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Autore: xKittyx    13/09/2015    2 recensioni
[ AFTER AGE OF ULTRON ]
Raccolta di one shot sul nostro runner preferito ed una ragazza dal nome unisex.
"–Pietro ed io abbiamo scommesso su chi riuscirà ad arrivare al laboratorio di Tony per primo, senza poteri- -Cioè io- puntualizzò il ragazzo. Robin sbuffò. –Continua a crederci, speedy-"
(Pietro Maximoff/OC)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di iniziare volevo solo precisare che qui la moglie di Clint si chiama Eris e che hanno quattro figli, non due.
Anyway, spero vi piaccia c:

 






 

How to Babysit



 






-Fai il babysitter, dicevano- sbuffò Pietro. –Sarà divertente, dicevano-
-La vuoi piantare di lamentarti e passarmi il biberon?- domandò Robin, tenendo fra le braccia uno degli amati pargoli dei coniugi Barton. Il ragazzo frugò nel passeggino, estraendo il biberon pieno di latte e passandolo alla ragazza. –È l’ultima volta che mi faccio incastrare così- borbottò lui, fissando la giostra dei cavalli, dove Ef e Daisy strillavano divertiti.
–Concordo con te socio- sospirò la ragazza, mentre dava da mangiare al piccolo Nathaniel.
Quella mattina, Eris l’aveva bloccata mentre stava facendo colazione in cucina. Le aveva spiegato che a lei e Clint era stata affidata una missione importante e che quel pomeriggio non avrebbero potuto occuparsi dei bambini; per sua sfortuna, Pietro era entrato in quel momento per recuperare del succo, ed Eris aveva incastrato anche lui.
–Avevamo promesso ai ragazzi che li avremmo portati a Coney Island- aveva spiegato.
–E non vogliamo davvero deluderli. Non vi dispiacerebbe, vero, portarli questo pomeriggio?-
I due si erano lanciati un’occhiata confusa, mentre la donna continuava a sorridere. –Veramente noi- aveva cominciato Robin, ma Eris l’aveva interrotta.
–Fantastico! Ho lasciato tutto l’occorrente per i gemelli nel passeggino. Ef e Daisy sono in soggiorno a guardare la televisione, state attenti che non entrino nel laboratorio di Tony.-
La donna abbracciò Robin ed uscì in corridoio, urlando un “Divertitevi!”. Poi, Pietro aveva parlato.                              
–Ho come la sensazione che ci abbiano incastrato-

