“Diceva che i Wesen erano malvagi e che questa loro oscurità repressa si manifestasse in due modi. Il primo è quello visibile solo ai Grimm, che sono coloro che li cacciano non appena commettono omicidi o cose simili, il secondo è quando perdono definitivamente il controllo e si rendono visibili per quello che sono a tutti.” Lisa non poteva credere che quello che sua nonna le raccontava come favola fosse vero, non poteva e non voleva crederci.

Nick era stupefatto e disse: “E ti ha mai detto qualcosa sull’essere un Grimm?”

Lisa cercò di andare il più indietro possibile nei suoi ricordi fino a quando le venne in mente che sua nonna continuava a dirle di essere un Grimm, le diceva anche che suo padre lo era e che quando lui sarebbe morto, lei avrebbe preso il suo posto.

Così lo disse a Nick e lui le rispose dicendo: “Lisa, tuo padre è morto nove anni fa, quindi tu da nove anni sei un Grimm e credimi, quello che vedevi era reale, non erano allucinazioni. Ora rimane solo una cosa da spiegare.”

Lisa lo guardò con sguardo interrogativo e gli chiese di cosa si trattasse.

Nick disse: “Dobbiamo capire come mai queste allucinazioni, come le chiami tu, siano avvenute così sporadicamente, dato che Portland è colma di Wesen. Conosco una persona che può aiutarci, e subito.”

Così i due ragazzi si prepararono per uscire ed andare a casa dell’amico Monroe.

Lisa indossava una semplice canotta aderente a costine bianca, dei leggings neri ed i suoi anfibi preferiti. I suoi capelli mossi e neri le coprivano le spalle e scendevano morbidi fino ai suoi gomiti; mentre Nick indossava i vestiti della sera precedente, ovvero dei jeans blu scuro, una maglia nera con lo scollo a V e la sua famosa giacca di pelle nera che la sera prima era stata indossata da Lisa.

 

I due ragazzi uscirono di casa e Nick disse: “Ci conviene andare con la mia macchina, Monroe e un po’ ‘particolare’ e capirebbe che non sono venuto con la mia auto e molto probabilmente non ci farebbe entrare in casa sua.”

Lisa non era più molto convinta del fatto che volesse conoscere questo Monroe, dato che sembrava davvero molto strambo, ma assecondò il detective e salì sul suo pick-up.

 

Dopo circa venti minuti i due Grimm giunsero a casa di Monroe; Nick suonò il campanello e dopo qualche istante l’uomo andò ad aprire. Essendo convinto di trovarsi davanti solo Nick, quando vide Lisa si spaventò e il suo volto si tramutò. Divenne molto simile al muso di un lupo, ma i suoi occhi erano rossi ed era davvero brutto, a differenza di un lupo vero e proprio.

Lisa retrocedette e si voltò di scatto verso Nick,  disse, leggermente spaventata, indicando la ‘cosa’ fuori dalla porta: “Lo vedi anche tu?”

Nick annuì e Monroe gridò: “Nick, ma sei diventato scemo? Mi hai portato un altro Grimm? Come se tu non fossi abbastanza!”

“Monroe, calmati. Non ti farà nulla, ha appena scoperto di essere un Grimm e ho pensato che io e te potessimo aiutarla a capire meglio di cosa si tratta…” 

Lisa li interruppe e disse, rivolgendosi a Monroe: “Scusa, ma tu come fai a sapere che io sono un Grimm? Il mio volto non cambia, a differenza del tuo.”

Il viso di Monroe ritornò ad essere quello di un normale essere umano e disse: “Noi Wesen lo capiamo dai vostri occhi. Quando andiamo in Woge, ovvero quando il nostro viso cambia forma, detto proprio volgarmente, i vostri occhi diventano neri. Neri come la pece, anzi, di più. Noi in quel nero ci vediamo per quello che siamo, vediamo la nostra vera forma. Alcune specie di  Wesen possono spaventarsi ed implorarti di non ucciderli, altri invece se ne fottono, anzi, il fatto che tu sia un Grimm aumenterà la loro voglia di ucciderti. Ma ora, che ne dite di entrare?” Disse Monroe come se fosse infastidito dal fatto che i due ragazzi fossero ancora fuori dalla casa.

