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Autore: SaraSmile59    15/09/2015    1 recensioni
“Ti amo”. Mi diventano gli occhi lucidi. Cazzo sii uomo. E invece no. Mi commuovo a quella frase dolcissima. “Pure io piccola”. Mi sdraio accanto a lei. Mi appoggia la testa sul petto e si fa piccola nel mio abbraccio. Sento il suo respiro calmo, che piano mi culla e mi addormento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio nel cuore della notte, non so bene il perché. Mi guardo attorno un po’ confuso, passandomi una mano tra i capelli.  A tentoni cerco gli occhiali, senza i quali vedrei poco o niente. Da dietro le lenti vedo la sua figura contro la finestra del soggiorno, che batte contro il vetro. Ho appena finito un live con Diplo, ma riluttante mi alzo dal letto. Arrivo in soggiorno e apro la finestra. Will è mia amica da tanti anni, anche lei è una DJ, ora è nella Owsla e mi accompagna in tour. E’ ben voluta da tutti, è simpatica, solare, sempre gentile e sa sempre le parole da dire, solo a volte è un po’ timida. Ma io, Thomas e altri ragazzi della Owsla sappiamo che non è sempre così, ed il perché è legato al suo passato. Ha avuto un’adolescenza dura. I suoi si sono separati il primo anno delle superiori, lei non si sentiva più capita da loro. Ha iniziato a frequentare gente poco raccomandabile, se la vogliamo definire così, che la facevano sentire protetta, al sicuro, e in cambio lei si offriva di svolgere per loro alcuni favori, così, per sentirsi utile, non solo un peso morto, ed era inoltre caduta nella droga. Quel gruppo era diventato la sua famiglia, il suo rifugio. Mentre a casa, dietro un velo d’apparente tranquillità, lei stava sempre più male, si sentiva sempre un nodo al cuore che la tentava a correre fuori di casa per non tornarci. e a 18 anni così fece. Un mese dopo il suo compleanno fece le valigie e si trasferì a Los Angeles, a casa di una ragazza che aveva conosciuto durante un anno passato a studiare qua. La conobbi all’età di 20 anni, in seguito ad un suo singolo prodotto con Diplo, fui lui a presentarmela. Da li iniziò a conoscere meglio tutta la Owsla, fino ad unirsi a noi il dicembre dello stesso anno. Sono molto affezionato a lei, perché so che pur essendo lei quella che ha bisogno di essere aiutata, è sempre disponibile per gli altri, è sempre pronta a mettersi in secondo piano per qualcun altro. e poi mi fa stare veramente bene. Più volte lei mi ha detto che non sono io-Skrillex che l’attira più di tanto, ma che sono io-Sonny. Giuro che è stata la cosa più bella che mi abbiano mai detto.  Quando aprì la finestra mi sembrò che qualcosa non andasse. Lei stava li in piedi, con i capelli spettinati ed il trucco un po’ sbavato, era nervosa e tremava leggermente. “Hey” mi fa piano. “Hey” rispondo. Le prendo piano una mano e la faccio entrare. Mi guardo attorno. Per arrivare fino alla mai finestra dev’essersi arrampicata come un gatto, sorrido al pensiero. Chiudo la finestra lasciando fuori l’aria fresca della città degli angeli. Will è appoggiata alla credenza che guarda i CD. “Allora?” le chiedo piano. Lei sembra tremare leggermente, questo mi fa preoccupare. Sta uscendo dalla droga, ma soffre di pesanti ricadute. “non ti sarai mica fatta ancora?”. ok, anche io mi lascio andare a qualche canna, ma lei era dipendente dalla cocaina, è diverso. Lei scuote la testa, muovendo nervosamente una gamba. “S-scusa Sonny non volevo rompere, è che non sapevo dove andare…”. La raggiungo e le passo le mani sulle braccia. Parliamo piano, non voglio svegliare Thomas, che ha la camera al piano di sopra e che alla fine del live mi è sembrato ancora più stanco di me. “perché non sei a dormire Willy?”. Lai tira su col naso. “Ho avuto una crisi e non mi sono più riaddormentata.  Scusa se sono venuta qua è che mi è venuto spontaneo cercarti…”. Sorrido. la prendo per la mano, me la tiro contro e la stringo forte. Le do un bacio tra i capelli. “Lo sai che quando hai bisogno puoi volare da me, non devi chiedere il permesso a nessuno, scema”. Sento le sue braccia passare attorno al mio collo. Nell’incavo del gomito vedo i segni di infiniti aghi, che volta dopo volta le hanno rovinato la vita. Ora quei buchi sono solo lontani ricordi, ma hanno continue conseguenze sulla mia piccola. La verità è che penso di amarla.