Così, i due si erano ritrovati a Coney Island con due bambini urlanti e due neonati di pochi mesi.
Una volta finito con il biberon, Robin diede delle pacche sulla spalla del bambino, cercando di farlo digerire.
–Ehi, vacci piano con Pietro- fece il ragazzo, riferendosi al piccolo. Robin alzò gli occhi al cielo.
–Lo sai, a questa povera creatura verrà una crisi esistenziale se tu continui a chiamarlo Pietro e gli altri Nathaniel-
-Beh, sempre meglio Pietro che Robin- Lei lo fulminò –Ti ho già detto che Robin è un nome unisex. E poi, sei solo geloso.- Dopo che il piccolo Nathaniel ebbe fatto il ruttino, la ragazza lo rimise nel passeggino insieme al gemello.
In quel momento, Ef e Daisy gli si avvicinarono ridendo. –È stato divertentissimo zia Robin!- esclamò il bambino, mentre Daisy afferrava la mano di Pietro e lo trascinava al tiro a segno. La bambina continuava a saltare, indicando una tigre di peluche.
–Voglio quella, voglio quella! Zio Pietro, voglio quella!- Robin li raggiunse, spingendo il passeggino con una mano e stringendo quella di Ef con l’altra. Pietro si avvicinò al proprietario della bancarella.
–Uno, per favore- disse, mentre Daisy continuava a saltellare, impaziente di cominciare.
Robin, nel frattempo, cercava di far dormire i gemelli. Con un urletto di felicità, Daisy afferrò la pistola che l’uomo le porgeva e si concentrò. Doveva buttar giù delle lattine disposte in fila. –Forza Daisy!- l’incoraggiò il fratello.
La bambina svuotò il caricatore in un attimo, colpendo però soltanto due lattine.  
–Noooo!- esclamò, quando i colpi finirono. Pietro le sorrise. –Sarà per la prossima volta Daisy- le disse, ma la bambina era irremovibile. –Voglio la tigre!-  Così, in un impeto di generosità, Robin pagò altri due tentativi, entrambi un insuccesso.
Daisy era sull' orlo del pianto, così la ragazza si avvicinò al proprietario.         
–Senta, quanto costa quella tigre?- chiese. L’uomo la fissò con un sorrisetto.                     
–Dolcezza, se vendessi i miei premi a tutti sarei povero, non credi?-                           
Robin cominciava a spazientirsi. –Lo so, ma vede, mia nipote vuole davvero quella tigre ed io- -Allora sono cinque dollari per un altro tentativo. Se riesce a buttare giù una linea allora la tigre è sua- Robin sospirò, esasperata. Estrasse altri cinque dollari e si fece consegnare la pistola. –Vai zia Robin!- urlò la bambina, seguita da Ef. –Forza zia Robin!- fece Pietro, unendosi al coro. La ragazza prese la mira e poi sparò un colpo. La prima lattina cadde a terra con un tonfo, così come le altre, tranne l’ultima. L’uomo la fissò, sorridendo. –Mi sa che la tigre rimane qui- Daisy proruppe in un pianto disperato. Almeno finchè la lattina non cadde a terra. Pietro comparve accanto a lei, facendo finta di niente. Il proprietario della bancarella era sbalordito. Robin gli sorrise. –Invece penso che la tigre venga via con noi- rispose.
Dieci minuti dopo, Daisy reggeva la sua tigre mentre gustava dello zucchero filato. Robin stava spingendo il passeggino sul pontile di legno, Ef aggrappato saldamente al suo braccio. –Sei stato fantastico- disse a Pietro, mentre i bambini fissavano ammirati la macchina per i popcorn. Lui la fissò con un’espressione divertita. –Io non ho fatto niente- fece, le labbra piegate in un sorriso. –Ti devo un hotdog- gli sussurrò. –Facciamo anche due-
Daisy si avvicinò a Robin, strattonandola per una manica. –Robin, il clown, vieni, vieni!-  La ragazza si irrigidì –No, no, Robin rimane qui- Pietro sollevò un sopracciglio. –Che hai?- le chiese. Lei scosse la testa –Niente. Assolutamente niente. Insomma, io non ho una fobia assurda per i clown da quando uno mi è quasi svenuto addosso alla festa per il mio settimo compleanno, per chi mi prendi.- Pietro rise. Robin gli schiaffeggiò il braccio. –Non ridere delle non-fobie degli altri!- Daisy ricomparve pochi secondi dopo, attorniata da circa una decina di bambini e genitori, e da un clown vestito di giallo. –Ho portato il clown da voi!- esclamò la bambina, raggiante. Robin sgranò gli occhi. Cercò di scansarsi e di indietreggiare, ma quell’essere immondo l’aveva già presa di mira. Con un inchino, le mise davanti al viso un palloncino. –Ehm- La ragazza deglutì. Lo sapeva benissimo che quella fobia era davvero ridicola, ma proprio non riusciva a sopportarli. –No, grazie, non voglio palloncini- -Oh, andiamo zia Robin!- esclamò Daisy, pestando i piedi. Pietro le posò una mano sul braccio. –Forza, non ti mangia mica- le sussurrò. La ragazza arricciò le labbra. Il clown attendeva paziente, fissandola con un sorriso, ingigantito dal trucco. Robin non aveva altra scelte. –Un cagnolino- disse, ed i bambini cominciarono a battere le mani. Quando il clown ebbe finito, Daisy afferrò il palloncino, e Robin si allontanò il più velocemente possibile. –Non sono così male- mormorò Pietro con un sorriso. Lei lo fulminò. –La prossima volta fattelo fare tu il palloncino. Ok, allora, Ef, dove vuoi andare adesso?- Nessuna risposta. –Ef?- Robin si guardò in giro, cercando di individuare il bambino dai capelli neri, ma di lui nessuna traccia. Un presentimento orribile si fece strada dentro di lei. –Pietro, dov’è Ef?- domandò, con il terrore nella voce. Pietro corrugò la fronte. –Era dietro di noi- -Beh, dietro di noi adesso non c’è!- -Ef!- cominciò ad urlare il ragazzo. –Ef!- Robin fece marcia indietro, ritornando accanto al clown, ma non riuscì a vederlo. –Abbiamo perso Ef- sentenziò, la voce intrisa di panico. Fissò Pietro con gli occhi spalancati. –Eris ci ucciderà!-           
-Noi non abbiamo perso nessuno. Tu rimani qui nel caso dovesse tornare, io vado a cercarlo- disse, e sparì in un battito di ciglia. Robin si sedette su una panchina poco distante, tenendo gli occhi fissi su Daisy, che stava dando dei popcorn ad alcuni piccioni. Nathaniel si era svegliato e la fissava con gli occhi sgranati. –Sono una pessima babysitter- gemette, mentre anche il piccolo Robin apriva gli occhi. Dopo circa cinque minuti, Pietro ricomparve.
Con Ef in braccio.
-Ef!- esclamò la ragazza, alzandosi per abbracciarlo. –Dove diamine sei stato!? Stavo Sono morta di paura-
Ef non sembrava minimamente preoccupato. –Stavo dando da mangiare a dei piccioni quando ho incontrato un signore molto gentile. Lo sai, lui mi ha detto di essere come te e lo zio Pietro.- Robin fissò Pietro con le sopracciglia alzate, e quello si limitò ad alzare le spalle. –Ma davvero?- gli chiese, assecondandolo. –Sì- continuò il bambino –Ha detto che era molto potente, una volta.Però dice di aver perso i suoi poteri a causa di una cura. Tu ci credi zia?- Robin lo prese in braccio.
–Certo amore mio- disse, baciandogli la guancia. Daisy ricomparve correndo. –Andiamo sulle montagne russe!- esclamò, afferrando Pietro e trascinandolo lungo il pontile.