La giovane ragazza era rimasta senza parole, così seguì Nick e Monroe in casa.

 

“Vi va un po’ di caffè?” chiese Monroe.

I due ragazzi annuirono e Nick chiese a Lisa se stava bene.

“Si, sto bene. Ma ho una domanda…”

Nick le sorrise e disse: “Dimmi pure, siamo qui per questo.”

Lisa ricambio il sorriso e disse: “Ma quando questi Wesen vanno in Woge, gli fa male?”

“Mh, questo proprio non lo so, non credo comunque.”

 

Nick si sedette sul divano e Lisa si sedette accanto a lui. Dopo pochi attimi furono raggiunti da Monroe, il quale porse loro le tazze di caffè e si sedette di fronte a loro.

 

“Innanzitutto credo di dovermi presentarmi prima di riempirti di nozioni sui Grimm e sui Wesen, quindi, piacere di conoscerti. Io sono Monroe.”

Lisa strinse la mano dell’uomo e si presentò a sua volta.

Nick gli spiegò che Lisa avrebbe dovuto essere un Grimm da ormai nove anni, ma le sue “visioni” si erano manifestate davvero pochissime volte.

“Dimmi, Lisa.” Iniziò Monroe, mentre Nick le stringeva la mano cercando di metterla a suo agio. “Hai mai preso qualcosa per queste tue ‘allucinazioni’ che poi si sono dimostrate reali?”

Lisa giocherellava con un bracciale al polso del detective mentre stringeva la sua mano e disse: “Beh, ogni tanto la mia migliore amica, Adalind, mi dava qualche pastiglia per farmi stare meglio e quelle pastiglie bloccavano le mie allucinazioni.”

 

Nick lasciò all’improvviso la mano di Lisa e lanciò un’occhiata a Monroe, il quale era impallidito a vista d’occhio.

Lisa non riusciva a capire cosa avesse detto di sbagliato e Nick le chiese: “Adalind? Potresti dirmi il suo cognome?”

“Schade. E’ un’avvocatessa in uno degli studi più importanti di Portland.”

Nick si alzò di scatto dal divano. 

“Porca puttana!” Lisa non riusciva a capire il motivo per cui il detective aveva reagito in quel modo, così disse: “Nick, spiegami quello che sta succedendo.”

 

Il ragazzo si sedette di nuovo di fianco alla ragazza e dopo aver preso il suo volto tra le sue mani le disse: “E’ stata lei a farti tutto questo! Non puoi fidarti di Adalind. Quei ‘medicinali’ non servivano per bloccare le allucinazioni, ma per bloccare la transizione. Sapeva che tuo padre era morto e che quindi presto o tardi tu saresti diventata un Grimm, e quindi sapeva che da quel momento  saresti diventata una minaccia per lei.”

Lisa prese le mani di Nick tra le sue e disse, cercando di capirci qualcosa: “E perché mai avrebbe dovuto farlo?”

“Perché lei è una Hexenbiest, Lisa.”

“Una Hexenche?”

 

Monroe intervenne dicendo: “Nick, così non la aiuti, le metti ancora più confusione in testa. Lisa, quella che pensavi fosse la tua migliore amica, in realtà è una strega, nel vero senso della parola, e molto probabilmente vuole ucciderti. Sai, tra Hexenbiest e Grimm non c’è mai stato un buon rapporto. Ha mandato in coma la ex-fidanzata di Nick facendole dimenticare tutto di lui, ha ridotto in fin di vita il capitano Sean Renard e potrei andare avanti…”

 

Lisa si voltò e chiese a Nick: “Quindi cosa dobbiamo fare con lei?”

“Quello che cerco di fare da quando sono un Grimm, ucciderla.” Disse Nick, con una determinazione spaventosa.

A Lisa si gelò il sangue nelle vene, non riusciva a credere che quella che era la sua migliore amica da una vita in realtà era un Wesen che voleva tentare di ucciderla. Mentre pensava a quello che era giusto fare con Adalind, si ricordò che una delle sue allucinazioni riguardava proprio Adalind, quindi quello che Nick e Monroe avevano affermato poco prima era la pura verità.

