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Autore: aniasolary    13/09/2015    6 recensioni
A cinque,
venti,
trent’anni,
fino all’altro giorno,
hai avuto
le mani
sporche di terra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TERRA
 
 
Avevi sempre
le mani
sporche di terra;
graffiate
le dita
dai rami d’ulivo;
umidi
gli occhi
di fango sacro,
da cui nacque Adamo;
un po’ grigi un po’ bianchi
i capelli
come il pelo d’un gatto tigrato.
 
Mattone su mattone,
amore su amore,
costruisti un Eden
di fichi e fiori
con tanti mici
a dormire al sole;
una casa
in cemento divino
con la statua d’un santo
in giardino;
un pozzo colmo
d’acqua e coraggio
da cui attingere
per imparare a vivere.
 
A cinque,
venti,
trent’anni,
fino all’altro giorno,
hai avuto
le mani
sporche di terra;
schernito
lo sguardo
da un paio d’occhiali
a mezza luna;
dura
la voce,
e levigata
come il marmo che lavoravi
in un capanno di Trani;
dischiuse
le labbra
a chiamare “uagliò”*
una bambina
che ti gridava
“sono una signorina!”;
forti
le braccia
a tagliare la legna,
a nutrire il camino,
“Hai freddo?
Mettiti qui vicino”.
 
Nell’eco
di ogni nostro passo,
lei,
cara madre nostra,
ch’hai amato quasi
quanto la tua sposa,
lei,
Terra,
ora mormora
ch’ ora è bene.
E sorridi.
 
Ora stai bene.
 
***
Ho sempre pensato di esprimermi meglio coi racconti, ma a volte scrivo delle “poesie”, con tutte le virgolette e l’umiltà del mondo. L’ho scritta per te, che ti sedevi sulla panca della cucina a raccontarmi la tua vita; per te, che sei andato all’ospedale per l’ultimo ricovero in bicicletta, perché non ti ha mai dovuto trascinare nessuno, eri forte abbastanza da farcela senza di noi. Ti ricorderò per sempre, per tutto, ed anche per questo: perché sei andato incontro a quel che doveva accadere in bicicletta, come facevi sempre per raggiungere la tua campagna, il posto che più ti piaceva, per lavorare o per riposarti all’ombra di un albero, col viso sereno che ti faceva sembrare giovane, perché giovane lo sei stato sempre, fino all’ultimo istante. Te ne sei andato troppo presto per me, che avevo creduto di poter stare tranquilla dopo che se n’era andata nonna Maria, perché non ho conosciuto nessun uomo energico, pieno di gioia e forza quanto lo sei stato tu, anche a settantadue anni.
Cercherò sempre di renderti orgoglioso di me, da dove sei.
 
*uagliò: “ragazzo” in dialetto barlettano, la scrittura dovrebbe essere giusta, non ho avuto modo di verificarla con dei parenti che conoscono il dialetto per timore che potessero incuriosirsi troppo :p
 
E grazie a te, lettore, per aver letto e per aver accettato, come dono, un pezzo della mia vita.
 
Arianna
   
 
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