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Autore: Serendipity__    16/09/2015    10 recensioni
Quando Daryl decide di assecondare suo fratello Merle e di entrare in quella casa fatiscente che ha scelto tra tante altre, non ha idea che al suo interno troverà una persona in grado di cambiare il suo destino.
Quando Beth decide di nascondersi in quella casa fatiscente, sperando che il suo aspetto malandato faccia desistere eventuali visitatori, non ha idea che presto sarà invece raggiunta da qualcuno che stravolgerà la sua vita già così messa a dura prova.
*Dal testo:*
- Prendila, Daryl!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi presento, sono Serena e sono una grande appassionata di The Walking Dead. Soprattutto sono una grande fan della coppia Daryl/Beth, tanto che mi sono decisa a scrivere qualcosa su di loro.
Premetto che è la prima volta che mi cimento in questo fandom, quindi se avete consigli o critiche per migliorarmi sono ben accette.
Per quanto riguarda la storia, questo è solo un piccolo prologo, il primo capitolo vero e proprio spero di postarlo entro un paio di giorni massimo.
Come vedrete si tratta di una "what if", dove Daryl e Beth si incontreranno in una situazione del tutto diversa rispetto alla serie tv. Infatti, ho immaginato che sia stato solo lui a tornare indietro ad Atlanta per salvare Merle, rimanendo poi insieme, senza quindi riunirsi al gruppo che invece poi arriverà alla fattoria dei Greene.
Perciò, sarà solo Beth ad aver vissuto i fatti come si sono svolti sino alla caduta della prigione, da cui come scoprirete, è fuggita da sola.
Di conseguenza il rapporto tra loro sarà diverso da quello conosciuto, essendo appunto calati in una situazione totalmente differente.
Ora, però, vi lascio alla lettura, sperando che possa incuriosirvi almeno un pò. Se vorrete lasciarmi un vostro parere, ne sarò ovviamente contentissima.





                               
 PROLOGO






Il suono di un vaso che andava in frantumi aveva svegliato Beth di soprassalto nel pieno della notte. Un cieco terrore l’aveva assalita nel realizzare che degli intrusi si stavano aggirando al piano di sotto, mentre il suo cuore aveva cominciato a palpitare all’impazzata.

Da diversi giorni si era rifugiata in quella villetta mezza diroccata, sicura che nessuno sarebbe venuto a visitarla dato il suo stato fatiscente, ma a quanto pareva si era sbagliata di grosso.
Dopo attimi di immobilità dettata dal panico aveva ripreso il controllo di sé, scivolando fuori dalla coperta che si era gettata addosso e nascondendosi tra il comò e la tenda, al buio.
Poi la porta della camera aveva cigolato con un lamento da brivido e quando la prima torcia aveva squarciato l’oscurità della stanza, Beth si era rannicchiata il più possibile coprendosi la testa con le braccia, in un gesto istintivo di difesa. Erano vicini ed erano in due. Aveva intrecciato le dita sul capo e strizzato forte gli occhi sperando che il suo tremore non facesse ballare anche la cassettiera.
I due uomini erano entrati a grandi falcate, smuovendo la coperta che forse aveva conservato ancora un pò del tepore del suo corpo, perchè subito si erano diretti verso il bagno, cercando anche lì la presenza di qualcuno.
I loro passi, pesanti come i loro respiri, si erano fatti a mano a mano più leggeri fino a che c'era stato un momento di totale silenzio.
Se ne sono andati? Dio, ti prego, fa che se ne siano andati!
 -E' qui.
Una voce bassa e roca, sopra di lei, aveva vanificato praticamente subito le sue preghiere.
- Cos’hai trovato, Daryl?
L'altro doveva essersi avvicinato, perchè a quel punto aveva sentito la tenda spostarsi, accompagnata da una risata divertita.
- Cazzo, un'altra bambolina! Fratello, inizio a pensare che tu abbia un fiuto particolare nello scovare le femmine!
