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Autore: Evola Who    12/09/2015    3 recensioni
Un caso di omicidio, un insegniate trovato morto nel suo quartiere. Lestrade pensa una aggressione ma Sherlock capisce subito che non è cosi. E manca qualcosa in questo caso, non una prova. Ma una testimone...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento



 

SHERLOCK HOLMES
E IL TESTIMONE SCOMPARSO

 
 


 

Prologo



 

Londra giugno teatro ore 22:30

Un sacco di persone stavano uscendo dal gran teatro e molti stavano andando per la loro strada.

Ma una ragazza, una 16enne con i capelli lungi fino alle spalle di color castano scuro, lisci all’inizio e mossi alle punte, occhi neri, occhiali ovali di montatura marrone, naso un po’ a pattata, labbra sottili, faccia un po’ rotonda, viso maturarle e altra 1,65.

Addosso aveva dei bleu jens chiari, sciarpe bianche da ginnastica blu, bianche e nere con le stras, felpa nera lacciata e una tracolla nera con la scritta davanti in bella mostra in bianco: “The Beatles” .

Mentre le altre persone camminavano fuori dal edifico, lei stava ferma davanti al ingresso (ormai chiuso), prese il suo cellulare, cliccò un numero in Rubrica e aspettò la risposta.

“Ciao John!... si, lo spettacolo è stato bello! Avesti potuto venire con me, avevi detto che ti piacciono le commedie…. Si ma non poi farti sempre condizionale da lui! È un adulto con comportamenti infantili, grande e vaccinato. Sa stare da solo!... ah, poi ti lamenti che non ti trovi una ragazza!” e rise.

“Scusami!” e rise ancora e continuò a parlare:

“D’accordo… non, predo un taxi e sarò li fra 20 minuti, Okay…. Si, mamma!” e rise divertita, salutò, chiuse il telefono, mise la musica sul telefono con le cuffie allo orecchie.

Solo pochi minuti dopo il suo cellulare provò e sul display cera scritto: “Numero privato”, lei lo trovò strano, tolse le cuffie e rispose con un tono normale:

“Pronto?”

“Buona sera, signorina Facchini”

La ragazza si fermò con la faccia sorpresa ma anche un po’ spaventare, si girò in torno e disse: “Chi è?”

“Oh, non girare in tondo, tanto non mi troverai.” Rispose lui con tono divertito.

Allora la ragazza rimase immobile senza sapere cosa dire e ascoltò la telefonata.

“Sono felice che ti sia fermata. Almeno non devo dirtelo, ma comunque fra meno di un minuto arriverà una macchina nera, si fermerà davanti a lei e devi solo salire” continuò lui.

La ragazza non sapeva cosa pensare ma non voleva stare li muta senza rispondere, cosi chiese con tono di sfida: “E se non lo faccio?”

“Se non lo farai? Beh… non ti costringerò a farti salire, ma ti chiamerò ogni giorno in un orario diverso finché non accetterai la mia proposta.”

“Sa? Io ho un amico che è un consulente investigativo, e dove posso parlare di lei e di quello che mi ha detto e la troverà in qualche modo e poi Dio solo sa cosa le farà!” e fece un piccolo sorriso di vittoria.

“Oh, ma io lo conosco molto bene il suo consulente investigativo.” Ripose l’uomo con aria convita.

La ragazza rimase sorpresa e chiese subito: “Davvero?”

“Certo. Più di quanto lei possa immaginare.”

 E rimasero in silenzio.

Una macchina nera si fermò davanti a lei e l’autista gli apri lo sportello.

“Allora? Vuole salire?” fece lui con tono scuro.

La ragazza ci pensò, sopirò rassegniate e rispose: “Va bene!”

ma apparso la testa e aggiunse: “Almeno prima di partire posso fare una telefonata?”

“No, niente telefonate o messaggi fino alla fine di questa serata,” ripose lui e aggiunse :

 “Ora, la pregherei di salire in macchina.” E chiuse la chiamata.

Cosi guardò la macchina, sopirò e sali dietro e l’autista chiuse il sportello e si rimise a guidare.