 

“Che puttana.” disse Lisa sottovoce, Monroe la guardò stupito e lei, dopo essersi sistemata meglio sul divano e aver sorseggiato il suo caffè disse: “Una volta Adalind era molto nervosa a causa di un cliente di cui doveva occuparsi; una sera lui la chiamò e dal suo tono si capiva che la conversazione stava andando a rotoli, quando ad un certo punto il suo volto è cambiato notevolmente. I suoi capelli diventarono bianchi, il suo viso era pieno di rughe e i suoi denti sembravano marci.”

“Wow, descrizione eccellente di una Hexenbiest.” Intervenne Monroe.

La loro conversazione fu interrotta dallo squillare del cellulare di Nick, il quale rispose: “Burkhardt.” Nel frattempo Lisa e Monroe si erano ammutoliti per non disturbare, ma Nick cambiò stanza, così Monroe cominciò a riempire di domande Lisa.

“Quindi la cosa dell’attrazione tra Grimm è vera, cioè tu e Nick…” 

“Vuoi sapere se io e Nick siamo andati a letto insieme?” Chiese Lisa a bruciapelo. Poi riprese: “Si, siamo andati a letto insieme, se proprio ti interessa.” Monroe non sapeva cosa dire e Lisa scoppiò a ridere a causa dell’espressione sul volto.

“Comunque, tu che Wesen sei, Monroe?”

“Io sono un Blutbad, una sorta di lupo mannaro, ma sono uno dei ‘pentiti’”

Lisa era davvero incuriosita da Monroe, ma non poté chiedergli altro poiché Nick rientrò nella stanza e disse che doveva andare in centrale a causa di un omicidio.

“Monroe, puoi riaccompagnare tu Lisa? Io devo proprio andare.” Lisa intervenne dicendo che sarebbe andata con lui, dato che doveva andare al suo pub per chiarire delle cose con Sasha.

I due ragazzi salutarono il Blutbad ed uscirono dall’appartamento.

Nick mise un braccio intorno alle spalle della ragazza, stringendola a sé.

“Come stai Lisa?” 

La ragazza fece e spallucce e disse: “Beh, a parte il fatto che in una sola mattina ho scoperto di essere un Grimm, che il ragazzo di cui forse mi sono innamorata è un Grimm e che quella che reputavo la mia migliore amica vuole uccidermi, sto bene.”

Nick le sorrise prima di salire in auto le disse: “Ti sei innamorata di me?”

Lisa gli rivolse un sorrido arrogante e gli rispose: “Mh, di te o di quella cosa che hai fatto stanotte, chi lo sa.” Gli fece l’occhiolino e salì in auto.

Nick scoppiò a ridere e mise in moto il pick-up.

 

Dopo pochi istanti raggiunsero la centrale e i due ragazzi si salutarono prima di scendere.

 

“Devi proprio andare?” Chiese Lisa facendo quelli che dovevano sembrare occhi dolci a Nick.

Il detective rise e dopo aver preso la mano di Lisa disse sottovoce: “Si, devo proprio andare. Una bambina è stata trovata assassinata in casa del padre…”

“Dio che cosa orribile, chi potrebbe mai fare una cosa del genere?”

“Un mostro…” 

Ci fu un attimo di silenzio, poi Lisa disse: “Forse è meglio se vai, ci vediamo dopo.”

“Hai ragione. Senti, se vuoi puoi usare la mia macchina per andare al pub, più tardi potrei passare a riprenderla.” La ragazza gli si avvicinò e gli sussurrò vicino all’orecchio: “E se invece io andassi a piedi e tu mi riaccompagnassi a casa questa sera?” e gli sorrise.

“Si, è decisamente un’ottima idea.” 

I due ragazzi si scambiarono un bacio sulle labbra e scesero dall’auto, Nick andò in centrale, mentre Lisa si diresse verso il pub, convinta che avrebbe visto nuovamente Nick la sera stessa.

 

 

Nota dell’autrice:

Allora, ringrazio innanzitutto le persone che hanno recensito il capitolo precedente, spero che recensirete anche questo.

Come sempre, vi invito a farmi sapere cosa pensate della mia storia tramite una recensione anche di poche righe.

Vi lascio delle gif con i Wesen di cui ho parlato nel capitolo.

 

Monroe in Woge:

 

Adalind in Woge:


 

   
 
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