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Autore: Muse_on_Mars92    14/09/2015    1 recensioni
Dalla storia:
" No matt, non a me...è a lui che devi chiedere scusa!" e con la testa m’indica Bing, addossato contro il mio petto, che piange nascondendosi il viso tra le manine. Non ho la forza di replicare provato al massimo dalle ultime parole di Kate. Un groppo d'angoscia mi si forma alla gola guardando mio figlio piangere inconsolabilmente mentre rivivo la stessa scena con occhi diversi…quelli del bambino che è dentro di me e certi ricordi dolorosi non li dimenticherà mai!"
Un Matt Bellamy, al quanto distratto, dimentica senza volerlo l'appuntamento di visita con suo figlio, Bing, e le conseguenze saranno disastrose! Lui sa di essere un buon padre, da quando il piccolo è nato fa sempre tutto quello che gli e concesso e non, per renderlo felice. Ma queste certezze verranno spazzate via da ricordi che fanno male. Ricordi che vorrebbe dimenticare, ma che non riesce a cancellare. Perché ogni volta che Bing piange, in qualche modo si sente responsabile e vorrebbe non lo facesse mai più!. Perchè ogni volta che Bing piange, e sa che è per colpa sua, gli ritorna in mente una sola persona che un tempo anche lui chiamava papà!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bingham Bellamy, Dominic Howard, Kate Hudson, Matthew Bellamy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, come sempre a scrivere di loro. Questa storia mi è stata ispirata completamente dalla canzone "Escape" come, immagino, abbiate già capito dal titolo! se preferite, potete leggerla ascoltandola in sottofondo. Premetto nel dire che, nella realtà, i fatti non stanno davvero in questo modo in cui ho deciso di raccontare anzi, il rapporto tra Matt e Bing penso sia uno di quelli più sereni e felici che ci siano sulla terra, fortunatamente ù.ù E' solo che Escape mi ha suscitato una serie di emozioni e di domande, che penso, almeno una volta nella vita si sia fatto anche Matt ricoprendo il ruolo di padre. E niente, ho voluto semplicemente raccontare quelle che potrebbero essere le sue ansie e le sue paure nel ricoprire questo ruolo cosi importante soprattutto dopo aver vissuto tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare lui quando era solo un bambino!. Detto questo, spero possa piacere a qualcuno, vi auguro una buona lettura!



I never would, I never could again:

( Prima parte)

<< Allora, non mi dici niente? Com’è andato il soggiorno al burning man festival? Posto figo eh?>> Mi chiede Dom allacciandosi la cintura e mettendo in moto la macchina. Sono appena atterrato in aeroporto ,qui a Londra, e Dom è venuto a prendermi per darmi uno strappo a lasciare le valigie in hotel e poi accompagnarmi agli studi per sistemare due cosine, di ordine amministrativo, prima del concerto che terremo stasera in arena.
<< posto figo? Dom, non puoi capire! È il posto più spettacolare del pianeta!>> parlo a raffica ancora in preda all’entusiasmo e all’adrenalina che i ricordi dei giorni passati mi suscitano. Dom mi lancia un occhiata rapida, ma che la dice lunga, prima di tornare a puntare lo sguardo sulla strada dritta davanti a noi e poi sorride scuotendo leggermente la testa.
<< hai detto la stessa cosa del Giappone, quando l’abbiamo visitato la prima volta!>> mi fa presente con un risolino divertito.
<< okay, allora è il secondo posto più spettacolare del pianeta. Dicevo che…>> continuo facendo spallucce e poi cerco di portare avanti il mio discorso, smanioso di raccontargli i dettagli, ma Dom m’interrompe ancora
<< in verità, prima di quello ci sarebbe ancora un altro posto…>> mi dice lasciando in sospeso la frase, per creare l’effetto suspance.
<< e cioè ?! >> sbotto con un inizio di cipiglio a solcarmi la fronte. Odio essere interrotto, soprattutto quando ho una valanga di cose da dire e il bastardo che adesso sghignazza qui affianco a me lo sa benissimo!
<< L’Italia! Di quella addirittura hai detto che è il tuo paradiso terrestre >> scoppia a ridere il mio batterista, sganasciandosi sul sedile quando nota la mia espressione facciale mentre lo fisso di sottecchi.
<< ahahaha! Che ridere, davvero. Troppo divertente>> rispondo sarcasticamente non distogliendogli lo sguardo di dosso sottolineando il tutto usando un tono di voce greve e acido.