Beth si era rifiutata di guardare, fingendo per un attimo di poter essere ancora bambina, quando le bastava tenere gli occhi chiusi per tenere lontano i mostri delle favole. 
- Fatti un po’ vedere.
L’ultimo arrivato l'aveva ghermita per un braccio e tirata in piedi a forza.
- Ciao bambolina, allora che ci fai qui tutta sola?
Stretta nella morsa ferrea dell'uomo, a Beth non era rimasta altra scelta che aprire gli occhi. Alla luce della bruma notturna che entrava dalla finestra, i suoi occhi erano volati d'istinto prima sulla figura dell'uomo che l'aveva individuata, intuendone subito la pericolosità: alto, muscoloso, capelli lunghi e barba incolta, il suo aspetto le era apparso selvaggio e minaccioso.
Quello che la teneva stretta, invece, aveva tutta l'aria di aver perso da un bel pezzo qualsiasi traccia di umanità, visto lo sguardo folle ed invasato con cui l'aveva fissata.
- Ehi, non sarai mica muta per caso?
Un rude scossone le aveva fatto battere i denti tra di loro con forza, inducendola a ritrovare un pò di quel coraggio che l'aveva aiutata a sopravvvivere in quella fuga solitaria dopo la caduta della prigione, il luogo dove lei e il suo gruppo si erano illusi per un pò di essere stati al sicuro.
- No, non sono muta... e non sono nemmeno una bambolina! Perciò levami le mani di dosso!"
La voce le era uscita meno decisa di quello che avrebbe voluto, però pareva aver colpito comunque l'uomo che la teneva stretta, perchè con una risata divertita l'aveva lasciata andare. 
- E se non sei una bella bambolina, allora chi sei?
Beth era tornata a guardare l'altro uomo, prima di rispondere, quello che con il suo sguardo penetrante continuava ad apparirle il più pericoloso tra i due. Il fatto che si limitasse a starsene lì, impugnando quella balestra come se dovesse puntargliela addosso da un momento all'altro per infilzarla, lo faceva assomigliare tremendamente al Governatore, colui che aveva decimato senza pietà il resto della sua famiglia.
- Mi chiamo Beth... e fareste meglio a svignarvela al più presto, prima che tornino i miei amici e vi trovino qui.
Ma prima ancora di potersi complimentare con se stessa per la rapidità con cui aveva sfornato quella bugia, la stessa voce bassa e roca che aveva sentenziato la sua scoperta, di nuovo l'aveva inchiodata con crudele determinazione alla realtà.
- Sta mentendo. Non c'è traccia di nessun altro qui, Merle, oltre a lei. 
Il folle, così aveva soprannominato quello che adesso sapeva chiamarsi Merle, era scoppiato di nuovo a ridere, mentre l'arciere aveva spostato la sua attenzione sulla finestra, scrutando al di fuori nella notte silenziosa.
- Come vedi, bambolina, non si può mentire a mio fratello. Sai... lui è una specie di segugio e non sbaglia mai!
- Bè, mi spiace deluderti, ma questa volta si sbaglia. Però se volete correre il rischio di farvi ammazzare... affari vostri!"
L’atteggiamento strafottente che sperava li avrebbe indotti ad andarsene, aveva avuto il solo effetto di suscitare ancora la risata di quello che continuava ad apparirle uno completamente fuori di testa, così aveva dovuto raccimolare tutto il suo coraggio per attuare l'unica opzione che sembrava esserle rimasta: fuggire. Perciò aveva preso un gran respiro e poi era partita di corsa, quasi volando, nella speranza che conoscere quella casa meglio di loro, le offrisse un certo vantaggio, oltre al fatto che riteneva di essere più agile rispetto ai due uomini, sicuramente più pesanti e lenti.
- Prendila!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
-No, no, no!
