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Autore: CandyJuls    12/09/2015    1 recensioni
Aqua Meiko è la nuova studentessa della Konoha High School di Tokyo.
Nonostante abbia tutta la vita davanti, la ragazza non sembra apprezzare appieno gli anni della sua giovinezza: i brividi, le sensazioni e i divertimenti che un comune adolescente prova nel corso delle superiori e sarà proprio il suo compagno di banco, Suigetsu Hozuki, uno strano ragazzo dai capelli albini, a mostrarglielo. Una mina vagante, probabilmente lanciata dal destino, è esplosa nella vita della Meiko riportandone non poche cicatrici.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Suigetsu | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1: La "nuova"

 
 
 
Guardai l'edificio di fronte a me e immediatamente mi assalì la sensazione di nausea al sol pensiero di dover varcare una delle porte delle classi di quella scuola. Man mano che mi avvicinavo, notai la grande insegna posta sopra le porte antipanico: Konoha High School.
Non avevo ancora varcato l'ingresso che quella sensazione sgradevole allo stomaco ritornò. Detestavo essere considerata la nuova arrivata, avrei dovuto presentarmi per la prima volta ad una classe già formata. Però d'altra parte non potevo starmene rinchiusa in casa senza socializzare e la mia settimana di "vacanza prolungata" era scaduta, non avevo altra scelta.
Afferrai la maniglia nera sollevandola verso me, aprendo la porta. Con uno scatto veloce mi diressi sulle scale facendo svolazzare lievemente la gonnellina blu della tipica divisa giapponese da marinaretta. Non che mi dispiacesse come abito ma non mi spiegavo ancora il perché le ragazze non potessero portare i pantaloni, li avrei trovati più comodi e di certo più coprenti dei collant color pelle, unico colore ammesso per "non disonorare la divisa".
Superai il primo piano, dedicato a tutte le classi prime e feci lo stesso con il secondo e terzo, fermandomi poi sul piano delle quarte. Frugai con una mano nella tasca della gonna alla ricerca del fogliettino con sopra il numero e la sezione della classe: 4^D, l'ultima in fondo al corridoio.
 
Rimasi per qualche secondo imbambolata di fronte alla porta laccata blu notte, quasi non riuscivo a muovermi per quanto fossi tesa. Da dove mi trovavo io, potei sentire una voce adulta collegabile a un professore che stava rimproverando qualcuno ma non riuscii a sentire il nome.
 
«Che stai facendo lì impalata?» disse una voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare nonostante lo sconosciuto avesse usato un tono piuttosto calmo. Voltandomi, vidi un ragazzo di qualche centimetro più alto di me dagli occhi azzurri, paragonabili a un cielo limpido che si vede soltanto d'estate, e dai capelli biondo somigliante al colore del grano.
 
«Ah, sono nuova di qui e mi chiamo..» non mi lasciò finire la frase che venni afferrata per il polso dalla sua forte mano trascinandomi verso la classe senza che io gli dicessi altro «Aspetta cosa fai?! Lasciami subito!» le mie parole per quello strano ragazzo furono del tutto vane.
 
Spalancò la porta con la mano libera, urlando ai compagni «Ehi gente, guardate chi vi ho portato, una ragazza nuova!»
 
Panico. Completamente pietrificata davanti a tutti quegli sguardi scrutatori che mi esaminavano peggio di un metal detector. Ero stata presa alla sprovvista, non ho avuto il tempo di potermi presentare come si deve e, sopratutto, con sicurezza.
 
«Uzumaki Naruto sei sempre il solito, per l'ennesima volta hai disturbato la mia spiegazione! Forza, torna immediatamente al tuo posto!» tuonò il professore. A veder dalle scritte con il gesso sulla lavagna doveva essere quello di matematica, e a guardarlo bene era anche piuttosto bizzarro con quella mascherina bianca che gli copriva tre quarti del volto.


Naruto Uzumaki, il mio primo compagno di classe incontrato e onestamente avrei preferito non averlo fatto.
 
«Ti aspettavamo già da una settimana..» disse l'uomo, ora rivolgendomisi.
 
«Sì, ma vede.. non mi erano ancora arrivati tutti i libri di testo e ho preferito aspettare..» mi inventai, portandomi una mano dietro il mio caschetto castano. Non gli avrei mai detto la verità, ovvero che rimasi a casa perché ero agitata.
 
