Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: EmmaStarr    13/09/2015    2 recensioni
Alexander Lightwood appartiene alla Gilda di assassini più potente di New York, gli Shadowhunters. Ma cosa succede se gli viene assegnato l'unico incarico che non potrà mai svolgere?
* * *
«Quindi sembra proprio che dovrò ucciderti» sospirò Alec fra sé e sé, lanciando il biglietto nel fuoco. «Magnus Bane.»
* * *
* * *
Magnus Bane degli Warlocks è sempre stato un tipo eccentrico: ogni giorno un'idea nuova, un nuovo divertimento. Ma che succede se la sua vita viene messa improvvisamente a rischio?
* * *
«Gli Shadowhunters vogliono uccidermi?» ripeté, cercando di non mostrarsi troppo spaventato. Lo sapevano tutti, in città, che avere gli Shadowhunters contro era un gran brutto affare.
* * *
Due ragazzi, due vite agli antipodi destinate a collidere. Cosa si è disposti a mettere in gioco per amore? Quanto si è disposti a perdere?
* * *
[Malec] [assassini!AU]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




-I-



 

Who knows how long I've been awake now

The shadows on my wall don't sleep

They keep calling me beckining

 

 

Alec prese un profondo respiro, rigirandosi tra le mani il messaggio che aveva ricevuto quella mattina. Gli ordini, come al solito, erano chiari e precisi: un altro omicidio, da svolgere con la massima precisione e senza lasciare traccia.

Da quando era entrato nella Gilda, sei anni prima, ricevere missioni in quella maniera era la prassi: allora era solo un ragazzino, ma il nome degli Shadowhunters era noto in tutto il quartiere. Aveva sempre saputo che ci sarebbe entrato, come i suoi genitori prima di lui. Si poteva dire che fossero nati in quella Gilda, lui e i suoi fratelli: si erano allenati fin dalla più tenera età in salti mortali e combattimenti, tutto in preparazione del momento in cui, a dodici anni, sarebbero entrati ufficialmente nella Gilda. Loro tre facevano quasi sempre squadra assieme: Jace sembrava nato per il corpo a corpo, mentre Isabelle era così intelligente da far sfigurare il migliore stratega della Gilda. Alec, lui cercava di fare del suo meglio come spia, ben consapevole del divario che lo separava dai suoi fratelli. Nelle missioni che svolgevano insieme era solito coprirgli le spalle, assicurandosi che niente potesse ferirli; soprattutto Jace, che aveva una vera passione per i guai. Ma se finché erano minorenni le missioni riguardavano trafficanti di armi furti, o rapimenti, da quando Alec aveva compiuto diciott'anni aveva iniziato a ricevere missioni riguardanti direttamente l'omicidio. Erano missioni solitarie, che non poteva svolgere in squadra con i suoi fratelli. Jace e Isabelle non avevano ancora ucciso nessuno, quindi Alec non poteva sfogarsi con loro riguardo quell'atroce buco nero che sentiva in fondo allo stomaco, ma… ma a volte era semplicemente troppo dura.

Non che gli Shadowhunters fossero così male. Era un'associazione criminale un po' strampalata, con a capo un gruppo di vecchi bacucchi -il Conclave, come gli piaceva farsi chiamare- interessati solo ai loro affari ma con un innato quanto bizzarro senso di giustizia: infatti non uccidevano mai persone innocenti. Si limitavano a combattere gli affiliati della Demons, un'altra Gilda di quartiere famosa per la sua crudeltà. Piuttosto che entrare a far parte di un'associazione del genere Alec e i suoi fratelli avrebbero preferito morire, ma gli Shadowhunters… insomma, con loro era diverso: aiutavano le persone. In più, capitava che reclutassero i propri adepti direttamente dalla strada, per dare una possibilità a chi non l'aveva mai avuta. In generale Alec era felice della vita che conduceva, ma quel biglietto continuava a bruciargli tra le dita. Questa volta la missione era molto più complicata del solito, perché la persona che doveva uccidere non apparteneva alle fila dei Demons. Era figlio di uno dei loro massimi esponenti, un certo Asmodeo, però non era mai entrato nella Gilda: stando a quando diceva il biglietto era uno degli Warlocks, una Gilda formalmente alleata con gli Shadowhunters, anche se in realtà i rapporti erano sempre stati fin troppo tesi. Gli Warlocks in realtà non davano fastidio a nessuno: si limitavano più che altro a organizzare un sacco di feste e a vivere alla giornata. Nonostante ciò erano buoni informatori, e non si facevano pagare troppo per compiere certi lavoretti sporchi. In ogni caso, a giudicare dal messaggio, questo Warlock in particolare passava informazioni ai Demons, e ciò andava decisamente contro gli Accordi: si trattava di leggi non scritte che esistevano tra Warlocks, Vampires, Werewolves, Fairies e Shadowhunters, le cinque Gilde più influenti di tutta New York.

