Il peso del cielo
Le sue mani erano troppo fredde, da troppo tempo.
Le braccia molli e rassegnate lungo il corpo. La testa china e pesante, il cuore leggero come un soffio .
E tutto il resto che vorticosamente girava intorno.
Solo il cielo non si muoveva di un passo. Da giorni si era piantato grigio e crudele sulla sua testa.
Così camminava, sentendosi spingere sempre più in basso da quella coltre scura. Un passo dietro l’altro, ed ogni passo più pesante. Giù, sempre più giù… Lo stava schiacciando! Ma doveva andare…Un passo, ancora un altro. Spingeva avanti il corpo curvo aiutandosi con le braccia, contraendo il volto , livido in viso per lo sforzo. Un passo, un altro , sempre più in basso. Ormai era piegato in due. La faccia rivolta verso l’asfalto , la schiena parallela al suolo. Ancora uno… Le spalle gli dolevano, poteva vedersi le ginocchia!
Si fermò, furioso e stanco. Serrò gli occhi e la mascella, e con un immane sforzo riuscì a rialzare di un poco il capo e a rivolgere gli occhi contro il cielo.
-Che tu sia maledetto!!!!- urlò stringendo i pugni.
Il cielo lo guardò muto.
Occhi furenti contro grigi occhi indifferenti.
Riabbassò il capo rassegnato.
-Al diavolo…- sussurrò fra i denti.
E fu allora che cominciò a piovere…
§§§§
Perché avevo voglia di dar fiato alla bocca ed essere fatalista.