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Autore: WindSlayer    13/09/2015    5 recensioni
In revisione
Quando si parlava del figlio in arrivo, gli occhi di Gwyn si illuminavano e il suo sorriso si allargava.
Il suo primogenito era diventato il dio della guerra, visto il suo legame con le armi e la sua abilità del combattimento.
Gwynevere, la sua secondogenita, era così bella da essersi guadagnata il titolo di Principessa del Sole.
(...)
Ma non appena il bambino nacque, sia suo padre che sua madre, notarono che non era avvolto da una meravigliosa luce brillante come i suoi fratelli. Tutti si accorsero della sua debolezza fisica, era gracile come una femmina, e Lord Gwyn provò un misto di imbarazzo e ribrezzo per quel figlio mostruoso. Decise, così, che nessuno avrebbe saputo del loro legame di parentela, e lo avrebbero allevato come una donna. Fu per questo che gli donò un nome femminile: Gwyndolin.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwyn, Lord dei Tizzoni, Gwyndolin, il Sole Oscuro, I Quattro Re, Manus, Padre dell'Abisso, Nito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E’ passato un po’ di tempo dal mio ultimo aggiornamento, ma capitemi: sono estremamente disorganizzata e dovevo dare un esame. xD E’ un po’ più corto rispetto ai precedenti, ma siamo arrivati al punto. Buona lettura! :3
VEREOR NOX: GWYNDOLIN, SOLE OSCURO
http://i284.photobucket.com/albums/ll4/lullaby22/2gwynmod_zpsgtwjs5vd.jpg
Capitolo Cinque: Morte
Gwyndolin rimase impressionato dall’esistenza di quella nuova razza: sembravano del tutto simili a loro a parte le dimensioni ridotte.
“Nani”, così li aveva battezzati Gwyn, visto quanto erano piccoli rispetto agli abitanti di Anor Londo. Non sembravano fisicamente resistenti ma la loro origine era sconosciuta.
Il bambino rimase affascinato da quelle piccole ma ostinate creature. Si dimostravano docili con gli abitanti di Anor Londo; forse erano spaventati dalle loro dimensioni maggiori. Avevano costruito le loro città, però, non avevano avuto bisogno di un Lord che li benedicesse e li proteggesse dal buio. I nani, al contrario, sembravano abbracciare l’oscurità.
“Nostra madre…”
La voce di sua sorella lo riportò alla realtà: si era di nuovo perso nelle sue congetture sui nani. Il bambino la guardò interrogativamente senza domandarle quando effettivamente fosse entrata nella biblioteca di Gwyn.
“Mi riconosce a malapena. Che cosa le prende?” la Principessa del Sole si sedette di fronte al bambino con le mani fra i capelli rosso fuoco.
Gwyndolin scompariva dietro il cumulo di libri che stava leggendo. Erano tutti impilati sul tavolo per ordine di argomento. Rimase in silenzio, incapace di confortarla: non condivideva la tristezza della sorella e non era in grado di consolarla.
La Principessa del Sole sospirò e alzò gli occhi. “Cosa stai studiando?” gli domandò con sospetto.
Gwyndolin riconobbe lo sguardo della sorella: era lo stesso di Gwyn, così carico di freddezza. “Niente” borbottò il bambino.
Non se la sentiva di condividere con la sorella le sue conoscenze. Da quel poco che aveva compreso, Gwyn temeva la magia così come gli abitanti di Anor Londo. Il PArimogenito e Velka erano le uniche eccezioni nella città-fortezza, ma ovviamente la dea del peccato non riscuoteva la sua simpatia.
“A nostro padre non piace che tu passi tanto tempo qui, a leggere questi libri.”
“A nostro padre non piaccio io.”
Gwynevere e Gwyndolin si scambiarono un’occhiataccia.
“Comunque…” la Principessa del Sole tornò a sospirare cupamente. “Cosa possiamo fare per nostra madre?”
Il bambino fece spallucce, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia da Gwynevere.
“Tu leggi sempre questi libri, sai sicuramente cosa le succede!” esclamò la sorella.
“Non sono un medico” ribatté il bambino.
“I medici sono stati completamente incapaci di aiutarla” Gwynevere aveva uno sguardo fermo e allo stesso tempo disperato. “Mi serve qualcuno con le tue conoscenze.”
Il bambino incrociò le braccia al petto esibendo un’espressione seria. “Le mie conoscenze non servono per curare la mente di una persona…”
La Principessa del Sole fu irremovibile. “Tu. Devi. Provare.”