Vicino a lei c’era una donna giovane, sui 30 anni, con un completo nero, scarpe col tacco, dello stesso colore, lunghi capelli di color castano scuro e un cellulare in mano da dove non si staccò nemmeno quando la ragazza Salì in macchina.
Prima rimasero in silenzio poi lei ruppe il silenzio dicendo senza staccate gli occhi nel cellulare: “Bella tracolla.”

Lei rimase sorpresa e disse con un po’ di imbarazzo: “Grazie… e… bel cellulare.”

“Grazie”

E rimasero mute.

“Mi scusi ma.. quello che mi ha chiamato per salire qui, era il suo capo?” chiese la 16enne.

“Si.”

“E.. è pericoloso?”

La ragazza nel telefono rise dicendo: “No. ma basta che rispondi alle sue domande e non ti farà niente.” E sorrise.

La ragazza guardò il finestrino, non disse nulla ma pensò a John che probabilmente sarà preoccupato.

Quando la macchina si fermò, l’autista apri lo sportello, scese e si guardò attorno:

Era dentro in una specie di magazzino abbandonato, vecchio , arrugginito e pieno di scaffali vuoti.

“Oh dio. non è che mi piccheranno e mi uccideranno?” pensò lei un po’ preoccupata.

“Buona sera, signorina Facchini”

Senti la stessa voce maschile nel telefono, si girò e vide un uomo alto, sui 1:90, completo nero elegante, camicia bianca, scarpe nere e cravatta rossa.

Aveva i capelli tutti dentro alla testa rossi, con la fronte alta e scoperta, viso liscio e si appoggiava su un lungo ombrello nero, tenendo le gambe incrociate.

Lei non disse nulla, voleva capire chi poteva essere quel tizio.
Ma lui sorrise e disse: “Si sedia”

 E indicò con l’ombrello una sedia blu da “Cucina”, di metallo.
Lei all’inizio non voleva assecondarlo, ma cambiò idea e si sedette con le gambe accavallate e le braccia conserte, senza dire nulla.

Lui si avvicinò a lei rompendo il silenzio: “Bella tracolla."

“Se mi dirà di togliere la mia borsa se lo scordi.” Disse lei con tono convinto e con aria un po’ irritata.

Ma aggiunse con tono ironico:

“Comunque che bell’ ombrello! Lo usa per far la camminata in stile ‘Ministry Of Silly Walks’ oppure quando piove le piace cantare ‘I’m Singin In The Rain’?” e fece una piccola risata ironica.

Il tizio fece un sorriso tirato, dicendo: “Molto divertente ma se fossi in lei non rideri cosi. E comunque… hai appena citato un vecchio sketch dei Monty Python e una canzone di un vecchio film del 52. Un po’ troppo giovane per sapere queste cose?”
“E lei non poteva fare una telefonata un po’ più normale?” chiese lei con tono di sfida, ma lui non rispose.

“E comunque, che cosa vuole da me?”

“Niente, solo delle informazioni e delle risposte.” Disse lui camminando per la stanza facendo girare l’ombrello.

“Su John Waston e su Sherlock Holmes.” Aggiunse ancora.
La ragazza rimase sopra ma non rispose.

“Lei li conosce, non è vero signoria Facchini?” 

In quel momento lei aveva capito chi era e lo disse con tono sorpreso e indicandolo: “Hey… aspetta un momento, lei non è il fratello maggiore di Sherlock? Myc? Il politico dei servizi segreti di sua maestà?”

Lui si fermò davanti a lei con aria sorpresa ma non voleva dimostrarlo.

“Comunque il nome è Mycroft Holmes e…”

“Mycroft? Su serio? Il suo nome è veramente Mycroft? Come mai? Per caso siete imparentati con Bill Gates?” interruppe lei e rise.

Mycroft se la prese, ma ignorò il commento e disse: “Ma… chi ti ha parlato di me?”

“John” disse lei con tono normale.

“Una volta ho chiesto a John se Sherlock avesse una famiglia, una sorella o un fratello e lui mi ha detto che ha un fratello più grande che lavora nei servizi segreti; più strano ma tranquillo di lui e che si chiama Mycroft. All’inizio ho pensato che fosse un nome di copertura.” E guardò in basso.

