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Autore: DoctoRose91    14/09/2015    1 recensioni
Rumple è un tessitore e vive in un villaggio che purtroppo viene attaccato per la seconda volta dagli orchi. Per salvare il suo villaggio si trova costretto a stringere un accordo con il Dark One una donna bellissima ed affascinante di nome Belle. Non sapendo che quell’accordo gioverà a lui e salverà lei.
Un ribaltamento dei ruoli della classica storia della Bella e la Bestia e di come è stata poi costruita la Rumbelle. Belle sarà dunque la bestia, mentre Rumple la “bella” ;)
Dal testo: [-Attento mio caro stai rischiando di cadere nella mia trappola!-
Quella voce lo distrasse dai suoi pensieri, sorrise annuendo.
-Non è troppo saggio informare le vostre vittime di star per cadere nelle vostre grinfie?!- disse poi versando il tè in due tazze.
-Carino ed anche sveglio, ne ho conosciuti pochi!-
-E che fine hanno fatto?-
-Sono morti!- aggiunse lei guardando le tazze.]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ti innamorerai
 
 
In una bellissima valle rinchiusa da due verdi colline che creavano una piccola insenatura dove passava un fiume limpido vi era un bellissimo villaggio. Gli abitanti erano persone umili e gentili, erano famosi per la loro ospitalità e per la fabbricazione di tessuti pregiati. Per molti anni avevano combattuto contro gli orchi che volevano appropriarsi delle loro case e molti dei loro antenati erano morti per assicurare ai propri figli un avvenire. Grazie alle valorose imprese di questi uomini il villaggio per molto tempo fu libero da quei soprusi. E quando ormai si stava formando quell’abitudine ecco che di nuovo quel terrore si ripresentò a distruggere quella tranquillità. Il caos ritornò ad essere di casa e la gente iniziò ad avere paura, molti di loro scapparono dal villaggio, altri invece rimasero per paura di incontrare gli orchi durante la strada. Molti anni fa gli uomini del villaggio avevano risolto il problema contattando un essere magico, una persona che aveva dei poteri immani che li avrebbe salvati. Questa persona era il Dark One una donna bellissima dagli occhi di ghiaccio e le labbra color del sangue. Si diceva che si cibava del sangue delle persone che non avevano pagato il loro debito, altri invece affermavano che uccideva con un semplice sguardo. C’erano molte leggende su questo essere, e poche di queste erano vere...
                                                                                        
                                                                                    
 
    Molti anni fa durante
                                                                                        il primo attacco degli orchi

 
 
 
Il capo di questi uomini valorosi si prese l’impegno di chiamarla al suo cospetto e di creare un accordo che potesse poi portare la salvezza del villaggio. Per contattare il Dark One significava che ogni cosa avevano provato li avevano portati alla distruzione, solo lei avrebbe potuto portare nuovamente la tranquillità in quel villaggio.
 
In una notte di fine estate il capo del villaggio pronunciò tre volte il suo nome ed ella comparve davanti ai suoi occhi. Era bellissima, indossava un corpetto aderente, dei pantaloni di pelle, tacchi altissimi e un piccolo mantello con un cappuccio, tutto rigorosamente nero eccetto il corpetto che presentava alcuni richiami in azzurro simile al colore dei suoi occhi. Vederla incantava il cuore e l’anima, ed era questa la sua forza.
 
-Mi avete chiamata! Spero non per contemplarmi. Il mio tempo è denaro, ho ucciso per molto meno!-
 
Anche la sua voce era bellissima nonostante avesse un tono di superiorità.
 
L’uomo la guardò negli occhi cercando di non cadere in quella bellezza. Quell’essere aveva la fama di incantare gli uomini come le sirene incantavano con la loro voce i marinai; aveva portato alla follia molti uomini che poi si erano suicidati. Non era dunque da sottovalutare.
 
-Niente affatto, io e la mia gente abbiamo bisogno del vostro aiuto!- prese la parola cercando di concentrarsi su altro.
 
-Beh parole che ho già sentito molte volte...ditemi quello che volete!- disse prendendo a girare per la stanza.
 
Anche gli altri consiglieri erano presenti all’incontro ed avevano voltato lo sguardo per non essere stregati dalla donna.
 
-Vedo che tutti voi conoscete il mio potere...o per meglio dire quello che mi dà così tanta fama! Ne sono felice...anche se mi sarebbe piaciuto vedere un uomo struggersi per amore per me!- disse sorridendo divertita.
 
Le piaceva l’effetto che  creava alle persone, amava quel terrore e quella paura di raggiungere la morte che notava negli occhi delle sue vittime.
 
-Sembra che solo voi mio caro non subite il mio fascino...come mai?-
 
Ritornò a guardare l’uomo che con coraggio l’aveva convocata al villaggio.
 
 
-Ho solo una resistenza maggiore degli altri tutto qui!- rispose guardandola negli occhi.
 
La donna sorrise abbassando il capo, si notava lontano un miglio che non era così. Si avvicinò all’uomo sfiorandogli il volto con le dita. Rise di gusto appena si allontanò.
 
-Bugiardo...bugiardo...sapete che è un grande bugiardo?- si rivolse agli altri che cercavano con tutte le forze di non guardarla negli occhi.
 
-Le persone come voi o sono molto stupide a mentirmi o molto coraggiose...ancora non ho trovato quella che fa parte della seconda opzione!-
 
Lo guardò poggiandosi sul tavolo incrociando le braccia al petto.
 