Anche quella volta Gwynevere, Gwyndolin e Ornstein entrarono nella camera della moglie di Gwyn e la donna li ignorò.
Il bambino rimase in disparte ad osservarla: i suoi capelli erano sempre meno e la sua pelle stava assumendo un colorito poco salutare. Era sempre più magra. Gli occhi era sempre più incavati e le guance scheletriche così come il resto del suo corpo. La sua bellezza era svanita.
“Madre…” Gwynevere si portò le mani alla bocca.
Ornstein si mise davanti alla Principessa del Sole facendole da scudo: ricordava che la moglie di Gwyn si era dimostrata ostile l’ultima volta e si aspettava una reazione simile.
La donna si voltò verso di loro lentamente mugolando qualcosa. Forse non voleva dire niente di sensato, ma tutti e tre i visitatori istintivamente cercarono di capire il significato dei suoi versi.
Gwyndolin si perse nello sguardo di sua madre: era vuoto. Li guardava ma non li vedeva.
“Gwyn…” borbottò la donna.
“Madre?”
Gwynevere fece un passo avanti senza riuscire a trattenersi. Si stava riprendendo forse? La Principessa del Sole sorrideva, quasi piangeva di commozione.
Poi sua madre incrociò i suoi occhi e la sua espressione confusa assunse tratti animaleschi.
La Principessa del Sole non fece in tempo a sottrarsi alle mani della moglie di Gwyn, ma in un lampo di lucidità si rese conto di essere in trappola.
Ornstein fece uno scatto in avanti ma non ebbe la possibilità di usare la sua lancia perché temeva di colpire Gwynevere nel tentativo. Fu Gwyndolin a salvare la sorella con un incantesimo, come la prima volta. “Non è in lei, non vedi?” esclamò. “Non posso fare niente: non ha un braccio che le fa male, è la sua mente il problema. Non ti riconosce neanche.”
“E’ per l’assenza di mio fratello, ne sono certa!” ribatté la Principessa del Sole.
Tutta l’attenzione di Ornstein era occupata dalla moglie di Gwyn che giaceva a terra, stordita dall’incantesimo del suo ultimogenito, perciò non stava dando ascolto alle parole dei due fratelli.
Gwyndolin aveva notato che sua sorella aveva detto ‘mio fratello’ non ‘nostro’ e che l’aveva involontariamente escluso dal ramo familiare.
Era un’abitudine che la moglie di Gwyn le aveva inculcato fin dalla nascita dall’ultimogenito. “Non mi interessa il motivo del suo malessere: ti sto dicendo che per la sua mente non posso fare niente. E, fatalità, è proprio la sua mente il problema.”
“Allora perché leggi quei libri di magia?! Dovrai usarla in qualche modo!”
Gwyndolin fronteggiò lo sguardo accusatorio della sorella senza difficoltà: era convinto di essere nella ragione e dopotutto non poteva forzare i limiti della magia. “Ovviamente. Ma ogni incantesimo ha il suo scopo e il suo limite.”
Gwynevere assunse un’espressione addolorata. “E come facciamo con lei? Non puoi lasciarla in questo stato!”
La moglie di Gwyn si alzò in piedi e si lanciò su Gwynevere, ma questa volta Ornstein fu veloce ed implacabile e la trafisse con la sua arma1.
Gwyndolin e la Principessa del Sole raggelarono.
“Che cosa hai fatto?” esclamò la fanciulla, mettendosi le mani fra i capelli. “Che cosa hai fatto?!”

Lord Gwyn ascoltò il racconto di Ornstein, che continuava a chiedere perdono per ciò che aveva fatto. Non gli importava nulla di quella che era stata la sua compagna per anni fin da quando aveva dato alla luce quello sgorbietto. Dopo anni ancora si ostinava a ripetere che non aveva mai tradito il Lord del Sole e che quel mostriciattolo era realmente suo figlio.
“Mi hai fatto un favore” disse infine.
“Mio Signore?” Ornstein non riusciva a credere alle sue orecchie.
“Sì, mi hai fatto un favore” ripeté il Lord del Sole. “Quella donna, in quelle condizioni pietose, non mi era utile. Anzi, era un peso. L’avrei uccisa personalmente ma Gwynevere non me l’avrebbe mai perdonato.”
L’Ammazzadraghi ascoltò quelle parole e sentì il petto fargli male: Gwynevere non avrebbe perdonato neanche lui per il suo gesto.
Dall’esilio di Havel e del Primogenito di Gwyn, la Principessa del Sole aveva disperatamente cercato qualcuno in grado di aiutare la madre.
Lord Gwyn gli concesse un sorriso. “Sapevo che prima o poi qualcuno l’avrebbe uccisa visto che mia figlia continuava a farle visita.”
Ornstein si rese conto di aver fatto inconsapevolmente il gioco del Lord del Sole. Era un piacere compiacerlo ma non si sentiva felice nel sapere di avere danneggiato il suo rapporto con la Principessa a causa di un trucchetto di Gwyn.

