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Autore: Gondolin    08/02/2009    7 recensioni
Una piccola scena di vita quotidiana al Grande Tempio, non ha una vera trama.
Il Nuovo Personaggio è Kaiada, sorella di Death Mask... e non è colpa mia se nelle mie storie finiscono sempre delle Mary Sue! Sono loro che si intrufolano! Ma non abbiate timore, è sempre e comunque lo yaoi a regnare sovrano.
(il titolo fa pena, lo so)
Edit: come mi ha giustamente fatto notare Kagura, è una delle cose più mostruosamente OOC di tutto il fandom. Ma io in fondo voglio conunque bene alla mia fic. E grazie ai matti che l'hanno aggiunta ai preferiti! *spande amore*
Genere: Generale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La rabbia di amare'
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Sono in casa da sola, di sera, con tre computer accesi, musica a tutto volume e biscotti al cioccolato in quantità. Credo che potrei avere un orgasmo solo per questo.”

Ecco, questa ero io ieri sera, quando ho iniziato a scrivere questa cosa. Sono felice, per una volta di aver iniziato e finito una cosa nella stessa giornata, senza trascinarmela per settimane...


Già che ci sono, se per caso è qui qualche lettore delle mie altre fic: SCUSATE! Scusate l'immenso ritardo negli aggiornamenti, ma non le ho dimenticate, davvero!


Fandom: Saint Seiya (la mia seconda vera incursione in questo fandom! Anche se avevo già sfruttato i Saint anche per una fic demenziale ambientata nella Terra di Mezzo... ma quella non la considero)

Personaggi: Death Mask di Cancer, Aphrodite di Pisces, OC: la sorella di Deathy di nome Kaiada (e non è colpa mia se è apparsa questa sorella, è colpa di questa immagine che me l'ha messa in mente)

Pairing: Aphrodite/Death Mask

Rating: giallo, credo (non sono brava a valutarli). Qualche parolaccia, ma niente di che (tutta colpa di quel buzzurro di Death comunque XD)

Note: Scritta per la Divano Challenge. Perché il divano è amore!
Dedicata a quegli amori dell'Elysium (forum yaoi su Saint Seyia). In particolare a Tristania666, Kurea, LadyRin, hachiko girls89 e naturalmente Pisces no Aphrodite, che mi ha fatto scoprire ed apprezzare il cavaliere da cui prende il nick ed il suo personale modo di essere uomo XD... no, davvero, questa fic è soprattutto per voi ragazzi, e per il Comitato a Difesa della Mascolinità di Aphrodite.

Parla Death Mask in prima persona.


Buona lettura!



Una delle cose che amo di Aphrodite è il suo senso dell'umorismo. Pungente come la spina di una rosa e sottile come un petalo. Esattamente come lui. Sa mettere nelle sue battute una giusta quantità di cattiveria, tanto sugli altri che su sé stesso. L'auto ironia è qualcosa che nessuno sospetterebbe in lui, perché non gli piace lasciar trapelare i suoi lati più umani. Prima di conoscerlo a fondo lo credevo un granitico orgoglioso privo di dubbi e vanitoso fino al ridicolo. Ma mi sono dovuto ricredere su molte cose, anche se, devo ammettere, non sulla vanità. Forse non è così fissato come la sua eterea bellezza lascerebbe immaginare, ma di certo non sono mai riuscito ad invitarlo a cena fuori senza doverlo aspettare per una discreta quantità di tempo. Ma ogni volta, quando inizio a pensare di urlargli qualche insulto, lui compare, e io decido che è valsa la pena aspettarlo.

E poi ci ripenso quando vedo gli sguardi che riceve. Forse è invidia e forse gelosia. E non ditemi che è perché sono siciliano. Sono geloso perché è molto ragionevole esserlo con un uomo bello come Aph. Di certo non è uno che può passare inosservato. Persino io l'avevo notato appena giunto al Grande Tempio, anche se allora non mi sarei mai abbassato ad ammetterlo, ad ammettere che un altro uomo potesse essere così affascinante da farmi venire in mente il suo volto ogni volta che la parola 'bellezza' scivolava in una conversazione. Soprattutto considerando il fatto che all'epoca non ci sopportavamo a vicenda.