-Voi mio caro non avete nessuna resistenza maggiore agli altri! Voi che volete mascherarvi dietro alla corazza di uomo forte e maturo, siete ben lontano da tutto questo! Mi è bastato guardarvi negli occhi per capire il vostro segreto...ma non temete non lo rivelerò a nessuno, anche perché sarà ben presto la vostra rovina, mi basterà attendere e godermi questo momento!-
 
Prese a ridere di gusto guardandolo negli occhi. L’uomo tremò leggermente a quella sua affermazione. Sapere che presto sarebbe andato in rovina lo terrorizzò.
 
-Ma ora basta con queste sciocchezze...il mio tempo è prezioso e non posso perderne altro! Ditemi dunque quello che ho desiderato voi diceste dal primo momento che sono arrivata!- tagliò quella gelida atmosfera che stessa lei aveva creato.
 
-Il villaggio è attaccato dagli orchi e non riusciamo più a contrastarli, abbiamo perso molti uomini e non sappiamo più cosa fare per proteggerlo!- disse voltandosi verso di lei.
 
-Bene...bene...bene! Eccoci giunti alla parte che adoro di più!-
 
Si spostò dal tavolo avvicinandosi a lui.
 
-Che cosa volete per offrirci il vostro aiuto?- chiese poi l’uomo cercando di controllare la paura che quella donna incuteva.
 
Sorrise, sorrise di gioia quello era il momento che aspettava ogni volta che qualcuno la chiamava, viveva per quei contratti ed accordi dove lei era l’unica ad averne il vantaggio.
 
-Quello che voglio mio caro è qualcosa di tuo!- disse poi fermando la sua risatina.
 
-Che cosa volete da me?- chiese subito senza lasciarla libera di proseguire.
 
-Quanto ardore...avete moltissime doti per essere un gran governante...peccato che non lo sarete per molto!-
 
-Che cosa vuole dire con questo?- l’uomo stava iniziando a preoccuparsi, temeva che la sua fine fosse giunta e che non avrebbe potuto fare quello che realmente voleva.
 
-Nulla mio caro, non preoccuparti farai altre cose, cose che sono state rinchiuse per molto tempo nei vostri sogni!-aggiunse poi sorridendo a quel volto terrorizzato.
 
Girò su sé stessa osservando la stanza e i volti degli uomini che a fatica tenevano abbassati.
 
-Quello che voglio caro è qualcosa che ancora tu non possiedi, ma lo avrai molto presto!-
 
-Che cosa sarebbe?-
 
 
-A...A...A mio caro non si può sapere molto del proprio futuro, nessuno te lo ha mai detto?- lo rimproverò indicandolo.
 
-Lo riceverai molto presto, anzi sarete stesso voi a crearlo!- continuò lei fissandolo negli occhi.
 
-Non mi piacciono questi giochi di parole desidero sapere che cosa lei vuole da me! Non posso fare un accordo senza sapere che cosa vuole!- iniziò ad irritarsi, non gli piaceva parlare per via ipotetica.
 
La donna si meravigliò del suo atteggiamento ed invece di provare rabbia nei suoi confronti per essersi permesso di comportarsi ferocemente contro di lei, rimase stupita.
 
-Ti avrei ucciso su due piedi, ma ti risparmierò la vita perché mi sei simpatico infondo! La mia fama oltre ad essere una donna che conduce gli uomini alla follia è anche quella di fare accordi anche senza specificare quello che io desidero! Questo è il mio volere...e se volete il mio aiuto allora dovete stare a queste regole, in caso contrario dovrete assistere alla distruzione del vostro caro villaggio!-
 
L’uomo quindi guardò un uomo che come gli altri aveva il volto abbassato per avere il consenso per quello che doveva fare.
 
-Non guardare il tuo capo per sapere cosa fare...stai contrattando con me...sei solo tu quello che deve decidere!-
 
Lo rimproverò facendolo voltare verso di lei. Tutti spalancarono gli occhi stupiti da quello che era accaduto. Il Dark One aveva scoperto il loro trucco, il capo del villaggio aveva messo un piccolo tessitore a contrattare con lei perché aveva visto una certa propensione ad affrontare quel problema.
 
-Non ho bisogno del consenso del capo villaggio, volevo solo vedere se fosse ancora d’accordo!- rispose prendendo di petto la situazione.
 
-Così mi piaci mio caro...allora abbiamo un accordo?-
 
-Abbiamo un accordo!-
 
-Perfetto!- rispose contenta della riuscita dell’incontro.
 
Schioccò le dita e sorrise contenta, era felice aveva concluso un altro accordo.
 
-Oh...congratulazioni avete vinto la guerra!-
 
Si rivolse agli uomini che ancora avevano il volto chinato.
 
-Ora devo andare cari...addio Malcolm1!-
 
Scomparve in una nube azzurra e nera proprio come era apparsa. In quel momento tutti gli uomini alzarono il capo guardando Malcolm con un volto pietrificato. Aveva concluso un accordo con quell’essere senza sapere che cosa darle e questo non poteva che non procurargli dolore e frustrazione fino a quando non l’avrebbe scoperto.
 
 
 
La donna si materializzò su una rupe osservando il villaggio che prendeva a risplendere sotto le macerie. Sorrise per l’accordo che aveva stretto all’insaputa dell’uomo.
 
