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Autore: LoveRevy    16/09/2015    1 recensioni
Una serie di omicidi, stava turbando di nuovo la città di Canon Beach, Oregon.
Maya non poteva sapere a cosa stava per andare incontro, la sua vita stava per essere stravolta da nuove rivelazioni e da avvenimenti a dir poco spiacevoli.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

 

 

Iniziò tutto così nella spensierata città di Cannon Beach, Oregon. Una serie di omicidi, stava turbando di nuovo la tranquillità della cittadina.

Dieci anni prima sette persone scomparvero, e furono trovate morte, brutali ed inquietanti sono gli aggettivi appropriati per descrivere quei corpi, rapiti e torturati per giorni con vari tipi di attrezzi, imbavagliati con dei pezzi di stoffa stretti tanto da lasciare lacerazioni profonde attorno alla bocca. Il coroner non aveva riscontato tracce di sedativi, per via del lungo periodo che teneva le sue vittime, solo una cosa era certa, quest'uomo aveva delle conoscenze mediche, si notava dal modo in cui aveva cauterizzato delle ferite profonde, utilizzava delle grappette, era un metodo superato, ma pur sempre efficace, doveva far restare in vita le vittime per 30 giorni. Non gli importava altro, passato il limite, li strangolava e li gettava in una fossa, su quella strada poco trafficata, nudi, come se volesse continuare ad umiliarli, non furono rinvenute tracce dell'assassino, era come se si fosse volatilizzato nel nulla, ed ora di punto in bianco sembrava che fosse tornato.

I primi due omicidi avvennero a distanza di un mese, l'uno dall'altro, trovarono i corpi in una strada a 4 km dal centro.

Lo sceriffo non rilasciava alcun tipo di dichiarazione, chiedeva solo di mantenere la calma, e di non girare nel bosco, ma le voci che un pazzo assetato di sangue stesse girando per la città, terrificava i cittadini, per questo chiese aiuto a Ryan Theron, l'unico che poteva capirne qualcosa, aveva esperienza in questo campo, in passato aveva già lavorato a quel caso con un suo amico ma non erano riusciti a fermarlo, questa volta sarebbe stato diverso, aveva molti più anni d'esperienza ed era pronto a tutto pur di catturarlo.

Intanto in città una delle poche persone che sembrava ignorare tutto è la ventisettenne Maya Aideen, una ragazza dal fisico un po' in carne, qualche chilo in più, che diciamolo tra noi, non le stava affatto male. Lunghi capelli lisci neri che le arrivavano alla schiena, il viso leggermente allungato, occhi di un nero profondo e labbra carnose e un caratterino alquanto complicato caratterizzava la giovane. La particolarità che tutti amavano di lei era il suo attaccamento alla famiglia e agli amici. Per lei, meglio pochi ma “buoni”, questa era la sua filosofia. Maya non poteva sapere a cosa stava per andare incontro, la sua vita stava per essere stravolta da nuove rivelazioni e da avvenimenti a dir poco spiacevoli.

 

1° capitolo


 

13 Maggio 2014

 

La sveglia suonò e la voce della Signora Mary Aideen si sentiva vagamente risuonare nella casa, Maya aprì gli occhi e fissò il soffitto, ancora addormentata, sentì la madre parlare al telefono, si alzò controvoglia dal letto e andò in bagno. Scese le scale ed entrò nella cucina dove la madre era in procinto di attaccare il telefono.

“Con chi eri al telefono?”,si stiracchiò la schiena

“Con l'amante, ora siediti che la colazione è pronta!”, si voltò verso i fornelli, prese una tazza di caffè e un piattino con un muffin al cioccolato, i preferiti di Maya. Pose tutto sul tavolo, guardandola aggiunse, : “ Era Kelly al telefono, ha chiesto quando hai intenzione di risponderle, ti ha lasciato cento messaggi!”