Non era riuscita a trattenere quello sfogo spontaneo che aveva di fatto rotto definitivamente gli argini del fiume di emozioni che aveva cercato di dominare, prima fra tutte il panico che adesso minacciava di soffocarla, chiudendole la gola in un nodo stretto.
- Cosa ti avevo detto, bambolina? Mio fratello è un cacciatore nato, scappare da lui è un'idea da non prendere nemmeno in considerazione.
Quell'odiosa risata le era di nuovo rimbombata nelle orecchie, mentre tra le lacrime che ormai le inondavano il viso, aveva cercato di mettere a fuoco la figura dell'uomo che le si era parato davanti, per capirne le intenzioni.
- E poi, dove vorresti andartene tutta sola? Non lo sai che in giro c'è un sacco di gente pericolosa?
Quelle parole erano state così crudeli, così cariche di divertimento malato, da indurla a cercare di liberarsi dalla stretta che ancora la teneva prigioniera tra le braccia dell'altro uomo, quello che con il suo silenzio non appariva certo meno minaccioso.
- Ehi, ehi, calma... forse, dopotutto, abbiamo scovato una piccola tigre, eh? Potrebbe essere una bella sfida addomesticarla, no? Che ne pensi, fratellino? Non ti stuzzica l'idea?
Il solo pensiero di quello che sottintendevano quelle parole aveva avuto il potere di ricondurla ad un'immobilità totale, agghiacciata dall'idea che il suo futuro sarebbe stato un susseguirsi di violenze e soprusi da parte di quei due uomini.
- Sai come la penso, Merle.
La risposta formulata da quella voce che aveva capito essere proprio roca di natura, non era stata in grado di farle capire quale fosse stato il suo pensiero, lasciandola in balia di quel panico che non riusciva più ad arginare in nessuna maniera.
- Porca puttana, Daryl! Lo sai che sta diventando un fottuto problema quello che gli altri pensano di te! Ti stanno addosso e se non vedranno dei cambiamenti, non basterà più il fatto che sei mio fratello a tenerli buoni!
La rabbia con cui il folle aveva aggredito l'arciere alle sue spalle l'aveva letteralmente fatta sobbalzare, soprattutto perchè si era ritrovata schiacciata tra di loro, dal momento che era avanzato per andare a piazzare un dito minaccioso sotto il naso dell'altro.
- No, sei tu che non capisci, Merle! Non abbiamo bisogno di quel fottuto branco di stronzi per sopravvivere...
- Cazzo, abbiamo già fatto questo discorso e mi pareva avessi capito che anche loro fanno parte della "famiglia" adesso!
Quando Merle aveva spintonato violentemente il fratello, anche Beth era stata trascinata indietro con lui, dal momento che non aveva accennato a lasciarla andare, mantenendo salda la presa intorno alla sua vita.
Dio, ti prego, salvami!
- Indirizza le tue preghiere verso qualcun'altro, bambolina, perchè non credo che ci sia più nessun Dio in ascolto da un bel pezzo.
Credeva di averla solo pensata quella preghiera, invece doveva averla espressa ad alta voce, dal momento che aveva richiamato di nuovo l'attenzione di quel Merle su di lei.
- Ehi, boss... oh, cazzo, scusa...  non pensavo fossi impegnato a fottere...
La voce strascicata di un terzo sconosciuto, proveniente dalla porta d'ingresso lasciata probabilmente spalancata dai primi due che si erano introdotti solo qualche minuto prima, le aveva procurato un nuovo brivido di paura.
- No, Jay, la bambolina l'ha trovata Daryl e a quanto pare finalmente è di suo gradimento, perciò al momento è off limits anche per me!
- Oh, bè, come dargli torto, boss? L'astinenza è una brutta bestia e non guarda in faccia nessuno!
Le risate che avevano accompagnato quella battuta che per lei era equivalsa ad una condanna a morte, non avevano però coinvolto il diretto interessato, che era rimasto ancora una volta chiuso in un silenzio teso, rimanendo anche indifferente alla pacca che quel Jay gli aveva dato per sottolineare quanto trovasse divertente la cosa.