-Quello che voglio mio caro Malcolm è esattamente quello che farai...mostrerai a tutti chi veramente tu sei, e ti rideranno dietro per esserti finto un eroe! Non si gioca con me...non si gioca mai!-
 
                                                                           
 Il villaggio molti anni dopo                              
                                                                               
 
 
Gli anni si susseguirono, Malcolm ebbe un figlio da una donna che purtroppo morì dandolo alla luce. Il villaggio riprese a fatica il normale funzionamento della vita e ben presto gli abitanti si scordarono di quella orrenda invasione, fino a quando non si ripresentò nuovamente. Ora al governo vi era un uomo nuovo, un uomo molto saggio e maturo...Merlino. Praticava anche magia bianca ed era ben voluto da tutti ed amato. E nonostante fosse esperto di magia non riuscì a contrastare quella invasione. L’uomo spiegò che purtroppo la magia bianca non poteva fare nulla contro gli orchi per il semplice motivo che chi li aveva cacciati la prima volta era stato qualcuno che usava magia nera e senza di quella era inutile contrastarli, poteva usare tutta la magia potente, ma non poteva fare nulla se chi aveva risolto la prima volta era una persona che aveva usato magia nera. Purtroppo si era di nuovo a punto da capo, chiamarla era un grosso pericolo, ormai Malcolm se ne era andato dal villaggio, e non poteva nuovamente affrontarla. Nessuno era capace di rimanere a contrattare con lei senza rischiare di perdere la propria ragione. Lo stesso Merlino non era immune al suo fascino e rischiare di perdere un uomo così importante era un rischio troppo alto. Per fortuna al villaggio era rimasto il figlio di Malcolm, ormai era diventato un uomo e desiderava ripulire il suo nome macchiato dagli errori di suo padre. Un gruppo di uomini si presentò alla sua porta e lo convocarono al palazzo di Merlino.
 
L’uomo presentò i problemi e il rischio che lui poteva correre se non avesse la stessa capacità di suo padre nel resisterle, ma lui accettò senza rifletterci sopra. Era già pronto a morire nella guerra con gli orchi  quindi per lui questa situazione si presentava come una ottima opportunità per riscattare il suo nome e vivere da eroe.
 
Accettò però di incontrarla da solo nella sua capanna senza la presenza di uomini che alla fine avrebbero solo fatto numero e nient’altro. Era da tempo che desiderava conoscerla.
 
Preparò del tè e a calar del sole pronunciò tre volte il suo nome e subito poco comparve questa bellissima donna avvolta da una nube blu e nera. Era bellissima, sembrava una dea dei mari. Non aveva incontrato donna più bella in vita sua, anche la sua precedente compagna non poteva essere paragonata a lei. Portava i capelli sciolti e ricci sulle spalle ed un corpetto che le risaltava le sue perfette curve. Era una donna da togliere il fiato.
 
-Attento mio caro stai rischiando di cadere nella mia trappola!-
 
Quella voce lo distrasse dai suoi pensieri, sorrise annuendo.
 
-Non è troppo saggio informare le vostre vittime di star per cadere nelle vostre grinfie?!- disse poi versando il tè in due tazze.
 
-Carino ed anche sveglio, ne ho conosciuti pochi!-
 
-E che fine hanno fatto?-
 
-Sono morti!- aggiunse lei guardando le tazze.
 
L’uomo perse il respiro per un secondo poi posò la teiera sul tavolo e la guardò nuovamente negli occhi.
 
-Penso sappiate il motivo per cui vi ho chiamato!- disse poi sedendosi.
 
La donna lo guardava ammaliata, mai nessun uomo aveva avuto quell’ascendente su di lei. Aveva qualcosa di speciale, qualcosa che l’attirava a lui e non sapeva bene cosa.
 
-L’ultima volta però sono stata ricevuta a palazzo...ma credo che questo sia il posto più consono per quello di cui dobbiamo parlare! Vostro padre ha voluto giocare con la mania di grandezza convinto che così facendo l’avrei preso seriamente senza sapere che invece con me questi giochi non attaccano!- si voltò osservando la casetta di legno e paglia in cui si trovava.
 
Sentì la tazza toccare il piatto e sorrise abbassando il capo, aveva colto nel segno.
 
-Oh scusatemi caro, mi dimentico che  non avete avuto modo di trascorrere molto tempo con vostro padre!- si scusò fingendosi addolorata.
 
-Non voglio farvi sprecare tempo...!-
 
-Saggia decisione!- interruppe lei.
 
-Quindi le chiederò subito cosa vuole così da poter stringere un accordo!-
 
Era un uomo deciso, molto maturo e forte decisamente meglio di suo padre che era un grande bugiardo.
 
-Mi piace come ragionate Rumple...quindi vi dirò subito quello che voglio!-
 
Sentire il suo nome pronunciato dalle sue labbra lo fece vibrare l’anima, era la prima volta che ascoltare il suo nome gli procurava quell’effetto, mai nessuna donna era riuscita a smuoverlo in quel modo, ma forse era perché lei era il Dark One ed aveva il potere di ammaliare gli uomini.
 
-Quello che voglio è un maggiordomo che si occupi della mia grande residenza. Ho avuto molte domestiche, ma mi hanno annoiato tutte, e poi molte di loro hanno perso il loro amato per causa della mia bellezza e trovare una buona domestica di questi tempi è molto difficile. Mi scoccio di dover sempre troncare le loro ribellioni e tentate vendette. Quindi mio caro in cambio della salvezza del vostro villaggio io voglio voi!-
 
Quella richiesta lo fece saltare dalla sedia. La donna sorrise di gusto osservando quella reazione, non aveva mai avuto modo di poter contrattare fino alla fine con un uomo e questo la elettrizzava parecchio.
 