«Capisco, dunque tu sei..?»
 
Ecco, ora arrivò la parte più difficile per me. Di solito non sono una persona timida ma odio dovermi presentare, non ne sono in grado, lo vedo come una vendita e io non so vendermi alla perfezione.
Dal guardare il professore passai al sostenere lo sguardo degli studenti; deglutii prima di pronunciarmi «Mi chiamo Aqua Meiko, ho diciotto anni e sono originaria di Okinawa.. beh, spero di andare d'accordo con tutti voi» dopo quella breve ed imbarazzante presentazione, in classe calò il silenzio finché non venne interrotto dal professore «Benvenuta Aqua Meiko, io sono il professore di matematica, Hatake Kakashi» nonostante avesse la bocca coperta dalla mascherina intravidi un sorriso cordiale prima che rivolgesse lo sguardo ai vari banchi, indicandomene successivamente uno vuoto della fila attaccata al muro «Siediti pure lì, oggi è assente il tuo compagno di banco..» mi disse.
Raggiunsi il nuovo posto posando per terra la borsa a tracolla azzurra prima di sedermi. Tirai fuori un blocknotes e l'astuccio a tubo per prendere una penna azzurra, iniziando a copiare le formule incomprensibili sulla lavagna.
 
Qualche minuto più tardi suonò la campanella ed il professore si affrettò a lasciare la classe. Immediatamente un'orda di ragazze mi accerchiò, cominciando a porgermi domande di ogni tipo
«Com'è Okinawa?» mi chiese una dai capelli corti rosa e gli occhi verdi smeraldo che ricevette subito dopo una gomitata da parte di una ragazza bionda con i capelli lunghi legati in una coda di cavallo alta e un ciuffo a coprirle un occhio azzurro «Maleducata di una Fronte Spaziosa, prima presentati e poi le fai una domanda!» la rosa le rivolse un’occhiataccia poi tornò su di me «Piacere, sono Sakura Haruno» ricambiai il suo dolce sorriso «E invece questa incivile si chiama Ino Yamanaka, ma preferisce farsi chiama maialIno» aggiunse, facendomi un occhiolino. La Yamanaka non appena sentì dirle quelle offese cominciarono a riempirsi di insulti.
In quel battibecco si fece da parta una ragazza dai capelli neri lunghi e una frangia le faceva capolino sulla fronte, ora che ci avevo fatto caso aveva le curve più accentuate delle altre ma in compenso sembrava molto timida «Io mi chiamo Hinata Hyuga e s-spero di divertare tua amica» la trovai deliziosa e adorabile, impossibile non sorriderle teneramente «Ciao io sono Aqua Meiko, piacerebbe anche a me esserti amica» le risposi cordialmente.
 
Feci conoscenza con le ragazze e dovetti scrivermi i nomi per ricordarmeli. Oltre alle tre mie nuove compagne, che in un modo o nell'altro si erano presentate, conobbi anche Temari, Ten Ten e Karin, quest'ultima non mi stette molto simpatica, mi diede l'idea di essere una snob.
Ma non bisogna giudicare un libro dalla copertina, avrei passato tanto tempo in quell'aula, avevo abbastanza tempo per conoscere tutti bene fino in fondo.
 
Stavo parlando tranquillamente con l'Haruno quando dal nulla il biondino che mi aveva spinta letteralmente ad entrare in classe corse come un forsennato dall'ultimo banco - dove era seduto - fino alla porta saltando addosso a qualcuno «Ehi, finalmente sei arrivato!» urlò e a quel punto, la rosa seduta al posto vuoto accanto a me, si alzò di scatto con un'espressione inferocita «Razza di testa quadra vedi di non urlare!» quella scena mi divertì parecchio, era buffa quando si arrabbiava.
 
