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Autore: Glacialfire    16/09/2015    1 recensioni
[Big Time Rush]
Stanca della sua vecchia vita, Letice scappa di casa, lasciando dietro di sé una scia di ricordi e maltrattamenti da dimenticare. Sperando che nessuno la ritrovi, si rifugia nella vecchia casa di famiglia, ormai dimenticata da tutti, senza sapere che è stata ristrutturata e qualcuno vive lì dentro con la troupe e le telecamere. Riuscirà a non farsi coinvolgere dai ragazzi? e riuscirà a resistere a qualcuno di loro?
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita è uno schifo.
Mia madre è diventata un'alcolista.
Mio padre non si fa vedere a casa da un mese ormai.
E io non posso più stare qui.
Tutti mi maltrattano, mi usano.
Mi picchiano.
E io sto male.
Ho la maschera da dura, mi vesto sempre di nero, mi comporto uno schifo.
Cerco invano di dimenticare e di proteggermi, difendermi.
Ma non ci riesco.
E dire che tutto sommato dovrei essere una bella ragazza.
Capelli scuri, ricci, occhi scuri.
Alta, magra. Sempre con il mascara nero e il rossetto scuro.
Labbra sottili e denti bianchi e perfetti.
Odio qualsiasi canzone felice e ascolto solo canzoni deprimenti e lente che mi sembrano rispecchiare la mia vita.
E prendo a pugni le cose.
Ora basta.
Devo scappare.
Ma prima mi preparo ad un altro giorno a scuola.
Mi vesto.
Faccio colazione.
Esco.
Entrai in classe in ritardo e molti mi guardarono storto.
"Bene. Un altro ritardo, signorina Derive. Devo contattare i suoi genitori?"
Scossi la testa.
Ne avevo abbastanza di rogne.
E mentalmente pensavo: 'Ci provi pure, vede chi le risponde.'
Alla ricreazione alcuni ragazzi mi cercarono e mi rinchiusero in uno sgabuzzino.
Ormai c'ero abituata.
Mi picchiarono e mi lasciarono lì sanguinante.
Andai in bagno a pulire le ferite e a disinfettarle, le avvolsi in delle garze e finii di seguire le lezioni.
Andai di corsa a casa e mi feci una lunghissima doccia sperando che cancellasse il mio dolore.
Mi vestii e preparai il pranzo.
Mia madre era già al pub a bere.
Non me ne fregava minimamente.
Finii la pasta e lavai i piatti.
Ero a casa da sola.
Mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
Mi svegliai dopo qualche ora giusto in tempo per la cena.
Mangiai una pizza.
Preparai il borsone con i vestiti dentro e i soldi.
Presi il resto delle mie cose e le ficcai nel borsone decisa a non rivelare il mio passato a nessuno.
Perché avevo segreti da nascondere.
Presi cellulare e caricabatterie e chiusi il borsone.
Lasciai un biglietto sul tavolo della cucina.
Probabilmente non lo avrebbe letto nessuno, nessuno si sarebbe accorto della mia assenza.
Ma era meglio lasciarlo.
Carissimi mamma e papà.
Molto probabilmente non mi vedrete mai più.
Non mi cercherete.
Non saprete dove sono e sarò.
Ma non vi interesserà.
Io vado avanti con la mia vita e voi con la vostra.
Papà. Se sei tornato, cosa del tutto improbabile, prenditi cura di mamma. Ne ha bisogno. E stammi bene.
Mamma. Se leggerai questo, vuol dire che sarai lucida. Sii felice. E disintossicati prima o poi.
Tranquilli. Non mi sto suicidando.
Sto solo scappando.
Non mi cercate. Non sono disposta a tornare.
Nonostante tutto quello che mi avete fatto, consapevolmente o no, vi voglio bene.
Siate felici.
Letice.
Sapevo che non mi avrebbero cercato e che il mio biglietto lo avrebbero buttato nel cestino della spazzatura.
Ma non mi interessava.
Mia mamma rientrò a casa alle due del mattino, ubriaca come al solito.
Io scappai dalla finestra.
Corsi via tra il fogliame e mi inoltrai nel bosco.
Ero diretta verso la casa abbandonata.
La usavamo d'estate fino a due anni fa.
Da quel momento è rimasta abbandonata.
Era bellissimo il panorama.
Era esattamente di fronte ad un lago.
Doveva ormai essere caduta in pezzi.
Ma non era così.
Era stata ristrutturata e aveva il tetto bianco e non più azzurrino.
Era splendida.
Un capolavoro della tecnologia.
E c'erano le luci accese.
Lì vicino c'era una macchina rossa metallizzata.
Non mi risultava che i miei genitori l'avessero venduta.
E poi in ogni caso lo avrei saputo.
Facevo tutto io in casa.
Pagavo le bollette, facevo la spesa...
Avrei saputo anche di questo.
Eppure...mi feci coraggio ed entrai nella casa.
Mi stupii a vedere che non avevano cambiato la serratura.
Quattro ragazzi mi guardavano interrogativi.
"Tu chi sei?" Disse il biondo.
"Già. E che ci fai nella nostra casa?" Disse un tizio alto e moro.
"Veramente è la mia casa!"
Risposi.

"Ma ora ci abitiamo noi!"disse il ragazzo dai lineamenti latino-americani.
"Ma è mia."risposi fredda.
"Siamo i Big Time Rush, piacere." Si presentò un ragazzo con un sorriso fantastico.
Mi porse la mano.
"Letice Derive. Ma si può sapere che ci fate qui dentro?" Chiesi esasperata.
"Kendall Schmidt. E siamo qui per girare la nostra serie tv." Disse il biondo.
Avevano una serie tv?!
E io che non li avevo mai visti.
"Carlos Pena."disse il tizio.con il caschetto.
"James Maslow" disse il tizio che mi aveva parlato dopo Kendall.
Guardai strana l'ultimo ragazzo che mi aveva parlato.
"Logan Henderson." Rispose mettendo in mostra il suo sorriso più seducente.

   
 
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