- Bè, comunque boss, ero venuto a cercarvi per dirvi che noi non abbiamo trovato niente di utile, a parte un pò di cibo e un pò d'alcol.
Beth a quel punto era riuscita a vedere meglio il nuovo arrivato, scoprendo con orrore che si trattava di un'altra figura massiccia e armata sino ai denti.
- Però ci hai pensato tu, Daryl, a rendere la nostra gita interessante... anzi, andrò a dare la buona notizia agli altri. Finalmente potremo rilassarci davvero quando sarà il tuo turno di guardarci le spalle...
Era scoppiato in una risata sguaiata, mentre con passo svelto si era diretto verso la porta, non senza aver prima risposto con un dito medio al "vaffanculo" rabbioso che Daryl gli aveva rivolto.
- Lo vedi, fratellino, che è ora di darti una mossa, eh? Non voglio altre tensioni in "famiglia", perciò...
Aveva visto Merle additarla con quella specie di uncino che faceva le veci della sua mano destra e che lo faceva apparire ancora più disumano.
- ... fatti piacere sul serio questa bella bambolina e vediamo di chiudere la questione una volta per tutte, okay? Perchè preferirei darti in pasto agli zombie, piuttosto che scoprire che sei veramente frocio.
Aveva sentito l'uomo dietro di sè irrigidirsi come se fosse diventato pietra e non era riuscita a trattenere un gemito di dolore quando il suo braccio aveva ulteriormente serrato la presa su di lei, forse per sfogare quella che le sembrava una rabbia trattenuta a stento.
- Adesso raggiungo gli altri, tu se vuoi prenditi pure qualche minuto per iniziare a conoscere la tua nuova amichetta e per spiegarle, magari, che da adesso anche lei è entrata a far parte ufficialmente della nostra grande "famiglia".
Davanti al ghigno crudele che aveva sfigurato il viso di Merle, Beth si era ritrovata di nuovo a pregare intensamente
Dio, ti prego... ti supplico, non abbandonarmi, aiutami e dammi la forza per affrontare quello che mi aspetta.
Ma non era stata l'immagine di Dio quella che aveva evocato la sua mente, bensì quella dei visi che erano appartenuti a degli uomini di tutt'altro genere, come lo erano stati Rick, o Glenn, o Ryan; uomini che erano stati capaci di non trasformarsi in bestie crudeli pronte ad assecondare i peggiori istinti, nonostante fossero stati catapultati anche loro in un mondo dove non c'erano state più certezze, nè regole.
Dio, aiutami a credere che rivedrò Maggie e tutti gli altri.
Mentre l'uomo dietro di lei finalmente l'aveva lasciata libera, permettendole di scostarsi da lui per voltarsi e poterlo guardare in faccia, Beth aveva cercato di combattere panico e disperazione aggrappandosi a quella preghiera che sarebbe potuta diventare la sua unica speranza: sopravvivere all'orrore di quello che avrebbe dovuto affrontare nella speranza che le avrebbe dato la possibilità di ricongiungersi con quelle persone che le avevano davvero voluto bene come se fossero state parte della sua famiglia.





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Daryl aveva avuto come una premonizione nel momento in cui Merle gli aveva indicato quella casa fatiscente, rivelandogli la sua intenzione di entrare proprio lì.
Era stato sul punto di dirgli che non ci sarebbe voluto entrare manco da morto, ma poi si era imposto di tornare lucido e razionale, relegando quella sensazione - come di un brivido gelato lungo la schiena in una giornata afosa - ad una semplice sensazione passeggera.
Stupido coglione!
Lo aveva pensato poi di sè stesso per ogni azione che aveva compiuto da quando era entrato in quella camera da letto, sino a quando si era ritrovato a non controbattere all'idea di Merle sul fatto che avrebbe dovuto "fare coppia" con quella ragazza per far tacere quel branco di coglioni che si ostinava a considerare la loro nuova "famiglia".
