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Autore: Ma_Nu    12/09/2015    0 recensioni
°post 3B-possibili spoiler°
Allison non c'è più. E Isaac, nel profondo, è morto con lei. Così decide di partire, da solo.
Arriva nella cittadina più tranquilla dello stato del Main ma si sa che, dove c'è un licantropo, non ci possono essere che guai: il soprannaturale, una volta entrato nella tua vita, non ne uscirà mai più.
Cosa lo aspetta nella sua nuova vita, dove i fantasmi del passato si uniscono con quelli del presente?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 - FUGA

Il taxi filava liscio lungo l’autostrada e nulla ne ostacolava la corsa. La corsa lontano da un enorme incubo.
“Normalità,” diceva Isaac, tra sé e sé, con la fronte appoggiata al finestrino del veicolo, “da ora in poi basta stranezze, paranormale, superpoteri o altro.” Ma subito il ricordo di Allison gli forava il petto, perforando le membra come una lancia. Come la lancia che le aveva tolto la vita, tra le braccia di Scott, a cui erano state indirizzate quelle ultime parole fatali: fissandolo dritto negli occhi, a stento aveva sussurrato un “Ti amo”. Un ti amo che aveva fatto male, male a Scott e tanto, tantissimo male ad Isaac, che voleva solo dimenticare. Gli era parso che una partenza senza prospettiva di ritorno potesse placare i suoi incubi e la desolazione che sentiva pesante nella testa, nel cuore, nella pelle.
-Mi scusi, dove ha detto che deve andare?
-Ehm … A Portland. – borbottò il giovane ragazzo.
Non che lo avesse programmato. Cartina degli Stati Uniti appesa alla porta, un tiro di freccette: Isaac si sarebbe diretto nel Main, a Portland.
I bagagli leggeri, la testa pesante.
Non aveva permesso a nessuno di fermarlo e aveva fatto perdere le sue tracce senza salutare (almeno direttamente) nessuno. Una lettera a Scott aveva quasi fatto saltare tutto il piano: per poco Isaac cambiava idea, girava i tacchi e se ne tornava a casa.
Salutare Scott faccia a faccia sarebbe stato ancora più tremendo, si era detto. Non poteva permettersi di lasciarsi tradire dal cuore, che avrebbe svelato al suo alfa la risposta falsa alla più che lecita domanda “Che fai, Isaac?”: il suo battito irregolare avrebbe smascherato le sue intenzioni e non voleva vedere Scott soffrire, non per colpa sua.
-Signore, siamo quasi arrivati.
Dieci minuti o giù di lì ed Isaac volgeva lo sguardo lungo la stradina deserta dove il taxi scompariva, allontanandosi.
Una valigia in mano e uno zaino da trekking sulle spalle, il ragazzo voltò le spalle al taxi e si avviò. Non sapeva come sarebbe vissuto di lì in poi, come avrebbe tirato avanti, con un fardello come il suo sulla coscienza.
Camminò per un po’ senza meta, senza fretta né angoscia.
Improvvisamente, i suoi occhi guizzarono verso il color rosso allarmante di un cartello, attaccato con delle catenelle sulla cassetta della posta di una casa.
“Affittasi stanza” e un numero di telefono accanto.
Un colpo di fortuna del genere non capitava per caso, pensò Isaac, e qualche buona stella lo stava guidando verso la giusta direzione.
Era da un po’ che nessuna buona stella lo guidava, che nessuna buona sorte buttava uno sguardo su Beacon Hills e i suoi abitanti: in troppi avevano perso la vita in una battaglia più grande di loro, una lotta al male. Un gruppetto di giovani liceali si era trovato immischiato in una faida infinita contro il male che c’è nel mondo soprannaturale, non sapendo come uscirne.
Lei non era riuscita a contrastare la morte. Nessuna buona stella l’aveva guidata. Il ricordo del volto di Allison lo colpì così forte che gli mancò il fiato.
-Isaac, non fare così. Smettila, non voglio dormire da te punto e basta. – sbottò Allison dall’altro capo del cellulare.
-Ma dai! Entri di nascosto dalla finestra, i tuoi non sapranno nulla!
-Non è per paura.- ringhiò lei. Guai a colpirla nell’orgoglio.
-E per quale motivo?
-Sono stata messa in punizione PER. COLPA. TUA.
-Dai, che avrò mai fatto di male? Ho solo dimenticato di avvisarti ieri notte e ho trovato tuo padre a casa. Può capitare!
-Tu non sai cavartela da solo, ecco il tuo problema.
-Ma …
-Non ti organizzi, non riesci!
-Ho bisogno di una buona stella …
Allison mugugnò qualcosa di indecifrabile.
-E se ti affacci magari te lo spiego meglio.
La ragazza si era voltata, ma Isaac era già entrato dalla finestra aperta e l’aveva afferrata per i fianchi, baciandola piano sul collo.
-Sarò la tua buona stella, perché da solo non ce la fai.
-Mi sa che hai ragione.
Il volto rigato dalle lacrime, Isaac si era ritrovato seduto sul marciapiede, singhiozzando. Allison non poteva essere morta, no. Lui non ce la faceva, non poteva andare avanti, non senza di lei, senza il suo amore che non era mai stato vero.
Non poteva non esserci più, non poteva non averlo mai amato. Avevano fatto l’amore, avevano avuto la storia più importante che Isaac avesse mai potuto sognare. Lui si era sentito amato, per la prima volta dopo tanti anni e ora invece non c’era più nulla.
Non c’era più Allison, non c’era più la loro storia. Tutto soffocato nel sangue cremisi che aveva avvolto e tinto di foschia la vita di un ragazzo adolescente, che non poteva più nemmeno respirare, sotto il peso dei segreti di Beacon Hills.
Poteva davvero cambiare qualcosa trasferirsi a Portland, se i brutti ricordi non si portano in valigia, ma dentro di sé?
Il cielo cominciò a scurirsi, e qualcuno accese il lampioncino del giardino. Un rumore di chiavi, una porta che si apriva. Dei passi.
-Ragazzo, che ci fai qui fuori? Sta notte si gelerà.
Isaac si voltò e vide una donna, abbastanza anziana, in piedi a qualche metro da lui.
-La stanza la affittate voi?- chiese, la voce arrochita dal pianto.
-Sì. E ora entra, non voglio lasciarti qui fuori.
-Ma non ho soldi con me.
La sua buona stella non lo aveva rifornito di banconote, purtroppo.
L’anziana signora lo fissò per qualche istante, poi sbuffò, voltandosi.
-Entra lo stesso, ne riparliamo al caldo.
Isaac la seguì, la mezzaluna rischiarava, alle sue spalle, il vialetto.
E poté giurare di aver sentito un ululato di dolore, un ululato di un alfa che si separa dal suo beta.
-Addio Scott.- mormorò il ragazzo, chiudendosi la porta della casa detro di sé.

   
 
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