Anime & Manga > Vocaloid
Segui la storia  |       
Autore: Sacchan_    16/09/2015    3 recensioni
Il tempo si è riavvolto e Miku si ritrova a ricominciare tutto da capo di nuovo: stavolta, in un modo o nell'altro, è decisa a fermare il loop temporale e a porre fine alla Notte che perseguita lei e gli abitanti della Villa Sconosciuta.
Long Fiction basata su Ever-Lasting-Night , cantata da: Miku+Gakupo+Gumi+Rin+Len+Meiko+Kaito+Luka.
Tutte le info sulle prime tre long all'interno del prologo.
Genere: Angst, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Night ∞ Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ever lasting night


Le portate furono servite con maestria, merito dell'impeccabilità di Gakupo che  dall'antipasto, al primo, al secondo diresse tutto al meglio senza nemmeno avvalersi dell'aiuto della cameriera o dei due piccoli servitori.
Ma, in tutta sincerità, l'aiuto di Gumi era pressoché inesistente dato che quell'unica volta che la ragazza aveva tentato di versare il vino dal collo della bottiglia al bicchiere di Miku aveva provocato soltanto una vistosa macchia rossa sulla raffinata tovaglia bianca che difficilmente sarebbe andata via.
Dei due gemellini poi era del tutto inutile parlarne che, presi dalle rime, ancora stavano dialogando fra di loro. Miku addirittura sentiva come erano passati dalla classiche rime baciate alle rime alternate.
'Magari evolveranno di livello e passeranno alle incrociate, pure'.
A fianco di Miku sedeva Meiko che di tanto in tanto, con un tantino di malizia nei modi e negli sguardi, la invitava ad assaggiare bocconi di cibo direttamente dal suo cucchiaio o dalla sua forchetta.
Di fronte a lei Luka la inceneriva con lo sguardo: corrucciando le labbra, aggrottando le soppracciglia o mostrando qualsiasi linguaggio del corpo che trasparisse irritazione.
Ne ebbe sempre più la conferma quando, allugando un braccio, la sentì gridare:
"Non si appoggiano i gomiti sul tavolo, è segno di maleducazione!"
Al che Miku si fece piccola piccola: va bene che Luka stava recitando il suo ruolo alla perfezione ma era davvero troppo severa nel farlo.
Fortunatamente Kaito intervenne in suo soccorso.
"Suvvia, Luka. Non puoi pretendere che tutte le persone conoscano le regole del galateo come noi!" Convenne asciugandosi le labbra col tovagliolo.
Miku avrebbe voluto ridere istericamente.
'Era un tentativo di difendermi quello?'
Meiko, euforica, applaudiva le mani peggio di una bambina.
"Ce ne vuole di pazienza per sopportare la nostra Luka!"
Quella frase non fece che aumentare il nervoso di Luka che riversò quel risentimento con ulteriori occhiataccie verso Miku.
'Aaahh non riuscirò mai a farmela amica...'
"Oh, vuoi saperla un'altra cosa?" Spettegolò Meiko appoggiandosi spalla contro spalla verso Miku.
"Sì, certo, cosa?"
"Quando la vedi tenere delle forbici in mano non farla arrabbiare, potresti finire male."
Se prima, dagli occhi di Luka, Miku poteva intravedere fulmini e saette adesso si erano aggiunti tuoni e tempeste.
Quasi tremò quando la vide portare una mano alla bocca e coprire le labbra per nascondere un sorriso. Questo non era, nel modo più assoluto, da lei.
"Era tanto tempo fa, quando mi dilettavo a fare da sarta nel tempo libero."
"Oh, no! No! Tutti lo sanno che..." Continuò Meiko.
"Sorellona, ti prego" Prima di essere interrotta da suo fratello, almeno. "Non credo che alla nostra ospite possano interessare certe cose o pettegolezzi."
"Oh, no affatto! Anzi mi piacerebbe..."
A quel punto esordirono i due gemelli, rimasti fino allora in disparte nel loro angolino.
"Non le dia retta signorina!"
"Dia ascolto a noi!"
"Quanto è vero che parliamo in rima."
