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Autore: Izayoi_1    13/09/2015    1 recensioni
Chi può giudicare veramente quando una persona è egoista? non si può esserlo a fin di bene? e quando quel bene riguarda la nostra felicità?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io non vi condanno, non vi giudico, anzi, vi invidio. Invidio coloro che sono coraggiosi ed egoisti. C’è una spiegazione logica a questa mia frase e vi dirò quale: condanno le scappatelle, quegli scontri sbagliati che hanno un solo scopo; quegli incontri che vengono negati, rinnegati, che è facile sparire come è facile chiudersi una porta alle spalle; quegli incontri che ti fanno scendere da quel letto senza una carezza, un bacio, che ti fanno rivestire velocemente e pensare agli impegni giornalieri; quegli incontri che non ti lasciano nulla dentro e che della quale, con il semplice passare del tempo, ci si dimentica persino il nome. Ecco questi li condanno. Ma, mettiamo il caso esistano persone che trascinino una relazione da anni, una relazione che ormai si è spenta, che ci si sente come sposati da trentacinque anni, con tre figli e un mutuo da pagare, mentre, invece, si è ancora giovani, troppo giovani per sentirsi così. Una relazione della quale è difficile potersi scrollare le spalle, vuoi per l’insicurezza di lasciare una “certezza” e vuoi per i legami familiari che si sono creati con il tempo. Mettiamo che queste persone non cerchino nulla, che passino la loro vita con la solita stoica costanza, senza, nemmeno per un attimo, immaginarsi in altre vite o strade alternative; eppure un giorno, per caso, incontrino una persona che le parli, che la faccia ridere, una persona che ti tocca non con il corpo. Allora lì si che vi invidio, perché lì scegliete di essere egoisti, scegliete di essere voi di nuovo felici e scegliete di essere coraggiosi, perché abbandonate il sentiero che conoscete per qualcosa d’ignoto, per qualcosa che magari potrà durare quanto dura un film al cinema, decidete di mandare al diavolo amici e parenti che non vi sostengono, vi sentirete soli e in colpa ma siate sempre egoisti e coraggiosi per la vostra felicità. Queste persone non le condanno, perché in questo caso non inciampano nelle vite di un altro ma lo trovano, non si trovano nel letto di uno sconosciuto per errore; loro arrivano solo dove quel percorso così scuro e ignoto li doveva far arrivare. Detto così sembra tutto molto semplice, detta così non ci si immagina le lotte interiori, le lacrime, le liti, gli addii forzati e i grandi ritorni. Il problema è che la strada vecchia ci rassicura e alletta sempre più di quella nuova, e che quelle persone appena incontrate le vorremmo conoscere da una vita per poter decidere così a cuor leggero; ed è proprio questo che ci frega in partenza. Con questi pensieri cominciamo a rallentare, a pensare troppo, cominciamo a pensare: “Come faccio a sapere veramente cosa voglio, quando lo capirò e perché è così difficile saperlo?”. Perché tutti i protagonisti delle nostre storie preferite hanno il coraggio di deludere le aspettative altrui ed essere egoisti? Forse loro rappresentano quella parte di noi che non potremmo mai essere ma perché non possiamo essere come loro, perché non abbiamo il coraggio? Perché in quei racconti quelle decisioni tanto difficili e quelle montagne che sembravano insormontabili vengono, invece, scalate nel giro di duecento pagine e IO, nell’arco di una vita, non riesco a fare nemmeno un passo?                                      
Perciò, ecco perché invidio i coraggiosi e gli egoisti, perché io non possiedo nessuna delle due virtù ma posso dire un’ altra cosa, invidio i coraggiosi perché mai ripiegheranno sulla strada che non li soddisfa.
   
 
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