“Fammi svegliare e poi la chiamo! A proposito hai sentito papà?” pose la domanda con la bocca piena

“Mi ha chiamato ieri notte, è ancora in alto mare con quella presentazione, non sono ancora riusciti ad organizzare la campagna di presentazione per quel nuovo... coso...”

“Software! non coso. Vabbè! mi arrendo”, sorseggiò il caffè, “Quindi quando torna papà?”

“Non lo so può essere tra tre settimane come tra due mesi, sto pensando di andare da lui... tu che ne pensi?” Mary era un po' preoccupata per la risposta,

“Per me va benissimo, basta che mi porti un bel regalo!”, sorrise, avrebbe voluto dirle di no, ma non poteva, la madre c'era sempre stata per lei, ed era anche un modo per farle capire che non era più una bambina.

“Ok, poi mandami la lista! Intanto oggi vado da Frank per fare il biglietto! Grazie tesoro!” si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte,

“Frank chi sarebbe adesso?” non ricordava nessuno con quel nome

“Oddio! Certo che hai proprio poca memoria... Vive in questa città da 20 anni, ha l'agenzia di viaggi all'incrocio, hai presente dove lavori tu?”

Maya annuì

“Ecco lui sta all'inizio della strada, tu stai 200 metri più avanti, hai capito adesso?”

“ahhhh! Siiiii ho capito chi è!”

“Bene adesso muoviti o farai tardi a lavoro!”

Mandò giù l'ultimo sorso di caffè, e corse a farsi una doccia, per poi indossare una maglietta e jeans blu scuro attillati, con un trucco molto leggero anche perchè non era in vena di perdere troppo tempo. Nel giro di quarantacinque minuti era di nuovo in cucina, cercando le chiavi della macchina e la borsa.

“Mamma dove sono le chiavi con la mia borsa?” vagava per l'intera casa presa dalla disperazione

 

“Dove le hai lasciate ieri, sul divano!”

Andò in salone afferrò la borsa e le chiavi che erano posate sul divano, corse verso l'uscita, aprì la porta e gridò: “Io vado! grazie mamma!” senza aspettare la risposta uscì di casa e scese di corsa i gradini ancora umidi per la brezza del mare, si diresse in macchina cercando il cellulare e lo tenne in mano senza nemmeno guardarlo, aprì la portiera dell'auto, ma prima di salire, diede uno sguardo verso il mare, si proprio così, abitava di fronte al mare, in un piccolo villino a due piani con giardino sul retro e accesso diretto alla spiaggia, era piccola, molto carina da fuori, l'unica pecca era il colore, un blu chiaro sporco che tendeva quasi al marrone, aveva il parcheggio in comune con la casa affianco, e per Maya era la casa più bella di tutte, quella vista la lasciava sempre senza fiato, era il suo angolo di paradiso.

Salì in macchina e si lasciò alle spalle Ocean Ave, il viale di casa sua. E si diresse al pub. Parcheggiò la macchina sul retro, scendendo dall'auto si ricordò che doveva assolutamente chiamare Kelly, con la mano frugò velocemente sul sedile passeggero afferrando il cellulare e chiamò velocemente la ragazza che rispose senza farla attendere molto.

“Ahhh ma allora sei viva?” Kelly aveva una voce di rimprovero, continuò “E' da ieri notte che ti cerco, devo parlarti di una cosa importantissima, ma ora sarai arrivata a lavoro!”

“Ieri mi sono leggermente addormentata...” rispose mortificata all'amica

“Addormentata? se mi fosse successo qualcosa?”

“Ti è successo qualcosa?” la prendeva in giro come sempre
 

“No...”rispose esasperata

Non la lasciò finire : “Be allora calmati e dimmi che ti è successo?”

“Mi ha chiamato Shon e vuole vedermi!” disse tutto d'un fiato euforica

“Ok ho capito, stasera alle 19 ci vediamo qui da me, mangiamo qualcosa con qualche birra e sarò pronta per ascoltarti tutta la notte!”