-Se verrò con voi tutto il villaggio sarà salvo e per sempre?-
 
-Avete la mia parola, ma badate bene sarà per sempre caro!- voleva precisare i termini del contratto.
 
Rumple sorrise per quella precisazione ed annuì.
 
-Verrò con voi e sarà per sempre!- ammise poi contento di essere riuscito a risolvere il problema.
 
Solo quando la donna aveva schioccato le dita si rese conto di quello che aveva fatto, aveva accettato di vivere con lei per sempre e di essere il suo schiavo. Mai aveva pensato che la sua vita fosse andata a finire in quel modo.
 
-Ok caro possiamo anche andare!- lo distrasse dai suoi pensieri.
 
-Posso portare il mio arcolaio?-chiese indicando l’oggetto nella stanza.
 
-No, dovete lavorare e quello sarebbe solo fonte di distrazione!-
 
Volle replicare, ma non ebbe il tempo perché si trovò in un batti baleno in un castello molto sinistro e buio. Le finestre erano coperte da tende nere e il pavimento era di un marmo bianchissimo che nonostante la poca luce si riusciva a notare. Quel posto incuteva timore, ma non era poi così tanto male. Lui aveva vissuto per tutta la sua vita in una casetta di legno sicuramente si sarebbe adattato, doveva solo farci l’abitudine a tutto quel buio.
 
La seguì senza dire una parola, ogni cosa ed oggetto attirava la sua attenzione impedendogli di formulare qualche pensiero. Nonostante si trovasse in una “prigione” gli interessava quel luogo, aveva un gran potenziale solo che non veniva sfruttato a dovere.
 
Poco dopo si ritrovò in un sotterraneo buio e tetro esattamente come il resto del castello, ma a differenza di esso era anche molto freddo e spoglio. Non era di certo un luogo ospitale.
 
-Ecco qui è dove starete!-
 
 
Aprì con un semplice gesto della mano la porta di legno massiccio. Spalancò gli occhi incredulo di cosa avesse davanti. Era una cella spoglia e priva di qualsiasi cosa, presentava solo un giaciglio di paglia e una finestrina posta in alto dove entrava un vento freddo e raggelante. Si voltò verso di lei scioccato. La donna sorrideva soddisfatta della reazione che gli aveva procurato, non si trovava spesso a convivere con un uomo, molti di quelli che ha avuto l’hanno abbandonata subito caduti nella pazzia della sua maledizione. Solo lui sembrava non essere minimamente coinvolto, o almeno lo sperava.
 
-Ma è una cella!- constatò indicando la prigione.
 
-Beh che cosa vi aspettavate...siete una mia cosa, non di certo un ospite!-
 
-Ma...-
 
Non ebbe nemmeno il tempo di replicare che venne spinto da un forte vento all’interno della cella. Era stata lei che con un semplice gesto delle mani l’aveva scaraventato all’interno chiudendo poi anche la porta. Ormai era in trappola e lo sarebbe stato per sempre, fino alla fine dei suoi giorni.
 
 
 
 
 
 
 
 
I giorni passavano e le cose al castello pian piano cambiarono, Rumple aveva preso dimestichezza con l’ambiente e convivere con lei poi non era così tanto male. Era una donna esigente, molto dura e caparbia, ma non la si poteva di certo considerare un mostro. Quando voleva era anche molto piacevole stare in sua compagnia, e spesso si prendevano anche il tè insieme e chiacchieravano del più e del meno. Non erano mai andati oltre quelle semplici chiacchiere, la loro vita privata rimaneva sempre tale, non si potevano considerare degli amici, ma erano in un posto più in alto dei semplici conoscenti. Rumple man mano stava scoprendo un nuovo lato di lei che non pensava possedesse. Dietro a quella corazza fatta di arroganza e ironia c’era nascosta una donna fragile che cercava ogni giorno di farsi forza. Quella sua bellezza era di certo la sua condanna, essere così belli e così adorati poteva essere una lama a doppio taglio. Quella maledizione la costringeva a vivere da sola, a circondarsi di persone che per il terrore nei suoi confronti l’allontanavano o non la cercavano. Chissà come era diventata così, chissà se ci era nata con quella condanna o l’aveva acquisita. Non aveva avuto molto tempo per informarsi su cosa significava essere il Dark One, ma a giudicare dal nome maschile voleva dire che vi era una storia dietro a questo nome e lui aveva tutte le intenzioni di scoprirla.
 
Il Dark One aveva un giardino molto bello ed anche curato, da quando aveva preso ad occuparsene era  diventato ancora più rigoglioso e ricco. La zona che più gli piaceva e che più curava con attenzione era quella delle rose. Vi erano di tutti i colori e specie, ma a lui gli piaceva quella rossa. Non era mai stato un grande fan dei fiori, e non ne aveva mai avuto uno in particolare che gli piacesse, erano delle piante e quindi tutte uguali, ma nell’ultimo periodo aveva preso una predilezione per la rosa rossa, forse perché era il fiore che spesso vedeva nel castello. Belle si circondava di questo fiore, l’aveva ovunque lei andasse, in tutte le stanze che lei praticava c’erano sempre dei vasi ricchi di questo fiore che arredavano le camere. E man mano aveva scoperto che forse non era giusto considerarli delle semplici piante e che dopotutto c’erano delle differenze, differenze che venivano dettate dal cuore.
 