"Le racconteremo una storia che non la annoi."
Miku avvertì i brividi sulla pelle: aveva creato due piccoli geni del male, di questo non ne era solo certa, ne era assolutamente sicura.
"Al nostro padrone piace seviziare ragazze nel sonno."
"Ma di giorno è soltanto un rubacuori senza ritorno!"
Miku giurò di vedere gocce di sudore cadere dalle tempie di Kaito fino alla tovaglia.
"I miei gusti sono alquanto singolari..." Commentò Kaito a Miku sussurrando ogni singola parola.
Miku si sentì avvampare mentre  Meiko sbadigliò annoiata.
"Mio fratello colleziona reggiseni."
"Fa peggio: calcola a vista d'occhio la tua taglia del seno!" Aggiunse Luka schifata.
"Ha anche un fetish per il gelato!"
"E lo mangia come un assatanato!"
L'occhio di Miku vagò fino a Kaito che, osservato bene, pareva pietrificato. Doveva essere dura essere un solo uomo in mezzo a tutte quelle donne.
Cioè, in realtà non era l'unico uomo ma Gakupo non faceva testo dato che, nella sua impeccabilità si estraniava da certi discorsi. Di Len poi non ne parliamo.
Meno male che fu proprio Gakupo a richiamare l'attenzione, servendo quello che doveva essere il terzo secondo e che si presentava come una magnifica grigliata di carne aromatizzata.
Naturalmente a Miku stava per scoppiare lo stomaco ma
non ci sarebbe stata altra occasione per lei di poter mangiare piatti tanto deliziosi e prelibati. Contrariamente Meiko ingurgitava tutto senza problemi, poco importava se si trattava di cibo, acqua o vino: era una botte senza fondo.
"Ancora?" Le sussurrò Gakupo chinando il fiasco di vino in direzione del suo bicchiere vuoto.
Miku protese le mani in alto, sapeva che era meglio non alzare il gomito.
"Oh, no, no. Non sono per niente abituata a bere, potrei finire per stare male... meglio di no."
Ricordava ancora come, in una delle precedenti Notti,  era dovuta correre a chinarsi su un gabinetto mentre Gumi le tirava indietro i capelli ed era meglio evitare una spiacevole esperienza come quella di nuovo.
"Peccato..." Gonfiò le guance Gumi. "Gakupo ha scelto ogni cosa con cura..."
"Gumi! Non si offendono le decisioni di un ospite!" Tossicchiò Gakupo. "Piuttosto, ritorna in cucina e aiutami a servire il dolce e il caffé."
"Agli ordini!" Gumi filò via in direzione delle cucine accompagnata dalle risatine dei gemellini che, nonostante i continui rimproveri che Luka riversava contro loro, non si decidevano ad alzarsi dalle sedie.
La donna li stava spronando ad aiutare il maggiordomo e a riordinare la tavola il più possibile, quantomeno togliendo i piatti vuoti ma i due perseguitavano a fare i nullafacenti lamentandosi di essere ancora troppo piccoli per fare lavori domestici così faticosi come lo sparecchiare una tavola.
"Deve essere dura sopportare tutto questo..." Bisbigliò Miku a Gakupo.
"Non lo è se ci sei abituato... chi fa da sé fa per tre."
Difatti Gakupo faceva tutto da solo e tutto finora era andato liscio come l'olio.
Miku non riuscì a fare a meno di chiedersi se Gakupo fosse così perfetto anche nella vita privata, a dire il vero aveva la totale sensazione che tutti loro attori avessero caratteristiche in comune con i personaggi che interpretavano.
"Certo che è una notte davvero noiosa..." Meiko sventolò il suo immancabile ventaglio davanti al viso mentre osservava assorta una delle grandi, ampie finestre munite di balcone presenti all'interno del salone.
La notte era scura e il vento quasi impetuoso che tirava fuori faceva sì che i rami degli alberi si muovessero con movimenti irregolari.
"Sono certo che se la mia padrona ci pensasse al meglio riuscirebbe a trovare degli ottimi modi per trascorrere questa notte..." la rincuorò Gakupo mentre si apprestava a porle sotto il naso una tazzina ricolma di caffè fumante.
