Avevano deciso di concedersi un po’ di privacy.
Troppe persone, una famiglia troppo invadente. Non che la famiglia Weasley fosse insopportabile, solo che ogni tanto si sentivano soffocare, avevano bisogno di ‘’scappare’’ e passare un po’ di tempo lontano da tutte quelle persone.

Ron ed Hermione adesso erano lì, distesi su di una coperta in un prato.

Era un giardino come un altro, in una giornata come un’altra.

Alcuni ragazzi giocavano a pallavolo, dei bambini si dondolavano sull’altalena, altri – i più spericolati – si arrampicavano come tante scimmie su di un castello di legno, ignorando totalmente le madri premurose.

L’estate era già arrivata, ma una leggera brezza faceva sì che gli aquiloni coloratissimi dei bambini si muovessero veloci, a zig – zag, provocando in loro sorrisi a 36 denti.

I due ragazzi erano lì, su una coperta a quadri e all’ombra di un grande albero, abbracciati e muti.
Volevano solo stare tranquilli.

Nessuno, tra tutta quella gente, avrebbe mai immaginato che quei due ragazzi fossero dei maghi.

Nessuno sapeva niente di ciò che loro avevano dovuto sopportare, della Guerra, di Lord Voldemort e delle morti. A quel pensiero una lacrima scese, lenta e solitaria, fino alla guancia della nostra Hermione. Non riuscì ad andare oltre perché l’indice premuroso di Ron la raccolse prima.

Hermione amava incondizionatamente Ron: si vedeva dal suo sguardo mentre lo guardava. Oh, quei capelli rossi, gli occhi verdi e maliziosi, il fisico scolpito…non si sarebbe mai stancata di guardarlo. Non si sarebbe mai stancata di osservare i suoi gesti, i suoi movimenti fluidi e – doveva ammetterlo – dannatamente sensuali, come il suo atteggiamento pensieroso; adorava quando muoveva il pollice e l’indice torturandosi le labbra e i suoi occhi verdi fissavano un punto che sembrava poter osservare solo lui: era nel suo mondo.

Si mise a cavalcioni su di lui, si avvicinò dolcemente al suo volto e baciò teneramente quelle labbra piene che le provocavano sempre, nonostante l’abitudine, uno strano calore al basso ventre. Lei, sempre così rispettosa delle regole, era capace di fremere anche solo ad un unico contatto con la pelle del suo amato Rosso. Lui le stringeva possessivo i fianchi e la guardava negli occhi.

<< Quando sono con te, riesco a dimenticare tutto. E’ una sensazione strana…è come se il resto del Mondo non esistesse per me, siamo solo io e te. >> disse sincera, baciandolo ancora ma con più passione.

Lui la guardò con dolcezza e con un movimento veloce portò lei sotto e si mise su di lei, cercando di non farle gravare troppo il suo peso.
<< Ti amo. Ogni giorno di più, ogni secondo sempre di più. >> e con questa frase e gli occhi pieni d’amore le baciò il lobo, la guancia, poi il mento e, infine, la bocca di Hermione. Lei ricambiò il bacio aprendo leggermente le labbra, Ron la aprì ancora di più e le loro lingue iniziarono a giocare, a rincorrersi. Quando si fermarono Hermione disse, soffiandolo nell’orecchio del suo amato: << Vedi? Non ricordo più nulla, solo che mi chiamo Hermione Jean Granger, almeno questo lo ricordo.>> sospirò e poi riprese a parlare << Ah! E ricordo anche un’altra cosa: ti amo>> e sorrise soddisfatta.

<< Ti amo anch’io>> confermò Ron, orgoglioso che quella cocciuta ragazza fosse davvero innamorata di un combina guai come lui.