Da quando l’ho vista alla console, prima mi sono innamorato del modo in cui si rapporta con la musica. Si lascia guidare, le viene naturale tutto ciò che la riguarda, ed inoltre ha sempre fatto parte di una Crew, è un’ottima ballerina, quindi la musica è il suo ritmo vitale. Spesso la prendiamo in giro dicendole che se un giorno le faranno un encefalogramma, verranno fuori le frequenze di un qualche remix. Passava il tempo, ed io m’innamoravo di lei. Will trema tra le mie braccia, tira su col naso e si muove nervosa. “sei nervosa?”, lei sorride amara “sono in crisi idiota” risponde affondando nel mio maglione nero. delicatamente la porto al piano di sopra, nella piccola stanza in cui tengo l’attrezzatura per registrare. Sento la porta di Thomas aprirsi. “Willy aspettami qua”. Lei non mi risponde, si gira e s’appoggia alla finestra guardando Los Angeles. Percorro il corridoio e becco Thomas uscire dalla stanza, mezzo addormentato. “Thom!”. Lui si gira. “Hey Sonny… Sonny ma c’è qualcuno…” “si, è arrivata Will e…” gli racconto quello che è successo da quando lei mi ha bussato. “ah ok. Avete bisogno?” scuoto la testa felice dell’attenzione del mio migliore amico verso la ragazza. Tutti le vogliono un gran bene e farebbero davvero tutto per aiutarla. Lei però cerca sempre me, e la cosa mi rende la persona più felice del mondo. Torno da lei, che ora è in piedi e si guarda attorno inespressiva, continuando a muoversi in quel suo modo nervoso. La porto vicino alla console. C’è solo una cosa che la cura, proprio a livello fisico. La ‘nostra’ musica. Le infilo piano le cuffie e io prendo quelle di Thomas. “fai tu o faccio io?”. Lei fa un passo indietro. “M-mi piace guardarti remixare, lo sai” Mi dice arrossendo appena. Sorrido e faccio partire la canzone relativamente più ‘soft’ che ho in repertorio, ovvero Where Are Ü Now. La remixo poco o niente, perché sono girato verso di lei, dando le spalle alla console. Lei guarda a terra ma non si muove più nervosamente. Ha gli occhi chiusi e muove leggermente la testa a ritmo della musica. L’avvolgo in un abbraccio. Poi la canzone finisce. Riapre i suoi occhioni blu, che sembrano tornati tranquilli. Sfila piano le cuffie e le appoggia sul deck. Io spengo tutto, metto giù le cuffie e scollego tutto l’ambaradan. La vedo guardarmi, come in attesa. “Film?”. Lei sorride e il suo sorriso mi frega. Ancora. Quando sorride diventa inevitabilmente la creatura più bella che calchi il mondo in questo momento. Andiamo in camera mia, lancio il portatile sul letto e lo seguo a ruota strappando una risata alla ragazza. Will abbandona le sue scarpe in un angolo e molla la felpa sulla mia scrivania. rimane solo con i panta neri e con una larga maglia bianca, con il logo della Owsla sulle maniche. Mi si tuffa di fianco. “Che film hai?”. mi sembra calma ora, penso che la crisi le sia passata. Le mosto la cartella dei film e il suo dito finisce inevitabilmente ad indicare la sezione ‘horror’. Sospiro e acconsento. Forza Sonny, sii uomo cazzo. Optiamo per Grace: The Possession. Scelta sua. Il film non sembra fare così tanta paura, ma il problema è quando il film finisce, quando effettivamente sei solo con la realtà e l’immaginazione, ti vedi i demoni i giro per la stanza. Will è stretta stretta a me, seduta sul letto e non sembra avere intenzione di muoversi. Sonny, ecco che potrebbero iniziare le scene imbarazzanti. Comunque cerco di buttarla sul naturale, mi piacerebbe tanto dormire con lei… Ho detto DORMIRE, che non è sinonimo di scopare, ok? Voglio solo averla tutta per me per un attimo, tutto qui… “vuoi fermarti a dormire qua?”. Lei mi guarda e annuisce. “Sonny mi presti una maglia? Non voglio stropicciare questa bella…”. Le indico l’armadio. “Quella che vuoi piccola”. Lei si avvicina e apre le ante. Gli unici colori che si vedono sono nero, grigio e occasionalmente bianco. “Noooo, bellissima!” Dice prendendo una maglia grigia con l’alieno di whatsapp stampato ovunque. Mi guarda come a chiedere il permesso. “Prendi pure!” le dico sorridendo. Sparisce in bagno. Mi preparo ad affrontare la scena ‘vado-sul-divano-no-stai-qua’, che credo si rivelerà tremendamente imbarazzante. Quando esce dal bagno il cuore mi perde un battito. Indossa solo la sua maglia che le arriva a metà coscia, ha i capelli castani sciolti e un po’ spettinati attorno