<< dai Bells! Lo sai che non ti sto prendendo per il culo…>> fa per replicare lui con gli angoli della bocca che gli tremano vistosamente camuffando un'altra risata delle sue. Lo blocco sul nascere.
<< ah no? Allora, se non mi stai prendendo per il culo, puoi spiegarmi costa stai facendo esattamente?>> gli domando incrociando entrambe le braccia sul petto e alzando il mento.
<< stavo solo…ecco—uhm---okay, forse un pochino ti stavo prendendo per il culo!>> e ricomincia a ridere sguaiatamente, piegandosi col busto e appoggiandosi con le braccia sul volante. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo rumorosamente.
<< mi ero dimenticato di quanto tu possa essere demente, in questi giorni che non ho visto per niente la tua brutta faccia! >> 
Ma ormai è partito con quella risata tutta singhiozzosa che si ritrova e non credo abbia sentito le mie offese. 
<< ammettilo, tanto lo so che questa brutta faccia che ho ti è mancata!>> invece ha sentito e ribatte asciugandosi con l’indice qualche lacrimuccia ai bordi dell’occhio sinistro.
<< sinceramente? L’ho sostituita con quella di Elle, che a confronto alla tua è una visione divina>> lo offendo a tutta birra e a giudicare da come si è girato a guardarmi, l’ho preso in pieno.
<< tzè, da uno che sta vivendo la sua crisi di mezza età insieme ad una 25 enne che potrebbe essere sua nipote, non considero proprio quello che hai detto come un insulto>> fa lo spavaldo, ma la smorfia infastidita che ha inasprito come un limone i lineamenti del suo viso, racconta tutto il contrario. Sapevo che solo nominando Elle avrei provocato la sua irritazione. Non credo che gli stia molto a genio dalla prima volta che gliel’ho presentata e lei, per sbaglio, gli ha rovesciato su una delle sue camicie leopardate preferite il calice di vino rosso che stava sorseggiando, macchiandogli la camicia irreparabilmente. Insomma, non è stato il modo di conoscersi più invidiabile della storia tra loro due. Anche se Dom aveva già sentito parlare di lei, in passato, e seppur non conoscendola affatto le era stata subito sui coglioni tanto da definirla “Un oca anoressica! Le scope sono più interessanti di lei! ”. Lo ricordo bene quando disse quella frase. Era appena spopolato in rete il video di Robin Thicke “ Blurred lines” e lo stavamo guardando insieme, nella sua casa a Nizza in una serata piovosa di fine estate. Io ne rimasi subito folgorato, tra le altre, il mio sguardo è subito stato catturato dalla ballerina bionda che mi ha rapito nel rosso fuoco del rossetto che colorava le sue labbra. Al contrario di me Dom sbavava completamente sulla ragazza mulatta con la treccia affermando, senza tanti complimenti, che era la più trombabile delle tre e ovviamente nella sua personalissima classifica, Elle occupava l’ultimo posto. Aaaah se solo lei sapesse adesso, penso che creerei la litigata più epica dell’intero secolo! Sghignazzo tra me e me, immaginandomi la scena. La reazione esplosiva di lei che insulta Dom riempiendolo di parolacce poco carine e la reazione di lui che, preso da un raptus di pura follia, inizia a tirarle i capelli dandole continuamente della “ oca anoressica! Papera! “ e quant’altro di poco gentile potrebbe uscirgli da quella boccaccia larga quanto un forno. Prendo a ridere di punto in bianco, girandomi dall’altra parte verso il finestrino per non farmi vedere, ma le mie spalle che sobbalzano ad ogni contrazione del diaframma mi tradiscono.
<< che hai da ridere?>> la voce di Dom mi arriva dal mio orecchio sinistro. So già che mi sta guardando con le sopracciglia increspate per cercare di capire il motivo di questo mio improvviso attacco di ilarità.
<< niente, niente! tu piuttosto pensa a guardare la strada invece di guardare il sottoscritto>> 
<< è che sei troppo bello, che è impossibile staccarti gli occhi di dosso , my beautiful angel eyes!>> il fatto che di proposito sta usando il falsetto facendo tante moine e sbattendo le ciglia degli occhi ripetutamente, mentre posiziona le labbra a culo di gallina , mi fa andare completamente in panne. Mi accascio contro il vetro del finestrino appoggiandoci su la testa mente le risate convulsive mi fanno perdere lentamente le forze e il respiro!. Sta imitando Elle, muoio ogni volta che lo fa. 