“Va bene a dopo, sbrigati a entrare a lavoro se no ti licenziano!”

“Tranquilla e stai calma!”, riagganciò.

Si conoscevano da moltissimi anni, inizialmente erano vicine di casa, ma per dei problemi finanziari aveva dovuto cambiare e spostarsi più al centro, stavano sempre insieme, erano sorelle, sapevano tutto l'una dell'altra: dai primi amori adolescenziali, alle questioni in famiglia, insomma dalla più sciocca alla più intima. Per questo con il trasloco ne avevano risentito entrambe, ora erano a 7 minuti l'una dall'altra, e nulla poteva dividerle.

Maya iniziò il turno, essendo cresciuta lì conosceva tutti, il mercoledì a lavoro era un giorno un po' monotono, durante la settimana il pub aveva pochi clienti, c'erano giusto i clienti abituali, in città c'erano solo 15 pub, quindi non c'era molto scelta e quello dove lavorava lei era uno di quelli che accoglieva più clienti e quindi a sua volta il lavoro non era da meno. Iniziò pulendo ogni angolo del bancone, fino ad incrociare un quotidiano, in prima pagina c'erano gli omicidi con una notizia sconvolgente, "giovane ragazza rapita”, si fermò incuriosita e spaventata a leggere l'articolo, con particolare attenzione soffermandosi alla riga dove descrivevano i rapimenti architettati dall'assassino che era ancora in circolazione. Dan, il proprietario uscì dalla cucina e notò come il giornale avesse catturato l'attenzione della sua dipendente, per arricchire la sua curiosità disse: “Boogymen lo chiamano!”

Lei sorpresa si voltò a guardarlo, non capiva a cosa si stesse riferendo.

“E' il soprannome che gli hanno affibbiato, l'uomo nero, le vittime vengono rapite di notte, non lascia tracce, mai un'impronta, l'ultima ragazza che ha rapito è scomparsa da una settimana, e la conoscevi...”,

Iniziò a tremare e a sudare, un brivido lungo la schiena le fece venire la pelle d'oca, voleva sapere ma allo stesso tempo era spaventata

“Amy Ruls, la tua compagna di liceo”
 

“Chi ti ha detto che è Amy?” lei non riusciva a crederci, in quel preciso istante la sua vecchia amica poteva star lottando per la sua vita.

“Lo sceriffo Rey è un mio caro amico, viene sempre anche qui, e spesso organizziamo dei barbecue a casa sua, il figlio è il vice sceriffo e ci conosciamo da moltissimi anni”

“Si mi ricordo, ma come fanno ad essere certi che sia proprio nelle mani di quest'uomo?”

“Il rapimento si è svolto con le stesse particolarità dei precedenti, la ragazza a quanto pare era andata a dormire, ma la mattina successiva la madre non la trovò, non era nella sua camera, quando lo sceriffo è giunto lì, ha notato che solo il letto era disfatto, ma non c'erano segni di effrazione, ne di scasso sulla finestra, neanche un' impronta, nulla, come se si fosse dissolta nel nulla.”

“Oddio...”, Maya era sconvolta, era terrorizzata a sentire i particolari del rapimento della sua ex compagna di classe.

“Maya sta attenta ti prego!” l'avvertì il proprietario

“Io e perché?”, non capiva perché le stesse dicendo di stare attenta, era come se stesse cercando di dirle qualcosa, aveva uno sguardo colpevole e molto triste

“ Devi dirmi qualcosa Dan?”

abbassò lo sguardo e si voltò verso la cucina , si mise immediatamente sulla difensiva , : “Era così per dire!”, quella frase resto in sospeso, come se volesse aggiungere altro, ma non lo fece, lei lo guardava come se provasse a cogliere il senso della frase ma non capì e lasciò perdere.