Anche Belle man mano stava scoprendo il piacere di condividere con un uomo il suo castello. Da quando Rumple era entrato nella sua vita qualcosa era cambiato, ora non si sentiva più sola e rifiutata, anzi sembrava che all’uomo piacesse trascorrere del tempo insieme. All’inizio lo trovava strano che dovesse condividere del tempo con lui, ma col tempo ci fece l’abitudine. Bere una tazza di tè insieme non era poi così male, anzi era anche piacevole chiacchierare liberamente con una persona che non fosse soggetta alla sua maledizione. Questo era però anche un suo tormento, non capiva come mai quell’uomo non avesse nessuna suggestione di lei, che lei non l’affascinasse nemmeno un po’. Solo il padre di lui era riuscito a resisterle, ma per il resto nessuno mai era riuscito così tanto come lui. Era qualcosa che nemmeno lei e la sua vastissima conoscenza potevano spiegare. Chissà chi era mai quel Rumple.
 
 
 
 
 
 
 
Una sera di inizio primavera Rumple si trovava da solo nel castello, Belle era uscita per concludere un accordo e ci stava anche impiegando molto e questo a lui preoccupava. Ormai era da tempo che si preoccupava per lei, ogni volta che la vedeva uscire o fare lunghi viaggi lui stava male, si sentiva con il respiro morto in gola e il cuore cessare di battere, e tutto quello finiva nell’instante esatto che lei varcava la soglia del castello. Quella sera però stava tardando parecchio e a lui questo lo uccideva. Non sapeva quale accordo dovesse fare e con chi doveva contrattare, ma impiegandoci tutto quel tempo significava che qualcosa non era andata.
 
All’improvviso sentì dei rumori al piano di sopra nella biblioteca dove lei spesso passava il tempo. Sobbalzò dallo spavento e si precipitò nella stanza. La vide scaraventare tutti i libri per terra e a urlare disperata. Che cosa le era successo? Non l’aveva mai vista in quello stato.
 
-Belle...Belle che...che cosa vi è accaduto? Come mai avete fatto così tardi?-
 
Era profondamente preoccupato ed agitato, voleva esserle d’aiuto, ma non sapeva cosa fare.
 
-Esci!-il suo tono fu fermo e deciso, non gli rivolse nemmeno lo sguardo.
 
-Ma voglio esservi d’aiuto!- si avvicinò a lei.
 
-TI HO DETTO DI LASCIARMI SOLA...NON VOGLIO IL TUO AIUTO...NON VOGLIO L’AIUTO DI NESSUNO!- si voltò verso di lui e Rumple per la prima volta vide qualcosa che non aveva mai visto in lei, lacrime.
 
Belle aveva gli occhi lucidi ed il volto bagnato, era segno che aveva pianto. Gli si strinse il cuore, non poteva vederla in quello stato, stava male.
 
Fece un cenno per avvicinarsi, ma Belle con un gesto delle mani aprì le porte della biblioteca violentemente.
 
-Esci da questa stanza se non vuoi uscirci da morto!-
 
Quel suo tono incuteva terrore, e forse anche a lui, il lui di un tempo avrebbe ceduto a quella richiesta, ma non adesso, adesso stava male per lei e sarebbe anche morto pur di aiutarla.
 
Le si avvicinò lentamente sfiorandole le mani abbassandogliele. Belle stava così tanto soffrendo che non riusciva a contrastarlo. Quel tocco fu il loro primo contatto fisico. Non si erano mai sfiorati, avevano sempre cercato di mantenere una certa distanza, ma in quel momento quando le loro mani si intrecciarono sembrava che non avessero mai fatto altro che questo.
 
-Desidero aiutarti...Belle ti prego dimmi che cosa ti affligge!-
 
Quel tono così calmo, così caldo e tenero la fece crollare. Stava soffrendo per la lontananza di qualcuno e non poteva fare nulla per rimediare. Ogni anno era sempre lo stesso, ogni anno in quel giorno ricordava la perdita subita ed ogni anno cadeva nell’abisso della sua oscurità che l’aveva accompagnata per tutto quel tempo, ma adesso c’era un’altra persona, ora aveva lui.
 
Si prese la libertà di stringerla a sé e Belle gli permise di farlo. Fu una gioia infinita averla tra le braccia, in quel momento sembrava di non aver mai abbracciato veramente, che solo con lei tutto prendeva sapore e valore.
 
In quel momento Belle si sentì a casa, al sicuro, come da anni non si era mai sentita.
 
Appena lo sentì accarezzare la sua chioma aprì gli occhi ragionando su cosa stava accadendo e questo lei non poteva permetterlo. Si distaccò lentamente da lui anche se il suo corpo le chiedeva di rimanere. Rumple rimase stranito da quel comportamento, ma era troppo curioso di capirci di più che non ci diede poi così tanto peso.
 
-Hai ancora delle mansioni da svolgere!- disse guardandolo negli occhi.
 
In quel momento Rumple spalancò i suoi rimanendo scioccato dalla frase.
 
Non riuscì a dirle niente perché scomparve in una nube davanti a lui. Questo voleva dire che non voleva parlare con nessuno e doveva rispettare la sua scelta. Quando sarebbe stata pronta sapeva dove trovarlo.
 
Poco distante Belle comparve nel suo giardino proprio davanti alle rose rosse. Ne prese una e si sedette sotto ad una quercia. Se la rigirava tra le mani ammirando quella perfezione della natura. In quel momento riprese a piangere come una ragazzina bagnando di lacrime salate anche quel fiore.
 