<< che poi, se solo ti conoscesse fino in fondo, capirebbe che tu e gli angeli siete le cose più opposte che potrebbero esistere all'interno dell'universo!>> continua e le fa di nuovo il verso, per farmi ridere ancora. Lo sa anche lui che mi diverte troppo quando sfotte Elle in questo modo e non la smette fin quando non mi sfianca del tutto. E’ cosi che arriviamo in Hotel, con lui che entra e si fa tutta la passerella imitando la camminata di una papera e io dietro che, piegato in due e tutto tremolante, continuo a ridere e mi porto dietro le valigie che traballano ancor più di me. Stiamo facendo così tanto baccano che l’intera hall ci sta osservando perplessa. Cerco di darmi un contegno, ma non ci riesco, è cosi giungo ad una conclusione: che nemmeno queste persone sicuramente si sono fatte una buona opinione sul nostro conto alla prima impressione!

Trotterello allegramente per la stanza, impegnato nella conversazione al telefono con Elle e subendomi per tutto il tempo un Dom che: ” Hai finito?” “Devi stare ancora per molto al telefono?” “Abbiamo un concerto tra un ora, ti muovi?” “ Matt, per il mio quarantesimo compleanno ce la facciamo ?”e un me che è costretto ogni volta a zittirlo e tirargli qualche pugnetto dopo che lui, per dispetto, mi fa una serie di sgambetti ogni volta che gli passo davanti col cellulare all’orecchio.
<< chiudi tu, Elle>>
“ no, chiudi tu”
<< no davvero, chiudi tu piccola>>
“ Non posso, aspetto che chiudi tu angioletto”
<< non ce la faccio nemmeno io, se non chiudi tu io non chiudo baby>>
“ se non lo fai tu non lo faccio nemmeno io tesorino”
<< se permettete, chiudo io!>> detto questo, Dom mi strappa il telefono dalle mani e preme velocemente il piccolo telefono rosso sulla tastiera prima che io riesca di nuovo a riprenderne il possesso.
<< ma tu sei tutto scemo!>> gli urlo indignato.
<< e tu sei vomitevole quando sei al telefono con Elle, come la mettiamo?>>
<< non la sento da questa mattina, permetti che le dico almeno che sono arrivato sano a salvo dal viaggio?!>>
<< non pensavo ci volesse un’ora per dirle che il tuo culo è di nuovo sulla terra ferma>>
<< ma stà zitto tu, che ne puoi sapere di queste cose che sei single da una vita>>
<< sono single proprio perché queste cose non le voglio sapere, sai com’è se devo diventare cosi smielato come lo sei tu preferisco morire come una zitella in compagnia dei suoi gatti! >> 
<< non sono smielato>>
<< “ Oh, no ti prego chiudi tu! Davvero non ce la faccio, baby, chiudi tu altrimenti io non lo farò !” ma dico, ti senti ? Dio, che schifo!>> mi fa il verso, portandosi due dita in gola per simulare che sta per vomitare.
<< parli cosi perché a te anche i tuoi gatti ti riattaccherebbero il telefono in faccia se potessero>> 
<< almeno i miei gatti mi amano per davvero e stanno alla larga dai miei portafogli!>> 
<< cosa stai insinuando?>> assottiglio lo sguardo e lo incenerisco.
<< io? Proprio niente!>> alza le mani in segno di resa e sorride beffardo.
<< Dom non è come pensi tu, mi va semplicemente di farle dei regali, tutto qua>> 
<< certo, certo fa un po’ come ti pare, ma non la viziare troppo o più che il suo fidanzato ti trasformerai in suo padre! >>
<< bada agli affaracci tuoi e…cazzo!>> m’interrompo bruscamente, portandomi una mano sulla fronte
<< che succede? >> mi chiede lui guardandomi inclinando un po’ la testa di lato.
<< Dom, che giorno è oggi ?>> chiedo allarmato
<< venerdì >>
<< cretino, lo so anch’io che è venerdì! Intendo la data! Che data è ?>>
<< l’11 settembre, non pensavo che un complottista come te dimenticasse questa data!>> mi prende in giro
<< cazzo! Lo sapevo che me ne sarei dimenticato di nuovo!>> dico afferrando il mio giubbotto di pelle nero sull’appendi abiti e le chiavi della macchina di dom dal portachiavi all’ingresso della stanza.
