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Autore: crazygurl91    15/09/2015    3 recensioni
Non aveva nome, o meglio non lo ricordava: aveva passato troppo tempo a cambiare volto, nome, identità che non aveva alcuna memoria della sua vita prima di servire il Dio dai Mille Volti. Un mese fa tutto questo non le avrebbe dato fastidio, anzi non ci aveva mai pensato, il suo unico scopo era quello di essere una buona servitrice per il suo dio e ci era persino riuscita, visto gli elogi che le rivolgeva il Signore Gentile.
La sua vita d’assassina era perfetta.
Poi un giorno tutto era cambiato.
Un viaggio alla ricerca di se stessi, alla scoperta di un passato dimenticato. Ma se ricordare fa troppo male? E se i ricordi svegliassero un antico dolore, che ancora non ha trovato vendetta? Ne vale davvero la pena?
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Daenerys Targaryen, Gendry Waters, Sansa Stark
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 
 
 
L’inverno stava arrivando.
Parole sconosciute nella sua mente , ma forti e chiare che risuonavano di continuo, mentre camminava senza meta in mezzo alla nulla, con i piedi scalzi che sprofondavano sulla neve e le misere vesti lacerate la coprivano a mala pena dal gelido vento.
Aveva freddo, ma non poteva fermarsi in cerca di un luogo dove potersi riscaldare e riposare, fermarsi significava la morte e la sua vita, per quanto misera e vuota, era tutto ciò che le rimaneva.
Non aveva nome, o meglio non lo ricordava: aveva passato troppo tempo a cambiare volto, nome, identità che non aveva alcuna memoria della sua vita prima di servire il Dio dai Mille Volti. Un mese fa tutto questo non le avrebbe dato fastidio, anzi non ci aveva mai pensato, il suo unico scopo era quello di essere una buona servitrice per il suo dio e ci era persino riuscita, visto gli elogi che le rivolgeva il Signore Gentile.
La sua vita d’assassina era perfetta.
Poi un giorno tutto era cambiato: una mattina mentre scendeva le scale del tempio era inciampata su uno dei gradini, rivelandole una spada di piccole dimensioni, ma dalla lama lunga e sottile come se fosse…un ago. Quando la impugno qualcosa, dentro di lei, si svegliò:  quella spada era sua.
Ma perché era lì?
Chi ce l’aveva messa?
Ma soprattutto, che gliela aveva donata?
Da quel giorno la sua testa si era affollata di mille domande, cominciando persino a girovagare con il suo vero viso, quando non era in missione. La prima volta che aveva visto il suo vero volto si era spaventata: il viso allungato, carnagione olivastra, enormi occhi grigi e lunghi capelli castani, che le arrivavano fino al fondoschiena.
Ma ciò che l’aveva fatta fremere dalla paura erano stati proprio quegli occhi, talmente simili a quelli di un lupo: le ricordavano qualcuno, qualcuno che aveva amato moltissimo, ma che le provocavano un antico dolore e un forte desiderio di vendetta.
Ma non riusciva a ricordare.
Nella sua mente c’era un vortice pieno di ombre a cui, però, non riusciva a dare chiarezza. Infine erano iniziati i sogni: ogni notte sognava di correre libera tra le foreste innevate, luoghi che lei non ricordava di aver mai visto, ma che sentiva di appartenere poi, quando si avvicinava ad un ruscello per bere, nello specchio d’acqua non vedeva il suo viso, ma il muso di un lupo; un enorme lupo dalla folta pelliccia grigia e dagli occhi dorati.
Stava impazzendo!
Cosi, mentre si trovava nell’Impero di Valyria, intenta a dare il dono ad un uomo, era fuggita: aveva portato a termine la sua missione ma non aveva fatto ritorno sulla nave che l’avrebbe riportava dagli Uomini Senza Volto, si era tolta il viso che aveva usato ed era scomparsa tra i vicoli di quella città sconosciuta.
Aveva cominciato a vagare, o almeno era quello che poteva sembrare: si dirigeva verso Nord, non lo sapeva nemmeno lei, ma qualcosa la chiamava a gran voce in quella direzione. Forse avrebbe trovato le risposteb di cui aveva bisogno, magari non tutte, ma almeno ad una parte.
Ed eccola lì.
Nella gelide terre del Nord, scalza, infreddolita, stanca e affamata; fino a quel momento era riuscita a sopravvivere rubando vestiti messi ad asciugare e cacciare lepri ed altri animali di piccola taglia, ma ormai erano giorni che non mangiava e le vesti, già lacerate quando le aveva prese, non la potevano riscaldare.
I suoi piedi inciamparono su una pietra nascosta dalla neve, buttandola a terra, bagnandola completamente.
Era stanca.
Gli occhi si chiudevano da soli, aveva sonno, sapeva che non poteva, non doveva, dormire, che sarebbe stata morte sicura, ma non riusciva a controllare il suo corpo stremato.
Forse era quello il suo destino: morire in una terra straniera, senza aver avuto le risposte che voleva.
I suoi occhi divennero sempre più pesanti e, alla fine, si chiusero, non aveva più le forze, aveva bisogno di riposare, si era arresa.
Aveva appena chiuso gli occhi, quando vide qualcosa di molto strano: una ragazza minuta, visibilmente mal nutrita, sdraiata sulla neve, con i lunghi capelli castani sparsi su essa.
Quella ragazza era lei!
La stava guardando con altri occhi, con gli occhi del lupo dei suoi sogni, ne era sicura.
Si avvicino al suo corpo e gli annuso i capelli, le sue narici si riempirono di un odore familiare, un odore nostalgico legato a ricordi felici, sereni. Poteva vedere quei ricordi: una bambina, vestita come una perfetta piccola lady, ma dai modi di fare da vero maschiaccio, giocava con una spada di legno e, assieme a lei, un tenero cucciolo di lupo che la seguiva ovunque andasse.
Erano felici.
Dopo aver leccato la guancia della fanciulla, si pose accanto a lei, coprendola completamente con la sua pelliccia, riscaldandola.
Era un contatto piacevole, pieno d’amore, un sentimento a lei completamente sconosciuto, ma che le era mancato.
No.
La morte, si ritrovo a pensare, non sarebbe venuta per lei, non oggi.
La ragazza sprofondò sempre di più in un profondo sonno, sicura che il lupo l’avrebbe protetta da tutto e tutti e, prima ancora che i suoi pensieri si azzittirono, un ultima cosa le venne in mente, un nome che, non significava nulla per la sua mente, ma per il suo cuore era come l’aria stessa: Nymeria!  
 
 
Note dell’Autrice: Ed ecco a vuoi il prologo della mia storia. Premessa: non ho mai scritto nulla su Game of Thrones, a parte una one-short, quindi non siate troppo severi; è solo che molti scrivono di Arya che, quelle poche volte che scrivono che ha perso la memoria a Braavos, le fanno tornare la memoria al istante.
Io invece ho un idea completamente diversa e, alla fine, ho deciso di metterla su carta: praticamente è un viaggio, un viaggio che farà alla scoperta di se stessa, tra gioie e dolori e…ho detto abbastanza. Il resto è tutto da leggere.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Un Bacio.
VERO
  
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