“Allora ti ha detto che l’ho conosciuto più o meno cosi.” Disse lui con un sorriso sicuro.

“Cosa?” chiese la ragazza alzando la testa.

“Niente.” Disse lui camminando avanti e indietro.

Ma lei aveva capito e disse: “Aspetti vuol dire che per incontrare John ha fatto la stesa cosa con me?” chiese lei incuriosita.

“Non proprio la stessa, ma si.” Rispose lui indifferente.

“E solo perché conosceva e frequentava suo fratello?”

“Esatto.”

La ragazza rimase sorpresa e sbalordita ed esclamò: “Wow”

ma aggiunse anche: “Ma… perché tutto questo stalking su suo fratello? E perché fa così ogni volta che ha un nuovo amico?”

Lui fece una risata e rispose: “Tu pensi che una persona come Sherlock può avere mai degni amici? E comunque, io faccio cosi solo perché mi preoccupo per lui, in fondo, tu non hai dei fratelli?”

“Si, ho dei fratelli e anche io mi preoccupo per loro. Ma non è che ogni volta che mio fratello maggiore parla con una ragazza la inseguo per poi interrogarla per sapere che rapporti anno.” Ripose lei.

Poi pensò a quello che aveva appanna detto e disse tra se a se: “Però sarebbe fico”

“Comunque” disse Mycroft attritando l’attenzione della ragazza e continuò:

“Ho letto il caso nel tuo amico Antonio Ruggeri e dove eri coinvolta in un certo senso.”

E lo diceva facendo avanti e indietro per la stanza.

“E dove Sherlock e John ti hanno ospitato da loro finché il caso non fosse stato chiuso. Ma ormai dopo due settimane dall’ arresto dell’assassino, quindi la fine del caso , ma tu continui ancora a vivere li. Perché?”

“Perché ho chiesto se potevo stare da loro per tutta l’estate e hanno detto di sì.” Rispose lei con tono sicuro.

Le si fermò davanti con aria serie dicendo: “Bene, allora perché non mi racconti quello che è successo in quelle due settimane e il tuo rapporto con John e Sherlock”

La ragazza capi quella che voleva e con tono quasi scontroso disse:

“Aspetti… lei mi ha fatto prendere uno spavento per quella telefonata, salendo in quella macchina, pensando chissà cosa succederà o a quello che ho fatto solo per sapere che è successo in quelle due settimane?”

“Certamente” rispose lui.

Lei rimase sbalordita dalla situazione e disse: “Mi scusi ma non c’è un fascicolo o roba nel genere che parla nel mio caso?”

“Si, e l’ho letta. Ma lì non ci sono le risposte che mi interessarono” ripose Mycroft.

“E cosi mi ha chiamata perché io ho quelle risposte?” aggiunse lei.

“Esattamente, quindi… mettiti comoda e racconta”

Lei sopirò e disse con tono serio: “Senta, io lo farei molto volentieri ma è un po’ tardi e credo che John e Sherlock si staranno già preoccupando, quindi non è meglio che la ricontatti domandi o un altro giorno?”

“No” disse il politico con tono deciso.

“Ormai sei qui e io sono qui davanti a te, quindi adesso lo racconterai. E dopo ho una proposta da farti.”
La ragazza si incuriosì e chiese: “Che tipo di proposta?”

“Una piccola proposta che ti interesserà, ma la farò dopo la tua versioni dei fatti; e poi se la racconti adesso la finirai prima non credi?” spiegò Mycroft con tono convincente.

Lei ci pensò, lo guardò e disse: “Okay! Ora racconterò la mia versione dei fatti partendo dalla prima volta che ho conosciuto Sherlock Holmes e John Watson…”


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Note della autrice:

Ciao! Questa è la mia prima FF su Sherlock.
Probamimente chi sarano dei errori grammaticali
ma per la mia dislessia ma lo fatto coreggere e..
qundi spero che non chi sono dei errori.
Ma... li prologo della storia mi è venuta in 
mente gaurdando i primo episodio di
Sherlock, sopratuto dove John conosce Mcy
(forse si è capito) e è nata la storia.
Spero che vi piaccia, l'asciate un commento e...
ciao!
Evola

 

   
 
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