«Quindi sembra proprio che dovrò ucciderti» sospirò Alec fra sé e sé, lanciando il biglietto nel fuoco. «Magnus Bane.»

 

* * *

 

Who knows what's right, the lines keep gettin' thiner

My age has never made me wise

I keep pushing on, and on, and on, and on...

 

 

Magnus sospirò, passandosi una mano sulla fronte con aria melodrammatica: essere uno dei principali membri degli Warlocks e organizzare nello stesso tempo delle feste fantastiche era davvero troppo, troppo sfiancante!

Quel giorno c'era stata la riunione generale dei membri fondatori: Ragnor era arrivato in ritardo, come ultimamente succedeva fin troppo spesso -avrebbe dovuto fare un salto da Raphael, così, per sapere come stava-, e alla fine non avevano concluso nulla, come al solito. A volte aveva l'impressione che la loro Gilda stesse su solo per gestire le feste, e che a nessun altro importasse nulla di tutto il resto. E poi ci si chiedeva perché gli Shadowhunters la facessero tanto da padrone…

Ma Magnus non aveva tempo di lamentarsi, perché quella sera avrebbe dovuto organizzare la festa più stupefacente che si fosse mai vista: dopotutto, era il compleanno del suo adorabile Chairman Meow! Si rimboccò le maniche e fece per mettersi al lavoro, quando udì la suoneria del cellulare. Numero sconosciuto. «Sì? Parla Magnus Bane il Magnifico, anche noto come Sommo Stregone di Brooklyn! Se è per la festa, sono desolato di annunciarvi che tutte le prevendite sono esaurite dalla settimana scorsa, mi spiace molto. Ovviamente, potrei sempre...» attaccò, ma fu interrotto da una voce che gli fece gelare il sangue nelle vene.

«Magnus! È un po' che non ci sentiamo, come va la vita?» ghignò l'individuo dall'altra parte del telefono.

Magnus strinse le labbra e assunse un'espressione dura in volto. «Ti avevo detto di non cercarmi più, non dopo la storia di quei documenti» ringhiò. «Non è così, padre

Asmodeo ridacchiò. «Infrangere gli Accordi per me, è proprio vero che buon sangue non mente!»

Magnus scosse la testa. Stringeva il telefono così forte da avere le nocche bianche. «Sai benissimo perché l'ho fatto, e non ne vado fiero, stanne certo. Ora posso sapere cosa vuoi, di grazia?»

«Tratti sempre così quelli che vogliono farti un favore? Ascolta, mi piangeva il cuore saperti in pericolo a causa mia, quindi ho pensato di avvisarti: gli Shadowhunters hanno scoperto che hai infranto gli Accordi e hanno incaricato un loro sicario di ucciderti. Non ho idea di chi, ma so per certo che è una delle sue prime missioni omicida. Sarà sui diciotto, diciannove anni al massimo.»

Magnus sbiancò. «Gli Shadowhunters vogliono uccidermi?» ripeté, cercando di non mostrarsi troppo spaventato. Lo sapevano tutti, in città, che avere gli Shadowhunters contro era un gran brutto affare.

«Sì, è piuttosto certo. Ho le mie fonti attendibili» minimizzò Asmodeo, vagamente infastidito. «E comunque, fossi in te farei un po' più di affidamento sul tuo vecchio. Che motivo dovrei avere di mentire?»

«Che motivo dovresti avere di avvisarmi» ribatté Magnus a tono.

Asmodeo sogghignò. «In effetti, un motivo ce l'ho. Cos'hai intenzione di fare, adesso?» chiese sornione.

