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Autore: TheBreeziness    16/09/2015    0 recensioni
Come la mia precedente one shot, mira a collocare gli Hessenheffer in un contesto differente. In cui la loro diversità è minacciata e il loro rapporto considerato anormale persino dalla loro famiglia.
Dal testo:
"“Oh, venite tutti! Venite a vedere come è bella Tinka!”
Ma quello che rammento con dolorosa chiarezza sono stati gli sguardi delle persone che mi attendevano alla fine delle scale."
"Attraversai di fretta il resto del corridoio e mi accostai a Gunther. Nascosi il viso dentro il mio armadietto fingendo di cercare qualcosa"
"Per Gunther non avevano fatto tutto quel caos, non era la prima volta che indossava quei lugubri vestiti"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gunter Hessenheffer, Tinka Hessenheffer, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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É trascorso un mese dal giorno in cui ho camminato lungo la scalinata della scuola con indosso, per la prima volta, vestiti come quelli, senza strass, di un elegante rosa chiaro. Una camicetta a mio parere fin troppi scollata, mamma esagera sempre, sempre e comunque.Ricordo la sensazione dei capelli sciolti, finalmente liberi. Ricordo ogni cosa.


Mi ci volle parecchio tempo, ed altrettanta pazienza, per percorrere quei gradini che da quando ne ho memoria ho sempre fatto di corsa, ma che quel giorno mi toccò calpestare con lentezza mortale, aggrappandomi con entrambe le mani alla ringhiera nel tentativo di raddrizzare la mia andatura instabile ed insicura, per l'imbarazzo.

Mi par di sentire come fosse oggi la voce di Cece, giubilante, alta e dannatamente irritante.
“Oh, venite tutti! Venite a vedere come è bella Tinka!”
Ma quello che rammento con dolorosa chiarezza sono stati gli sguardi delle persone che mi attendevano alla fine delle scale.
Cece mi venne incontro afferrandomi per un braccio, resasi conto del mio precario equilibrio, ed io fui felice di quel piccolo contatto fisico da parte sua.
Non mi rivolse che un semplice complimento ed un sorriso dolce e sincero, ma quando i suoi occhi incrociarono i miei vidi un entusiasmo ancora più spumeggiante. Non la capirò mai.
Non ebbi il tempo di scrutare le reazioni dei presenti che mi erano attorno, ma son certa che vi fu stupore e pena sui loro volti.
Deuce abbassò gli occhi lanciandoli su un punto indefinito del pavimento, incrociò le braccia dietro la schiena e con timidezza mi disse che ero bellissima. Anche se tutt'ora non ne sono convinta le sue parole mi hanno scaldato il cuore. E la gomitata scherzosa che ricevette da Dina fece suscitare molte risate, alleggerendo quell'atmosfera tesa.
Un colpo di tosse, un attimo di esitazione, durante il quale non si rivolse mai direttamente a me, e furono di nuovo parole e sguardi negli occhi di altri.
Non aggiunse altro, e da quel momento in poi, fino ad oggi, non è più riuscito a parlarmi.

E poi ci fu Ty lo spettatore più temuto, quello che non avrebbe esitato a sputarmi addosso la verità, con le parole o con un semplice sguardo, e furono proprio i suoi occhi a farmi mancare un battito quando barcollando camminai nella sua direzione, fermandomi a pochi passi da lui, col respiro pesante che non faceva altro che gonfiarmi il petto ,e fu proprio in quel preciso punto che le palpebre di Ty si aprirono come finestre facendo bella mostra delle sue iridi scure.
Poggiai le mani sui fianchi pronta a strigliarlo per quella riprovevole mancanza di rispetto, e così la pensava anche mio fratello, trattenuto da una forzuta Rocky. Il suo sguardo ritornò ad un livello accettabile, dritto nel il mio, e ciò che vi lessi dentro fece scomparire ogni traccia di rabbia.
Il suo sguardo era colmo di stupore e forse dolcezza, riuscì a farmi sentire meno stupida... o almeno ci riuscì per quasi un minuto.

“Ah ah ah ah... Tinka... sembri una....oggi ti trovo meno "brillante" del solito ahah"

Ci pensò quella santa donna di Rocky a zittire il fratello degenerato con uno scappellotto che lo fece barcollare in avanti, e che risuonò chiaro e potente nella stanza. 
Ty si massaggiò la testa senza neanche tentare di protestare, consapevole d'essere in torto, ma quasi mi dispiacque.
Attraversai di fretta il resto del corridoio e mi accostai a Gunther. Nascosi il viso dentro il mio armadietto fingendo di cercare qualcosa, poco dopo si sentì la prima campanella. L'attenzione dei nostri compagni si disperse ricreando quel brusio di normalità che è da sempre di sottofondo .

“Devo ammettere che sei molto bella vestita così Tinka..”

Mi rivelò Gunther con un filo di voce mentre mi oltrepassava, forse  per celare l'imbarazzo.
Fui felice di sapere che ai suoi occhi non ero diventata una sorta di orribile spaventapasseri, e che sopratutto, per lui, ero sempre la stessa persona, sempre e solo Tinka. 
Per Gunther non avevano fatto tutto quel caos, non era la prima volta che indossava quei lugubri vestiti. Ricordo ancora quando riuscì a conquistare Danielle, e il mio cuore spezzato.
Cosa darei per rivivere il momento in cui è tornato, ed eravamo solo noi: Gunther e Tinka.
  
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