La Dama Grigia scivolò attraverso la soglia della
Sala dei Trofei, guardandosi intorno con un po’ di nervosismo.
Attese in silenzio per qualche minuto fluttuando a mezz’aria,
intrecciando le sue lunghe dita affusolate a causa
dell’agitazione.
Erano le tre di notte. All’interno del castello non volava
una mosca, tutti i suoi abitanti erano presumibilmente addormentati e
nessuno avrebbe potuto lontanamente immaginare ciò che il
fantasma dei Corvonero stava per fare. D’altro canto, come
avrebbero potuto?
Razionalmente la Dama Grigia pensò che non ci fosse
assolutamente nulla di cui preoccuparsi, eppure… eppure
quella notte sentiva un vago senso di inquietudine.
- Buonasera, mia cara Dama. - udì ad un tratto la donna
fantasma dietro di sé, trasalendo per la sorpresa.
Quando si girò, vide proprio colui che stava aspettando. Il
Barone Sanguinario, fantasma dei Serpeverde, stava davanti a lei
indossando il suo consueto vestito macchiato di sangue argenteo.
Anche se il suo aspetto non aveva certo perso l’apparente
ferocia, il suo volto riservava alla Dama Grigia un sorriso garbato.
- Oh, Barone! - sussurrò la Dama in tono piuttosto teatrale.
- Finalmente siete arrivato… detesto questo modo intricato
di incontrarci! Tutti questi sotterfugi, incontrarsi di notte come due
amanti da operetta, con il timore continuo di venire scoperti. Non
avrà mai fine questo tormento? -
Alzando gli occhi al cielo, il Barone tirò un sospiro
impaziente.
- Ne abbiamo già parlato tante volte… se
rendessimo pubbliche le nostre… ehm… scappatelle
notturne, diventeremmo gli zimbelli dell’intera scuola!
Sarebbe davvero molto seccante sentirsi addosso gli sguardi curiosi
degli abitanti di questo castello, compreso quell’idiota di
Nick Quasi Senza Testa. Non oso poi pensare alle risatine ammiccanti di
tutti quei mocciosi impertinenti! -
- Dovreste cercare di mostrarvi più simpatico agli studenti,
Barone. Siete sempre così imbronciato, tutti quanti vi
evitano come la peste e qualcuno ha persino paura di voi. A volte mi
chiedo perché restate ancora qui, se non riuscite nemmeno a
godervi la vita dopo la morte! - esclamò la Dama Grigia
infervorandosi, assumendo un’espressione offesa.
- Helena, per l’amor del cielo, sapete benissimo qual
è il motivo della mia permanenza in questo luogo. Il rimorso
per ciò che vi ho fatto durerà in eterno e giuro
sulla mia testa che ovunque andrete io vi seguirò, per
proteggervi e cercare di porre rimedio alle mie gravi colpe. -
- E’ un giuramento poco affidabile il vostro, considerato il
fatto che siete morto da quasi mille anni! -
- Non scherzate con i miei sentimenti, ve ne prego. Non capite che sono
pazzo di voi? -
Helena mutò in un secondo il proprio umore, guardando negli
occhi il Barone Sanguinario. Il suo sguardo era raggiante.
- Questo significa che mi amate? -
Il Barone prese le mani gelide della Dama Grigia e le strinse tra le
sue, che erano altrettanto fredde.
- Ma certo che vi amo Helena. Non lo avete ancora compreso, dopo tutto
questo tempo? - le disse, in tono quasi disperato.
- Oh, mio dolce amore… mi sono comportata come una vera
stupida quando vi ho rifiutato in quel modo così brutale,
secoli fa! Ma adesso mi rendo conto che anch’io vi amo
profondamente! -
Così dicendo, i due ectoplasmi si strinsero in un abbraccio
appassionato e le loro labbra si toccarono. Come potessero provare
piacere da quei gesti d’amore resta un mistero per gli esseri
umani, visto che i due erano totalmente incorporei. In ogni caso, i due
sembravano completamente estraniati dal resto del mondo, tanto che non
si accorsero per niente di ciò che stava accadendo a pochi
passi da loro.
E quando se ne accorsero, era comunque troppo tardi.
- Ehi, frignona brufolosa! Lo sai che tutte le studentesse di Hogwarts
hanno deciso di non usare più il bagno dove passi le tue
giornate, proprio perché ci sei tu che non riesci a fare
altro che lamentarti in continuazione? Devo dire che non posso davvero
biasimarle… se io fossi una ragazza, preferirei farmi
scoppiare la vescica piuttosto che rischiare di incontrarti! -
- Tu, brutto cafone maleducato ed insensibile! Che cosa vuoi da me, si
può sapere? Perché non mi lasci in pace? Non
posso starmene in pace a piangere sul mio sifone, visto che sono morta?