Ecco, io penso per un momento al suo senso dell'umorismo e poi mi metto a fare una tirata melensa. Aphrodite mi ha proprio ridotto ad una femminuccia...

-Ehi, Deathy, sei sveglio?- mi urla l'oggetto delle mie riflessioni dal bagno -Hanno suonato!- sbuffa, passandomi davanti di corsa mentre si infila la sua maglietta preferita, quella nera dei Deep Purple. Lo sento sbuffare un “tocca fare tutto a me” mentre traffica con le chiavi. Io mi alzo a malincuore dal divano dove, secondo Aphrodite, un giorno metterò radici. In effetti il punto in cui di solito mi siedo io è già rovinato nonostante il divano non sia molto vecchio. Sarà anche che a volte mi ci butto sopra senza nemmeno togliermi il cloth, guadagnandomi certe occhiatacce velenose da parte di Aph.

E no, non iniziate ad immaginarvelo come una massaia maniaca della casa. Tutt'altro. Odia il disordine, ma è negato quasi quanto me con la gestione domestica. Infatti se non fosse per i provvidenziali inservienti del tempio la quarta e la dodicesima casa sarebbero già in rovina.

Mi dirigo anch'io verso la porta, ma a metà del corridoio vado a sbattere contro Aphrodite, che sta tornando indietro di corsa. -Ho preso le chiavi di casa tua- spiega senza neppure voltarsi.

Io lo seguo con lo sguardo. Ogni volta che è nelle vicinanze i miei occhi sembrano inchiodarsi a lui. Non lo faccio apposta, mi viene spontaneo. E poi non può correre per casa con quei jeans attillati come se niente fosse. Ho detto attillati, non da donna. Certo, Aphrodite sculetta un pochino, ma posso assicurare con assoluta sicurezza che non è una donna. Il mio didietro può esserne testimone. Che c'è, sconvolti dal riferimento esplicito? Quello raffinato è Aph, non io. O è che vi eravate fatti un'idea un po' diversa della situazione?

Finalmente la porta si apre, ma ho immediatamente l'istinto di richiuderla.

-Non solo mi tocca fare ogni volta un mare di scale, ma mi tenete pure fuori ad aspettare- inizia Kaiada prima ancora di salutare -Ma perché non state alla quarta casa?-

-Chiedilo a lui- borbotto io facendo un cenno verso Aphrodite.

-Odio tutte quelle maschere- spiega con aria disgustata mentre si china per baciare sulle guance mia sorella.

-Personalmente non mi disturbano- risponde lei facendo spallucce.

-Si vede che è un difetto genetico, come quello di lamentarsi troppo- fa notare lui acido.

Ci sistemiamo in soggiorno, Aph ed io sul divano e Kaiada di fronte a noi su un ridicolo pouf sul quale è impossibile stare seduti fermi, ma che lei adora. In effetti ha una vera fissa per quel pouf. I motivi per cui si fa tutte quelle rampe di scale sono, nell'ordine: il pouf, Aphrodite, io. Però direi che essere terzo è già un buon risultato, dato che una volta ci detestavamo fraternamente. C'è anche da dire che l'addestramento non ci lasciava molto tempo per stare insieme. Anche ora che siamo entrambi cavalieri, io d'oro e lei di bronzo, abbiamo dei doveri, ma tutto sommato ogni tanto mi pare di fare il portinaio più che il guerriero. Se Atena non si mette nei guai o qualche dio pazzoide non prova a conquistare il mondo, la nostra vita è più tranquilla di quella di un impiegato.

Kaiada ed io ci siamo riavvicinati proprio nel periodo in cui ho iniziato a frequentare Aphrodite. Per questo all'inizio ero convinto che ci volesse provare con lui, ma mi sono ben presto reso conto che non era affatto così.

Lei lo vede come un fratello maggiore simpatico (io sono il fratello maggiore antipatico naturalmente). Le ispira fiducia. Può essere certa che non le è amico per ottenere qualcosa. E poi sostiene di essergli grata per avermi migliorato il carattere. Lei, che ha un caratteraccio molto peggiore del mio!

