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Autore: Shade_of_sky    15/09/2015    0 recensioni
Dopo aver concluso la mia routine quotidiana tornai alla camera. Aperta la porta scoprì che il mio compagno di stanza si fu alzato e si stava già vestendo. In pochi attimi mi misi dei vestiti più seri e lo presi per il polso. Nonostante le sue iniziali proteste si lasciò trascinare senza problemi, forse aspettava solo la scusa da usare con i professori.
fatemi sapere che vi sembra.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli ultimi residui di sogno s'aggrapparono da qualche parte nel tentativo di non svanire. Mi agiai nel sonno fino a ritrovarmi in uno stato di dormiveglia.

Poco dopo sobbalzai con il cuore in gola e il mio sguardo balenò da una parte all'altra della stanza, come in preda al panico.

Solo dopo qualche secondo mi accorsi che è stato un semplice brutto risveglio. Di malavoglia portai la mano alla sveglia e guardai l'ora. Otto di domenica mattina. Che ci faccio già sveglio?

 

I raggi del sole entrarono attraverso i spiragli tra le tende della finestra. Come se mi stessero invitando ad uscire dal guscio di coperte per godermi questa giornata di fine primavera quasi inizio estate. Due settimane e la scuola sarebbe finita. Fremo nell'attesa.

 

Improvvisamente sveglio accolsi l'invito di quei raggi di sole. Un ciuffo ribelle cadde davanti ai miei occhi, lo scostai con un gesto svogliato.

Dall'altra parte della stanza vidi il mio compagno di stanza dormire profondamente. Il che mi è parso strano, quasi impossibile. Lui, che è lo studente modello, dai voti migliori, vigile al suo ruolo di capoclasse e asso nello sport, deve essere andato a letto davvero tardi per non essersi svegliato alle sette, come tutte le mattine degli ultimi anni di convivenza.

 

In questa strana mattina è il caso di uscire con passo felpato dalla stanza, dopo essermi preso l'asciugamano e il dentifricio con lo spazzolino. È strano vedere i corridoi vuoti, ma è pur sempre domenica, quindi potrebbe essere normale. Ognuno di loro finge di avere una vita normale quando arriva questo giorno, gli altri giorni siamo studenti di un accademia militare.

 

Da un po' di tempo tra noi, l'impero di Scarlet, e loro, monarchia di Reha, c'è una sorta di guerra fredda. Ognuno attende una mossa falsa dell'altro per attaccare duramente, eppure il motivo di tutto questo rimane un mistero. Ognuno ha la sua versione e la sua verità. Ad un certo punto non capisci più nulla.

 

Dopo aver concluso la mia routine quotidiana tornai alla camera. Aperta la porta scoprì che il mio compagno di stanza si fu alzato e si stava già vestendo.

-guarda che è domenica! -lo informai con un sorriso - non c'è lezione oggi! -

-ci sono corsi speciali oggi- informò con voce pacata.

-mi chiedo ancora chi te lo fa fare. Non pensi a goderti la vita?-

-a che pro? Dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza militare.-

-se non lo fai adesso, quando lo farai? Non avrai per sempre 16 anni! Approfittane ed andiamo a fare una passeggiata!!-

-ho il corso ora.- concluse chiudendo la fibia della camicia

-andiamo! Marina le lezioni e vieni a fare un giro!- esclamai, in pochi attimi mi misi dei vestiti più seri e lo presi per il polso. Nonostante le sue iniziali proteste si lasciò trascinare senza problemi, forse aspettava solo la scusa da usare con i professori.

 

Il giardino dietro il dormitorio è poco usato e spesso nessuno ci va perché scomodo da raggiungere. In quest'ultimo anno divenne il nostro covo segreto dove nessuno può dirci cosa fare, io stesso mantengo raggiungibile questo luogo, facendo in modo che solo noi sappiamo la via tra i rovi per raggiungerlo.

 

Arrivati li mi lasciai cadere sull'erba in una risata -eddai, rilassati un po'! È una così bella giornata!-gli dissi mentre lui non era molto convinto di essere li -che è quella faccia?-

-dovrei essere al corso- borbottò

-ancora con questa storia!? Certo che sei insistente! Forza siediti!- esclamai mentre mi misi a sedere. Mi allungai un po' e gli presi il polso, trascinandolo delicatamente vicino a me. Solo allora si decise a sedersi, ne aprofittai per sdraiarmi di nuovo sull'erba e guardare il cielo.

 

Passarono diversi minuti di dolce silenzio prima di schiarirmi la gola -stanno arrivando le vacanze estive, cosa farai?-

-resterò qui.- rispose

-non hai famiglia?-

-si, ma a loro non interessa di me.-

-e io che sono?!-

-eh?- per la prima volta oggi lo vidi fare un espressione diversa dal solito, questa era un misto fra confusa e sorpresa

-non sono diventato un fratello acquisito?!- risi ancora alla sua faccia sorpresa e tornai a guardare il cielo.

 

-tu cosa farai?- mi chiese

-non ho più un luogo in cui tornare- risposi. Persi la mia famiglia, la mia casa, persi tutto -quindi penso resterò qui a farti compagnia- dissi sorridendo. Ho promesso a me stesso che non mi sarei mai lasciato abbattere. Mai.

-allora inizia a studiare!-

-basta! Che insistente!- esclamai, riuscii a strappare una lieve risata ed un sorriso al mio amico in questa strana domenica mattina.

 

Quella risata condivisa riscaldò il mio cuore per tutta la durata della guerra che venne dopo. Fummo spediti in due luoghi lontani, molto lontani. Lui, essendo un soldato speciale, viene tenuto più in considerazione di noi comuni soldati di fanteria.

La monarchia di Reha quasi si diverte con noi. Prima arretra poi riprende terreno con violenza tale da irrompere i confini. Tanti cannoni spararono insieme in un boato assordante.

 

Mi chiedo: lui, se sapesse ciò che sta succedendo qui, verrebbe di corsa ad aiutarmi? Piangerà per me quando non ci sarò più? Nonostante tutto, spero non venga mai a sapere della mia vergognosa sconfitta. Quel suo sorriso, l'ultimo che vidi quella mattina di fine estate, per me è stato come uno di quei raggi di sole in una stanza buia. Questo mi basta.

 

goodbye.

   
 
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