alle spalle, gli occhi sono struccati ma ha ugualmente un alone nero attorno alle palpebre. Ha gli occhi stanchi, ci credo sono le due. “Senti…” faccio per iniziare il discorso del chi-dorme-dove ma lei mi ferma e mi stupisce. “nononono, saltiamo la scena imbarazzante. se per te non è un problema dormiamo entrambi qua, sennò rotolo di sotto”. Sorrido. “piccola, i problemi sono altri nella vita”. Lei viene a sedersi, scherziamo un po’, poi decidiamo che è ora di dormire. “chi si alza a spegnere la luce?” le chiedo. Spegnere la luce significherebbe ripercorrere la camera al buio, e avendo appena visto bei film rassicuranti non ci tengo molto. Lei dice qualcosa mentre affonda la testa nel cuscino. “dai, sbrigati” le dico punzecchiandole un fianco. Lei si alza riluttante. Prima di andare verso l’interruttore la vedo chinarsi a guardare sotto al letto. “T’apposto?” le faccio ridacchiando mezzo addormentato. “ “si si”. La luce si spegne e lei ripercorre di corsa la camera, tuffandosi sul letto. Si stringe alle coperte, con quel brividino di quando non sai di cosa hai paura ma ne hai. “oddio Sonny ho pauraaa!”. dice ridendo. “Bè piccola… fai bene ad averne… Sai… nel buio… c’è sempre qualcuno che ti osserva…” Le mormoro all’orecchio. Mi tira un pugno sul petto. “Smettila idiota!” dice ridendo. Inizio a farle il solletico, lei inizia a ridere come una matta. Menomale che tutte le stanze della casa sono insonorizzate, altrimenti Thomas sarebbe venuto a picchiarci mezz’ora fa. Non so bene perché e come ma quando finalmente mi  fermo per farle tirare il fiato sono sopra di lei, chino in avanti. Sento i miei capelli che le solleticano il viso, anche se non vedo esattamente la sua posizione a causa del buio, che però copre le mie guance, sicuramente rosse. Ho il cuore che mi batte forte, sono pure un po’ nervoso. Lei non sembra, ha il respiro affannato e la sua risata riecheggia ancora nella stanza. Faccio per togliermi quando sento la sua mano accarezzarmi la guancia e la sua voce cristallina farsi nuovamente strada verso le mie orecchie. “che fai domani?”. Appoggio la mia mano sulla sua, che continua ad accarezzarmi i capelli. “Sarò tristemente in studio a incidere. Te?” “Bo, dovevo finire un lavoro con Dillon, poi farò un giro immagino”. “Dai vieni con me alla Owsla, porta un po’ di colore nella vita di questi poveri Dj!”. E ancora sento la sua risata. Allungo una mano verso il suo viso. Le accarezzo i capelli, una guancia, le passo un dito sulle labbra. le sue guance diventano rosse. Mi avvicino al suo viso, tocco il suo naso con il mio, le nostre labbra si sfiorano. “S-Sonny…”. Sonny che cazzo fai?! Mi stacco da lei.  “Scusami, scusami, non volevo…” mi giro dall’altra parte. Vedi di dormire e prega che non se ne vada, ha ancora i postumi della crisi e starebbe male sicuramente. Silenzio. nella camera, nel corridoio, da fuori dalla finestra, dalla camera di Thomas, dallo studio di registrazione. Anche dalla parte del letto in cui stava Will. E passano i minuti, in silenzio, ma Will non dorme. Dopo poco la sento bisbigliare il mio nome. Provo ad ignorarla ma lei mi chiama ancora, e non resisto a quella vocina dolce e roca. Mi giro, faccio appena in tempo a scorgere i lineamenti del suo viso, che sento le sue mani sulle mie guance e le sue labbra poggiarsi piano sulle mie. Il bacio durò poco, lei si ritrasse velocemente. Ci guardammo negli occhi. Avevo una felicità assurda che mi cresceva dentro, un sorriso da un orecchio all’altro. La sento ridere. E’ una risata pazza di gioia, di quelle che fa solo lei e che spinge a ridere anche me. Ridiamo. Ma che cosa intelligente. Mi sollevo la tiro verso di me, e la bacio con passione, ancora e ancora, non riesco a fermarmi, non ne ho mai abbastanza. Sento le sue mani dietro la nuca spingermi leggermente verso di lei, sento il suo corpo aderire al mio. Passo una mano sulle sue cosce scoperte, le accarezzo il seno, mentre sento le sue mani accarezzarmi la schiena. Sento le sue labbra staccarsi piano, la sento trapassarmi con lo sguardo. “Ti amo”. Mi diventano gli occhi lucidi. Cazzo sii uomo. E invece no. Mi commuovo a quella frase dolcissima. “Pure io piccola”. Mi sdraio accanto a lei. Will appoggia la testa sul mio petto e si fa piccola nel mio abbraccio. Sento il suo respiro calmo, che piano mi culla e mi addormento.