-Vero che hai una sigaretta, fratellone?-

Odio quando mi chiama così. Oltre al fatto che l'appellativo di fratellone è quasi peggio del mio nome di battesimo, Kaiada lo usa solo quando deve ottenere qualcosa.

Aphrodite storce il naso -Credi che questo qui farebbe due metri senza un pacchetto in tasca?-

-Questo qui a chi?- gli chiedo, avvicinando il volto al suo con la mia espressione più feroce. Lui sbatte le lunghe ciglia e sorride dolcemente. Come faccio a prendermela con una faccia da schiaffi tanto adorabile?

Mia sorella tossicchia per attirare la nostra attenzione -Se mi passi una sigaretta poi potete passare il resto della serata a scambiarvi sguardi languidi e prometto di non disturbarvi.-

Io prendo dalla tasca dei pantaloni il pacchetto e glielo lancio. -E adesso muta devi stare- la ammonisco, sfoderando quel poco di dialetto che mi ricordo dopo tanti anni lontano dall'Italia, facendo ridere il mio Aph. Ha una risata molto particolare, che può cambiare moltissimo a seconda del momento. Questa è una risata argentina e spontanea, divertita, leggermente acuta. Mi piace sentirlo ridere, quindi aspetto che abbia finito, prima di avvicinare nuovamente i nostri volti. -Dov'eravamo rimasti?-

-Al fatto che quando ci siamo messi insieme non sapevo che nel pacchetto fosse compresa un'altra appestatrice d'aria- si prende fra le mani una ciocca dei morbidi capelli ricciuti e me la passa davanti al naso -Sanno perennemente di fumo.-

So quanto tiene ai suoi capelli, ma lui sa anche che non può tenermi troppo tempo in casa senza fumare.

Nonostante il mio divieto Kaiada interviene ironica -Ma non avevi mai sentito parlare di quanto è importante la famiglia per gli italiani, Dite?-

Io le lancio un'occhiataccia e lei ci soffia addosso una boccata di fumo. Aph si alza tossicchiando teatralmente. -La porta è di là. Quando hai finito puoi rientrare.-

Lei inclina la testa e non si muove. Una delle cose che abbiamo in comune è la soddisfazione che ci dà il far innervosire Aphrodite. Lui però non si scompone e la prende per le spalle, costringendola ad alzarsi e la spinge verso il corridoio. Nella sua figura sottile ed elegante si nasconde una grande forza.

-Non si tratta così una signora- protesta Kaiada senza però tentare di sgusciare via.

-Se tu sei una signora io sono Britney Spears- ribatte lui aprendo la porta.

Appena fuori, prima che la porta si chiuda, la piccola arpia ci grida: -Fate pure con calma. Quando posso rientrare chiamate, ho il cellulare in tasca!-

Non le rispondiamo. Aphrodite torna in soggiorno sfoggiando la sua espressione più superba, ma poi mi si siede in braccio. -Ti prego, dimmi che non hai altri parenti, Deathy- mi sussurra fissandomi dritto negli occhi, ma usa un tono che più che altro sembra dire “scopami”. Io catturo le sue labbra piccole e morbide dal leggero sapore di fragola fra le mie, le accarezzo con la lingua e lo vedo abbassare un po' le palpebre. Ci stacchiamo dopo un'eternità, e i nostri jeans si sono fatti troppo stretti. Per forza: Aph non è in grado di baciarmi e basta, deve sempre strusciarmisi addosso come un gatto. -Più tardi... avremo tutta la notte.-

Non posso fare altro che annuire, perché mi pare che la prospettiva valga l'attesa. Spingo via Aphrodite e vado a recuperare il mio pacchetto di sigarette dal tavolo dove Kaiada l'ha lasciato, poi mi dirigo verso l'esterno. -Vieni anche tu?-

-Mi infilo una felpa e vi raggiungo, ciminiere che non siete altro.-

All'aperto l'aroma della notte si mescola con quello familiare del fumo. Mia sorella se ne sta poggiata al muro esterno; la sigaretta che tiene fra le labbra è l'unico punto luminoso.

