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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    16/09/2015    2 recensioni
[Inside Out]
[Inside Out]Gioia non aveva mai creduto di potersi sbagliare.
(C'è "Spoiler" tra gli avvertimenti anche se non ci sono veri e propri svelamenti della trama, ma lo metto comunque visto che il film è uscito da poco)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Gioia non aveva mai creduto di potersi sbagliare.
Erano passati 11 anni dall’istante in cui le sue piccole mani avevano stretto la presa, con una prepotenza che era tutta materna, sulle redini di una vita meravigliosa e si erano fatte carico di condurla eternamente per l’agile e ben tracciato sentiero della vita (oh, quanto stava pagando ora per la sua innocenza bambina), stringendosi costantemente al ricordo di una pizzeria vista all’angolo della strada che serviva la pizza peggiore del mondo o a quelle isolette, suo piccolo e personale orgoglio, che ora si stavano sgretolando sotto i suoi occhi, nel caso si fosse mai presentata una situazione in cui, forse, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe stata lasciare a Tristezza quella console, lasciare che fosse lei a giocare quella partita tanto importante e permettere alla sua bambina di crogiolarsi anche solo per un istante nel caldo conforto di qualche lacrima liberatoria (ma questo ovviamente Gioia non lo sapeva).
In fondo non era stata lei la prima a invadere la mente di Riley nell’istante preciso in cui i suoi occhietti vispi si erano aperti? Non era stata lei, per ben 33 secondi, ad illudersi bellamente che per tutta la vita lei sarebbe stata sua, sua e solamente sua? Non era forse lei la progenitrice di tutte le emozioni, il motore di ogni ricordo che sfavillava accanto alla console, la madre di tutto ciò che era Riley e di tutto ciò che sarebbe sempre stata Riley? (O così credeva lei)
Erano passati 11 anni dai fatidici 33 secondi che l’avevano fatta innamorare perdutamente di quegli occhi allegri e di quella risata spontanea, e in 11 anni ogni sua azione, ogni sua parola, ogni suo ordine autoritario (perché Riley doveva essere felice, e non poteva essere altrimenti) aveva portato tanti e tali frutti da farle dimenticare, volontariamente o meno, che le cose non sarebbero rimaste per sempre le stesse, che la loro (la sua) bambina sarebbe ben presto cresciuta e che qualche piccolo problema si sarebbe presentato a turbare la quiete del loro ben organizzato quartier generale -per lei il quartier generale sarebbe stato sempre perfettamente a norma, fino a che lei sarebbe stata alla console e la vita di Riley sarebbe rimasta ben protetta tra le sue mani affettuose (o forse soffocanti)-.
Ma quello non l’aveva previsto, no.
Non aveva mai previsto di ritrovarsi da un momento all’altro sballottata in quel viaggio folle e senza fine nella mente della sua bambina (perché per lei Riley sarebbe sempre rimasta la bambina che era inciampata segnando il primo goal e che aveva sculettato in faccia al proprio padre nuda come una piccola larvetta) per tentare (forse inutilmente) di far ritornare ogni cosa alla normalità.
Non aveva mai previsto che un pizzico di allegria in più, una battuta allegra e una smorfia buffa non riuscissero a guarire ogni male e sanare ogni ferita, non aveva mai neppure concepito che la gioia, la sola e unica gioia riuscisse a rendere la vita meno grigia e la realtà meno spietata.
Gioia non aveva mai creduto che le mancasse qualcosa per poter rendere la vita di Riley (o di altri) assolutamente perfetta e ricca di luce.
Ma quando Bing Bong pronunciò quel fatidico “Sto meglio”, dopo aver lasciato che le caramelle gli rigassero il viso di zucchero filato stringendosi al corpo paffutello e ricco di malinconia di Tristezza, Gioia capì che forse, ciò che le mancava davvero, ciò che le era sempre mancato, era solo un po’ di empatia.

 
Note d'autrice:
Questo film è la vita.
Letteralmente la vita.
Ogni cosa in questo film è così ben descritta e ogni situazione mi ha lasciato con così tante emozioni addosso che mi ha spinto a fare una cosa che non facevo ormai da tempo: mettermi alla tastiera e scrivere.
Scrivere tanto per.
Scrivere per il piacere di farlo.
Scrivere per sfogare emozioni e, soprattutto, per DARE emozioni.
Questa fanfiction è tante, tante cose: è sì, come già dice il finale, la pucciosaggine di Tristezza e la necessità di essa in ogni vita, ma anche molti altri temi che si sono uniti a questo nella stesura, e che non credevo davvero di inserire. Come il senso di maternità di Gioia nei confronti di  Riley, e la sua convinzione che tutto debba restare immutato e che resterà sempre immutato, il suo controllo totale sulla sua "bambina"... Perchè io questo ci ho visto in Gioia: un genitore apprensivo che non accetta che la sua bimba possa crescere, una figura innocente che non vede altra soluzione se non nella allegria. Ammetto di non aver amato questo personaggio per almeno tre quarti di film, e anzi, di averlo trovato molto egoista e infantile, ma effettivamente analizzandolo in tale modo la cosa assume un senso totalmente diverso. E alla fine la sua crescita è evidente, ed è anche evidente la crescita della Disney Pixar che finalmente ammette l'esistenza nella vita non di mono emozioni ma di sensazioni più complesse e non tutte allegre.
E che per la prima volta (credo) inserisce le parole "pubertà" e "imprecazione".
E grazie a questo film perché mi ha fatto provare cose che non riesco a spiegare davvero del tutto (Spero che la storia lo faccia per me) e perché mi ha fatta scrivere qualcosa di nuovo dopo eoni di inattività.
Grazie, davvero.
  
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