*

Era ormai sera quando Robin, i bambini ed i gemelli salirono nella macchina di Barton. Eris si voltò a guardarli dal sedile anteriore. –Ciao amori miei. Vi siete divertiti con la zia Robin e lo zio Pietro?- -Sì!- esclamarono i due in coro. Robin stava aspettando che Pietro salisse in macchina. Le aveva detto che doveva prima fare una cosa. –Wow Robin, hai in programma un nuovo look?- le domandò Clint, notando la sua faccia, truccata da tigre. I bambini avevano insistito perché si facessero pittuarre la faccia come degli animali. Daisy ed Ef erano rispettivamente un coniglio ed un criceto. La ragazza gli fece la linguaccia, mentre Pietro si fiondava in macchina, chiudendosi la porta alle spalle. –Sei stupendo, ragazzino- lo canzonò Clint, a causa del suo trucco da lupo. –Non provarci con me davanti alla tua signora, Barton- L’uomo rise, mettendo in moto. Mentre i due genitori si facevano raccontare la giornata dai più piccoli, Robin sbadigliò dal sedile interiore. –Sono morta- disse. Pietro annuì. Poi si voltò verso di lei. Le porse uno stupido peluche a forma di giraffa. –Sono riuscito a vincere solo questo- si giustificò all' occhiata della ragazza. –Quindi accontentati- Robin sorrise. –Ero io quella che avrebbe dovuto offrirti un hot dog!- si lamentò. –Beh, domani possiamo andare al McDonald- propose il ragazzo. Robin prese il peluche e se lo strinse al petto; poi si chinò in avanti per baciarlo sulla guancia. –Lo sai, a volte sai anche essere carino- gli disse, riprendendo a fissare la sua giraffa.
 
 







Holaaaa!
Non mi aspettavo di aggiornare così presto, ma sono stata ispirata. Spero vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverla c:
Sì, Eris è un altro personaggio della mia fanfiction che, se Gesoo e i santi e l’universo vogliono, riuscirò a pubblicare prima del duemila e ventordici. Volevo ringraziare un sacco AliceInNeverland per aver recensito la mia storia e a Portuguese D Rogue e winterlover97 per averla aggiunta alle seguite c:                                                                     
Oh, indovinate chi è il tizio con cui ha parlato Ef. (~ ̄▽ ̄)~
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate c:

xKittyx
 


P.s: Se volete potete anche lasciarmi dei prompt, magari se volete che scriva qualche determinata situazione. Le richieste sono sempre ben accette c:

 
  
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