Appena si accorge della mia presenza inizia a provocarmi: -Già fatto? Non credevo fossi messo così male...-

-Ma chi ti ha insegnato ad essere così sboccata?-

-La cornacchia che dice 'nero' al corvo- osserva Aph appena arrivato, circondandomi la vita con le braccia da dietro e posandomi il mento sulla spalla. Quando però mi accendo una sigaretta si allontana di qualche passo.

Quando rientriamo, Kaiada non dà ad Aphrodite neppure il tempo di sedersi che gli chiede: -Posso pettinarti i capelli, Dite? Per favore?-

Ma diamine, ha passato i sedici anni, potrebbe evitare di comportarsi come una bambina!

Glielo faccio notare, ma tanto Aph si è già sistemato su una sedia di fronte al divano dove mi sono lasciato cadere, e Kaiada è in piedi dietro di lui.

-Mi hanno messa a tirar cazzotti da quando avevo cinque anni e non ho mai giocato con le bambole. Dovrò pur recuperare, no? O potrei avere degli scompensi anche gravi- sostiene lei con una falsa serietà.

-Tu secondo me gli scompensi li hai già- la prende in giro Aphrodite.

-Guarda che stanotte vengo e ti taglio tutti i capelli!-

Vanno avanti a battibeccare per un po', mentre Kaiada passa con foga il pettine fra quei capelli che stranamente non sono perfettamente pettinati. Quando finisce quella parte però Aph inizia a rilassarsi sotto il suo tocco, che si fa gentile e delicato, mentre intreccia e disfa con gran soddisfazione quelle ciocche di seta. È quasi divertente vedere come Kaiada trasforma quella massa azzurra e vaporosa in mille modi. Chissà poi dove ha imparato dato che, come dice lei stessa, nella vita non ha mai fatto altro che combattere.

-Perché non passi più tempo coi tuoi coetanei?- le chiede Aphrodite, portando un po' di serietà nella conversazione.

Lei sbuffa prima di iniziare a parlare rapidamente -Hyoga, quello che mi ispira più simpatia, è perennemente irreperibile insieme a Shun, mentre Shiryu torna a Goro Ho ogni volta che ha un momento libero. Rimane Seiya, ma è una vera lagna... Ah, beh, poi ci sarebbe anche Ikki, ma l'avrò visto due volte di numero e non so nulla se non che è il fratello di Shun e che non si direbbe. Almeno qui al Tempio c'è Kiki, che mi fa ammazzare dalle risate ogni volta che lo vedo e col quale a volte mi alleno. È davvero un tipetto tosto!-

-E tra i Silver Saint c'è qualcuno che almeno si avvicini ai tuoi standard?- le chiede Aph alzando un sopracciglio con disapprovazione. Da piccolo era un bambino piuttosto solitario, e credo che poi si sia in parte pentito della sua freddezza nei confronti degli altri. Per questo tenta sempre di convincere Kaiada ad essere più socievole coi suoi coetanei. Ma è un'impresa disperata, e lo sappiamo tutti e tre. Dopo tutto la testa dura pare sia un dono di famiglia.

-L'unica simpatica è Shaina, ma dal giorno in cui ci siamo ubriacate insieme e ci ho provato con lei, mi odia- risponde mia sorella stringendosi nelle spalle.

-Non hai preso il buon gusto da tuo fratello- commenta Aphrodite laconico, ed io scoppio a ridere.

-Non è questione di buon gusto- ribatte lei piccata -E' questione delle due, forse tre bottiglie di autentica vodka russa che ci eravamo scolate.-

-Non mi dire che siete state voi a fare razzia nella cantina di Camus!- esclamo -Qualche tempo fa si chiedeva quale ladro fosse tanto stupido da rubargli la vodka e non il suo prezioso champagne...-

-Noto che l'aggettivo 'raffinato' fa a pugni con la vostra famiglia- ridacchia Aph, incurante del fatto che mia sorella sia sulla via dell'alcolismo e che abbia derubato un altro cavaliere d'oro.