-Ancora non riesco a farmene una ragione...sono passati anni eppure il dolore non è diminuito nemmeno un poco! Perdonami mamma se non sono riuscita a salvarti!-
 
Si strinse quel fiore al petto continuando a piangere rivangando quella terribile sera di molti anni fa quando perse sua madre. Era poco più giovane di adesso, viveva in un castello ed era la principessa di Avonlea. Il suo regno venne attaccato dagli orchi e man mano persero tutti i loro soldati e gran parte degli abitanti. Sua madre era una donna forte e coraggiosa, era da lei che aveva appreso queste caratteristiche anche se purtroppo furono proprio quelle a rovinare tutto. Quando grazie all’aiuto del Dark One, un essere di nome Zoso, li avevano mandati via dal regno sembrava che le cose potevano andare meglio. Lei e sua madre erano per il villaggio a prestare soccorso quando purtroppo un mostro di quelli si presentò davanti a loro. Non fiatarono, sapevano che l’udito era il loro senso più sviluppato, ma purtroppo per colpa sua facendo un movimento sbagliato lo fece dirigere verso di loro e sua madre si mise davanti a lei per proteggerla. Solo il giorno seguente scoprì realmente che cosa era accaduto. Distrutta nel dolore prese con sé tutta la vendetta che possedeva e si avviò dal Dark One scappando di casa. Non fu difficile trovarlo e nemmeno lui fu di ostacolo, anzi l’accolse con molta tranquillità. Essendo il Dark One ovviamente non poteva temere per la sua vita, anche se in questo sbagliava. 
                                                                         
 
    Castello di Zoso incontro con Belle
 
 
 
-Che cosa la porta qui principessa Belle?-
Quel tono pacato la faceva imbestialire. Lui era l’unico responsabile per la morte di sua madre, e doveva pagarla per aver giocato con la sua vita e con quella degli altri. Avevano stretto un accordo anche se non avevano mai saputo cosa lui volesse da loro, ma avevano comunque accettato pur di salvare il regno ed invece lui aveva barato e questo non poteva accettarlo.
 
-Avevate stretto un accordo...e lo avete infranto!- gli si avvicinò arrabbiata.
 
Per tutto il viaggio aveva covato vendetta, rabbia e rancore in quell’essere spregevole e privo di ogni sentimento. Come si poteva essere così brutali?
 
-Davvero? Io vi ho detto che vi avrei liberato dagli orchi che erano nel regno, non ho mai detto che avrei eliminato tutti gli orchi...non potevo prevedere che uno di questi si sarebbe presentato nel vostro regno! Siete state voi ad essere imprudenti,e poi muovervi facendo rumore non è stata la mossa giusta! Siete stata voi ad uccidere vostra madre non io!-
 
Belle in quel momento non ci vide più, vide sulla tavola lì vicino un pugnale, un pugnale su cui aveva letto parecchio e sapeva anche che potenziale avesse.
 
Lo prese e senza rifletterci mossa dalla rabbia, dal dolore, e dal senso di colpa accoltellò il Dark One senza pensare che quella condanna poi sarebbe passata a lei. Ormai lei era morta, morta nell’instante esatto che aveva perso sua madre, non meritava di vivere, almeno non meritava di vivere felice e contenta.
 
-Ah ah ah ah piccola sciocca....mi hai dato esattamente quello che volevo...essere finalmente libero da questa condanna...ora a te sarà ancora peggio perché ti lascerà completamente sola, e senza nessuno, ma forse è proprio quello che meriti visto che non sei riuscita a salvare tua madre!-
 
Quella sera Belle capì realmente cosa era accaduto, aveva agito di istinto, un istinto che l’aveva procurato anche la morte di sua madre e adesso anche la sua condanna. Lentamente si sentì scorrere nelle vene tutta l’oscurità che l’uomo possedeva e man mano stava perdendo sé stessa, ora provava solo odio, rancore, malvagità, violenza e distruzione. Era diventata una bestia, una bestia che aveva il volto di un angelo.
 
....
 
 
-Perdonami madre per quello che ho fatto, volevo aiutarti ed invece ho solo attirato verso di noi quel mostro che ti ha poi ucciso. Ho dato ascolto ai miei istinti, non ho riflettuto e adesso pago le conseguenze di questo mio atto. Non sono riuscita a salvarti e ho rovinato la mia vita diventando il Dark One. Mio padre è morto convito di avermi persa per sempre, tu invece per proteggermi. Tutti quelli che mi stanno accanto prima o poi mi lasceranno ed è sempre per colpa mia e questo non posso permetterlo. Non posso essere la rovina della vita degli altri, se devo distruggere qualcosa devo distruggere me stessa! Ora basta con accordi e sete di vendetta che non verrà mai dissetata, ho capito che così faccio solo altro male ed alimento questa forza che mi ha posseduta. Sarà una lotta contro me stessa e questa oscurità che ormai posseggo da anni, ma ci voglio provare! Addio madre e riposa in pace se puoi!-
 
Posò la rosa che aveva raccolto su una piccola lapide che era nascosta in un luogo che nessuno poteva accedervi se non lei. Osservò la lapide con il nome di sua madre  lasciando un’ultima lacrima e poi scomparve proprio come era apparsa.
 
Rumple era in cucina a preparare una calda tazza di tè per lei, sperava che quell’infuso la potesse calmare e distendere i nervi. Vederla in quello stato fu un duro colpo al cuore, non sapeva perché si sentiva trascinato verso di lei, ma da quando l’aveva conosciuta meglio non desiderava altro che starle accanto e renderla felice.
 
La sentì nuovamente in biblioteca e si diresse nella stanza con un vassoio ed una tazza. Voleva mostrarle solo la sua presenza, nulla di più, se poi lei voleva parlargli lui sarebbe stato più che felice.
 