«Dannazione volete farla finita con questo chiasso?!» intervenne un ragazzo seduto dietro di me, e quando mi girai verso di lui vidi uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto: pelle pallida quasi da risultare di porcellana, occhi neri intensi e capelli corvino con riflessi blu.
Ne rimasi così abbagliata che per una buona manciata di secondi restai a fissarlo «Cos'hai da guardare, nuova?» disse “nuova” con voce sprezzante e socchiuse lo sguardo rendendolo minaccioso, mi ridestai completamente «Niente!» risposi e tornai a conversare con Sakura che nel frattempo si era calmata. «Chi sarebbe il ragazzo dietro di me?» mi fece un po' paura la sua reazione: era passata in pochi secondi da persona calma e rilassata a una che da un momento all'altro emanasse cuoricini, in seguito notai lo smeraldo dei suoi occhi brillare come pietre preziose mentre cominciò a parlarmene «Sasuke Uchiha, il ragazzo più bello della scuola. Eccelle in tutte le materie, va in palestra tre volte a settimana, i suoi piatti preferiti sono l'onigiri con scaglie di tonno e il pomodoro; ama leggere, difatti quando può va' sempre nella biblioteca vicino casa mia e..» «Ok ok, ho capito.» arrestai quel fiume di parole. Certo che ne sapeva di cose la ragazza, ebbi persino l'impressione che lo seguisse da tanto tempo. «Ha qualche amico?» le domandai.
Prima di rispondermi ci pensò qualche secondo «Ha un migliore amico ed è..»
«Scusa Racchia se interrompo la tua frase a metà ma potresti togliere le chiappe dal mio posto, cortesemente?» intervenne maleducatamente qualcuno alle mie spalle. Istintivamente mi voltai curiosa di vedere in faccia l’incivile. Si trattava di un ragazzo alto dai capelli albini, la pelle meno pallida rispetto a quella di Sasuke e un sorriso sghembo gli faceva capolino tra le sue labbra. Ma la cosa che mi colpì di più del suo aspetto furono gli occhi di un viola intenso.
«Racchia lo dici a qualcun altro, orata al cartoccio!» rispose nella stessa maniera la rosa.
«E' il mio posto, sono stanco e voglio sedermi perdiana!» urlò più forte l'albino.
Decisi di intervenire, anche perché l'Haruno mi diede l'impressione che sarebbe giunta alle mani se qualcuno non l'avesse fermata tempestivamente. Mi alzai in piedi in modo da poter guardare faccia a faccia il ragazzo «Stai calmo, è colpa mia, le ho detto io che poteva sedersi qui. Ma solo per chiacchierare in attesa dell'arrivo del professore!» spiegai, ma l'albino sembrava non prestare attenzione alle mie parole. Spostò lo sguardo violaceo e confuso verso Sakura e m'indicò con l'indice «E questa chi è?» stranamente quella domanda pronunciata dal nulla fece terminare la discussione tra loro. Sakura sospirò pesantamente «Si dia il caso che lei è la nostra nuova compagna di classe. Hai fatto una bella figura, i miei complimenti Hozuki..»
La sua espressione cambiò in un modo che non mi piacque per niente. Mi squadrò da capo a piedi come se fossi una sua nuova preda «Bene, bene, mi ci voleva una motivazione per venire più volentieri a scuola...» mi sorrise maliziosamente, avvicinandosi col volto al mio per sussurrarmi «Qual è il tuo nome, confettino?»
Non ero spaventata e nemmeno in soggezione, ero solo pronta per rigurgitare la colazione dopo quelle frasi da romanzi rosa già letti e straletti.
Allontanai il volto dal suo «Aqua. Aqua Meiko.» nonostante la mia evidente repulsione lui non si tirò indietro con quella specie di corteggiamento, continuandomi a guardare in quel modo viscido «Io sono Suigetsu, ma puoi anche chiamarmi Getsu» 
Incrociai le braccia, guardandolo seriamente «Hai finito con queste idiozie o ne hai ancora per molto?» a quella domanda retorica Suigetsu rimase sorpreso dalla mia impassibilità di fronte alle sue avance. Sakura scoppiò a ridergli in faccia e mi mise un braccio intorno alle spalle «Grande! Così si dice!» Suigetsu spostò lo sguardo oltre a me notando Sasuke che stava trattanendo le risate, nascondendole con una mano «Che cazzo ridi anche tu!» il moro, sentendosi chiamare in causa, intervenne «Rido per la figuraccia che hai appena fatto con la nuova arrivata».
L’albino stette per rispondergli quando una professoressa dai capelli neri e gli occhi cremisi fece il suo ingresso in classe.
«Scusate il ritardo ma mi hanno trattenuta dei genitori. Su, ai propri posti che si inizia!» annunciò la donna e immediatamente Sakura tornò al suo posto lasciandolo all'Hozuki.
Ora poté iniziare a fare l'appello. Quando arrivò al mio nome, alzò lo sguardo per cercarmi tra i banchi e per renderle il compito più facile alzai la mano «Sono qui!» esclamai e mi sorrise cordialmente «Benvenuta, io sono la professoressa di storia Asuma Kurenai. Allora Meiko, come ti trovi per adesso in questa classe?»
«Beh, per ora ci sto bene anche se devo ancora conoscere gran parte di loro..» dopo quella breve chiacchierata, la professoressa Asuma terminò l'appello ed aprì il libro di storia, sfogliandolo «Prendete pagina venticinque» seguii il suo ordine. Il titolo del capitolo vertiva sul periodo Kofun.
Mentre ero intenta a prendere più appunti che potevo, il mio compagno di banco si stava facendo una sana dormita alla faccia della professoressa e solo quando mancarono cinque minuti al suono della campanella questo rialzò la testa dalle braccia fasciate dalla divisa a maniche lunghe nera per guardarmi con la coda dell'occhio «E' da tanto che non avevo un compagno di banco..» esordì a bassa voce per non farsi sentire dal resto dei compagni «..E' strano, mi sento come se fossi controllato da vicino» terminò il discorso, poi allungò le mani nel proprio zaino posto sul banco per frugarci dentro con furia. Sarebbe stato un lungo primo giorno di scuola.