-Non preoccuparti- mi fa Kaiada, come se avesse intuito i miei pensieri -Non sono un'alcolizzata. E comunque,- si china verso Aphrodite -mister raffinatezza, non eri tu quello che aveva ammesso che gli piace la birra?-

-Potrei dire a Camus cos'hai combinato- la minaccio prima che lui abbia il tempo di rispondere -Saprebbe come fartene pentire per il resto dei tuoi giorni.-

Lei mi sorride in modo inquietante da sopra la testa di Aphrodite, abbassando leggermente lo sguardo su di lui, e scuote la testa. Improvvisamente io collego tutto. Shaina. Potrebbe averle raccontato di quella volta che lei ed io... per Atena, io l'avevo quasi dimenticato. Stavo con Aph da poco, quando è successo, ed è stata la prima e l'ultima volta che l'ho tradito. È che ancora non avevo capito di essere davvero innamorato! Ma ciò non toglie che se Aphrodite lo viene a sapere io sono un uomo morto. Prima mi distruggerebbe psicologicamente, poi troverebbe un modo per distruggere anche la mia reputazione, poi convincerebbe quel cretino di Shura, che, si vede lontano un miglio, è perso per lui, a dargli una mano ad ammazzarmi. Sì, sono certo che Aph sia tanto vendicativo quanto innamorato. E fin'ora mi ha dato ottime ragioni di credere che mi ami davvero tanto.

Devo aver preso un'espressione sconvolta, perché Aph mi chiede premuroso se mi sento bene. Mentre lui si alza per venire a sedersi accanto a me sul divano, Kaiada annuisce soddisfatta.

-Sì, sto bene, sto solo riflettendo sul futuro di questa ragazza così giovane e già perduta- faccio, indicandola con aria melodrammatica -Credo che punirla troppo severamente potrebbe compromettere il suo già fragile equilibrio.-

-Lo sapevo che eri un fratellone buono e comprensivo- sorride lei con l'aria più innocente del mondo.

-Sì, un vero angelo- sogghigna Aphrodite dandomi un pizzicotto su una guancia.

-Ehi!- sbotto -Buono e angelo a me non me lo dice nessuno! C'è un motivo se mi chiamo Death Mask e non Cucciolone!-

Kaiada sghignazza -Ma tu non tu chiami veramente Death Mask, Angelo.-

Io cerco di trattenermi dallo spedirla istantaneamente nell'Ade -Non. Chiamarmi. Mai. Più. Così. Concetta.- ringhio.

Cosa credevate, che Kaiada fosse un nome italiano? Lei ha sempre odiato il suo vero nome che, devo ammettere, è anche peggio del mio. Ha sempre cercato di convincere gli altri ad usare dei soprannomi, ma dove siamo cresciuti tutti conoscevano come Concetta è non c'era molto da fare. Ma il giorno in cui giunse ad Atene per la prima volta, prima di partire per il luogo dell'addestramento, lo trascorse interamente a rompere le scatole a tutti quelli che incontrava alla ricerca di un nome nuovo. Quello che più le diede retta fu, stranamente, Milo. Non avrei mai creduto che potesse essere tanto paziente con una mocciosa esagitata come mia sorella, invece si mise a parlarle della storia greca, felice di trovare per una volta qualcuno disposto ad ascoltare le sue vanterie sulla “culla della civiltà occidentale” e altre stronzate. Alla fine, venne fuori Kaiada, che era il burrone dove a Sparta venivano gettati i malfattori. Mia sorella, con un certo gusto del macabro che è una delle poche cose che apprezzo in lei, ne rimase affascinata e decise di sceglierlo come nome.

Kaiada fa un passo avanti, i pugni stretti fino a farsi sbiancar le nocche. -Come mi hai chiamata?-

-Concetta.-

-Azzardati a ripeterlo un'altra volta te ne pentirai amaramente, Angelo- le spalle le si alzano e le le si abbassano seguendo i suoi respiri profondi. Tiene la voce bassa, ma so che potrebbe esplodere da un momento all'altro. È una tipa tosta, questo è vero, ma contro due cavalieri d'oro può fare ben poco e lo sa. Accanto a me, Aph ci guarda sorpreso. Kaiada sposta lo sguardo su di lui. -Vale anche per te, Dite. Mi sei molto simpatico, ma se quell'obbrobrio di nome esce da questa casa combino un macello.-

