«Dimmi
che tutto questo ha un senso», sussurrava piano, affacciata
alla sua finestra.
Aveva
esaurito tutte le lacrime, il dolore era diventato soffocante, un masso
opprimente sul petto, quel petto su cui non si sarebbe più
appoggiato.
«Basta,
ragazzina...».
Le
sembrava di sentirla quella voce ovattata, un po’ burbera, di
certo irritata.
«Dico sul serio,
adesso basta, ti avevo detto di fare finta di niente»,
si indurì
quella voce e credette di impazzire, serrando gli occhi,
scacciò l’aria e lo
vide, il suo riflesso... «Marco...»,
sussurrò incredula e una lacrima le
sfuggì.
«Non mi sono mai
piaciute le lacrime»,
sembrava vero quel momento.
«Come...»,
tese una mano e sentì freddo nel punto dove avrebbe dovuto
esserci la sua mano.
«Basta Silvia, o
non potrò più andare via»,
addolcì il tono Marco e svanì, lasciandola sola,
di nuovo.
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Eccola, piccola piccola.
Questa flash appartiene alla serie "I passi di Silvia" e attraverso una drabble o una flashfiction attraversa (perdonate il gioco di parole) tutte le sezioni delle originali, ad oggi ho sfornato solo tre storiedi carattere rmantico, drammatico e, adesso, sovrannaturale, spero di terminare presto.
Baci, a presto.
Potete trovarmi su facebook all'account Cinzia N. Spurce e al blog Parole Fidate.