<< non sei una persona cosi orribile se dimentichi il giorno in cui sono crollate le torri gemelle, capita almeno una volta anche ai complottisti come te, sai ?E altra domanda più importante: cosa pensi di fare con le chiavi della mia macchina?!>> 
<< Devo andare da Bing e Kate sono qui a londra e oggi era il giorno in cui avrei dovuto incontrare il bambino!>> dico di fretta e furia uscendo di corsa dalla porta e il: “cazzo, Matt sei proprio nella merda!” è l’ultima cosa che sento prima di richiudermela alle spalle.

Sono le 19 e 40 e l’appuntamento con Kate e mio figlio era alle 19:00 in punto davanti al coffèè shop vicino agli Elios studi. Avevo detto a Kate che l’avrei incontrata subito dopo che avrei sbrigato le mia faccende col lavoro. E invece me ne sono dimenticato, di nuovo e questa è la seconda volta che mi succede nel giro di un mese. Spero solo che non se ne sia già andata via. Entro nel coffèè shop con il fiatone dovuto dalla corsa che ho dovuto fare per raggiungerlo. Purtroppo, nelle vicinanze, non ho trovato nemmeno un parcheggio vuoto dove abbandonare la macchina e l’ho dovuta mollare nel parcheggio degli studi per poi farmela a piedi fino a qui. Sto per incamminarmi tra i tavolini affollati del locale cercando Kate con lo sguardo seduta magari a sorseggiare uno dei thè alla cannella che a lei piacciono tanto. Ma nessuno dei presenti somiglia a Kate, né tanto meno nessuno dei presenti sta sorseggiando thè alla cannella. Inizia a salirmi il panico, cristo! È già andata via! Abbasso lo sguardo verso la tasca del mio cappotto per prendere il telefono e chiamarla, magari è ancora in aeroporto e sarei da lei in un attimo! Ed è proprio in quel momento che lo vedo….Bing che, con la sua manina piccola e paffuta, mi sta tirando il lembo del cappotto verso il basso. Mi guarda con i suoi occhioni blu e mi chiama
<< papà!>> Mi scoppia subito il cuore di felicità vedendolo li, proprio affianco a me
<< Bing! Amore mio bello!>> esclamo e me lo carico subito in braccio stringendomelo forte forte ed espirando cosi velocemente dall'emozione che gli scompiglio alcune ciocche di capelli biondi. Che gioia rivederlo! 
<< sei venuto, papà sei venuto!>> e batte le manine tutto contento, ridendo simpaticamente.
<< certo, sono qui, il tuo papà è qui adesso>> gli sussurro ad occhi chiusi in un orecchio. Quando li riapro e mi ritrovo il volto di Kate davanti che non promette nulla di buono, accarezzo bing e lo rilascio a terra tenendolo per mano. Lei non dice una parola, mi guarda dall’alto verso il basso con aria costipata e le braccia incrociate.
<< ciao, Kate>> sfiato provando a sorriderle e poi mi sporgo verso di lei per lasciarle un bacio di cortesia sulla guancia. Lei mi schiva spingendomi lievemente dalla spalla con una mano e mi sorpassa non degnandomi di una parola. 
<< aspetta, aspetta kate…>> provo a fermarla cercando di dare nell'occhio il meno possibile, visto che alcune persone hanno già notato tutta la scena e ci stanno fissando in silenzio. Ma lei è infuriata, esce a grandi falcate dallo shop ed io sono costretto a seguirla chiedendo scusa, al suo posto, a tutte le persone che ha colpito uscendo via in quel modo. Quando la raggiungo fuori lei è di spalle che sta provando a fermare alcuni taxi.
<< Kate! Kate aspetta, non andare via posso spiegare!>> le poggio una mano su una spalla per farla girare dalla mia parte, lei mi toglie la mano e si gira bruscamente verso di me
<< cosa Matt?! Cosa devi spiegare, eh? Che ti sei dimenticato di nuovo dell’appuntamento perché, che so , una navicella aliena ti ha rapito e ti ha rilasciato solo ora?>> mi urla ad un centimetro dalla faccia.
<> dico facendole notare che alcuni passanti si sono fermati sul marciapiede attratti dalle sue urla. Vorrei che si calmasse ma invece quelle parole hanno il risultato di farla andare in escandescenza ancora di più.
<< non me ne frega un dannato diavolo se ci stanno guardando tutti! Avevi un impegno e non l’hai rispettato nemmeno questa volta, mi fai schifo!>> è inferocita.