Aphrodite si rilassa nonostante la minaccia e sorride gentilmente -Avanti, c'è gente che ha nomi peggiori, non credete? Evitate di scannarvi su certe cose. Capisco bene quanto male possa fare un nome all'orgoglio...-

Kaiada abbassa lo sguardo -Immagino. Direi che in questa stanza siamo tutti messi male sotto quest'aspetto.-

-Appunto- annuisce Aph -Meglio riderci su. Io ci ho messo un po', ma alla fine ho imparato.-

Anche se lo detesta, Aphrodite ha sviluppato una certa forma di orgoglio per il suo nome. Ha un modo tutto suo di sbattertelo in faccia quando si presenta, come a sfidare chiunque a prenderlo in giro e nello stesso tempo a sottolineare che in effetti è proprio un nome che si potrebbe sfottere.

-Avrei potuto avere un bellissimo e per voi impronunciabile nome svedese,- sospira -ma no, i miei erano fissati con la mitologia greca. Il che, se ci pensate, è quasi comico, dato che ora lavoro per la dea Atena. Poi uno avrebbe tutto il diritto di chiedersi perché, fra tutti i nomi di dei ed eroi, a me ne sia toccato uno femminile...-

-I misteri della vita- ridacchia mia sorella -Nella mitologia, Aphrodite è sempre stata la dea che meno sopportavo. Viene descritta come una tale oca! Consolati, Dite: hai preso il suo nome, ma anche la sua bellezza- poi si ferma per un momento, pensierosa -E di certo hai qualche grammo di cervello in più di lei. Anche se vedendo con chi ti sei andato a mettere mi sorgono dei dubbi!-

Mi alzo esasperato -Eh vabbè, ma stasera hai proprio deciso di litigare!-

-Su, bambini, comportatevi bene- ci rimprovera Aph ridendo. Si alza in piedi e si mette le mani sui fianchi. -Se non fate i bravi zio Dite non vi dà i dolcetti- minaccia, con una voce due ottave più bassa del solito e un cipiglio severo -Anzi, vi riempie di bastonate, chiaro?-

Kaiada ed io scoppiamo a ridere all'istante.

Aphrodite è bravissimo con le imitazioni. Non sono molti quelli a cui concede questi sprazzi di pura demenza, né lo fa spesso, ma quando succede le risate sono assicurate. Riesce a ricreare una gamma di voci inimmaginabile, da quella di Adalberan a quella di Atena, e altre le inventa. Ma una delle sue caricature più riuscita è quella di se stesso.

-Ah, non avete paura di zio Dite, eh?- domanda accigliato, sempre col vocione di prima -Allora vediamo se Aphrodite di Pisces vi spaventa di più- richiama a sé l'armatura, che gli si richiude addosso in un lampo, coprendo gli abiti civili. -Come osate turbare la pace della dodicesima casa coi vostri sciocchi litigi?- si lagna con un impagabile tono checcesco. -Mi meraviglio di voi, nobile cavaliere di Cancer!- mi punta contro un dito accusatore ed io faccio spallucce, poi mi sdravacco sul divano. -Andatevene immediatamente dal mio divano!- ulula Aph.

Anche Kaiada viene a sedersi, e rincara la dose: -E perché mai, nobile signora, dovremmo andarcene? Stiamo così comodi qui!-

-Signora a chi?- chiede Aphrodite con voce stridula -Io sono una signorina! Sono ancora giovane! La pagherai per questo affronto!- assume una posizione d'attacco e nella sua mano compare una rosa. La annusa a lungo sbattendo le ciglia, poi, sussurra, prendendo anche la erre moscia: -Voi movivete tva atvoci soffevenze pev avevmi insultato. Vose di sublime bellezza!-

Lascia cadere la rosa senza scagliarla e, mentre noi crepiamo dalle risate, si spoglia del cloth. Poi si lascia cadere sul divano fra me e Kaiada, alla quale lacrimano gli occhi per il troppo ridere. Aph mi posa la testa sulla spalla e mormora: -Sì, è divertente, però c'è gente che mi vede davvero così...- io gli passo un braccio intorno alle spalle.

