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Autore: Sebs    15/09/2015    0 recensioni
"La prima volta che avevano dormito insieme, aveva portato di sopra la colazione cercando di non farsi scoprire dagli scagnozzi di Mason, per farsi perdonare della sua fuga mattutina. Quando Crawford chiama, non vuole sentire un no per risposta, neanche quando hai iniziato a lavorare per un privato."
[Alana Bloom x Margot Verger]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alana Bloom, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Margot adorava quando Alana le portava la colazione al letto.
Era una di quelle abitudini che si erano prese per sbaglio, perché era successo più di una volta e quindi erano ormai indelebili.
La prima volta che avevano dormito insieme, aveva portato di sopra la colazione cercando di non farsi scoprire dagli scagnozzi di Mason, per farsi perdonare della sua fuga mattutina. Quando Crawford chiama, non vuole sentire un no per risposta, neanche quando hai iniziato a lavorare per un privato.
E poi c’era Will, che era passato da possibile amante a sconosciuto, con la sua strana influenza su Hannibal e viceversa… sì, di sicuro Mason Verger era un tipo tranquillo, a confronto.
Soprattutto ora che era morto e sepolto.
“Margot, sveglia. Ti ho preparato la colazione,” le sussurrava di solito. Margot le sorrideva e apriva gli occhi. Le augurava una buona giornata e la vedeva indossare il cappotto per andare a lavoro. Un altro paio di clienti privati. Ci voleva un po’ di tranquillità nella loro vita.
Solo che quella mattina non era corsa fuori casa. Alana aspettò in silenzio nell’ombra della porta della camera socchiusa. Aspettò che Margot togliesse il coperchio e…
“Alana? È vero?”
L’immagine della sua fantasia divenne reale quando aprì la porta. Margot Verger, la donna che si era ritrovata ad amare per fortuna e per caso, con i suoi capelli indomabili che le incorniciavano il viso come un’aureola di ricci, aveva in mano un bastoncino di plastica. E un’espressione felice, davvero felice.
“È vero.”
“Ha funzionato.”
Alana la trovava bellissima. Gli occhi fissi sul bastoncino, il lenzuolo che le copriva un braccio.
Si stese vicino a lei, un po’ in difficoltà con la gamba. “Sei libera.”
Margot non era un tipo di molte parole. Col tempo, aveva capito che parlava con sole due persone e perché costretta. Ed entrambe si erano prese gioco di lei. Mason, che credeva fosse una stupida, aveva lasciato che le sue parole diventassero inutili versi di un infante; Hannibal era chiuso nel segreto professionale, ed era pagato, quindi neanche quelle parole avevano molto senso.
Quando Margot parlava, era per ferire. Aveva sviluppato un contorto senso della vendetta e dell’umorismo, con Mason. Sebbene Alana cercasse di convincersi di non averla studiata, non poteva fare a meno di pensare che parte di lei l’aveva compresa grazie agli anni di pratica.
Un’altra, romanticamente, credeva l’avrebbe capita comunque.
Margot prese il viso di Alana e la baciò sulla fronte. “Potrei chiederti di sposarti, una volta o l’altra.”
“Potresti, certo.”
“Mi risponderesti di sì?”
Margot prese un ciuffo dallo chignon, lasciando che sfuggisse dalle sue dita, arricciandosi come sua natura. Le piacevano i dettagli, a Margot. Un capello che si arricciava in maniera diversa dagli altri. Le rughe leggere intorno agli angoli della bocca di Alana quando sorrideva. Il modo in cui passava una mano sugli occhi la sera, quando era pensierosa.
“Non devi sposarmi per forza. Il bambino è comunque di entrambe.”
“Quando cresci con Mason nella stanza vicino alla tua, impari che quando chiudi gli occhi per dormire ci saranno solo incubi.”
La retina che teneva i capelli di Alana cedette, lasciando liberi anche gli altri boccoli.
“La prima notte che hai dormito qui, ho dormito il doppio di quanto dormivo normalmente. Ho dormito bene.”
Il lenzuolo lasciava le clavicole di Margot visibili. Alana le trovava estremamente affascinanti. Non era molto difficile, non adorare il corpo perfetto di Margot Verger. Se fosse grazie o nonostante le cicatrici, Alana non lo sapeva ancora.
Margot Verger era bella come è bello un vecchio libro dalle pagine ingiallite. È la forma stessa dell’arte.
Alana voleva disperatamente baciare quelle clavicole.
“Voi scienziati non credete nella magia?”
Notò la piccola inflessione nel modo in cui lo aveva detto. “Il cervello funziona per magia.”
“Quindi se dico che ho pensato fosse stata una magia, mi crederesti?”
“Ti credo. E se vuoi sapere cosa risponderò quando mi chiederai di diventare tua moglie, dovrai chiedermelo.”
Lei sorrise e la baciò. Era così bello essere tranquilli, svegliarsi e non temere quale punizione avesse Mason in serbo per quella giornata.
Quando Alana uscì per andare a lavoro, Margot riprese il bastoncino in mano.
Incinta.
“Mamma,” sussurrò a se stessa. Sarebbero diventate madri.
  
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