<< scusami davvero, scusami! Non volevo davvero, è che sono stato talmente indaffarato che ho perso la cognizione del tempo io>> non mi lascia finire
<< indaffarato? E in cosa? A partecipare ad un festival di psicopatici in mezzo al deserto insieme alla tua modella da 4 soldi ?!>> quasi non mi prende a schiaffi
<< non parlare in questo modo di elle…>>
<< Vaffanculo Matt! Vaffanculo!>> mi spinge via, facendomi barcollare all'indietro insieme a Bing che è costretto a fare la stessa cosa avendo ancora la sua piccola manina stretta nella mia. Lo guardo, il piccolo ci sta guardando in silenzio con gli occhi sgranati. E’ spaventato da tutto questo trambusto che stiamo facendo in strada e sta per mettersi a piangere. Lo prendo di nuovo in braccio e lo accarezzo sui capelli per calmarlo.
<< Kate, non fare cosi, non davanti al bambino…per favore>> la supplico.
<< da quanto in qua t’interessa di Bing? Sarà un mese che non lo vedi e che sei sparito via senza dare notizie!>> mi accusa tagliente.
<< non ti permettere ad insinuare queste cose, sai che a Bing ci tengo più della mia intera esistenza!>> alzo il tono della voce per la prima volta da quando ci siamo visti
<< sei un lurido bugiardo! Evita di dire altre cavolate, Matt, lo so benissimo cos’hai fatto in questi giorni e niente può giustificarti!>> grida
<< ti ho già chiesto scusa una volta, cosa vuoi che faccia ?! mettermi in ginocchio ed implorarti il perdono?!>> adesso sto gridando anche io, senza rendermene conto. Bing scoppia a piangere, lo dondolo un po’ per farlo smettere mentre mi agito e trasmetto al pargolo tutto il mio nervosismo. Kate scuote la testa
<< No Matt, non a me…è a lui che devi chiedere scusa!>> e con la testa m’indica Bing addossato contro il mio petto che piange nascondendosi il viso tra le manine. Lo guardo ed immediatamente avverto un tonfo sordo al cuore e un vuoto allo stomaco, mi blocca il respiro. Il senso di colpa inizia a pulsare forte togliendo qualche battito al cuore sotto alla pelle.
Non ho la forza di replicare provato al massimo dalle ultime parole di Kate, un groppo mi si forma alla gola guardando mio figlio piangere inconsolabilmente, mentre rivivo la stessa scena, con occhi diversi…quelli del bambino che è dentro di me e certi ricordi non li dimenticherà mai! Senza dire nient’altro, il taxi arriva. Kate allunga le braccia per avere Bing ed io senza opporre la minima resistenza glielo lascio. Bing si stringe forte a Kate e nasconde il visino sulla sua spalla senza darmi la possibilità di salutarlo con il bacio che avrei voluto dargli. Cosi li vedo allontanarsi per entrare nell’auto, Kate chiude lo sportello. Bing si siede in braccio a lei che se lo culla affettuosamente. Il taxi lentamente si avvia, dal finestrino riesco a vederli ancora. Kate guarda determinata dritta davanti a sé, Bing solleva un po’ la testa e indirizza i suoi occhi verso di me. Alzo la mano istintivamente per salutarlo e gli sorrido appena, ma lui resta impassibile mentre mi trafora col suo sguardo diventato improvvisamente freddo e di un blu scuro cosi penetrante che è impossibile non vederci dentro la delusione! Mi verrebbe quasi da distogliere lo sguardo dal suo, per quanto è sincero, accusatorio e cosi dannatamente arrabbiato. Ma non lo faccio, lo sostengo inerme ed impotente fino a quando il taxi non mi è sfilato completamente davanti e lui abbassa di nuovo la testa per nasconderla sul petto di kate, ignorandomi fino all’ultimo secondo che ha a disposizione per farmelo capire fino in fondo che ce l'ha davvero tanto con me! Vanno via, nel loro taxi giallo che si disperde tra le altra centinaia di taxi gialli e si confondono in uno qualunque di quelli fino a quando non lo perdo di vista completamente. Resto cosi, immobile sul marciapiede, guardando nella direzione che li ho visti sparire. Come un idiota. La gente mi sfreccia accanto sul marciapiede, qualcuno mi colpisce pure, presi dalla loro fretta, dai loro affari, dalle loro vite…ed io, io mi sento una merda!
  
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