Dan uscì dal retro della cucina e chiamò al telefono lo sceriffo: “Rey dovremmo avvertire le persone, prima stavo quasi per dire a Maya, che le loro case...”, non gli fece finire la frase

“No nessuno può sapere! E' un vantaggio che non voglio perdere l'unica possibilità di catturare quel pazzo!” strillava al telefono come un matto

“Stai mettendo in pericolo le loro vite, se fossero a conoscenza... forse potrebbero almeno cercare di difendersi!”,

venne interrotto nuovamente: “Tieni la bocca chiusa! non ti permetterò di rovinare tutto!”, aveva 

una voce molto dura, era come se non si conoscessero più

“Ok se gli succede qualcosa sarai personalmente responsabile!”

“Fidati di me amico mio!”, la voce era diventata come una supplica

riagganciò, ma rimase seduto a fissare il telefono come se cercasse un'altra soluzione, che purtroppo non riusciva a trovare.

Il tempo scorreva, nel giro di due ore sarebbe arrivata Kelly, Maya guardava l'orologio come se volesse far scorrere il tempo più velocemente, un cliente la destò muovendo una mano in aria per attirare la sua attenzione, lei si mosse e andò verso il tavolo:” Vecchio Jhon che altro ti porto?”

“Un' altra birra, tesoro! Puoi chiamarmi anche il proprietario?” lui era sempre stata una persona molto alla mano, era stato il primo cliente che aveva conosciuto in quel posto,

“Vado subito, ti porto anche due noccioline già che ci sono!” si voltò di scatto e andò a cercare Dan: “Qualcuno ha per caso visto il proprietario?”, in cucina tutti negarono scuotendo la testa, a quel punto volle vedere se la macchina fosse ancora nel parcheggio, aprì la porta e lo trovò seduto su un fusto di birra vuoto, con il telefono in mano: “Tutto ok?” lo guardava un po' perplessa "Ti vogliono in sala!”

Lui annuì solamente senza dire una parola.

Maya torno in sala portando le cose al tavolo: “Ecco la birra con le noccioline, Dan arriva immediatamente!”, un sorriso le illuminò il viso

“Grazie tesoro!”

Lei si voltò e torno dietro il bancone, vide Dan con uno viso pallido recarsi al tavolo e sedersi davanti a Jhon, parlavano a voce molto bassa, lì fissò per qualche minuto, poi volse lo sguardo in direzione dell'orologio appeso sopra la porta d'ingresso, le mancavano pochi minuti e avrebbe staccato. Andò in cucina a ordinare i due hamburger con patatine doppie per poi dirigersi verso il bancone 

per preparare le birre, afferrò un bicchiere ma senza un motivo apparente le scivolò e si spaccò in mille pezzi, irritata fissò i pezzi di vetri sul pavimento , prese la scopa con una paletta e cominciò a pulire rannicchiata a terra.

“C'è qualcuno che lavora in questo posto?” Kelly si affacciò da sopra il bancone, sorridendole

“Per la gente che mi assilla no mi dispiace!”, iniziarono a ridere a quella frase

“Che bello vedere che almeno a lavoro sei attenta ai clienti! Mi fa molto piacere!”

“Il panino quasi quasi anziché darlo a te me lo porto a casa e lo mangio domani per colazione!”, scoppiarono a ridere in una maniera quasi coinvolgente, loro due erano così, si potevano rispondere male quando e quanto volevano, ma alla fine non potevano fare a meno l'una dell'altra.

“Tieni prendi le birre e cerca un tavolo io arrivo con le cose buone!”

“E' così che tratti i clienti?”

“I clienti come te si” intanto riempì due boccali grandi e li passò all'amica, che prese posto in un tavolo vicino alla parete a sinistra, Maya giunse poco dopo con i piatti e si sedette: “Allora dimmi cos'era la storia di vitale importanza per cui mi hai chiamato tutta stanotte?” chiese curiosa, Kelly drizzò la schiena e sembrò diventare una senatrice anche nel tono della voce: “Allora...” fece un 

respiro lungo come se stesse per dire qualcosa di sconvolgente.