Non erano mai stati una vera famiglia nemmeno quando da bambini avevano abitato insieme ai loro vecchi, figurarsi se potevano esserlo adesso un'accozzaglia di sbandati senza cervello come quelli di cui si era circondato suo fratello.
Che cazzo ti dice il cervello, Daryl?
Non lo sapeva più, ma non da quella notte, davanti al terrore di due occhi innocenti che lo guardavano come se fosse stato il diavolo in persona, aveva iniziato a non saperlo più già da un pò... forse da quando suo fratello aveva perso anche quel briciolo di cervello che prima di quella fottuta apocalisse sembrava possedere.

Cazzo, Merle, perchè mi stai facendo questo!
Non aveva mai - mai in trentaquattro anni di vita - messo in discussione ogni decisione, ogni parola, ogni azione di suo fratello. Merle gli aveva sempre detto cosa fare o cosa pensare, e lui l'aveva fatto o pensato senza mai riflettere se fosse stato giusto o sbagliato.
Ma da un pò di tempo... sì, da un pò di tempo, la cosa non funzionava più. Quello che faceva o diceva Merle, gli sembrava sempre meno giusto e perciò più difficile da digerire.
Porca puttana, Daryl, è tuo fratello! Sangue del tuo sangue... che cazzo vuoi fare, lasciarlo al suo fottuto destino e andartene dove? A 'fanculo, magari?
- Io... io credo... di... di stare per vomitare.
Era stata la voce tremolante di quella ragazza a riportarlo davanti ad una realtà che non sapeva come affrontare e che, proprio per questo, lo stava facendo sentire come un animale in gabbia, cioè in bilico sul confine tra ribellarsi o rassegnarsi davanti alla follia sempre più evidente di suo fratello.
- Oh, cazzo!
Tra il dirlo e il farlo era passato solo qualche secondo, perciò per evitare che gli vomitasse praticamente sui piedi, Daryl aveva fatto qualche passo indietro, lasciando che lei si sostenesse alla parete mentre combatteva con dei conati sempre più violenti.
Cazzo, è solo una fottuta ragazzina che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato!
Ma rimaneva il fatto che Merle era suo fratello, l'unica persona al mondo che avesse mai dimostrato di fregarsene almeno un pò del fatto che lui esisteva, dato che nemmeno a sua madre era interessato.
Che cazzo devo fare con lei, porca puttana?
Aveva paura che il suo cervello si sarebbe davvero fuso come il motore della sua prima moto, dopo che l'aveva spinta al massimo fregandosene delle conseguenze.
- Tieni, prendi questo per pulirti.
Era stato a guardare mentre lei aveva piano piano smesso di essere scossa dai violenti conati, poi gli era venuto istintivo allungarle la bandana che usava qualche volta per coprirsi parte del viso quando andava in moto.
Cristo Santo, Daryl, ma che cazzo stai facendo?
La sensazione di essere diviso a metà, come se all'improvviso ci fossero stati due Daryl con idee ed emozioni diverse nella sua testa lo stava fottendo davvero  alla grande.
- Ti... ti... prego... lasciami andare.
La voce della ragazza era stata di nuovo poco più che un sussurro, ma nella sua testa era risuonato come un grido disperato che gli aveva annodato le budella come poche cose nella sua vita erano riuscite a fare.
Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Merle non se la sarebbe mai bevuta la balla che lei era riuscita a sfuggirgli, perciò Daryl aveva capito di non potersi aggrappare lui stesso a quella soluzione a meno che non si sentisse pronto ad affrontare la situazione con lui. E lui era proprio dannatamente lontano dall'esserlo, perciò gli era rimasto ben poco da fare.
- Non posso.
Nonostante il buio, era riuscito lo stesso a vedere il viso della ragazza manifestare tutta la disperata paura che stava provando e davanti alla quale avrebbe voluto davvero poterle concedere la libertà che gli aveva chiesto.