Entrò con calma e la vide inginocchiata a raccogliere i libri che prima aveva gettato a terra a causa della rabbia. Posò il vassoio sul tavolo e si mise a raccogliere i libri insieme a lei.
 
-Posso benissimo farlo da sola!- sentì la sua voce borbottare mentre raccoglieva i libri.
 
Sorrise abbassando il capo, di sicuro poteva usare la magia ed invece si era messa in prima persona a sistemare.
 
-Se potevate fare tutto da sola come mai avevate bisogno di un maggiordomo?-disse cogliendo la sua attenzione.
 
-Avevo bisogno soprattutto di qualcuno che si occupasse del castello quando io ero fuori!- rispose continuando a raccogliere i libri dal pavimento.
 
Rumple sorrise nuovamente, la vedeva a disagio, si leggeva lontano un miglio che quello di cui aveva bisogno era la compagnia di qualcuno, ma decise comunque di non approfondire il discorso per non irritarla. Sembrava che si stesse calmando e non voleva essere di certo lui a farla nuovamente arrabbiare. Era un angelo quando era tranquilla, ancora più bella di quanto non lo fosse già. Era ricca di una bellezza interiore che nessuno riusciva a vedere perché troppo abbagliato da quella esteriore e da quella corazza che si era costruita nel tempo, ma lui aveva avuto il privilegio di poterla vedere dentro e scoprire un’infinità di colori dietro a tutta quell’oscurità che l’avvolgeva. Belle era un arcobaleno inesplorato, un arcobaleno che ancora non aveva avuto modo di uscire a causa di quella tempesta di oscurità che l’avvolgeva il cuore e l’anima.
 
Continuò ad aiutarla senza dire più nulla, man mano la vedeva più tranquilla e questo a lui faceva piacere. Chissà che cosa aveva scaturito tutta quella rabbia.
 
-Vi...vi ho preparato del tè...credo che vi possa aiutare! Buonanotte Belle!-
 
Si stava dirigendo alla porta dopo aver posato l’ultimo libro sullo scaffale.
 
-Aspetta!-
 
Si voltò verso di lei incuriosito.
 
-E’ troppo per una persona sola!- disse invitandolo a restare.
 
Rumple colse il suo invito sorridendo felice.
 
-Vado a prendere un’altra tazza!- disse.
 
Belle annuì sedendosi vicino alla tavola versandosi l’infuso attendendolo.
 
Rumple fu una scheggia, corse il più velocemente possibile così da ritornare subito da lei, l’aveva invitato a trascorrere del tempo in sua compagnia e lui non desiderava altro che quello.
 
Si sedette di fronte a lei e prese a sorseggiare il tè. Era bellissima, indossava un corpetto nero e rosso, portava i capelli raccolti da un lato e un trucco molto elegante. Era di una rarità unica, troppo bella, troppo anche per lui. Vicino a lei si sentiva inferiore, inutile, inadeguato, lei invece era tutto, tutto quello che si poteva chiedere e forse anche di più.
 
-Grazie per il tè!- disse posando la tazza sul tavolo.
 
Rumple sorrise inghiottendo.
 
-Dopo una tazza di tè tutte le cose sembrano meno gravi!- rispose dolcemente.
 
-Quanto vorrei che fosse vero!- si lasciò a quel commento.
 
Rumple spalancò gli occhi incredulo, quel tono triste non l’aveva mai sentito prima di quel giorno.
 
-Le mie zie dicevano sempre che si poteva trovare una soluzione a tutto dopo aver bevuto un buon tè!- aggiunse cercando di aiutarla.
 
-E a te è accaduto?-
 
Non erano mai andati oltre alle chiacchiere di circostanza, quella volta stavano veramente aprendo un discorso serio ed intimo.
 
-Ho sempre voluto vederla in questo modo, mi ha aiutato a vedere la vita sotto un altro aspetto!-
 
-E’ quale?-chiese interessandosi al discorso.
 
-Quello della speranza! Dopo l’abbandono di mio padre ho vissuto nel continuo dolore di essere stato io la causa di questo allontanamento, ma poi col tempo ho pensato che forse lui non era pronto per me!- si lasciò a quella confidenza che non aveva mai fatto a nessuno, nemmeno a sé stesso.
 
Non parlava mai di suo padre era un argomento che cercava sempre di evitare, ancora gli faceva male eppure con lei gli venne naturale non ci aveva nemmeno riflettuto a quello che stava dicendo.
 
-E’ il pensiero giusto, tuo padre non era la persona adatta per essere un uomo. Lo lessi subito in faccia che non aveva nessuna voglia di crescere...era un bambino che bruciava tutto quello che aveva, compreso la fama e la gloria che aveva acquistato affrontandomi! Tutti credevano che era un uomo coraggioso se non era caduto nella mia maledizione, ma non era per la sua forza che era riuscito a resistere alla pazzia che genero, era perché era un bambino, un bambino che non voleva crescere, ed io ovviamente non faccio nessun effetto ai bambini!- rise di gusto quando disse quell’ultima affermazione.
 
Non l’aveva mai vista sorridere divertita, e non divertita per aver commesso un’atrocità o un accordo, ma un divertimento spinto dalla più sana delle emozioni, la serenità.
 
Solo dopo aver finito di ridere si rese conto di quello che aveva sentito, in quel momento scoprì come suo padre era riuscito a resisterle e se anche lui riusciva a farlo era perché ancora non era cresciuto. Questo pensiero lo tormentò moltissimo, questo voleva dire che non era troppo maturo, soprattutto per lei.
 
