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Autore: CinderNella    13/09/2015    3 recensioni
Si sentiva un po’ stalker a guardarlo e ad annotare ogni suo comportamento da dietro un muro delle rovine di Christ Church Greyfriars – se si fosse trovata dietro a un cespuglio avrebbe potuto trovarci dell’ironia nella situazione che stava vivendo da qualche tempo – ma era parte del suo lavoro anche quella. [...] Ma, diversamente dal solito, e non perché fosse venerdì, lui si era separato dal suo gruppo di colleghi per dirigersi all’interno del giardino che portava dritto alle rovine dov’era casualmente lei: si stava proprio dirigendo verso di lei.
Resasene conto, si catapultò alla panchina più vicina per dare l’idea di essere davvero impegnata a fare qualcosa che non fosse spiarlo da lontano, ma dalla sua espressione non doveva esserci riuscita: «Mi scusi, ma lei mi sta spiando?»
Era davvero come a scuola. Stesso portamento arrogante, stesse fattezze e modo di presentarsi elegante e capelli impossibilmente biondi: eppure era completamente diverso.
«Ehm...» non sapeva che scusa formulare.
«È la quarta volta che la vedo in una settimana e in zone diverse della città. Perché mi segue?»
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Allora, chi già avrà letto qualcosa di mio (che sia Dramione o meno) sa già che per me è molto difficile iniziare a postare qualcosa che non ho ancora terminato di scrivere... per questa storia voglio provarci comunque, nonostante sia qualcosa di completamente inusuale per me. L'ultima che ho iniziato non completa mi ero imposta di arrivare a scrivere almeno il 15esimo capitolo prima di postarla! Allora, questa non è una vera e propria "what if", visto che il fatto scatenante è successo dopo la fine della guerra: non posso essere più precisa, dato che i dettagli si scopriranno pian piano nella lettura. Spero la consideriate originale e che vi piaccia! Buona lettura!
PS: ho cercato di rendere tutto il più realistico possibile, dai discorsi "economici" documentandomi alla caratterizzazione dei personaggi. Spero di esserci riuscita. Il titolo potrebbe cambiare (di solito lo scelgo a FF terminata), ma considerato che è una storia a cui penso da tanto tempo e l'ho sempre immaginata con questo nome, non penso che questo accadrà. I titoli dei capitoli - e in questo caso, proprio della storia - contengono dei collegamenti ipertestuali alla canzone di riferimento.


Prologue
 


Lo osservava da lontano, a debita distanza. Si sentiva un po’ stalker a guardarlo e ad annotare ogni suo comportamento da dietro un muro delle rovine di Christ Church Greyfriars – se si fosse trovata dietro a un cespuglio avrebbe potuto trovarci dell’ironia nella situazione che stava vivendo da qualche tempo – ma era parte del suo lavoro anche quella. Sarebbe rimasta lì per qualche altro minuto, poi sarebbe passata a fare la spesa da Tesco Express e sarebbe arrivata a Chelsea in metro per appostarsi sul marciapiede di fronte a casa sua per un po’, prima di tornare a casa.
Ma, diversamente dal solito, e non perché fosse venerdì, lui si era separato dal suo gruppo di colleghi per dirigersi all’interno del giardino che portava dritto alle rovine dov’era casualmente lei: si stava proprio dirigendo verso di lei.
Resasene conto, si catapultò alla panchina più vicina per dare l’idea di essere davvero impegnata a fare qualcosa che non fosse spiarlo da lontano, ma dalla sua espressione non doveva esserci riuscita: «Mi scusi, ma lei mi sta spiando?»
Era davvero come a scuola. Stesso portamento arrogante, stesse fattezze e modo di presentarsi elegante e capelli impossibilmente biondi: eppure era completamente diverso.
«Ehm...» non sapeva che scusa formulare.
«È la quarta volta che la vedo in una settimana e in zone diverse della città. Perché mi segue?»
Era sempre odioso. Anche se, per quello che ne sapeva lui, avrebbe potuto avere ragione: «Sto semplicemente rivedendo alcuni appunti su questa panchina, signore.»
Lui le rubò repentinamente il quadernetto di mano: «Ah sì? E perché qui ci sono scritti gli orari di quando esco di casa? O quando esco in pausa pranzo, o quando mi ritiro dal pub con i miei colleghi? Devo chiamare la polizia?»
«D’accordo! La sto pedinando.» ammise sinceramente, ma non avrebbe ammesso tutto fino in fondo «Voglio farle un’intervista.»
L’uomo assunse un cipiglio perplesso, dando l’idea di non essersi bevuto la sua bugia: «Mi sta davvero dicendo che mi pedina da settimane per farmi un’intervista
«Credo che i prezzi delle case non continueranno a salire. E credo che una bolla è prossima a scoppiare. I derivati americani cosa comprendono? Secondo me i media ci nascondono la verità. E volevo sapere il suo parere in merito.»
L’uomo alzò un sopracciglio, ancora perplesso, ma meno preoccupato: «E non poteva chiedere un appuntamento alla mia segretaria?»
«Al suo posto di lavoro? E secondo lei ci saremmo potuti vedere a parlare di cose del genere presso una delle principali filiali di Merrill Lynch in Europa?»
Si era davvero salvata in calcio d’angolo: sembrava essere meno sul piede di guerra rispetto a quando l’aveva affrontata poco prima, quindi ringraziò mentalmente la sua dedizione nel seguire tutte le mattine il telegiornale della BBC.
«Facciamo finta che le credo. La smetterà di pedinarmi se ci vediamo... domani pomeriggio per un tè?»
Hermione strabuzzò gli occhi: doveva approfittarne? Sicuramente stabilire un certo tipo di rapporto l’avrebbe aiutata nella sua analisi, ma si sarebbe così giocata anche la sua copertura: ma dopotutto quella era già saltata quando si era fatta scoprire a pedinarlo.
«D’accordo. Dove e quando?»
«Lei è davvero una giornalista con tante domande. Alle cinque al Claridge’s?»
Era un pomposo riccone anche nella vita babbana: «D’accordo.» si rimise nervosamente a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro «Comunque, in onore di un nuovo inizio diverso, dovrei presentarmi. Hermione Granger.»
Gli porse la mano, che lui non prese immediatamente: vide un minimo lampo di disgusto – ingiustificabile – nei suoi occhi, come se per qualche millesimo di secondo si fosse ricordato di lei, ma subito dopo tutto era svanito; così afferrò la sua mano e la strinse «Draco Malfoy. Ma penso che questo lei lo sapesse già, visti i suoi appunti.»
Hermione gli rivolse uno sguardo di scuse prima di congedarsi e dirigersi alla stazione della metro di St. Paul’s.

 
  
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