Invece, mettendo a tacere quella parte di lui che gli stava gridando quanto fosse fottutamente sbagliato quello che stava per fare, si era di nuovo avvicinato a lei, afferrandola per un polso e obbligandola a seguirlo fuori dalla casa.
- No... no... no... ti prego...
Lei aveva cercato di opporsi, provando a divincolarsi con le poche forze che le erano rimaste, ma era servito solo a farla incespicare nei suoi stessi passi, rischiando di cadere se non ci fosse stato lui a sostenerla.
- Cazzo, non rendermi le cose più difficili.
Si era fermato un attimo sui gradini del portico, piantando lo sguardo in quello di lei, sperando che così il messaggio le arrivasse forte e chiaro.
- Ascoltami bene, perchè non te lo ripeterò un'altra volta: non ho nessuna intenzione di scoparti, okay? Nè ora, nè mai.
Avrebbe potuto sicuramente dirlo con altre parole, ma aveva intuito che per una volta il suo modo di parlare diretto avrebbe potuto essere più efficace per farsi strada nella testa di quella ragazzina terrorizzata.
Non aveva mentito, perchè nonostante nei suoi pensieri ci fosse stato il caos, di una cosa era certissimo: non era mai stato uno stupratore, e anche se suo fratello gli avesse puntato una pistola alla testa, non lo sarebbe comunque diventato, mai.
- Ma per il momento non posso nemmeno lasciarti andare.
Anche questa era stata la pura verità, perchè non era ancora pronto ad affrontare il suo rapporto con Merle.
Cazzo, è mio fratello!
Quella frase continuava a rimbombargli in testa, nonostante facesse a pugni con quello che sentiva mentre guardava negli occhi quella ragazzina che aveva deciso di tenere con sè.
- Devi restare con me finchè non troverò una soluzione a tutto questo casino.
Senza rendersene conto doveva essersi avvicinato di più a lei, perchè l'aveva vista indietreggiare per quanto le era stato possibile, dal momento che continuava a tenerla per il polso.
- Questo vuol dire che dovrai diventare la mia ombra e fare tutto ciò che ti chiederò di fare. Solo così riuscirò ad evitare che non solo io ti debba scopare veramente, ma che nemmeno qualcun'altro ci provi. Perchè se penseranno che sei roba mia, nessuno ti toccherà.
Tutte e due le volte che aveva usato la parola "scopare" lei aveva emesso un verso terrorizzato che lo avevo colpito come se fosse stato un pugno in pancia.
Merle, cazzo, non so come farò a non fartela pagare questa volta.
Daryl era consapevole, ad un livello più inconscio probabilmente, che le cose con suo fratello avevano già preso una direzione ben precisa e che sarebbe stata solo questione di tempo l'inevitabile resa dei conti tra di loro.
- Ragazzina, guardami e fammi capire che hai sentito quello che ti ho detto. Perchè se sarai tu a starmi appiccicata addosso di tua spontanea volontà, mi risparmierai la fatica di doverti tenere d'occhio più di quanto non dovrò già fare!
La sentiva tremare e non aveva nemmeno smesso di piangere, ma d'altronde più di quello che le aveva detto non avrebbe potuto fare, perciò sperava di essere risultato convincente.
Avrebbe già avuto il suo bel da fare nel far credere che se la stesse spassando con lei, come altri del gruppo avevano fatto in precedenza con donne che avevano incrociato la loro strada, perciò sperava almeno che lei non gli rendesse la vita difficile, collaborando con lui.
Forse quando si accorgerà che non la scoperai davvero, ti crederà.
Quel pensiero si era perso nell'eco di un singhiozzo che aveva avuto in risposta, insieme ad un lieve cenno con la testa che era stato quasi impercettibile, ma che a lui non era sfuggito e che aveva interpretato come un sì.
- Okay, Beth. Ti chiami così, giusto?
Ancora c'era stato solo un lieve cenno con la testa da parte della ragazza in risposta.