«Ovviamente lo uccideremo. Non posso lasciare che uno Shadowhunter qualsiasi cerchi di ammazzarmi così impunemente» borbottò, risentito. «Immagino che appena esporrò la questione all'Assemblea, otterrò l'incarico ufficiale di far fuori lo Shadowhunter in questione.»

«Appunto. E a me serviva giusto qualcuno che togliesse di mezzo lui e quei suoi terribili fratelli prima che danneggiassero la nostra società. Così ho preso due piccioni con una fava, e in più tu mi devi un favore!» ghignò, soddisfatto.

«Più che società di' pure banda di assassini» borbottò Magnus. «Senti, non mi fido di te. Mi fido più degli Shadowhunters che di te, ma... terrò a mente il tuo consiglio» si limitò a sospirare.

«È tutto quello che ti chiedo» lo blandì Asmodeo. «Buona fortuna per la festa di stasera!» lo salutò, e chiuse la chiamata.

«... è stato un piacere anche per me» ironizzò Magnus rivolto all'etere telefonica. Poi si riscosse e digitò il numero di Ragnor.

«Che vuoi?» mugugnò la voce dell'amico dopo il settimo squillo. Aveva un po' di affanno, e in un'altra occasione Magnus si sarebbe divertito a stuzzicarlo a dovere, ma in quel momento...

«Ho un problema bello grosso, stavolta, amico» esordì, uscendo di casa e sbattendosi la porta dietro di sé con un gran fracasso. «Sono da te tra dieci minuti.»

«Aspetta, non darai la festa?» chiese l'altro, improvvisamente speranzoso. Magnus sapeva che Ragnor odiava le sue feste.

«Oh, no. La festa si farà eccome» assicurò, camminando spedito per le vie di Brooklyn con espressione maliziosa. «Solo… diciamo che avremo un ospite inatteso.»

 

* * *

 

Alec camminava a testa bassa, tirando occasionalmente calci al terreno. Una festa proprio in quel momento era esattamente quello che gli mancava! Proprio ora che Jace aveva trovato quella... quella ragazza dall'aria saccente e ridicolmente bassa. Non che Alec fosse geloso o robe simili, eh!

Cioè, insomma. Jace era entrato nella vita di Alec quando non erano nemmeno ufficialmente nella Gilda, ed era il suo migliore amico. O la sua cotta. O tutti e due.

Oh, andiamo! Alec sapeva bene di non avere nessuna chance con lui, e si guardava bene dal dirglielo. Era solo doloroso. Ogni volta che Jace usciva con una nuova ragazza sentiva una stretta allo stomaco farsi sempre più opprimente, tanto da mozzargli il fiato. Alec non avrebbe mai ammesso di essere gay: era sicuro che suo padre non l'avrebbe mai accettato, e il Conclave -quella banda di vecchi bigotti rimbambiti- avrebbe potuto addirittura espellerlo dalla Gilda!

No, no. Meglio continuare ad amare Jace in segreto, in modo da non dover dimostrare nulla a nessuno. Questo non toglieva che l'idea di quella Cassandra, o Clarissa, o come si chiamava a braccetto con Jace lo irritasse parecchio.

Non aveva avuto nessuna intenzione di andare ad una festa a cui avrebbe partecipato la nuova coppia dell'anno, finché Isabelle non aveva sparato il nome. Magnus Bane, degli Warlocks. Per ironia della sorte, la festa a cui stavano andando era organizzata proprio dalla persona che Alec avrebbe dovuto uccidere! Allora aveva pensato di andare, anche solo per avvicinarsi al soggetto in maniera discreta. Uccidere un uomo che non fosse dei Demons era sempre una questione delicata: nessuno sarebbe mai dovuto risalire agli Shadowhunters, perché tecnicamente era ancora contro gli Accordi, e a volte una missione del genere poteva richiedere mesi interi. La cosa migliore che Alec avrebbe potuto fare era avvicinarsi a questo Bane, imparare le sue abitudini e i suoi modi di fare, per poi aspettare il momento buono e farlo fuori in un luogo nascosto, senza usare armi riconoscibili e senza che nessuno fosse a conoscenza della sua presenza. A parole era semplice, ma Alec non aveva mai eseguito una missione del genere: quando uccideva i Demons, erano sparatorie e agguati, trappole e imboscate. Non era mai entrato in contatto con una persona che poi avrebbe dovuto uccidere, era troppo strano.