"Uh? Sento un odore speziato..." Commentò la donna, mostrando ancora una volta le abilità del suo naso superfino.
Con la stessa grazia Gakupo porse un'altra tazzina anche a Miku.
"Spero che le spezie miscelate al caffé vi piacciano, in particolare questa è una mia specialità."
Miku soffiò sopra il liquido scuro.
"Non sono una grande intenditrice di caffè, ma immagino che, se preparato da te, deve essere squisito di sicuro." Convenne.
"Si tratta di un caffè marocchino: ossia un caffè dove ai soliti grani vengono mishiati anche cannella, chiodi di garofano, bacche di cardamomo, noce moscata, zenzero e pepe nero." Si intromise Kaito bevendolo e destando un sorriso compiaciuto in Gakupo.
"Vedo che il mio signore se ne intende."
Kaito sollevò prima in alto la tazzina e poi la bevve in un sorso; Miku lo imitò deglutendo quel caffè, forse, per lei fin troppo aromatizzato.
"Rimane il fatto che questa serata è noiosa..." Riprese Meiko. "Così buia e triste... oh, ma certo!" Improvvisamente si alzò in piedi trascinando Miku con sé. "Dobbiamo far divertire la nostra ospite! Canti, balli, giochi! Qualsiasi cosa che renda questa notte divertente!"
Soltanto Miku restò appagata da quella proposta, soltanto lei sapeva che l'organizzare una festa dopo la cena era un dovere inviolabile di quel infinito copione, al contrario gli altri non si dimostrarono così entusiasti.
"E per tutti gli dei in cielo..." Rovesciò la testa all'indietro Kaito. "Cosa vorresti fare, sorella mia?"
Meiko parve prima rimurginarci un po' su per poi battere le mani fra loro con vigore.
"Una caccia al tesoro! Sì, quando abbiamo comprato questa Villa e ci siamo trasferiti qui il precedente proprietario non ci ha forse detto che da qualche parte, in qualche stanza, fosse nascosto un tesoro segreto?"
Calò il silenzio.
"Sognate troppo mia signora, quel vecchio era solo un ciarlatone."
Meiko si rabbuiò.
"Non possiamo sapere se è vero oppure no, non abbiamo mai cercato."
"Vero o no, quello era uno che di soldi ne aveva."
I gemelli saltarono su con una delle loro.
"Perché non ci giochiamo?"
"Così non ci annoiamo!"
Non tutti i presenti risultarono entusiasti dalla proposta fatta dalla padrona, Miku per prima non era sicura di voler partecipare. Era bene a conoscenza dei segreti che nascondeva quella misteriosa Villa perduta nel bosco. Segreti che avevano a che fare con seminterrati bui, dove vi erano disposte bare in circolo e dentro quelle bare...
Osò non pensarci.
Meiko fece gli occhioni a tutti i presenti con la speranza di convincerli.
"Provate a pensarci: è solo un modo come un altro per scacciare la noia, per passare il tempo. Magari non troveremo nulla ma se, invece, ci fossero davvero ricchezze in questa Villa? Non potremo saperlo dato che domani ognuno di noi andrà per la sua strada. Ci rimarrà solo l'insoddisfazione di non aver reso questa Notte indimenticabile.
Kaito si grattò quel poco di barba che possedeva.
"Un ragionamento che non fa una piega..."
Meiko piroettò su se stessa.
"Allora è deciso!" Ululò piena di gioia. "Possiamo cercare da soli! Andare in coppia, formare delle squadre...
"Andremo da soli."
Puntualizzò Miku azzerando tutto l'entusiasmo appena nato in Meiko.
"Oh va bene..." Disse sconsolata. "Possiamo andare tutti da soli..."
Miku voltò loro le spalle: non ce l'aveva con nessuno in particolare, semplicemente sapeva già che in quella Villa non esistevano cose belle come un forziere pieno di monete, tesori nascosti chissà dove o chissà quali ricchezze perdute nel tempo.
'L'unica cosa che esiste...'