Finirono di bere senza toccare più quell’argomento, si erano aperti troppo e non erano abituati. Ma comunque quella chiacchierata li aveva fatti avvicinare di più e forse sarebbe stata la prima di una lunga serie.
 
-Buonanotte Rumple!-gli augurò uscendo dalla biblioteca.
 
-Buonanotte!- la salutò prendendo il vassoio.
 
Belle si fermò voltandosi.
 
-Puoi lasciarlo a domani è tardi anche per te!- disse gentilmente.
 
Lui annuì contento di quella cortesia, in effetti si sentiva abbastanza stanco e un riposo l’avrebbe di certo aiutato.
Si diresse nella sua stanza più rilassato. Si lasciò cadere sul letto con gli occhi chiusi. Aveva il cuore che gli batteva forte nel petto ed il respiro corto. Quando stava vicino a lei era sempre così e solo ora aveva capito il motivo, si stava innamorando di lei ed era anche logico visto che dietro a quella maschera di oscurità vi era un bellissimo angelo. Si voltò verso la finestra e spalancò gli occhi per ciò che vide, lì davanti a lui vi era un arcolaio, bello, grande e molto curato. Si alzò precipitandosi davanti ad esso. Era da tempo che non vedeva un arcolaio, da quando era venuto nel castello non aveva più usato un oggetto come quello e gli mancava tantissimo. Si sedette e prese a filare per il solo piacere di ascoltare il suono della ruota. Quel suono aveva il potere di calmarlo e di tranquillizzarlo, ora poteva veramente dire di sentirsi a casa. Belle gli aveva fatto il regalo più bello che potesse ricevere oltre alla possibilità di poter avere una stanza invece di stare in una fredda cella. Era veramente una donna fantastica, peccato che lei non ci credeva.
 
-Oh Belle grazie, mi hai reso felice!- disse a sé stesso mentre si faceva cullare dalla dolce melodia di quell’arcolaio.
 

 
 
Fine prima parte
 
 
 
 
1: Anche se non c’era bisogno di dirlo, il personaggio che ha contrattato con Belle all’inizio di questa storia è il padre di Rumple :D
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Salve a tutti! Come promesso eccomi con una nuova storia Rumbelle divisa in due parti.
 
Adoro questa storia, di come si sono ribaltati i ruoli. Ho sempre voluto vedere una Belle a Dark One ed infatti la stessa Emilie l’ha confessato a questo #CC2015 in una intervista con Bobby, e lo stesso Bobby ha confermato che gli sarebbe piaciuto vedere il suo personaggio interpretato da lei. Visto che nel finale di S4 credevamo che i ruoli di tutti potevano essere ribaltati e quindi avere forse una Belle dark ho pensato di realizzare una FF in cui Belle fosse la “bestia”, mentre Rumple la “bella” o per meglio dire il “bello” ;) Come avete potuto notare ho cercato di inserire anche battute riguardanti la Rumbelle proprio per avvicinare di più la mia storia alla serie, ma vedrete che nella seconda parte ci saranno molti più riferimenti alla Rumbelle e alla Bella e la Bestia Disney ;)
 
Questa prima parte è stata più una presentazione dei personaggi e della situazione, ma vedrete che la seconda parte sarà quella più intensa anche se in chiusura di questa prima parte abbiamo avuto già qualcosa tra i due. La scintilla si è accesa dobbiamo solo vedere se questa prenderà fuoco o verrà spenta ;)
 
Volevo spendere due parole sul personaggio di Belle, come avete notato non è brutta, o per meglio dire non ha l’aspetto di un essere orribile, ma anzi è bellissima, la donna più bella che esista. Beh non volevo che questo Dark One fosse come Zoso o lo stesso Rumple che portavano tale oscurità anche esternamente, e poi volevo che la sua maledizione non fosse solo quella oscurità che le scorreva nelle vene ma che fosse anche un problema che la portasse all’isolamento. Diciamocelo vedere una donna bella, affascinante e con uno smisurato potere può attirare molti uomini e dunque non essere mai sola, io invece volevo mantenere quella solitudine che colpisce tutti i Dark One, ma allo stesso tempo volevo creare una nuova Dark One, ed ecco il risultato. Belle è una donna bellissima che purtroppo a causa della sua bellezza conduce gli uomini alla pazzia e le donne la odiano proprio per questo, ecco il motivo per cui lei è sola ed aveva bisogno di qualcuno…qualcuno di nome Rumple. Esattamente come Rumple (nella serie) aveva bisogno di compagnia e grazie a Belle l’ha avuta ;)  
 
La seconda parte verrà postata nel fine settimana prossima, poi ovviamente partirò con Ricordati di Noi  la terza long che segue Ricordati di Me e Ricordati di Lei
 
Ora vi do una piccola anticipazione sulla seconda parte di questa FF. Rumple man mano si sta sempre di più affezionando a Belle, ma allo stesso tempo è tormentato dal fatto di sentirsi inadeguato per lei. Nello stesso tempo anche Belle sta provando qualcosa di forte per lui, e proprio per lui e per il suo bene prenderà una decisione drastica. Non vi dico più nulla, solo che questa seconda parte presenterà un gran bel colpo di scena ;)
 
Grazie a tutti coloro che leggeranno questa mia storia. E un grazie speciale va sempre alle due admin, libellula.s e libellula.a, che insieme a me gestiscono queste due bellissime pagine  I will see you again Rumbelle e All crazy for Rumbelle che hanno amato fin dai primi righi questa storia…grazie di <3 !
 
À bientôt!! :)
DR
  
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