“Shon ieri verso mezzanotte mi ha scritto un messaggio!” iniziarono a mangiare dopo quella rivelazione, anche se lei era più presa ad esporre la serata di ieri che a fare altro,“Ha detto che vuole vedermi per parlare, forse vuole tornare con me, tu che ne pensi?”

“Non chiedermi queste cose, che poi ci rimani male se ti dico le cose come stanno...”, si guardarono un attimo negli occhi

Kelly voleva sapere :”Dai dimmi!”

“Per me è solo che non ha nessuno con cui uscire e di conseguenza chiama te!”, disse senza mezzi termini

“Sempre così cinica! Menti per favore!”, lo sguardo era in cerca di compassione,

a quegli occhi non poteva continuare ad essere così fredda e distaccata : "Vi incontrerete e scatterà di nuovo la scintilla... quella che Shon ha perso molto tempo fa, poi vi sposerete e deciderete quanti figli avere, comprerete la casa a fianco alla mia, e dovrò farvi da baby sitter, visto che voi due sarete troppo impegnati a fare i piccioncini, va bene così?”

“Hai esagerato un po'!ma potrebbe andare, mica sono come te impassibile a tutti i ragazzi?”, fece un sorrisino malizioso all'amica .

“Non è che sei lesbica, sai che a me puoi dire tutto!” a quell'affermazione

scoppiarono in una risata

“No tranquilla mi piacciono i ragazzi, e lo sai bene!”, continuarono a ridere, “Qui non ci sono ragazzi non è colpa mia! Tornando al discorso di prima, quando vi vedete?”, sapeva che l'unico modo per cambiare argomento era farle ricordare Shon,

“Tra tre settimane! Oddio che mi metto?”

“Manca tantissimo, beh, potreste vedervi direttamente il prossimo anno già che ci siete!”

“Scema! non è in città!”

“Dov'è andato mio cognato senza avvertirti?” Maya aveva un tono ironico

“E' andato tre mesi dai nonni!”

“Ma non erano morti?”, lei non si scordava mai nulla, infatti ricordava un giorno, mentre loro parlavano e lui aveva detto che erano morti entrambi quando era piccolo, questa cosa le sembrava molto strana.

“Ma che dici! Lo stai confondendo con qualcun altro!” lei a differenza dell'amica non ricordava 

molto bene le cose

“Forse hai ragione tu, lo avrò confuso...” era ancora un po' perplessa ma per non andare incontro ad una discussione gliela diede vinta.

“Sei sempre la solita!”

“Dai forse quel giorno avevamo bevuto troppo!” fece un sorriso di scuse

“Parlando di cose serie mamma vuole andare in Francia da papà”, si scambiarono uno sguardo complice

“Dimmi che non è uno scherzo?”

“Secondo te posso scherzare su queste cose?”

“Mega festa da te?”, era elettrizzata, “Anzi appena va via la organizziamo intanto verrò a dormire da te poi ci pensiamo!”

“Così è la volta buona che mi licenziano!”, sapeva che con l'amica in casa avrebbero fatto tardi ogni singola notte.

Dopo essersi scolate due birre, videro che si era fatta l'ora di andare. Uscite dal locale le ragazze si salutarono e andarono verso le corrispettive auto.

Maya guidava verso casa e il ricordo di Dan la turbava molto, non capiva il suo atteggiamento. Arrivata a casa, si diresse in cucina, la luce era accesa come sempre, la madre aveva quell'abitudine, sul tavolo notò immediatamente un biglietto di carta con su scritto:

“Sono stata in agenzia domani ritiro il biglietto,

parto il 23 sera, vedi di farti dare la serata libera

mi devi portare all'aeroporto! Notte tesoro!”