Si ritrovò a pensare fermandosi davanti al grande orologio a pendolo situato nell'ingresso principale.
'...è questa Notte maledetta.'
Gli altri, eccezion fatta per i gemelli e Meiko, scrollarono tutti le braccia e sbuffando fra di loro diedero inizio a quel gioco di caccia al tesoro. Fra loro parlottavano su chi avrebbe esplorato le stanze o chi avrebbe ispezionato gli angoli della casa, i gemelli addirittura si adoperarono per bussare ad ogni centimetro di muro o tirare qualsiasi candela o candelabro che avrebbero incrociato nel loro cammino.
Ma Miku lo sapeva, nulla di tutto questo era reale. Non vi erano passaggi segreti o antri misteriosi in quella Villa.
Vi era soltanto un unico, stretto e buio corridoio che portava giù nell'oscurità, nei meandri di quella Villa ed era lì che voleva andare; per verificare ancora quella cosa con i propri occhi.

Le bare erano esattamente lì, proprio come le ricordava.
Disposte in circolo e laccate di nero, su ognuna di esse svettava un singolo numero.
C'erano cose che ancora Miku ricordava vagamente, alcune aveva anche provato a rimuoverle ma le bare erano un ricordo vivido impressosi ormai nella sua mente e ce ne sarebbe voluto di tempo prima di cancellarlo.
"Cancellare questa Notte potrebbe essere un modo..."
Si avvicinò ad una di esse, non badò al numero: una valeva l'altra.
Con un calcio la fece scoperchiare, il coperchiò rimbalzò contro il pavimento provocando un forte rumore che, a causa dello spazio vuoto e delle pareti, rieccheggiò fino in lontananza.
Dapprima non vide che oscurità. Infine, quando i suoi occhi si abituarono, poterono scorgere il fondo di quella bara e il suo contenuto.
La visione fu troppo brutale per la ragazza che, assalita dagli orrori e dai sensi di colpa dovette correre fino al lato opposto di dove si trovava per poi appoggiarsi con le mani alle pareti.
Sentiva i conati di vomito, la testa girare, il respiro mancare, il mondo farsi ancora più buio di quanto già non era.
No, non era il momento di svenire. Decisamente no.
"Perdonami." Riuscì solo a sillabare.

Quando riemerse in superficie trovò tutti gli abitanti della Villa radunati all'ingresso, sembravano aspettarla o quantomeno si atteggiavano a tale.
"Trovato niente?" Chiese loro notando che nessuno si degnava di dire qualcosa.
Non ci fu risposta se non il silenzio, almeno fino a quando le lancette dell'orologio a pendolo non si spostarono entrambe sulla XII e questo finì per far trillare un forte "DONG!" ripetuto per dodici volte.
Quel suono... a Miku parve così estraneo.
Da quanto tempo stava cercando di far sì che l'orologio a pendolo realizzasse proprio quel suono?
Improvvisamente le sembrò un tempo eterno.
Avrebbo dovuto esserne felice, immaginò. Era da tanto che li sognava, invece quei rintocchi sembravano estraniarla al mondo sempre più.
"Mezzanotte!" Strepitò all'improvviso Rin.
"Mezzanotte!" Fece eco Len.
Quei rintocchi segnavano la fine?
O forse no?


Sembrava che questo capitolo o che questa long non avesse mai avuto una continuazione ed invece eccolo qua! Finalmente, oserete dire.
Ci sono state diverse problematiche dietro alla stesura di questo capitolo, leggasi: autrice immersa nel lavoro, temporaneo blocco dello scrittore, paragrafi scritti e poi cancellati, estate di mezzo e quindi ferie. Più di una persona mi ha anche scritto in privato per sapere come mai e la mia risposta era che non avrei abbandonato questa storia nonostante la lunga assenza da EFP (sì, non sono stata poi così attiva). Questo capitolo poi doveva risultare più lungo originalmente ma allungare il brodo mi è sembrato troppo e l'ho accorciato lasciando solo ciò che ho ritenuto fondamentale, spero che sia piaciuto.
_Flowermoon_


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Sacchan_