«Eccoci, siamo arrivati!» esclamò Isabelle, eccitata. In effetti, nonostante la festa si tenesse in un loft molto elegante, la musica si sentiva fin dalla strada. E l'ingresso era tutto un viavai di persone vestite eleganti che entravano e uscivano, un sacco di drink colorati tra le mani.

In men che non si dica furono dentro, e come volevasi dimostrare Jace e la nana si imboscarono subito da qualche parte: per quanto si sforzasse, Alec non riusciva proprio a vederli. «Ehi, non stare lì impalato: è una festa, divertiti!» esclamò Izzy, dandogli una gomitata e facendogli l'occhiolino. Poi, manco a dirlo, si imboscò con la sua nuova fiamma, Meliorn, e sparì alla vista di Alec.

Ottimo, pensò il ragazzo con un sospiro sconfortato. Odiava quel genere di situazioni: non si sentiva per niente a proprio agio in mezzo a tutta quella gente ubriaca che si spintonava e ballava. Si avvicinò al bancone, tanto per fare qualcosa, ma mentre stava per sedersi si sentì afferrare per una mano. «Non osare guardare indietro» sibilò una voce al suo orecchio. «Guarda me. Così.»

Alec strabuzzò gli occhi: era appena stato afferrato da un ragazzo apparentemente poco più grande di lui, dai lineamenti asiatici e dall'espressione maliziosa. «M-ma... ma cosa...» balbettò, impacciato.

«Zitto e balla» ordinò l'altro, trascinandolo letteralmente nel mezzo della pista. «Non voglio che Richard mi veda adesso, okay? Ci siamo lasciati in amicizia, e poi è stata una cosa velocissima, ma lui... se l'è presa abbastanza, diciamo. Mai uscire con uno dei Fairies, se vuoi la mia: dicono tanto di non mentire mai, ma quanto a portare rancore...» chiacchierò a voce alta, per sovrastare la musica. Ballava bene, notò Alec non senza una buona dose di imbarazzo. Si muoveva a ritmo di musica senza staccare lo sguardo da lui: aveva degli occhi davvero fuori dal comune, di uno strano giallo-verde che lo faceva somigliare a un gatto. «Oh, non te la cavi male, sei bravo» ghignò lo sconosciuto, concedendogli un'occhiata di apprezzamento. «Per essere uno Shadowhunter» aggiunse strizzandogli l'occhio.

Alec non ci fece molto caso: grazie ai tatuaggi -o Marchi, come li chiamavano loro- che si facevano sin da piccoli, gli Shadowhunters erano facilmente riconoscibili. Certo, al momento indossava una camicia a maniche lunghe, ma il Marchio che aveva sul dorso della mano destra era ancora ben visibile: il ragazzo doveva avere un ottimo spirito d'osservazione. Questo comunque non impedì ad Alec di arrossire come una ragazzina. «Ehm, g-grazie... anche tu non... cioè, ecco...» balbettò, pregando di sprofondare sotto terra. A quel punto avevano ormai attraversato tutta la stanza, e lo sconosciuto si guardò un po' intorno.

«Okay, l'abbiamo seminato» osservò dopo un istante. Poi sorrise e gli porse la mano dalle unghie colorate di nero brillantinato. «Io sono Magnus Bane, degli Warlocks.»

Alec sentì la terra mancargli sotto i piedi. Aveva appena ballato con Magnus Bane? Quel Magnus Bane? Sentiva di essere vicino all'iperventilazione. Insomma, nessuno gli aveva detto che la persona che avrebbe dovuto uccidere era... un ragazzo, come lui. E per giunta che era così... insomma, così...

«E adesso posso sapere il nome del mio affascinante cavaliere?» domandò quello, interrompendo i suoi pensieri. Ci provava gusto a farlo arrossire, era un dato di fatto.