2Artorias tornò dopo qualche settimana ad Anor Londo. Disse che quei piccoli esseri erano docili e indifesi rispetto a loro e che non si sarebbero opposti al dominio di Gwyn.
Aveva trovato solo una cosa particolarmente sospetta: dentro una grotta oscura aveva trovato un omino che teneva tra le mani un’anima potente. Era un piccolo essere che i suoi simili chiamavano “il Padre”. Quella creatura sembrava aver compreso l’immenso potenziale delle anime e perciò si rifiutava di disfarsi di quella che possedeva.
Gwyn annuì e sorrise. “Sono in possesso di anime potenti…”
“Solo quella creatura, mio Signore” precisò il guerriero.
“Sì, certamente.”
Artorias vide il sorriso di Gwyn trasformarsi in un ghigno avido.
“Sono esseri così piccoli e infimi… perché possiedono anime potenti?” domandò il Lord del Sole.
“Mio Signore, è una sola anima potente” Artorias continuava a puntualizzare ma Gwyn sembrava non ascoltarlo.
“Sì, certo” Gwyn piantò i suoi occhi dorati in quelli scuri del Cavaliere. “Voglio quelle anime.”

Artorias accettò suo malgrado l’incarico del Lord del Sole e tornò indietro, nei villaggi abitati da quelle che lui chiamava “le piccole creature” a prendere quell’anima così potente. Il suo orgoglio di Cavaliere su ribellava ostinatamente, ma la sua fedeltà per il sovrano di Anor Londo era più forte di tutto.
Sif, il suo compagno di battaglia, stava uggiolando al suo fianco per fargli comprendere che non era assolutamente d’accordo.
Artorias però era taciturno quanto testardo e quando si parlava di onore, niente riusciva a fargli cambiare idea. Il Cavaliere era tornato ad Anor Londo ed era subito ripartito per i villaggi delle piccole creature senza dire nulla a nessuno. Arrivò alla meta in una settimana di viaggio, in compagnia di Sif, e le piccole creature lo riconobbero immediatamente. Il Cavaliere non disse nulla e si incamminò verso la grotta abitata dal Padre.
“Dammi quell’anima” gli intimò Artorias.
La piccola creatura strinse l’anima tra le sue dita. “E’ mia! L'ho trovata io!”
“Non ho intenzione di ucciderti.”
Artorias non era interessare a macchiare ulteriormente il suo onore uccidendo una creatura indifesa che neanche volendo avrebbe potuto dargli del filo da torcere.
3Il piccolo uomo era rannicchiato se stesso ad osservare maniacalmente il suo tesoro. Era denutrito: gli occhi erano incavati ma illuminati da una luce folle. Sul suo viso c’era un sorriso animalesco. Durante la sua prima visita, Artorias l’aveva sentito sussurrare a quell’anima, che emanava una luce oscura, e vezzeggiarla come se fosse stato un cucciolo.
La creatura si alzò su quelle misere gambette e lo guardò dritto negli occhi.
“Gwyn non la avrà mai.”
“Come-”
Il piccoletto strinse così forte l’anima tra le dita che la dissolse nell’aria.
“Cosa hai fatto?!” esclamò Artorias, incredulo. Quello era un vero affronto nei confronti dell’intera Anor Londo.
“E non avrà neanche me!”
La creatura si lanciò contro Artorias e il Cavaliere istintivamente lo trafisse a morte con il suo spadone.
Quello che le piccole creature chiamavano “Padre” spirò ridacchiando. “Di’ a Gwyn che tornerete nel buio e lui non potrà fare niente per impedirlo.”

Un po’ di note, prima di tutto:
1Vi ho già detto che della moglie di Gwyn non si sa nulla. Né un nome né altro. Quindi ho ipotizzato che potesse aver fatto una brutta fine.
2Da quel che ho capito dalla lore, Artorias incontra il nano fortivo. Non si sa come il nano furtivo muoia, si sa che muore, ma non riesce ad ottenere l'Anima Oscura. xD
3Il nano furtivo è basato, proprio secondo gli sviluppatori, sul personaggio di Gollum de Il Signore degli Anelli (nonché uno dei miei preferiti *-*) perciò ho pensato di descriverlo rendendo il tutto abbastanza simile al tesssssoro xD Me lo immagino ossessionato e magari plagiato dalla particolarità dell’Anima Oscura ma comunque abbastanza sveglio. :3 Ho immaginato che potesse avere il rispetto delle sue creature che lo chiamano Padre… anche basandomi su ciò che gli succede dopo. Senza fare spoiler a chi non conosce Dark Souls ;)
Mmm mi pare di aver finito. Come dicevo, è un po’ più corto dei precedenti ma ne vado particolarmente fiera. ^^ Spero vi piaccia.
Un bacio,
WindSlayer

   
 
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