Era contenta che almeno la madre si sarebbe allontanata da quella città. Spense la luce e si diresse in camera sua, si spogliò e si infilò il pigiama, una maglietta di una taglia in più, vecchia, ma le piaceva molto per dormire, vista la comodità. Si sdraiò sul letto e con la mente tornava a quel pomeriggio, non sapeva neanche lei perché non si toglieva dalla mente l'immagine di Dan che le diceva di stare attenta. Alle tre alla fine si addormentò.

L'indomani al suono della sveglia si catapultò fuori dal letto e scese, la madre era in cucina che canticchiava una canzone che stava passando alla radio,

“Mamma ti vedo allegra!”

“Certo vado da mio marito, finalmente lo rivedo!”, le poggiò la colazione sul tavolo

“Ho fatto il biglietto solo di andata almeno torno con tuo padre!”

“Quindi sai quando vai, ma non sai quando torni, e brava mamma!”, disse in maniera molto sarcastica

“Non fare così Maya, sai bene che non mi va di lasciarti, ma tu stai sempre fuori sono stanca di stare a casa da sola!”

“Sono contenta per te mamma davvero, la Francia ti è sempre piaciuta, poi Parigi, potreste restare a vivere lì e non è un modo di dire!”

“Voglio proprio vedere come farai senza di me!”

“Posso cavarmela benissimo da sola, non ho più due anni! Quindi stai tranquilla!”, erano molto legate, fin da piccola, la madre era un punto di riferimento per lei, non si erano mai lasciate per così tanto tempo, poi non sapeva neanche quando e se sarebbe mai tornata, non poteva dirle di restare non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Si preparo e andò a lavoro, giunta nel parcheggio chiamò Kelly

“Ho delle novità per lei, Madame!”, fece con voce molto diplomatica, “Mia madre parte il 23 di sera ,e lei signorina è ufficialmente invitata a casa mia!”,

dall'altra parte del telefono la sentiva ridere: “Perfetto! inizio ad organizzare qualcosa, intanto sappi che porto da bere!”

“A mia madre non deve giungere nessuna voce!”

“Tranquilla dai ci aggiorniamo! Buon lavoro!”
 

Il turno cominciò, ed il giovedì era come se iniziasse il week-end, i locali si riempivano, la serata era stata movimentata fortunatamente senza inconvenienti, in un momento di tranquillità trovò Dan intento a sistemare l'erogatore della birra, decise di cogliere l'occasione per domandargli di nuovo di ieri :

“Dan senti, riguardo a ieri ci sono novità su Amy?”

“No nulla di nuovo! Già che sei lì potesti passarmi le pinze, sono sopra il bancone!”, aveva la voce affaticata, come se stesse facendo uno sforzo fisico

“Quindi ancora nulla...”, gli porse le pinze

“Maya che ti serve?”, la conosceva troppo bene, sapeva quando c'era qualcosa che non andava

“Sai mia madre parte il 23 e vuole che la accompagno all'aeroporto...”, si salvò per un soffio, non poteva giocarsela male, quindi decise di non chiedergli nulla riguardo il giorno precedente,

“Si certo te lo puoi prendere tranquilla, se mai mi servisse un aiuto ti chiamo o vieni più tardi! Va bene o vuoi proprio la serata libera?”

“Bé se fossi libera... Scherzo per me è uguale, vedi tu se ti servo o meno, io comunque dopo che lascio mamma vengo qui a bere una cosa!” aveva un faccino tenero

“Va bene decideremo sul momento!”

“Grazie! Grazie! Grazie!”

La serata terminò, e i giorni frenetici continuavano a passare senza sosta, in un attimo era già giunto il momento della partenza di Mary.

Maya non sapeva che quel giorno avrebbe conosciuto un ragazzo, e le avrebbe ricordato il significato di una parola a lei sconosciuta da molto. L' “Amore”.

 

 

   
 
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