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Autore: Mushead_17    16/09/2015    0 recensioni
Stava arrivando l'inizio della mia fine.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai fuori dalla finestra. Pioveva. Sarebbe stato strano scorgere uno spiraglio di luce proprio il giorno del mio compleanno. Non è mai capitato. Il 17 Ottobre di ogni anno sembra che il sole si nasconda. A me non da fastidio, amo la pioggia. Amo il suo rumore. Amo vedere le goccioline d'acqua sul vetro cadere lentamente verso il fondo. Anche perché a noi tutti capiterà questa fine. Viviamo con lo scopo di rimandarla il più possibile, a parer mio. Erano le nove del mattino. Mi alzai dal letto e iniziai a prepararmi per andare in biblioteca. Dovevo restituire un libro preso in prestito qualche mese prima. L'avevo dimenticato. Sono un tipo distratto. Infilati i jeans, aprii l'armadio. Davanti a me c'era la felpa bordeaux che mi aveva regalato mia madre. Indossai quella. Legati i lacci delle scarpe, corsi in bagno a lavare i denti. Passando per il corridoio notai la porta di camera di mia madre già aperta, ma ancora non avevo sentito strillare il mio nome per farmi fare gli auguri del mio diciassettesimo compleanno. Probabilmente era uscita per farmi una sorpresa, con l'intento di tornare prima del mio risveglio. Intanto si era fatto troppo tardi. Uscii di corsa e mi diressi in biblioteca; distava poco da casa mia. Dopo le mille spiegazioni del perché avessi restituito il libro così in ritardo, decisero finalmente di accettarlo, invitandomi però a non mettere più piede in quel posto. Dicevano che non ero responsabile e che creavo confusione. In effetti, non era il primo libro che consegnavo in ritardo. Più di tanto, comunque, quella notizia non mi interessò. Non avrei mai più messo piede né in quel posto né nella mia Londra. Mamma aveva avuto un'importante offerta di lavoro in un'industria tessile di Milano. Non poteva rifiutare. Aveva anche abbandonato il lavoro di prima. Oltre ai vantaggi economici che avremmo avuto, sarebbe finalmente tornata nella sua patria. Mia madre è italiana, come lo era mio padre, ma per lavoro di quest'ultimo fui concepito in Inghilterra il lontano 21 Febbraio 1997. Saremmo partiti il 21 Ottobre. Avevamo l'aereo alle 9 del mattino dall'Heatrow Airport. Tornai a casa fradicio. Dalla fretta avevo dimenticato l'ombrello. Mia madre ancora non c'era. Non sapevo se chiamarla o far finta di non essermene ancora accorto. Optai per la seconda e mi riaddormentai nel giro di pochi minuti. Fui svegliato dalle grida di mia madre. Andai in cucina a vedere cosa fosse successo. Nulla, assolutamente nulla. Mi aveva comprato un muffin al cioccolato e voleva farmi gli auguri. Era stata fuori troppo tempo; mi insospettii. C'era qualcosa che non andava. - Collin, mi hanno chiamato da Milano - . Ecco, pensai. Ecco la buona notizia del giorno. - Sono andata in banca a prelevare tutto quello che avevo. Ho superato l'età massima per svolgere quel ruolo e ora mi ritrovo senza lavoro e senza possibilità di trovarne uno. L'appartamento in cui avremmo dovuto alloggiare è nostro, fu un regalo di mio padre quando mi laureai. Ora è tuo. L'aereo è già stato prenotato per domani. I biglietti per il 21 puoi tranquillamente farteli rimborsare, così avrai altri soldi per te. Collin non posso più mantenerti. Hai 17 anni, sei grande, so che te la caverai al meglio. Per qualsiasi tipo di problema, non esitare a rivolgerti a me. Ora sono di corsa, ci vediamo questa sera. Prepara le valigie, hai l'aereo alle 6 di domani mattina. - Neanche il tempo di aprir bocca che era svanita, scomparsa nel nulla. Il giorno del mio diciassettesimo compleanno, fui abbandonato, un'altra volta. Ero stato abbandonato da mio padre un anno prima, ora era il turno di mia madre. Mi assalì un senso di paura che mi pervase il corpo. Non ero mai stato responsabile di me stesso. Avevo fallito in tutto nella mia vita: scuola, sport, qualsiasi altra attività. Solo grazie all'aiuto di mia madre ero riuscito a fare qualcosa di positivo. Ora non avevo neanche più quello. Stava arrivando l'inizio della mia fine.

   
 
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