Ma prima che Alec potesse farfugliare una serie indistinta di suoni che solo qualcuno dotato di una fervida immaginazione avrebbe potuto interpretare, per poco non vennero travolti da due uomini impegnati in una rissa. A giudicare dalla stazza, dall'abbigliamento e dai tatuaggi, si trattava sicuramente di due Werewolves: non era raro che gente del genere distruggesse anche un intero locale, se ci si metteva. Alec entrò subito in azione: gli Shadowhunters erano tutti addestrati a gestire questioni del genere, in fondo. Prima degli Accordi era loro preciso dovere bloccare e uccidere chi, tra le altre Gilde, causasse problemi di ogni sorta. E certe abitudini erano fin troppo semplici da tramandare. Con un balzo si portò davanti a loro e sfoderò i coltelli, mettendo bene in mostra il dorso della mano col Marchio degli Shadowhunters sopra. Grazie al cielo fu sufficiente per far fermare immediatamente i due uomini e farli uscire di corsa dal locale: la fama della sua Gilda aveva ancora il suo peso, dopotutto.

Solo allora si accorse di essersi piazzato istintivamente tra gli Werewolves e Magnus Bane, comportandosi come quando combatteva con Jace e Izzy e cercava in tutti i modi di difenderli.

Arrossì di botto e rifoderò i coltelli, grato di non averli dovuti usare. «Ehm, scusa, io...» farfugliò, ma l'altro lo guardava con tanto d'occhi.

«Wow» si limitò a commentare, sfoderando un enorme sorriso. «Non credevo che a voi Shadowhunters importasse proteggere gli Warlocks come me» commentò. «Non che io avessi bisogno di protezione, comunque» chiarì, e dal suo sguardo Alec non faticò a credergli.

In ogni caso il ragazzo colse la frecciatina diretta alla sua Gilda e abbassò lo sguardo, imbarazzato: era vero. Fino a prima degli Accordi, per gli Shadowhunters c'era ben poca differenza tra gli affiliati della Demons e quelli delle altre Gilde della città. Effettivamente i Vampires ogni tanto uccidevano qualche ignaro cittadino, e anche gli altri a volte ci andavano giù pesante. Ma da quando avevano stipulato quelle leggi, almeno formalmente, le Gilde si erano tutte alleate contro i Demons: per gli Shadowhunters più anziani però era ancora strano considerarsi alla pari delle altre Gilde.

Alec e i suoi fratelli non l'avevano mai vista così, ma sarebbe stato difficile spiegarlo a Magnus Bane in quel momento. Oltretutto non aveva nessuna intenzione di aprirsi tanto con la persona che avrebbe dovuto uccidere.

«Alec» disse alla fine. «Cioè, mi chiamo Alexander Lightwood, ma puoi chiamarmi Alec. Lo fanno tutti» aggiunse, domandandosi come mai non avesse ancora chiuso la bocca. Giurò che se la serata fosse continuata di quel passo, avrebbe fatto voto di silenzio per il resto della sua vita.

Ma Magnus sorrise e gli strinse la mano. «Piacere, Alexander Lightwood» soffiò. «Ora avrei delle faccende da sbrigare, ma in futuro...» gli passò un biglietto da visita ricoperto di brillantini e gli strizzò l'occhio. «Chiamami.»

 

Continua...










Angolo autrice:
Ehm, uhm, che dire... buongiorno! Esordisco in questo fandom con una long che ho in cantiere da un bel po', così magari mi do una mossa e la concludo in tempo. Ho scoperto Shadowhunters da poco, ma mi sono subito innamorata della Malec: andiamo, non sono strepitosi? In ogni caso ho deciso di cimentarmi con quest'AU tremendamente cupo per fare un regalo a SaraPallina che me l'ha imposto. Biasimate lei, nel caso. Spero che la storia fin qui vi abbia intrigato: l'idea dell'amore impossibile è un po' un cliché, lo ammetto, ma morivo dalla voglia di provare a scrivere una cosa del genere! Cosa succederà adesso? Alec chiamerà Magnus? E Magnus capirà che lo Shadowhunter che lo deve uccidere è proprio Alec? Spero di aver reso i loro caratteri abbastanza IC: amo immedesimarmi in Alec, nei suoi dubbi e nelle sue mille incertezze, ma anche Magnus è un personaggio profondo e complicato, oltre che molto divertente!
Pubblicherò indicativamente sempre tra sabato e domenica, spero che mi seguirete! Grazie in anticipo a chi leggerà, metterà tra le preferite, ricordate, seguite o recensirà! Un abbraccio, vostra
Emma <3



 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: EmmaStarr