-Poi però, conoscendoti, si scopre che non sei una checca isterica, ma che sei solo pazzo da legare- lo consola Kaiada con la sua solita dolcezza, mentre si sistema con la testa sulle sue ginocchia. Si accoccola ben bene in posizione fetale, perché è troppo alta per stare completamente sdraiata sul divano. Aphrodite le scompiglia affettuosamente i capelli. In fondo quei due si vogliono bene. Credo che tutta questa dolcezza potrebbe provocarmi un attacco di diabete, ma osservandoli mi rendo conto che loro sono la mia famiglia. Loro: un vanitoso, insopportabile, adorabile, affascinante cavaliere dalla bellezza androgina ed una sedicenne molto maschiaccio che mi scrocca sigarette e mi somiglia più di quanto nessuno di noi due vorrebbe ammettere. Mi sento a casa.

Anche Death Mask ha diritto di intenerirsi un po' ogni tanto, che volete!

-Però, Dite,- dice Kaiada con voce un tantino assonnata -senza offesa, ma il lucidalabbra rosa non aiuta. Per quanto mi riguarda, ora che ti conosco, potresti metterti pure il rossetto fucsia e la cosa non mi turberebbe più di tanto, ma a prima vista... Anch'io all'inizio...-

-Lo so- sbuffa Aph raddrizzandosi un po' -Ma comunque non è un lucidalabbra, è un burro di cacao. Non prendermi per scemo, Kai, so che non cambia niente, ma è per spiegarti tutta la storia.-

Io faccio per alzarmi, perché l'ho già sentita, ma Aphrodite mi trattiene con dolcezza. -Dalle mie parti l'inverno è così freddo che a volte, se sputi la saliva si congela a mezz'aria...-

-Che espressione poetica- lo interrompe Kaiada -Si sente che hai frequentato troppo Death.-

-Scommetto che tu ti saresti espressa meglio, non è vero, principessina? Comunque,- cerca la mia mano, la stringe e poi prosegue -siccome fa freddissimo, in genere ci si tira su le sciarpe fino al naso e ci si mette tonnellate di burro cacao per evitare che la pelle si secchi troppo per il gelo. Per qualche motivo che non ricordo, ci fu un periodo in cui mi ritrovai con un burro di cacao da bambina, rosa. Ma preferivo avere le labbra lucide piuttosto che piagate dal freddo. Gli altri bambini naturalmente non me la fecero passare liscia ed iniziarono a prendermi in giro. Allora io mi incaponii e decisi di continuare ad usarlo a dispetto loro. Alla fine ci presi così tanto l'abitudine che iniziai a metterlo anche d'estate, e ad un certo punto quello è diventato il mio aspetto naturale. Ormai se mi guardo allo specchio senza mi sembro strano.-

-Che bambini antipatici quelli. E che testa dura tu- commenta Kaiada. Poi sfodera uno dei suoi rari sorrisi veramente dolci -Dovevi essere davvero carinissimo e tenero da piccolo. Non avresti mica una foto?-

-Neanche per sogno!- esclama Aph saltando su come fosse stato morso da uno scorpione.

-Perché?- insiste mia sorella con una vocetta infantile.

-Perché no, e perché sembravo davvero un bambina.-

Io soffoco un sogghigno in un colpo di tosse, ma Aphrodite se ne accorge comunque e si volta di scatto verso di me, velenoso -Sì? C'era qualcosa che volevi dirmi, tesoro? Forse la tua memoria ha bisogno di una rinfrescata. Magari quando Kai se ne va ti faccio un piccolo ripasso sulle differenze anatomiche fra uomini e donne.-

Inaspettatamente mia sorella interviene in mia difesa, nient'affatto scandalizzata dal discorso -E' vero che, qualunque cosa gli farai, Death se la merita, ma per favore fai in modo che domani sia ancora in grado di camminare.-

Quei due demoni si guardano per un attimo prima di scoppiare a ridere. -Ci penserò- risponde Aph, scoccandomi un'occhiata malevola.

E questa sarebbe la mia famiglia... povero me.

  
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