Fortunatamente all'ultima ora avevamo ginnastica e tutti scendemmo al piano terra per andare insieme al docente in palestra. Noi ragazze entrammo nell'ultimo spogliatoio del corridoio, e i maschi nel penultimo. Tirai fuori dalla borsa la maglietta bianca a maniche corte e i pantaloni lunghi azzurri, non l'avevo ancora provata, sperai che mi andasse bene.
Dopo aver appurato la misura perfetta, uscii dallo spogliatoio insieme ad Ino, Sakura e Hinata ed entrammo in palestra dove ci aspettavano già i maschi tutti pronti.
Il professore si chiamava Gai Maito. Un personaggio tutto da vedere, sembrava non stancarsi mai, nel vederlo all’opera mi diede l'impressione di essere soltanto alla prima ora invece che alla sesta.
Come primo esercizio facemmo due giri di campo, stretching e in ultimo ci dividemmo in due squadre da sei per fare una partita di pallavolo. Nella mia squadra in panchina c'erano Hinata, Choji, un ragazzo robusto con sempre qualche leccornia tra le mani, e - a mio dispiacere - Suigetsu. «Vai Meiko, sei in tutti noi! Prendi la palla e mandala dall'altra parte con una schiacciata alla Mila e Shiro! Forza Meiko! Fooorza Meiko!» dopo quegli esulti ripetuti fino all'esasperazione, tutti quanti, persino gli avversari, si fermarono guardando furibondi l'Hozuki «Finiscila, hai rotto!» gli urlammo in coro. Lui con tutta risposta si mise a ridere divertito: lo aveva fatto solo per provocare e spostare l’attenzione su di sé. «Che egocentrico..» bisbigliai facendo rimbalzare la palla sul terreno prima di schiacciarla in battuta.  
In corrispondenza con l'ultimo punto della partita, il professor Maito batté le mani una sola volta attirando la nostra attenzione «A cambiarsi!» disse. Misi a posto la palla nella cesta, salutai il docente ed andai a cambiarmi. Uscendo dallo spogliatoio, percorsi la strada con le ragazze finché non arrivammo al cancello dove ci separammo per prendere strade diverse.
Finalmente sola infilai le cuffie nelle orecchie; camminando ripensai alla giornata appena trascorsa e sorrisi felice nell'esser riuscita a legare con qualcuno: sembravano delle brave ragazze e di ottima compagnia. Ma al sol pensiero di dover passare nove mesi seduta accanto a un ragazzo come lui tirai un sospiro esasperato.
Sì, Suigetsu Hozuki mi avrebbe causato non pochi problemi.
   
   
 
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