 
 
Stavo sognando. Non so cosa ma stavo sognando. Cazzate probabilmente. Mi sveglia un tamburellare insistente sulla porta. Mentre mi ‘sveglio’ mi ricordo della presenza di Will accanto a me. durante la notte ci siamo avvicinati ancora di più, ora siamo tipo abbracciati, lei tiene la testa sul mio braccio e io la stringo dolcemente. Dorme ancora, sebbene mugoli di fastidio ogni volta che sente bussare. Le appoggio una mano sull’orecchio per cercare di non svegliarla.
“Thomas cazzo!” i colpi s’interrompono. “Cazzo Sonny mi serve la tua moto, faccio tardi, devo andare alla sede della Mad Decent, tipregotipregotiprego!”.  Alzarmi e portargli le chiavi è fuori discussione, non ho intenzione di smettere di abbracciare Will. “Ma non ti puoi scantare?” “Sonny!” “Va bene! Ma cercati le chiavi, che non mi alzo. E fa silenzio!”. Lo vedo entrare. Manco s’accorge di me e Will. mentre lo sento cercare freneticamente le chiavi di ‘sta benedetta moto io poso lo sguardo sulla mia ragazza. Dorme come un angelo. Le accarezzo piano i capelli, guardandola con tenerezza. Thomas ha evidentemente trovato le chiavi perché si precipita verso la porta. “ah, Sonny…” Non lo sto guardando ma lo sento fermarsi. Con un immenso sforzo sposto lo sguardo sul mio migliore amico. La sua espressione confusa muta rapidamente in un sorriso ampio e malizioso. “Ahhh, ma allora Skrillex è riuscito a conquistare la donna del suo cuore eh?”. Scuoto la testa sorridendo. “Ma non eri in ritardo?” “Cazzo” e fila via. Dopo qualche minuto vedo gli occhi di Sara aprirsi e il suo colore fondersi con quello dei miei. “Buongiorno piccola”. Lei si stropiccia gli occhi. “Ciau”. Si tira su a sedere, sbadigliando. “Alle undici devo essere da Dillon” dice ancora assonnata. Annuisco. “su cosa dovete lavorare?”
“mi ha chiesto ancora una mano per All That” “ma ancora?” lei ridacchia annuendo. “hai fame piccola?”, lei fa un gesto di non curanza. “Passo da Starbucks”. Si alza dal letto, raccoglie i vestiti della sera prima e si dirige in bagno. Sa Sonny muovi il culo. Mi alzo anche io e mi vesto. Dopo poco Will esce, vestita come il giorno prima, truccata bene, tutta pulita e ordinata. Scendiamo al piano di sotto. Io mi faccio un caffè mentre lei si siede sulla cucina e mi guarda. Mi prendo il mio caffè, poi mi avvicino a lei, appoggiando il naso al suo e sorridendole. Lei mi bacia, io le passo una mano tra i capelli. Quando mi stacco lei scende dalla cucina. “sai di caffè”. sorrido e la guardo mettersi le scarpe e prendere la borsa. “Ci vediamo alla Owsla” un rapido bacio e lei è fuori dalla porta. Ho ancora la sensazione delle sue labbra su di me. Ciao piccola, buona giornata:). 
   
 
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