- Quanti anni hai?
Non aveva avuto proprio in mente di fare conversazione con lei,  voleva più che altro capire chi si trovasse di fronte.
- Di... diciannove.
Cristo Santo, è davvero solo una ragazzina!
Questo gli aveva procurato un ulteriore pugno nello stomaco, oltre che ad una serie di maledizioni nei confronti di quel coglione di suo fratello.
- Da quanto tempo è che sei rimasta sola?
Era certo che si fosse rifugiata solo lei in quella casa, però non riusciva a credere che potesse essere sopravvissuta per così tanto tempo senza l'aiuto di nessun'altro.
- Una... decina... di giorni.
Le sue risposte gli giungevano appena sussurate, sottolineando quanto sforzo le costasse fornirgliele in quel momento.
- Stavi cercando di raggiungere qualcun'altro o ti stavi solo nascondendo?
- Mi... mi nascondevo.
E ti ho trovata proprio io, maledizione!
-  
Per quello che può valere... se avessi immaginato chi si nascondeva dietro a quella tenda, avrei lasciato perdere.
Era vero, nel momento in cui l'aveva vista, si era pentito di averla portata allo scoperto con Merle presente. Aveva capito subito che non l'avrebbe lasciata proseguire per la sua strada, anche se non immaginava che sarebbe finita proprio così.
- Tu... voi... chi siete?
Era stato preso in contropiede da quella domanda, soprattutto perchè non si era aspettato che lei trovasse il coraggio di porgergliela.
- Un gruppo di stronzi... ecco chi siamo. E in cima, sopra a tutti, c'è quel coglione di mio fratello.
Si era reso conto che più che una risposta, il suo era stato un pensare ad alta voce quello che emergeva sempre più chiaramente dentro di lui.
- Ora dobbiamo andare, gli altri si stanno muovendo.
Il silenzio di quella fredda notte era stato rotto dal brontolio di alcuni motori che erano stati messi in moto, segno appunto che il gruppo era pronto a rientrare al campo.
- Seguimi e mettiti questo, intanto.
Come prima con la bandana, anche ora gli era venuto istintivo togliersi il giubbotto di pelle per darlo a lei, che indossava solo un maglioncino leggero. Lei aveva atteso qualche secondo prima di prenderlo, poi però lo aveva indossato, mentre si erano incamminati verso il punto in cui avevano lasciato le moto.
Quando lo avevano raggiunto, Merle e gli altri erano già stati pronti a partire con le loro, così non c'erano stati ulteriori commenti da parte di nessuno sulla presenza di Beth accanto a lui.
Anche Daryl era salito a cavallo della sua, sentendosi come sempre subito meglio, perchè le moto erano sempre stata la sua più grande passione, tanto che nonostante il mondo fosse andato a puttane, lui aveva trovato lo stesso il modo di metterne insieme una partendo dalla base di una Honda Nighthawk.
- Sali, forza.
Si era rivolto alla ragazza rimasta totalmente immobile, agghiacciata probabilmente dal realizzare che stava succedendo davvero, sarebbe dovuta andare con lui, senza avere alcuna certezza di quello che le sarebbe accaduto veramente.
- Ehi, bambolina, vedi di muoverti, mi si stanno congelando le chiappe.
Era stato Merle a spronarla e lei era scattata come una molla, salendo alle sue spalle. L'aveva sentita rigida come la pietra, sicuramente turbata dal dover condividere un contatto così ravvicinato con lui.
- Beth, devi tenerti a me.
Anche lui non era stato contento di dover condividere quel contatto così intimo, però non aveva nemmeno l'intenzione di liberarsi di lei sperando che si spappolasse sull'asfalto.
Non morirà per colpa mia, nè le farò del male.
Ecco qual'era stato, alla fine, il pensiero che gli aveva permesso di ingranare la prima, mettendosi in coda agli altri per tornare verso il campo.

 





  
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