Vorrei proprio sapere che cosa ci trova la gente nel prendermi in
gir… oh! -
Mirtilla Malcontenta attraversò l’entrata della
Sala dei Trofei come una furia, inseguita dagli sberleffi di Pix il
Poltergeist.
Nonostante il Barone Sanguinario e la Dama Grigia si staccarono subito
l’uno dall’altra dopo l’entrata di
Mirtilla, il fantasma della ragazza occhialuta riuscì
benissimo a capire la situazione.
- Cosa succede qui dentro? C’è uno stupido
studentello che combina qualche pasticcio? - disse Pix, pronto a
chiamare Gazza per fare la spia.
- Oh, no, molto meglio! - gli rispose Mirtilla con un sorriso sardonico
sulle labbra. - Chi lo avrebbe mai sospettato… -
A quel punto entrò anche Pix nella stanza, ridendo
sguaiatamente. Ma smise subito quando vide il viso infuriato del Barone
Sanguinario, che era sul punto di scoppiare per la stizza.
- V-vostra eccellenza! Che sorpresa trovarvi in questa sala…
scusatemi tanto, pensavo che qui dentro si nascondesse qualche
ragazzino in vena di scherzi! -
- Ed invece abbiamo scoperto una tresca amorosa tra due fantasmi
anziani! - gridò Mirtilla, ridendo a crepapelle.
- E’ meglio per te se tieni la bocca chiusa, brutta
pettegola! Altrimenti potrei dire a Silente delle tue incursioni nel
bagno dei Prefetti, dove ti diverti a spiare gli ignari studenti nudi.
- disse il Barone alzando il tono di voce, mentre la Dama Grigia
piangeva sulla sua spalla, per la vergogna di essere stata scoperta.
- Certo, certo, signor Barone… - si affrettò a
dire Pix. - Vi assicuro che questa mocciosa non oserà dire
una parola in giro della vostra… uhm… relazione.
Garantisco io per lei! -
Mirtilla, intanto, emise un lungo ed acuto frigno e se ne
ritornò al suo bagno.
- E’ proprio questo che mi preoccupa, Pix! Non mi fido
affatto di te, lo sai benissimo! -
- Avete ragione eccellenza, anch’io, se fossi in voi, non mi
fiderei di me! -
Ma quella nottata era destinata a peggiorare, per i fantasmi
di Serpeverde e Corvonero.
- Buon Dio, cosa sono queste urla? - chiese agitato il Frate Grasso,
fantasma dei Tassorosso. Lui e Sir Nicholas entrarono con furia nella
Sala dei Trofei.
- Oh, insomma! - sbottò all’improvviso la Dama
Grigia. - Visto che ormai siamo stati scoperti, tanto vale che lo
sappiate tutti: io e il Barone ci amiamo! Sì, proprio
così! Veniamo qui, ogni venerdì notte, per
poterci guardare negli occhi, lontani da sguardi indiscreti e da
commenti poco gentili! Ecco, ora lo sapete, non
c’è più alcun bisogno di
fingere… - concluse, mugugnando come una bambina.
Lo stupore degli altri fantasmi era visibile.
- Ma è meraviglioso, mia cara! Perché mai avete
pensato che vi avremmo presi in giro? L’amore è il
sentimento più meraviglioso che esista sulla Terra! -
esclamò il Frate Grasso, con la sua solita
giovialità.
- E’ vero. Però è piuttosto buffo
vedere voi, Barone, intricato in una situazione così
compromettente. - insinuò Nick, tanto per fare un dispetto
al fantasma dei Serpeverde, verso il quale, naturalmente, covava
un’antica rivalità.
- In ogni caso, desidererei molto che la cosa rimanesse segreta e che
le orecchie degli altri occupanti di questo castello non ne venissero a
conoscenza… altrimenti potrei arrabbiarmi sul serio! -
rispose il Barone, minaccioso come al solito.
- Naturalmente. Bene, caro Frate, direi che è molto meglio
per noi tornare alla nostra partita a carte. Buonanotte e buona
continuazione. - salutò Sir Nicholas de Mimsy-Porpington.
Tutti i fantasmi che li avevano sorpresi insieme, compreso Pix, se ne
andarono dalla Sala dei Trofei in meno tempo possibile.
Il Barone Sanguinario e la Dama Grigia, invece, rimasero
dov’erano, pieni di imbarazzo ma anche sollevati
perché non avrebbero più dovuto fingere
indifferenza tra loro, almeno davanti agli altri fantasmi del castello.